Vita fraterna - anno I - n. 11 - 15 novembre 1917

VlTA FRATERNA Siano benvenuti gli Alleati non solo per il bene comune della causa comune, ma perchè proprio oggi tragicamente cementate dalla realtà si gettano davvero le basi dell'Europa nuova: oggi segnamoci fra loro il nostro posto da eguali : non s1:1scettibilità ignoranti e deboli ma dignità forte e cosciente di chi affronta virilmente la lotta della vita. Quella che combattiamo sarà tanto più la guerra della grandezza d'Italia quanto più l'avrem sentita fondersi, perdersi ne11'1guerra dell'umanità libera, quanto più la nostra coscienza arriverà a sentire che il soldato d'Italia, di Francia, d'Inghilterra o d'America ha un nome sol:o, che è quello di soldato della democrazia. 4 Novembre 1917. S. R. NELL'ORA DELLA PROVA Nelle cose, guardare non la riuscita di esse, ma la rettitudine del nostro atteggiamento. E quando la rettitudine è intatta, ragione di SJ!omento non v'è. Neppure di doiore. Nessun dolore. Noi siamo diritti nella nostra massima grandezza di uomini: cosa volere di più? IL resto, f,1vorevo!e o sfavorevole. è forlu11a che si riduce ugualmente a beneficio finale della nostra causa. per necessità di effelJJ. Ecco la radice incorruttibile della fede. Avanti: Italia: Milano, 27 ottobre 1917, sera. L. IL CORAGGIO DI VIVERE Una voce disse, dal piazzaletto della piccola stazione: « JV\i pare che in seconda non ci sia più posto! » E subito, un'altra voce irata, urlò: « Ma salgano in prima! Presto! Presto! » E una mano energica spalancò la portiera e fece l'atto di spinger su un ufficiale e una signorina. Laura Varedo si sporse incuriosita al finestrino. Sul piazzaletto inondato di sole erano rimasti una giovane signora e due bambini. I due piccoli visi accesi di emozione guardavano verso lo scompartimento entro cui sparivano i viaggiatori. Poi una vocina dolcissima dichiarò « Domani vengo a sposarti Mario, sai! » « Anch'io! Anch' io! Ma è venerdì, vero mamma, non domani! » La signora rispose di sì, un po' commossa. I due si sporsero salutando e ringraziando. « Che bella giornata abbiamo passato, Luisa ! » E gli occhi oscuri della giovane donna si inumidirono, accompagnando le due teste affacciate ancora, mentre il treno si metteva in moto, con uno sguardo dolce e profondo come una benedizione. Laura Varedo si ritrasse e solo allora vide i suoi compagni di viaggio. I suoi occhi si arrestarono un istante, sul viso della signorina, con un improvviso balenare di memorie: e !v\a Lei ... ma tu sei Maria Salini ! Laura Varedo, non mi ricordi? » Sì, Maria Salini ricordava. Erano state compagne di scuola. Si erano riviste qualche volta, poi. Ma le vicende della vita le avevano separate. Da qualche anno, ora, non si incontravano. BioliotecaGino Bianco

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