Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

VITA FRATERNA 275 J\ RIMORCHIO DEL SECOLO Se problema impensato mi coglie, attraverso avvenimenti impensati, individuali o sociali, e, nel moto primo di fuga dinanzi alla cruda difficoltà di soluzione teorica e pratica, mi abbandono in una passività neutrale, un' intima molla di reazione mi rigetta violentemente sul terreno: umanità mia, dove sei? vita, dove sei? il problema, ogni problema è campo d' azione: tu sei umano in quanto prendi atteggiamento positivo in esso, tu vivi iu quanto sei attivo: l'uomo deve impadronirsi di ogni evento, privato o pubblico che sia, stringendosi e costringendosi nello studio di esso, investendosi della responsabilità di chi deve trarne condotta, spingendosi ad una decisione in ragione degli elementi che possiede, apportando - non importa se solamente _ col pensiero, nè importa se inavvertito dai più - un contributo che, limitato alla disciplina della propria formazione individuale, o chiamato ad estensione di guida sociale, è educazione. Educazione: pensare. Pensare, o vita, o creato, o legge! Cercare. Conoscere. Sviscerare le mie occulte forze determinatrici, penetrare le profonde radici dei postulati universali e componenti i fenomeni dei rapporti fra i popoli ; possedere : aff~rrare i fili conduttori della sensibilità umana e cooperare allo scioglimento ordinato degli eventi. Camminare, porsi, in qualunque contingenza, alla testa delle cose. Questa, interiormente, sempre, la mia dignità, il mio dovere, la mia , missione, la pienezza della vita nell'attivazione di tutte le mie energie, nell'iniziativa. Per intrinseca relazione col procedimento della coscienza individuale, la coscienza d'un partito è diritta di fronte a se stessa e di fronte alla storia, se, in qualunque contingenza, prende immediata posizione attiva, là dove la vedremo un giorno incanalare le fila degli uomini suoi. Specialmente se questo partito è una confessione religiosa, e se questa confessione religiosa si professa depositaria di principi assoluti, di verità definite. L'argomento della disciplina nella subordinazionead un poterecostituito, non è dignità di coerenza con una dottrina. Voi avete una dottrina. Se piegate ad un potere, il potere a cui piegate prevale nella vostra intuizione di diritto, nella vostra orientazione di salute. Voi sanzionate la sua legittimità. Allora: o quel potere concorda, nella sna tesi, con la vostra dottrina, e vi è mancata l'intelligenza di porvi imBibJioteca Gino Bianco

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