Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

Che sistema educativo era dunque mai questo di presentarsi in una scuola, in una palestra e di dire: « Voi siete la migliore generazione esistita da quando mondo è mondo?». La rivolta delle leve non avvenne. E allora qualche vecchio sparviero si è tastato le penne, si è guardato attorno con occhi di nuovo coraggio e si è messo a fare il bilancio di ciò che i Biovani avessero mai costruito in tanti anni in cui non si era fatta se non lodarli e sopravalutarli. Il bilancio fu negativo. Le varie forme di espressione umanistica - letteratura, teatro, pittura, architettura, musica, scultura - sconvolte dal rivoluzionismo futurista, non hanno approdato a scoperte di nuovi filoni di comunicatività. Tutt'al più si può ammettere che « questi giovani » hanno riscoperto certi valori fondamentali della vita e dell'arte. Eppoi si è detto anche ultimamente - : I giovani che noi conosciamo sono per la massima parte estranei ad ogni movimento culturale, orientati alle discutibili forme di vita piena di movimento senza scopo, di promiscuità, di vuoto ottimismo. E si è aggiunto: Gli altri sono utilitaristi, senza fiamme ideali; non credono all'arte, ma al successo. Le accuse sono certo gravi e tali da motivare da parte nostra un profondo esame di coscienza. È giusto il bilancio, è logica la conclusione che fa risalire ogni nostra mancata affermazione alla mancanza di fede? Eppure dobbiamo constatare, pur nella nostra maggiore obbiettività, che in guerra e in pace i giovani sono stati e sono, nell'Italia fascista, in testa al popolo; troviamo che non mancano le belle intelligenze, dotate di una cultura fresca per niente sgobbona. Sappiamo che nei Littoriali ogni anno ci sono decine di giovani che superano difficili prove intellettuali, suscitando il plauso delle commissioni. Questo per quanto riguarda le riserve sulla capacità dei giovani. Noi sappiamo di propagandisti universitari che si commuovono parlando al popolo, abbiamo letto la mo.tivazione della croce al merito_di guerra attribuita alla bandiera di Curtq,tone che ha rinnovato i suoi fasti in terra d'Africa ; durante questo mese a Milano schiere di giovani, invitati da altri giovani, si raduneranno ad impostare in sede sentimentale e scientifica il tema del misticismo fascista. Ci sembra che questo valga a rattoppare le denunciate falle di utilitarismo e di mancanza di molle ideali. A questo punto, metteremo un segno di esclamazione o una frase di negazione? Ci bastano due parole chiare. L'appello alle forze giovani del paese per la rinascita della civiltà, non è fallito, nonostante i contrari pareri dei gufi; la rinascita è in atto, perchè è in atto una bonifica del costume, una ripresa dei motivi spirituali, una laboriosa sistemazione della nuova vita corporativa. Però fu ingenuo pensare che, senza preparazione di tempo e di nuova cultura, i giovani potessero senza altro affermare, fin da questa fase polemica, una tras.figurazi~ne artistica delle loro idee e dei loro sentimenti. Bisogna non dimenticare che dentro' di noi un nuovo mondo si sveglia proprio mentre vanno spegnendosi le ultime faville del vecchio. Siamo una generazione di trapasso; vittoriosa sul terreno storico, ancora in lotta su quelw spirituale e artistico che è il più duro da attingere. Scoraggiamento per la distrazione di molti nostri coetanei ? No, perchè siamo certi del loro cuore. E questo basta. Le costruzioni intellettuali sono delle minoranze. Piuttosto bisognerà dire - per noi stessi e per nostri amici che si attardano attorno alle formule invecchiate, agli « ismi » di ieri - che occorre l{Uardare alla vita con occhi del tutto nostri, senza cedere alle lusinghe delle esperienze del passato. Questo importa ; che anche sul fronte intellettuale siamo tutti su di una stessa linea ad affrettare il domani. ARMANDO RAVAGLIOLI 2 VIA COpiSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì

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