Vita fraterna - anno II - n. 6 - 31 marzo 1918

VITA FRATERNA 87 « le sue prerogative e con le sue stilnmate scende in èa1npo, e « non v'ha famiglia che si sottragga -a tale corrente che colletti- « vizza la guerra in tutte le sue manifestazioni, e la identifica:· e< con l'anin1a e con lq, coscienza nazionale ». Anche il nostro comandante supremo, il generale Diaz, invocando la salda disciplina del paese ad accogliere· degnan1ente il nuovo e forse imminente sforzo che austro-tedeschi tenteranno contro di noi, ha detto: · « I 'cittadini e le famiglie devono continuare quel1a inces- « sante opera che gli ufficiali e valo,rosi 1nutilati svolgono quoc< tidianamente nelle trincee e negli accampamenti. Anche nel e< Paese e dal Paese il soldato deve sentirsi ravvolto come in e< trincea da una atmosfera di resistenza n1orale, da un calore « di propositi che tenga viva in lui la fiamma del cimento e « della fede nella vitfCH.·ia.Le famiglie ricordino come le angustie e< domestiche e tutte le piccole e grandi sofferenze sono di gran cc lunga inferiori a quelle c};lesopportano i nostri nemici e che, « d'altra parte, il sacrificio sopportato è ~ur sempre minore cli « quel_lo che sostiene chi sta dietro una trincea a difendere la <e patria contro il nemico. Le famiglie dei combattenti e i citta- « dini tutti ha concluso il generale Diaz - siano la mia più « salda rise1·va strategica contro il nemico. Questo il Paese deve « fare per affrettare nella prossima fase della guerra la vittoria « dei nostri soldati. » g. d. Rimproveri dal fronte A tJ·oppi ,e a t,1'oppe che allegramente dimentica:no. ".Yoi siamo in t1·lncea da 45 gionii. Freddo, fango, pidocchi, sonno, mo1·te, tutto aitrontiamo con Tennezza, tutto soppo1·ttamo con fede e con se1·enità. Il nostro sac1•ificlo non si può descrivere. Ma ogni tanto qui gi:u,nge qualche gio1·nale: quasi sempre i'l Giornale t1 'Ita,lia. E legaiamo la cronaca dei divertimenti. Sappiamo così che au e rappresentazioni di Musco il pubbli-co - un ,pubbJ.i.co foltissimo - si sbellicava delle -risa (parole testuali): 'Sappiamo che cinematog1·ati. teatri, Catè ,chantant. conce1·ti, sono frequentatissimi, che a tutto si pensa, fuorchè a'l nemico ch'è in casa nostra. Che abbattimento aLlora.! Oippu,re coo che collera stracciamo il giornale! 11h. pe1· ... ! Noi, dimque. seco71do il GiocnaJe d'ItaJ1a (cito questo giornale pe1·chè è quello che ci gtunge_ in trincea, ma pol1•ei citanie tanti alt1'i), dobbiamo combattere., soffrire, morire per una Italia che va al Cafè chant.ant e che si sbellica aaue 1·isci?: {Dal Popolo cl'Italia) solclato ROSINELLI BibliotecaGino Bianco

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