Vita fraterna - anno II - n. 6 - 31 marzo 1918

Al suo letto cli dolore, quanclo la ,paralisi per -c.sau1'imento nc.rvoso lo inchiodò vivo ·tre mesi ed una spaventosa lucidita ar,cleva jn quella mente. gli attanag1iava l'anrima, · sotto lo sguardo inostenibile idi que1l'occhio in cui iSi er.a concentrata tutta J.a vita, n'.li sentivo come strapprure ~tal.l'anima, a forza, J.e .par,ol-e clel suo tormento. Augusto. Augusto tu sei disperato- di non iesser lassù, di non potE-11' l'itornare 1assù, òi non ,esser piuttosto morto lassù accanto ai tuoi a,rtiglieri, alle tue ba.tte:rie! So la !ua. a.gonia di vede1~u morire 1co,sì lentamente come un vivo se,polto,. Vlvo l'intel.le,tto, v,iva la volontà, vivo, l'amo,rie, sentirsi sul petto ,La pietra sepolcrale ip1~mere, ,prenrnre inesorabilmente, continuamente. Augusto, Augusto, gli dicev,o,.. ma tu ha,i data, tu dai la vita come quelli che sono mOJ't1 lassù; anche t,u, a,nche tu hai gettata la tua vi.ta per l'Italia. Già stanco, sfsinito, vol·ontariarneint.e hai oont.inuait.o, cosciientemente haJi. iesa.iurite tutte le tue energie nel sacrificio lento. (~ue.lla .forza che ti Siarebbe bastata per vent'anni di vita f.aci.Le, l'han. spremuta invece in clu,e an111i d::i,1midollo d,ell-E>tue ossa, pei' la Patria. Anche tu muori per l'Italia! E le palpebre livide, pesanti. si alza.vano 'lente, l'occhio pr.ofondo mi afferrava l'a,nima., · lo pove.re labbra che la morte vicina già impaJlidiva t-entavano un oorr.iso di una st.razianite dolcezza. Mi ringraziava .. Io lo sapevo. Lo sentivo. Avevo sollevat-0 un momento la pietra che già lo soffocava.· La mia voce diceva il suo pensiero. Augusl.o Augusto rico,rdi lso nostre pa;ro!e. le pa,r-0le che avevi scrr:itte per i tuoi artigln,cri mo;rU? Augus~o, sono tue ora. Clii getta la 1)/'opria vita la rHrova. La !l'itrovera.i ca1~O, la ritroverai neLlo splencLol'e, nella be1lezza, nella pienezza di c1u.anto hai amato. E pot.,rai la.vo1'arc anooiI'a ancora nella gioia, ne?.la glori.a, nella luce. E' qu.esto il nostro testaim.ento spi,ritua1€. Quì voglio Lasciarlo su questa - Vita F1'a,t,erna - suo ult,imo dono, cene buone parole: - semq:>,re quando la riceverai, pensa. che tuo frateJJo U vuol tanto hene Nostro ho 'd.etto, perchè t.ant€ volte a.vevam-0 ,commentato insieme oon ent,usia.5mo la divina parola. Era la nos.:,ra fede flatta ·vita.. Essa è il ,pon,t,e divino fra noi due, fra la vita e !a morte. AJ fuoco di questa fede, a.nche nel d-olore della se.paravione eg.ti è vivo pe,r me, vivo de-lla vita ritrovata più bella più grande. Quella tomba è un campo f,econdo. Io vi l'accolgo la divina parola e la vivo con t-qtit.a l'a,nima. Getto la mia vita con a,nsia di aiuto, con fervore di lavoro. E viva, la las~ierò a chi mi a.ma, quando andrò a r.itrova,re la vita. a ritrova1'e i car'i pa,r".iti, ad a~.petta,r.e chi a.rnive1'à piega,ndo sotto il carico, di tutto quan!o avrà con ebbr.ezza get,tato. Modesta dell'Oro Hermil Gioveclì Santo 1918 - Sanremo. BibliotecaGino Bianco

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