Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

328 VITA FRATERNA ranza di non dover tornare più al combattimento; è la suora {osancta simplicitas !) che davanti a un sofferente esclama : « e dire che c' è ancora della gente che vuole la guerra I » Gli episodietti, i piccoli fatti sono innumerevoli e continui, e costituiscono tutt' un'atmosfera impalpabile, inafferrabile e snervante che si va creando intorno a questi nostri combattenti di ieri e in massima parte di domani. Soprattutto, ripeto, da qualche giorno in qua. E' una vera mobilitazione per la pace, il cui punto di partenza nascosto ci impeRsierisce angosciosamente. (Tu sai, Vita Fraterna, che non esagero in questa espressione). . Da questo, il nostro dovere di propaganda patriottica, di · difesa della nostra: guerra dai sabotatori, di salvaguardia della vittoria in cui crediamo e che vogliamo - è grandemente aumentato. Dillo, ripetilo, gridalo nelle tue pagine. Che tutte lo sentano, questo dovere. E si studino intelligentemente i mezzi per compierlo più efficacemente. Secondo la mia modesta esperienza, eccotene qualcuno: Per sottoscrizione fra le Infermiere Volontarie o le Visitatrici, fare l'abbonamento per un certo numero di copie di un buon ·quotidiano sanamente interventista. (Noi qui abbiamo da Milano il Corriere dellaSera.) I periodici non hanno mai quell'efficacia: ci vuole il quotidiano, che porta e commenta il comucicato e i fatti del giorno. Mettere in evidenza, parlandone spesso coi feriti, le falle della pace tedesca; come i trattati non possono essere sicuri colla firma della Germania (esempio: la neutralità del Belgio, garantita per trattato firmato anche dalla Germania, fu dalla Germania violata, e come!); come la Germania, riconoscendo fallita questa, abbia già il proposito di un'altra guerra (vedi per esempio l'articolo del D.r Rathenan nel Lokal Anzeiger, sulla riorganizzazione industriale da iniziare appena raggiunta una pace tedesca, per essere pronti per « una nuova dichiarazione di guerra ,.; e il libro « Deduzioni dalla guerra mondiale~ del predecessore di Ludendorf, generale Von Freytah-Loringhoven, di cui la Frankfurter Zeitung ha dato un sunto, in cui l'autore spiega la mancata vittoria tedesca con l' insufficienza degli armamenti (!) e dice che a pace conclusa, la Germania dovrà moltiplicare gli armamenti, accrescere gli anni di servizio militare ecc. ecc. per prepararsi a una nuova guerra. I giornali di questo mese ne hanno parlato). Dimostrare ai nostri valorosi (che cori un'umiltà eccessiva tutta italiana pare non se ne rendano conto) che· per i soldati italiani è possibile l'impossibile come vittoria I Poichè hanno preso posizioni ripetutamente dichiarate impr(!ndibili da nemici e da amici (esempio: BibliotecaGino Bianco

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