Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

( VITA FRA.TERNA 285 Umiltà e Bellezza Occorrono sulla via d'arte niomenti oscuri di abbattimento allorchè la sognata forza e il sognato splendore non rivestono di sè i frutti che abbiamo dato, .della nostra elaborazione di pensiero e di sentiniento. Uno scetticismo feroce allora, e un sordo sdeg ~ ci tentano: ah! noi l' abbiamo sempre odiata la mediocrità, noi volevamo raggiungere effetti superiori, e nell'ipotesi di non riuscire a questi, abbia111-opreferito abbandonare la via totalmente. Ed ecco allora, in-procinto di tale abbandono, sentirci invasi da ttn vuoto terribile,· noi che d'un avvenire d'arte avevamo vissuto, noi che avevamo fidato in ttn successo felice. Ma, piano piano, ecco entrare un altro genere di sentimento, un tu1'·bamento .... una vergogna sottile, u.n.... rimorso .... « Soltanto le cose superiori fanno del bene all'umanità? oppure lo fanno anche le cose mediocri, quando sono pervase da ttno spirito appunto apostolico, quale volle sempre essere il fine dell'arte nostra ? » E ci vien fatto di chinare la fronte .... C' è stato qualcosa che ha potuto soggiogarci: la visione del nostro dovere. Noi non dobbiamo chiederci - fin dove arriverà l'arte nostra sulla salita della bellezza, noi dobbiamo chiederci se essa è suf jìciente a fare almeno 1tn pochino di bene ; risposto --di si, avanti ! traducia,nola umil1nente, è tutto questo il nostro compito. E allora.... viene t·m premio non pensato, proprio quello che credevamo non avesse a toccare ehe alle opere pitÌ grandiose, da noi concepite, che non riusce1re1no a conc1retare. Quelle piccole, ttntili, mediocri cose che deumio ... piacq11,ero, raggiunsero ttn effetto che non sognammo mai, parve1ro bellissime .... Lo erano ! lvla come 1nai? Gli è che, dettate da 11,11, magistero semplice, da una vena spontanea, non incalzate da preoccupazioni artistiche clte tante volte co,npromeltono zreffetlo, essè uscirono vive e forti, piene di qttell' ispirazione reale che possedevamo, e che non fu, no, un'illusione. Conteneva, il nostro sprezzo della mediocrità una ragione rispettabile d'essere: la coscienza precisa d'itn valore vero, ma perché v'era andata congiunta l'alterezza improvvida di rimmcia1re alla via d'arte se quel valore non si effettuava, 1na pe1-chè noi avevamo perso di vista, in qitel ,momento, Lo scopo pur sincero dell'arte stessa nostra, lo scopo umanitario che dissi, n'eravamo stati puniti, catne venim11io premiati allorchè quello scopo tornò primo nell'opera nostra. Così è: umiltà e bellezza camminano strettamente abbracciate. FIAi\BIA. In 01naggio al decreto luogotenenziale per la liniita,. zione del consu1no della carta, questo Jascicolo esce di 32 pagine anzicchè di 40. - Per questo ri1nandia1no al prossinio nurnero le 8 pagine " Vittoria! ,, per i Soldati. BibliotecaGino Bianco

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