Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917

VlTA FRATERNA Evidentemente non era l' intelligenza che mancasse a molte di quelle donne, come aveva potuto constatare nell'ora ivi trascorsa. Per quanto affidata ad un uomo, la conferenza tenuta quel giorno su Mme de Stael, era stata ricca di allusioni femministe le quali avevano provocato in fine vivaci discussioni. Ed i commenti erano stati acuti, le opinioni ben sostenute, e Maimie aveva provato ammirazione, se non pure invidia, per la facilità latina di espressione che le si era così manifestata. Pure, mescolandosi in seguito all'uditorio sparso nelle sale ed osservando specialmente le donne che avevano preso parte alla discussione, essa si rese conto di ciò che Margaret aveva vo– luto dire. Quelle donne latine erano bensì belle ed animate, ma studiandole ad una ad una, Maimie ricercò invano in loro quel pregio che supera l'intelligenza; quel non so che d' indefinibile ma pure indubitabile che rivela sempre uno spirito libero - una libera personalità. No, questo mancava loro e con tutte le loro attrattive quelle donne non erano ancora di quelle che avrebbero / atto qualcosa. Maimie si trovò per– sino a dubitare se esse fossero pronte a compiere quel lavoro iniziale per la liberazione mentale che in Inghilterra era stato fatto dalla ge– nerazione di sua madre e per il quale molte donne, avevano per.fino ritenuto necessario di tagliarsi i capelli e di rinunciare in genere a qualsiasi fascino femminile, mentre lottavano per una nuova vita intel– lettuale per la donna. Queste cose venivano oggidì qualificate come • « eccessi » e la generazione odierna ne rideva. Ma erano proprio state superflue al tempo loro? Ogni stadio di liberazione non richiedeva forse qualche segno esteriore, qualche sacrificio, qualche simbolo? Rinunziare volontariamente alle attrattive naturali, non era forse per la donna il segno ch'essa non potrebbe mai più vestirsi da schiava e in. modo da far deliberatamente appello ai sensi? Non potrebbe darsi che un eccesso dovesse provocarne sempre un altro, prima che dal loro equilibrio sorgesse la vera dignità? Maimie pensava a tutte queste cose percorrendo le sale. Non si era resa ben conto fino allora di doversi sentire grata per la sua propria emancipazione mentale e morale. La cosa le si era pre– sentata troppo semplicemente: era nata in un ambiente in cui quel– l'emancipazione costituiva l'eredità naturale della donna, nè aveva fre– quentato ambienti diversi. Sapeva bensì che vi erano anche in Inghil– terra molte donne non tanto più libere di quelle che stava ora osser– vando, ma non le aveva conosciuto personalmente, o al più esse erano penetrate isolatamente nel suo ambiente, non mai come una forza Biblioteca Gino Bianco

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