Vita fraterna - anno I - n. 9 - 15 settembre 1917

VITA FRATERNA * * * 283 Gli uomini non si sono ancora resi conto di una semplice, luminosa verità. Troppo pochi hanno letto l' etica di Kant. Si narra che questo insigne filosofo si coricasse una sera, nella sua giovinezza, con tanto ottimismo da affermare che la vita è piacere. All'alba dell'indomani però era d'un altro avviso. Sentenziò gravemente che la vita è dovere. Egli certo non dormì quella notte. E dalla profonda meditazione distillò la più profonda verità filosofica. La base di tutto il suo sistema. Ma Kant era un filosofo. E gli uomini normali hanno due terrori. J microbi e la filosofia. Da i microbi si salvano con abbondanti disinfezioni. Da i filosofi facendo fallire i volonterosi editori della loro melanconica dottrina. Ad un mio collega, strappato dalla guerra alla placida vicenda di contabile-banchiere fu chiesto un giorno da un superiore chi fosse Benedetto Spinoza. - « Un illustre generale! > rispose con l'aria di chi è seccato da una troppo ingenua domanda. Gli uomini normali hanno torto. Se nel rigoroso programma della loro giornata introducessero un'ora, un'ora sola, di meditazione, risolverebbero con miglior risultato il problema della loro felicità. Il deficit finanziario sarebbe compensato da un'equivalente perdita di esigenze. Ma ahime, sono parole al vento. Nell'equazione arida che inutilmente affligge gli uomini: - benessere materiale == felicità - - bisognerebbe sostituire il primo termine con lo svalutamento di se stesso. Nessuno troverà mai una casa veramente ospitale finchè crederà che la casa sia un elemento della sua felicità. · Una capanna rustica scarsa di mobilia e senza decorazioni non turberà certo la gioia di chi porta "unmondo vivo ndla propria anima. Chi non conosce la storia di Diogene, solit~rio abitatore d'una botte? Egli s' affaticò a lungo con l'affumicata lanterna nella ricerca del1' uomo. Ma inutilmente poichè non trovò tra le case innumerevoli, sparse sul mondo, un'altra botte abitata. Non le cose ci affliggono, dicevano gli stoici, ma le opinioni che di esse noi ci formiamo. Uomo! tu non devi ritenere la tua casa un porto nel quale tu Biblioteca Gino Bianco

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