Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

VITA FRATERNA 291 parlava impeccabilmente l'inglese, ma siccome Maimi'e parlava pure un buon italiano, passavano spesso da una lingua all'altra. Negl' intervalli in cui parlavano l'inglese e nei quali solo Hugh poteva seguirli, sentì che discutevano di libri, di teatro, di usi nazionali ed internazionali. E, qualsiasi fosse il tema, Hugh vedeva che Maimie accaparrava tutta l'attenzione e persino il vivo interesse del suo brillante compagno. E vide pure il perchè di questo. 1\t1aimienon faceva mai discorsi. banali: qualsiasi cosa dicesse, manifestava la propria opinione, non quella di qualcun d'altro, rafforzata e ripresentata. Forse che le sue idee erano talvolt.a un po' ardite - Hugh si avvide bene che il Conte sorrideva una o due volte - ma vide pure che lo sguardo col quale l' italiano considerava la vivace personcina al suo fianco, non mancò mai di rispetto nè d'interesse. E vide per di più che la contessa Ri- . naldi, dal suo posto alla destra del loro ospite, in capo alla tavola ovale, volgeva di tanto in tanto delle occhiate piene d'interesse verso la giovinetta che parlava così animatamente con suo marito; ed una I volta vide che marito e moglie si scambiavano un sorriso, come se avessero già parlato fra di loro con simpatia di questa vivace ed originale signorina. Di tanto in tanto, dal suo posto al di là del Conte, Margaret metteva pure un sorriso e una parola, ma il suo sguardo si volgeva con minor soddisfazione verso il si_lenzioso Hugh seduto dall'altra parte di Maimie. La tavola, secondo Margaret, non era perfettamente combinata: avrebbe preferito che Hugh non fosse proprio vicino a Maimie, ma in una compagnia di otto persone, comprese due coppie maritate, era stato impossibile fare diversamente. Ed aveva sperato e sperava ancora nel tatto e nell'attrattiva della Marchesa per compensare. l'effetto del e troppo vicino e del troppo lontano " di Maimie. La sua fiducia non era evidentemente malposta, giacchè, rendendosi forse un po' conto della leggera ansietà della sùa ospite, la 1\1\archesa, all'arrivo del piatto forte, si rivolse di nuovo a Palha111,e, spiegando un po' di quel ,fascino per il quale era nota, non ebbe difficoltà ad attrarre ed avvincere la sua attenzione. · Hilgh le si rivolse dapprima un po' a malincuor~, giacchè la chiara dimostrazione avuta allora delle doti sociali di Maimie, gli aveva dato insieme un senso fin troppo vivo delle possibilità di Maimie ed aveva suscitato nel suo spirito la penosa domanda se una persona tranquilla· come lui avrebbe potuto offrirle molto. Si ricordava per di più con una specie di stretta al cuore delle ansie che si era permesso talvolta di nutrire sulla « correttezza » di .Maimie. Ora vedeva che la· ragazza BibliotecaGino Bianco

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