Vita fraterna - anno II - n. 2 - 31 gennaio 1918

28 VITA FRATERNA discorso da lui ·intitolato « La mia festa », il giorno 18, anniversario della sua terza ferita, che lo paralizzo_ dalla cintola in giù (DossoFai ti, 18 gennaio 1917 -- Mi1lano, 18 gennaio 1918). Reso inabile alle fatiche di guerra dopo le due prime ferite, egli era tornato indoniitamente sul campo, al fuoco. E l'eroismo dimostrato con l'atto e la condotta, gli meritò la 1nedaglia d'oro. Presentava l'oratore un Uomo che personifica l'altro lato dell'eroismo patrio: chè il 7Jrof. Eliseo Porro, pad.re di tre figli, dei quali uno è caduto sul campo, l'altro è disperso da Più di un anno, e dell'ultimo pure non si hanno notizie, è uno dei Più attivi e battaglieri interventisti niilanesi. Genialmente i nazionalisti ·avevano scelto in lui il loro interprete ~ al disopra di ogni differenza d·i partito ~ a colmare la loro assenza eloquente: tutti trovandosi alla tronte. n pubblico d'ogni classe, accorso a ud·ire. il ventiquattrenne ufficiale glorioso, ,ion potè essere contenuto nella sala, e, dall'interno di questa, si udiva la folla di fuori, rumoreggiare: magnifico omaggio al giovine semplice e nobilissimo. Ascoltato con religioso raccoglimento nella sua, che chiameremo coniunione dell'ani1no agli ani1ni, festeggiato con passione alla partenza -. come all'an•ivo -- fu poi seguito (ino all'ospedale, in famigliare incrocio di benedizioni e di ringraziamenti, e di dolce conversare. · 6 Parole pianissime 1·icordiamoli e ricordiamoci a lo1·0. Quel.lo c.hie Sii è d-et-to tante e tante volte, quelllo che se.mpre si deve ripeter-e, ìaccia·moJ•o. !Perc:l1è :non .si:a un Tiitor,nelllo ,a ooi le orecohii-e,s'abituano .e il cuor,e s'addormenta! 01.e !Sareibbie ;i,l di-sastr,o. Noi idell.a « ,fronte interna » non ,cJd.mentichiarno 'U,nmomento la « ifronte dove -si combatte ,e si iSoJfre, e sii·muore J)er l'Itaha e per la giustizia; e per -noi. - I nost1Ii. soldati! ricondi,amoJi semll)r.e, e spessissimo rrico;ridia·moc.ia lor.o. Ri-cord1iamoiM·(,l'.)e•1r '.ar diel loro pensiero Oa 1guild.atdell.a nostra vita. Perchè come loro dobbiaimo tendere àUJa V;itto1ria. - Conie loro! U ,confronto tra i mezzi div,er.s-iiss.i-moloi,n ,cui tendi.a1mo a questo stesso f,Lne: tra .i loro ~)atimenti, i loro sa,er1fici, il.a loro du.ra ,asprissima vita, e Je nostre 1comidizioni,id·ev.e,ammonirci · a .pazientar.e e far pazientare intorno a noi pu.r in m,ezzo .alle .pi•cc-oleo g;ra-ndi dliofficotlà delila vita d'og,gi, ,ad 1acc,ettarie, SOQ)portar-e,vole-re anz,i e ricercare Qluei. S!a0ri-f,icich:e pier la p~tria si Cthi-edonoanc'he da nari, non combattenti. - Ricortdiamoll.i, :per ,esig,ere -da noi stesse a.nzitutto, e intorno -a noi, che il tono dell.la vita s,i :conformi .a11.agravità d-elJ'o.r,a che. v-iv'iamo. ~ iE ·rj,cordiamoci a l0iro ,quanto ~Più spesso :POSsi,amo,:p-e.richènron si sentano soli, perchè -no.n ,debbano pensare che .no:i, il (l'.)aes-e:per BibliotecaGino Bianco'

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