Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

VITA FRATERNA 293 vigoroso della vita - dell'azione - del quale aveva sentito così imperiosamente il bisogno per lui. Hugh, fra altro, le aveva raccontata la scenetta avvenuta al suo Club e_benchè essa gli sembrasse qualcosa d'insignificante, a N\aimie, non poco conoscitrice della natura umana, l'incidente era sembrato pieno di promesse. Giacché sapeva quanto Hugh detestasse le scene di qualsiasi genere e le pareva perciò che con quella piccola e tranquilla dimostrazione egli avesse fatto il primo passo verso la sua liberazione non meno che Clare Burton in maggiori proporzioni. Con questo fatto, per quanto insignificante egli aveva raggiunto l'unità di " espressione : pensiero, sentimento ed azione si erano trovati una volta tanto collegati - non vi era stata quella deplorevole « lacuna '>, quel1' insufficienza, di cui essa aveva detto una volta a Margaret di sapere che non avrebbe potuto sopportarla. E se ciò era vero, se Hugh riusciva veramente a liberarsi dai pr_egiudizi che formavano come una crosta falsa sulla sua realtà viva, da che cosa sarebbe più trattenuta? Non aveva bisogno di chiedersi se lo amava sufficientemente·- lo sapeva fin da troppo tempo. Ma solo in questa settimana forse, si era resa conto della profondità del suo amore - in questa settimana in cui l'attrattiva non era stata continuamente neutralizzata da elementi antagonistici. Essa ed Hugh avevano percorsi insieme i Musei vaticani o si erano seduti a discorrere in qualche angolo del Lyceum, parlando ora d'arte ed ora di faccende comuni, ma, qualunque fosse il soggetto, consci di quella segre.ta corrente d'intimità che fa della parola la cosa meno importante del discorso - e Maimie si era resa conto in quei momenti di quanto la. natura di flugh armonizzasse intimamente e perfettamente colla sua. Molte altre volte nel corso dell'anno passato, durante il quale lo aveva conosciuto, avevano avuto conversazioni consimili ed esaurienti, ma sempre o quasi avevano terminato con una discordanza. Ora invece, quando arrivavano ad uno dei loro vecchi scogli, Hugh diveniva esitante -- ma, invece di sentire uno spirito antitetico che si ritraeva nelle proprie difese, Maimie aveva il senso di « porte aperte » in lui e di qualcosa che era molto vicino alla iristezza. E, di fronte a questa nuova attitudine tutto il suo cuore gli si era aperto. Non si aspettava, non sentiva neppure di desiderare per lui una conversione più completa di questa. Hugh era conservatore per temperamento e tale sarebbe sempre stato e, per quanto la riguardava, poteva anche rimanerlo. Mai mie non· aveva la minima intenzione di cambiare la fibra dell'uomo che amava - lo amava troppo per queBibliotecaGino Bianco

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