Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

332 VITA FRATERNA quel giovane gli piaceva, e, giacchè Maimie aveva desiderato invitarlo a far vacanza con loro, bisognava farlo partecipare alla loro allegria! Era d'altronde impossibile a John Ayrton di non essere completamente se stesso in catnP.agna, e, come il Foro faceva emergere in lui lo studioso ed il veggente, così la campagna faceva emergere l'uomo. È vero che mentre il tràm correva per la sua strada egli dissertava con Pelham sulla Porta Furba, sugli acquedotti e tutti gli altri punti d' interesse storico, ma interrompeva spesso questi commenti con qualche barzelletta, nè più nè meno di uno scolaretto, o scambiando con sua moglie qualche gaia allusione. E fu in questo pieno ed aperto fluire d'intimi scherzi altusivi che Hugh comprese per la prima volta come una donna con una personalità così ricca come Margaret avesse potuto sposare quel tranquillo scienziato. Durante tutta la scorsa settimana Hugh si era sentito attratto fortemente verso la sorella di Maimie - era persino arrivato a c·apire quello che Maimie intendeva col dire che non ci si scostava da nessun « movimento » col venire da Margaret. Tutto il fascino e la maturità della sorella maggiore - tutta la larghezza delle sue simpatie e dei suoi interessi umani, unitamente alla suggestione continua coine di una più profonda vita da lei tenuta in serbo che da essa emanava - tutto ciò era stato fortemente sentito da Hugh. E non avendo fino allora vi~to altro che lo studioso in Ayrton si era domandato qual' era il legame che li univa e se la sorella di Maimie potesse veramente esser felice. Ora si avvedeva che, felice o meno che fosse, quel matrimonio sfuggiva al giudizio dell'osservatore comune. Ed oggi almeno, Margaret era certamente felice - rideva di pieno cuore a tutte le sortite di suo marito, e sembrava quasi altrettanto giovane come Maimi~ nella sua partecipazione al momento. Arrivati a Frascati, si procurarono il necessario biglietto d'entrata nella botteguccia del tabaccaio sulla piazza e volsero subito i passi verso la villa Aldobrandini. Benchè questa fosse la sua prima visita all'Italia, P~lham s'intendeva abbastanza di cose italiane per sapere che una « villa > non consiste tanto in una casa quanto nel parco che la circonda. Aveva già visitato la famosa villa d'Este a Tivoli e la Villa Pampilili ~ Roma, ma accordò subito e senza riserve la sua preferenza alla Villa Aldobrandini non appena si fu addentrato nelle sue bellezze. Non è forse nessun punto particolare di questa villa, la più grande di Frascati, che ne forma il fascino spéciale, ma piuttosto la varietà delle sue attrattive, la sua estensione e le sue vedute meravigliose Biblioteca Gino Bianco

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