Motiviuniversaldi ellastoriadi Roma Attraverso il complesso di dati spesso frammentari è possibile ricreare la storia del nostro popolo. Sarebbe necessario per formare un quadro organico e completo posse• dere l'acume del filosofo avvezzo ad indagare ed a penetrare i nessi causali; l'intuizione dell'artista, che at• traverso gli indizi saltuari e scarsi può ricostruire gli sviluppi di una intera civiltà; l'animo del patriota, che dal suo amore è portato ad esaltare il tormento di ascesa di tutto un popolo. Quando Roma cade il tormento di questo popolo si chiama desiderio, aspirazione di rinascere. E nel pensiero degli uomini migliori chiaro appare lo sforzo di adeguare l'idea alla realtà, di portare la Patria al livello politico, che traspare potenzialmente nei palpiti ideali delle generazioni italiche. Penetrando in pieno medioevo si ha il formidabile urto di tanti popoE, attratti dal fascino di · una civiltà saperiore, ma tanto brutaE nella loro ansia da poter ben poco assimilare della gloriosa civiltà latina. Il cozzo tremendo, mentre sfascia le antiche istituzioni, prepara i movimenti, nei quali dovranno prendere forma concreta le nuove. :È una materia incandescente in pieno rivolgimento, che si plasma lenta• mente per la creazione di nuovi istituti. L'onda barbarica è una tempesta fu. riosa, che sradica, violenta e inesorabile, le opere di una antica civiltà. Ma gE invasori non sono ancora tanto ricchi spiritualmente da po• tere dominare i vinti. Lo stesso processo spirituale, che si verifica nella conquista romana della Grecia, si traduce nel sopravvento morale di un popolo, disfatto nelle armi ma fierissimo nello spirito e capace di attrarre i propri vincitori nel riflusso di una maturità civile e sociale. Un soffio di viva umanità ,che ri• splende nel potere spirituale della Chiesa, domina la informe materia. Alla civiltà delle armi e dei cuori succede la civiltà delle coscienze e dello spirito. La missione universale e il desiderio di redenzione sociale del Cristiane• simo tendono a ridare a Roma il primato occidentale. Sotto la spinta inesauribile della re• ligione il furioso movimento barbarico si plasma; alcuni, i migEori, vengono assimilati e condotti nel raggio d'azione della nostra civiltà; gli altri, troppo differenti da noi per diversità razzia)j o per tendenze etiche, sono eliminati. La materia ha preso corpo; una nuova civiltà sta plasmando gE istituti e la vita della nuova Italia. Il tormento d'ascesa, insito nella natura del popolo, . si trasfonde in un processo graduaie di evoluzione sociale, morale e poEtica. Al Dott. VINCENZO NARDI, volontario e mutilato di guerra, squadrista, nuovo segretario Federale di Forli, che, come autorevole membro della Consulta di VIA CONSOLARE, ha seguito e sostenuto la nostra pubblicazione fin dagli inizi, l' incondizionata promessa di credere, obbedire e combattere, anche su queste pagine, per la causa della Rivoluzione e della Patria. VIA CONSOLARE Fondazione Ruffilli - Forlì di 13 tuno. 1Jtad-o.tti Tolto il male grav1ss1mo del grande possesso fondiario, che sembra mortificare la personalità del lavoratore, la nuova borghesia dà alla propria attività un ritmo creativo. Il popolo è protagonista della sua storia e del suo progresso. L'eccellenza biologica si accompagna ad una superba, meravigliosa ricchezza di vita. La nuova civiltà è il parto della esuberanza spirituale della razza, che attraverso la decadenza politica non ha perduto tuttavia i suoi caratteri migliori. I numerosi nuclei cittadini divengono il centro di tale potente risveglio. La loro personalità s1 ingigantisce, acquista caratteri più definiti. Il lievito, il fermento della rinascita fa crescere l'incentivo delle aspirazioni, eleva ad esponente tutti i motivi più sublimi della natura umana. Quando il lungo e titanico contrasto fra il Papato e l'Impero domina la storia politica dell'Europa, il popolo acquista una più alta coscienza del proprio valore. Aderisce ad una compenetrazione fervida della propria missione, intravvede la necessità di potere giocare un ruolo di primaria importanza nella storia europea. Che manea ormai per lanciarlo definitivamente alla conquista del suo avvenire? Manca l'unità morale, manca la compattezza nazionale, che cementa in un blocco di cuori, di volontà e di aspirazioni migliaia di individui. Ma questa unità è in formazione; traspare nelle idealità dei nostri Grandi. Non importa se l'occupazione normanna del mezzogiorno spezza l'unità materiale. I sintomi favorevoli esistono e dovranno dare i loro risultati. 3
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