Vita fraterna - anno III - n. 4-5 - 28 feb.-15 mar. 1919

VITA FRATERNA 81 P el ritorno alla terra ~ E' necessario amare assai più la terra genero a che pur tante ricchezze nasconde, abbandonata per spirito d' inerzia· ..... Ess.a accoglierà con infinito amore il figliuol prodigo. Sollecitate la cooperaziore delle api, perchè vi assicurino un ricco raccolto di t'l1iele, che vale su per giù quanto lo zucchero. Esse non vi domanderanno compensp. » Questo appello lanciava_ al Paese il. mi1':istro Bianchi. nel genna-io 1917, quando tutti gli sforzi della Nazione dovevano raccogliersi e coordinarsi per i supremi cimenti. Oggi è finita la guerra, ma non sono· finiti i guai che dall'abbandono della terra son venuti alla società. Anzi quei mali s'acuiscono oggi e s'impongono all'attenzione degli onesti con l'aspetto cli problemi urgentissimi e gravissimi: urbanesimo. pauperismo, disoccupazione, malanni fisici e morali non ebbe'ro mai così palpitante attualità come in questo periodo di trasformazione e di rinnovamento. Vita Fraterna non poteva e non può disinteressarsi da tali problemi, che son problemi di Vita. Ma in passato molto si parlava e poco si agiva: si credeva molto, troppo all'azione del tempo nella soluzione delle questioni sociali, anche più gravi. E per questo appunto le discussioni e le trattazioni di esse. acquistavano quasi sempre un sapore accademico,. punto pratico. Oggi abbiamo im- ·parato a· volere e a fare .. Per questo. fedele al principio che il rinnovamento dei molti non è possibile senza il rinnovamento dei singoli, e che la soluzione dei massimi. problemi sociali non è possibile se ciascuno non cerca di risolverli nello stretto ar11bito individuale, additiamo l'iniziativa di un amico di Vita Fraterna, il quale, combattente ieri per la Patria migliore. è oggi nella condizione di molti e molti giovani. cui la guerra ha necessariamente interrotto il lavoro e la cosidetta carriera, incominciata con maggioe ·o minor fortuna. . Egli arà fra poco un reduce alla térra, e si dedicherà ad alcune di quelle industrie che sono generazione spontanea della Nati1ra e che. largamente reclclitizie, rappresenta.no la fonte vera, unica e indistruttibile della ricchezza nazionale. Ma esse no 1 sono e non furono mai abbastanza coltivate. Qua e là sono sorte iniziative private di volonterosi e di studiosi: ma persiste tuttora, nella maggior parte delle persone, che hanno pur la fortuna di possedere una discret.t fortuna, un pernicioso e sterile pessimism• riguardo alla industria del miele quasi sconosciuta, all'avicoltura BibliotecaGino Bianco

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