Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

I 2 8 VITA FRATERNA loro studi consueti, e il ricamo, e le occupazioni decorative ci scapiteranno, molto ci guadagnerà l'animo e il carattei:-e. Vi sono molti posti nelle opere d' assistenza pei bisogni della guerra che esse possono bene occupare nelie vacanze, o nelle ore libere dalla scuola. Ci guadagneranno tali opere, per cui "è sempre così grande la. richiesta di operaie; ci guadagneranno non meno esse medesime,, che cresceranno e si matureranno a quella scuola impareggiabile che è la vita vissuta, l'incontro n~lla realtà col dolore-, la miseria, la morte. Non saranno più bimbe, saranno donne se pur giovanissime. Ma neppure temiamo che le do"lorose rivelazioni che riceveranno negli ospedali dove si soffre e si muore, nelle case miserabili dove si patisce la fame, dovunque l'umanità scopre il suo volto angoscioso e le sue piaghe - non temiamo che tutto questo mortifichi la frescnezza, uccida la giocondità delle nostre giovinette. (Non questo vorremmo!) Le renderà più consce e più pensose. Nla la freschezza e la giocondità giovanili sono forze di vita, che la vita aperta stimola anzicchè attutirle, anche coi suoi urti più rudi. (Lo prova per esempio l' allegria dei soldati feriti negli ospedali.) La freschezza e la gioia delle ,, giovinette hanno ben più reali ne1i1ici nella vita reclusa materialmente o spiritual men te, e nella disoccupazione. Freschezza, spontaneità, letizia, e calore di sentimento, sono anzi elementi da curare fortemente nell' educazione. Ma qui troviamo un altro grave errore da correggere, precisamente nell'atteggiamento delle fanciulle· di fronte ai giovani. Troppo spesso le più serie e rette e buone, quelle dunque che hanno in sè maggiori possibilità di bene e di gioia sono negli anni della prima fiorente giovinezza, tutte immerse dai loro studi in un intellettualismo di ghiaccio, -in una conçezione austera e assoluta della vita, che le fa ritrose rigide e fredde particolarmente davanti ai loro coetanei che esse nè conoscono nè capiscono: come solo intente a serbare gelosamente la lo·ro propria quiete, ·- e senza nessun impeto di fraternità, di amicizia, di benevolenza verso quelli, senza nè c'oscienza nè volontà della missione femminile di fronte all'uomo, al1' uomo giovane in particolare. - Inoltre per reaz•ione alla ricerca affannosa del matrimonio - di qualunque matrimonio - che affligge troppe fanciulle e troppe loro madri, - troppe altre tra le migliori dall'idea del matrimonio rifuggono invece, irrigidendosi in un atteg- _ giamento di spirito nè spontaneo n~ buono. - Funesto errore. Non si devono rinnegare valori immensi della vita, come la bellezza, l' amore, la gioia, solo perchè altri li ha profanati. Si devono riconsacrare in noi. Essi sono e rimangono pur sempre tra i più BibliotecaGino Bianco

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