Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

VITA FRATERNA 329 Gorizia, il Monte Santo; così sarà per Trento e per Trieste I) suscitare cosi in loro un legittimo e santo orgoglio (non credo in nessun sacro egoismo; ma credo bene in un sacro orgoglio!) e rinvigorire la fiducia in sè, fonte di forza. Distruggere con esempi reali la calunnia insidiosa che gl' inttrventisti siano quelli dell' « armiamoci e partite »; se abbiamo fratelli . ' parenti, amici al fronte, parlarne. Far osservare invece il fatto frequente: che la propaganda contro la guerfa è fatta spesso da imboscati (non forse per timore che la guerra prolungandosi, ne tocchi anche un po' a loro; più che per pietà di quelli che vi sono?) Mostrare il nostro giudizio severo con gl' imbo?cati, la nostra lotta contro l' imboscamenlo. Dimostrare come quella che vorrebbe una pace prematura, quindi fallace, e che sarebbe presto seguita da nuove più terribili guerre, è una pietà falsa o stolta: perchè frustrerebbe gl' immensi sacrifici compiuti; i quali non saranno inutili soltanto se si saprà durare fino ad ottenere il risultato prefisso : il trionfo della giustizia e della libertà dei popoli, la sicurezza da altre simili guerre pei nostri figli. , Tutte cose ormai banali per noi, già convinte della santità della nostra guerra. Non per i nostri soldati. Tra i quali molti hanno an·- cora un'ignoranza desolante e sb~lorditiva sulle ragioni per cui pure combattono e muoiono! E sono lavorati e ingannati continuamente da una propaganda abile e perfi~a di sabotaggio della guerra. Non dobbiamo stancarci di ripeterle. Non dobbiamo lasciarci sfuggire occasione di 1zffermarle. Neppure per timore di suscitare forti contrad•. dizioni; che queste è meglio affrontare apertamente che lasciarle lavorare subdolamente. Metodo: dire la verità e ragionare rettamente. Se abbiamo approfondito la nostra convinzione (come dobbiamo) questo ci vorrà naturale. Ma dobbiamo anche proporcelo per l'efficacia della nostra parola. Perchè (onore alla mentalità del nostro popolo!) solo così si arriva a convincerlo anche di verità difficili e dolorose. Guardarsi ~ dalla retorica, di cui i nostri soldati (con quanta ragione I) sono diffidenti. Le belle frasi che si vedono in cartelli sui muri di molti" ospedali, anche quelle che a noi dicono molto, servono poco, secondo me, per i nostri soldati, in cui destano prima il senso di ironia che la commozione o l'entusiasmo. Se mai, bisognerà che noi le spieghiamo pianamente e con sincero sentimento. Una gran forza nostra, anche per la propaganda patria, è la nostra sincera e fervida è fattiva devozione a loro. , Biblioteca Gino Bianco

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