Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

VITA FRATERNA 317 Credo che questa dovrebbe esser la base comune alla vita dei due sessi: e il riconoscimento al diritto di tal base comune, contro la tradizione che fa della donna, in teoria e in atto, una categoria inferiore dell'umanità, dovrebbe essere la conquista essenziale del femminismo, dalla quale soltanto dovrebbero scaturire le altre. In tale base poggiando la donna chiamata alla famiglia ne saprebbe ben meglio intendere i molteplici doveri: considererebbe il matrimonio e l' educazione dei figli non come punto d'arrivo, ma come punto più alto di partenza; comprenderebbe assai meglio l'uomo gli sarebbe {:Onforto e aiuto prezioso: e i figli - educherebbe - forse, infine, veramente, nel senso pieno ed alto della parola, iniziandoli ad esser forze attive e coscienti, nella vigile e valida guida. E le altre donne, quelle non elette alla famiglia, non consumerebbero vanamente in ribellione sconsolata o in acre rassegnazione la loro vita, che ha un valore: sentirebbero umilmente, ma con ferma e serena convinzione, che il bene di tutta la grande famiglia chiede pure il loro contributo di bonvolere e di lavoro: per le numerose vie, per quelle meglio rispondenti alle ~ingole attitudini, lavorerebbero, serene compagne dell'uomo, a combatter il male, ad erigere, con limpida visione della meta, il bene che lotta ancora nell'oscuro caos, che si dibatte nelle strettoie perchè vuole affermarsi, e non muore, ma si rinnova ed attende di trionfare nel tempo migliore. Siamo. avviate verso codesta conquista? Parrebbe di no : perchè: nonostante i moniti delle religioni e delle filosofie e le dure esperienze secolari e quotidiane persuadano l' uomo che la felicità perseguìta non risiede nell'appagamento egoistico e nel culto della vita materiale, pure ancora egli non si decide a metter coraggiosamente a base della sua vita la dedizione di sè alléJ collettività, l' altruismo fecondo di gioia, e, neppure, il riconoscimento volontario della vita spirituale, che disconosciuta, negata o irrisa, opera ora suo malgrado. perchè: la scuola - la popolare (che dovrebbe davvero prolungarsi sino ai quattordici anni) e, peggio, la media inferiore, - lungi dal dare un'educazione armonicamente vitale e feconda, affastellano patrimoni di cognizioni morte. perchè: mentre la scienza progredita dimostra le legittime esi-.....- genze del corpo, la scuola, - proprio la scuola - con un' inconBiblioteca Gino Bianco

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