Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

VlTA FRA'Ili.RNA date dal medico. Spero che la cosa esi ta tutt'ora e dia buoni r!- sull:ati. Niente vieta che in mano della Croce Ross~ poss~ acqm- . stare un tal vi1uppo in tutta Italia eia ~ssorbii:e gh ste~s1 bre~o-. trofi e da formare una catena tra questi e vane case d1 bamb1111 o giardini d'infanzi~. lo poi avevo un'altra proposta da presentare alla Croce Ro_ssa e forse la presenterò. Era di sta~ilire dei .<< ~ettleme~ts » <>;ppure ca.se in me~zo a quartieri ,p,opolan od anche 111 centri r-urah, ove le signore desiderose di lavorare in pro dei pov,eri non da « dilettanti>> ma vivendo nell'ambiente a ciò adatto, potessero coabitare facendone un campo sperimentale e semenz.aio di opere sociali - nonchè un centro ove i disgraziati trovassero sempre buona accoglienza. ' Finanziariamente la cura deve reggersi da sè (colle rette delle convittrici come farebbe una pensione qualunque), ma, se non 1addirittura povera, ciò che non vieta che accanto allo scopo essenziale, possa avere quello di creare uno stile di mobilio e genere cJ.i i:enore di vita artistico e pratico, ciò che per ora non esiste se non in cerchi molto agiati. Ben inteso le. convittrici non sarebbero legate da nessun voto o promessa. Sotto l'uniforme dovrebbero serbare un contegno quasi monacale, ma peraltro potrebbero starvi o anni, o mesi, o giorni, ed anelarsene e tornare con tutta libertà. Tali istituti potrebbero avere un posto modello di pronto s-0c- -co_r o nonc.h~ una stazione cli infermiere per cure a domicilio (co- . m,ty nurses mglesi) e così anche questa istituzione starebbe· ecrregiamente nelle mani della Croce Rossa. , "' ... il modo migliore per attuarla sarebbe di trovare tutto un gruppo di donne <lisposte ad andarsi a stabilire per qualche mese ah1:eno ('.1 turno) in me~zo ai pover!, fondando nei quartieri popolari un piccolo circolo cli stam,Po pIU che modesto, povero addirittura. dove abitassero sperimentando i vari mezzi -di migliorare la condizione degli indige_nti, dandone l'esempio e port.ando in questi tentativi tutta la forza e la libertà di azione che darebbero loro tanto la coltura intellettuale quanto i mezzi finanziari. P. es. un gran campo d'azione credo si trovi nello sp,igolare nelle messe del lavoro; ossia organizzare la produzione a domiciHo d'industrie sussidiarie per utilizzare la mano d'opera sperduta, come quella delle ma<lri di famiglia che non possono lasciare la casa, e che non hanno che forse 2 o 3 ore disponibili al' gio1'no, le convalescenti, le disoccupate, ecc. ecc. e anche i convalescentj, i disoccupati. In America non vi è città che non abbia uno o più negozi ove <:iasc:ino che .ha qualche oggetto da vendere lo_ possa mandare rilasciando poi un tanto per cento del prezzo ncavato per le s1pese del negozio. In Italia vi è qualche istituzione del genere come p. es. in grande le Industrie Femminili, ma per farne cbe siano comode pratiche,. gradite ai produttori ed alla clientela bi ogna sperimentarle da sè. Cosi anche salendo alquanto le donne di condizione civile che devono guadagnarsi la vita e n~n vogliono. derogare, sono più o meno costrette a darsi alla carriera dell'insegnamento e molte non vi banno vocazione quindi si stancano con studi che non amano e fani o delle cattive maestre. Jelle professioni manuali (rilegatuBiblioteca Gino Bianco

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