Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

296 VITA FRATERNA Vi fu ben prest? quasi una trentina di persone sparsa in gruppi per la sala discorrendo animatamente, cosicchè era un confuso miscuglio di tedesco, di francese e d' italiano che arrivava ali' orecchio di Hugh. Come molti inglesi ben educati, Pelham non conosceva é:he la propria lingua e si accorgeva che per Roma ciò costituiva un bagaglio insufficiente. Il francese sembrava far da tramite internazio'nale, ma quello di Hugh era decisamente del genere dei ragazzi di scuola ed egli Io sapeva e lo riserbava strettamente per uso di viaggio. Osservava. del resto che italiani come quelli che aveva conosciuti al pranzo parlavano correntemente l'inglese, ma non quelli della, classe professionale, diversi rappresentanti della quale si aggiravano ora per la. sala. Margaret diffatti gli si avvicinò una volta con una mezza scusa per il fatto di non poterlo presentare a nessuno, perchè nessuno dei • presenti parlava l' inglese, disse. Hugh la pregò di non disturbarsi e rassicurò che si divertiva molto anche solo nell'osservare la scena. E cosi fu diffatti, per qualche tempo almeno. L'espressione dei visi vuol dir molto sul Continente e, nell'osser~are i diversi gruppi, Hugh notò che erano tutte persoi:ie intelligenti e molte di loro di quelle che « contavano ». Una o due volte Maimie gli fece cenno col capo da lontano e, ... vedendo ch'essa era proprio nell'impossibilità di raggiungerlo, non se ne sentì offeso. E godeva di vederla muoversi da un gruppo all'altro, sempre così evidentemente interessata ai vari tipi coi quali parlava. Sì, lo vedeva ora chiaram~nte, questo era il segreto del suo fascino: era così intensamente vitale e così assolutamente « intera ». Maimie non faceva mai mostra di ascoltare una persona mentre ne osservava un'altra. E il suo visino parkmte s' illuminava e si oscurava, tremava e cambiava ad ogni nuovo pensiero. Roma, ch'egli trovava un po' imponente per _conto suo, produceva evidentemente solo un' effetto esilarante su Maimie. E Hugh si avvedeva che non era qui solo questione del possesso di una lingua. Maimie aveva evidentemente assorbito qualcosa dello spirito di Roma al tempo stesso - e la multilateralità della Capitale serviva evidentemente a stimolare e a suscitare la sua propria multilateralità. Nell'osservarla mentre andava da un gruppo all'altro vide subito che era la benvenuta in quel circolo internazionale - che ogni gruppo si apriva volontieri e financo con interesse per riceverla e che sguardi di simpatia la seguivano mentr' essa se ne allontanava. E pensava pure che non l'aveva mai veduta così carina. Ciò era in fondo naturale, giacchè Maimie, come tutte le persone molto sensibili, variava BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==