Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

VITA FRATERNA I 337 losia? Sì, è gelosia, ma non come Ella crede! Non gelosia di loro, poverette, ma di Lei I Gelosia per il suo onore perduto - per la sua dignità di cuore, di mente, di c.orpo perduta I Non capisce? Ho sempre sentito che potrei amare solo un uomo integro - un uomo che mi si accostasse intero e completo come io a lui ! E pensavo che Lei era un uomo così - con tutte le altre differenze fra noi che mi turbavano non pensai mai a questo ! Lei non lo fa pensare - sento di solito abbastanza presto questa cosa quando è presente, ma non la sentii mai in Lei ! Credevo eh' Ella fosse « integro » - integro come son io - ed ora - non capisce? Ella mi è apparso come un oggetto infranto I » Fu solo l'ultima frase che portò a Hugh qualche lume - in tutto il resto del discorso egli non sentì che la pena senza capirla. Ma coll'ultima frase Maimie gli diede la sua propria visione. Vide eh' essa soffriva letteralmente come un uomo avrebbe potuto soffrire al suo posto della diminuita integrità della cosa che amava. E il terribile in tutto ciò era ch'essa gl' imponeva la sua visjone - e, per un' istante almeno, egli si vide qual' essa lo vedeva - come un oggetto svalorizzato. Si allontanò da lei - misurando a gran passi in su e in giù il sentiero. Cosa poteva dire? Nulla! Qui non si trattava di un convincimento astratto ma di un terribile sentimento che afferrava questa ragazza fino alle radici della sua vita. Che -cosa significava ciò? _Si trovava forse faccia a faccia con qualche legge eterna, con qualche immutabile realtà? Era forse l' «integrità» identica per la donna come per l'uomo, e le donne stavano forse rivelando qualcosa di comune nella loro nuova libertà? Ritornò verso Maimie e le s_i accostò nuovamente. Ma il viso che ella gli rivolse gli fermò sulle labbra qualsiasi discorso ch'egli avesse a mezzo formulato - buon Dio ! e-ra come s'egli l' avesse uccisa ed ella lo gu_ardasse dal di là della tomba. Stette in silenzio dinnanzi a lei, conscio solamente di una terza percezione attraverso tutta la sua pena e la sua meraviglia - la chiara percezione ch'egli non provava nè poteva provare nessun rancore. Quel piccolo essere accasciato dinnanzi a lui lo avvinceva colla sua stessa pena. Ella gli aveva inferto un colpo mortale ed egli non poteva dirsi in quel momento se avesse ragione o torto, ma sapeva di amarla ora come non l'aveva mai amata e, di fronte alla sua disperazione, non gli era possibile di risentire collera veruna. « Ha ancora qualcosa d_a dirmi Maimie? » domandò dolcemente. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==