Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

VITA FRATERNA 269 grandi motivi, le più grandi attrattive per le azioni umane; non si devono lasciare in possesso e in potere esclusivo degl' incoscienti, dei vili, dei meschini. Si devono prendere in mani pure e forti. · Al concetto egoistico e vano del matrimonio che vi vede e cerca una « posizione » è da contrapporre il concetto reale e sacro, umano del matrimonio, dell'amore, della maternità come missione gioiosa e dolorosa, missiòne di vita a cui è pur lecito e buono aspirare! Ma poi, ali' infuori di ogni preoccupazione positiva o negativa ri- . guardo al matrimonio, si deve coltivare nelle nostre giovinette verso i giovani uno stato d'animo, un atteggiamento del sentimento, una disposizione, un proposito di viva benevolenza. Che non s'arresti, come troppo avviene, il senso del dovere fraterno, umano, di carità, quando c'è diversità di sesso e parità d'età! Mettiamo in valore la buona afnicizia fraterna tra l' uomo e la donna, preziosissima in particolare nella gioventù. A tante perfide premure, a tanti falsi amori, a tante frivole civetterie che circondano i nostri giovani da parte di donne (lo sappiano o non lo sappiano) malefiche, le buone e pure giovinette non oppongano un austero riserbo, una sdegnosa ostentazione d'indifferenza, una veste di freddezza allontanante: concorrerebbero così a spingere i giovani dove trovano facile accoglienza. Alle male attrattive di tante disgraziate, oppongano le buone attrattive loro. Conoscano - e accettino - la realtà com'è: che a nulla vale presso gli altri il loro valore spirituale, il loro animo amante, il loro più generoso proposito, - se esse non riescono con ciò anche piacenti. Non dico belle (il che non tutte sono); dico piacenti (il che tutte possono). Non vale protestare: è così. E allora le buone, le pure I.e rette devono - non per vanità e per egoismo, ma per limpido e generoso amore - proporsi e studiarsi di essere anche piacenti - più piacenti, più attraenti, più gradevoli delle altre. Per il maggior bene; per la più vera gioia. * ~:* Diamo opera, sorelle, diano opera le madri a preparare cosi le « Signorine > di domani. Che i nostri giovani fratelf.i, i nostri eroici combattenti d'oggi, tornando da tanto dolore e tanta prova alla pace e volgendosi intorno lo sguardo tra le loro coetanee e le loro pari non trovino soltanto delle graziose ma insignificanti bambine, non delle aride cerebrali, nè delle monache mancate severe - e sgradevoli, - ma delle Donne pure e forti che muovano loro incontro sorridendo, e porgano verso di loro le mani attive e il cuore amante pronte a lavorar con loro; a soffrire, a gioire insieme per la migliore umanità ventura. u T A SORELLA MAGGIORE , BibliotecaGino Bianco

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