Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

VITA FRATERNA 315 maturao appena sbocciata, si è svegliata dal - non essere - al - dover essere lavoratrice, al·_ dover - accettare di far parte attiva nel1' immane ingranaggio che la travolse. Accettò, non prescelse: e solo una parte, per ulteriore- svolgersi della coscienza, si compiacque della necessità, contraria alla tradizione e ali' egoismo naturale. Di fatto, nelle classi più ricche moltissime dormono ancora il dolce letargo della vita inutile, da cui solo le scosse un poco la guerra: mentre nelle classi operaie, ciascuna sogna, sposandosi, di abbandonare il suo mestiere. · Se riconosciamo che la necessità generale sospinse la donna alla sua vita attuale non ci illuderemo di richiamarnela con rimedi suggeriti da vedute troppo semplicistiche. E, per esser nella realtà, dobbiamo riconoscere pure come fatto che sta fatalmente compiendosi, lo sparire della assoluta supremazia maschile nella famiglia. Non credo che nessuno, se non per amore di, originalità, possa « dimostrare superiore l'intelligenza della donna a quella dell'uomo > in generale; se lo facesse non gli crederei e non gli sarei grata. Ma questo so: che l'intelligenza è una - delle attività psicplogiche umane; non unica, sebbene goda di una idolatria ingiusta; altra è il sentimento, fattore almeno altrettanto attivo e importante nella vita• E mi chiedo: perchè l'uomo e la donna insistono nel contrapporsi, mentre la natura indica loro in ogni ordine che son nati a completarsi, ciascuno apportando, con fede e rispetto reciproco, il meglio della propria natura al compito comune per il comune destino? Alla robusta ideazione maschile giova la pratica intuizione femminile; alla calda soavità materna, la serena fermezza del padre. Dice la lettera: « Meta della vita di ogni giovane donna, il matrimonio; come scopo l'educazione dei figli. » Saremmo d'accordo se l'espressione non si pre~tasse a quante interpretazioni si vogliano. I problemi del lavoro, del voto ecc. sono diramazioni del problema centrale, che, superate ormai nebul_osità e incertezze, si va meglio affermando, sia per le necessità nuove, sia per conferme di esperienze in atti. Porre a meta della vita di ogni giovane donna il matrimonio, può anche voler dire (e il resto della lettera non dissipa il timore) secon- ' dare la vanità, I' istinto, la procreazhne di figli in famiglie sul tipo tanto comune attualmente : piccole formazioni ristrette, chiuse, egoiBiblioteca Gino Bianco

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