Ed è infatti la Nazione che trionfa nella prova suprema contro il Barbarossa. Una Nazione che va lentamente plasmandosi attraverso l'affinità dei suoi componenti, una Nazione che sorge compatta in armi contro il nemico. Legnano e Costanza sono senza dubbio le prime pietre ideali della nostra unità nazionale. Anche la vita politica si libera ben presto dai diaframmi delle tirannie feudali; il variopinto gioco prismatico delle dominazioni locali sfocia nella piena luce solare dell'idea di Patria. Un sentimento nuovo agita i fratelli, che- reduci da secoli travagliati di lotte, di dissidi, di ambizioni anelano di ritrovare la pace nell'armonia della grande famiglia italica. Però i tempi non sono ancora maturi. Le tendenze unitarie ghibelline, impersonate in Federico Il, e quelle guelfe, appoggiate alla dinastia degli Angiò. cadono di fronte alla resistenza dei Còmuni e del Papato; Il Papato esercita in questo periodo una funzione nazionale: ha capito che l'unità della Patria non può crearsi sull'apporto di forze straniere sia tedesche che francesi. L'idea di Patria deve sbocciare dal tormento del popolo e dalla sua ansia di riprendere le gloriose tradizioni di Roma. Fiorisce la civiltà comunale; il superbo impulso alle attività agricole e industriali, le magnifiche espressioni dell'artigianato, che nelle sue produzioni rivela le caratteristiche <.:reative della stirpe, il dominio dei mari e dei mercati sono il sintomo 4 FondazioneRuffilli- Forlì di questo nuovo, grande cammino di ascesa. "È l'epoca delle Repubbliche marinare, che attraverso i traffici diffondono le nostre correnti di vita. Al dominio mercantile si accompagna un meraviglioso influsso spirituale. Venezia, Genova, Pisa, Amalfi portano la loro bandiera m tutte le contrade del mondo. Intanto la cultura assume un significato più aderente alle nostre correnti di vita, si risveglia la tendenza alla ricerca scientifica, si forma una più chiara concezione dello Stato. In ogni manifestazione si avverte lo sforzo verso una maturità politica e spirituale e verso una unità di lingua, di pensiero e di religione. Quando declina l'idea dell'Impero ed il Papato versa in preda ad una grave crisi morale durante il periodo di cattività avignonese e si trova a dovere lottare contro due avversari fortissimi: gli eretici e l'Imperatore, le migliori forze italiane della pianura padana e della Toscana rivelano la loro nobile insofferenza e il loro sublime miraggio, che ~i traduce nel grande tentativo di Gian Galeazzo Visconti. I!: tutto un nuovo rigoglio di vita, un insofferente crogiolo di sentimenti. La Patria ha ripreso nel!' Europa incerta una funzione di avanguardia: ha insegnato agli altri le grandi vie della navigazione, ha rinnovato il culto delle tradizioni romane; ha additato ai popoli nuove vie di ricchezza con l'attività mercantile e bancaria, ha resa viva ed attuale l'idea dello Stato. Ma ali' interno il dannoso sforw di un equilibrio, difeso tenacemente dalla Chiesa per assicurare ti proprio potere, negletta ormai la funsione nazionale unitaria, e la tenace, sorda repressione di ogni tentativo destinato a porre le fondamenta di una unità territoriale, creano uno stato perenne di debolezza. Ancora una volta l' Eurcpa intera, come al tempo della decadenza del- !' Impero romano, gravita sull' Italia con la forza prepotente della sua massa. L'unione soltanto potrebbe salvare la Patria del servilismo politico. Ma invece le lotte interne continuano tenaci, irreducibili. Su questione territoriali, su questioni di ambizioni locali si incaglia nuovamente il sogno degli Italiani di una piena e sospirata libertà. Macchiavelli intravvede questa tragica situazione e nella forte concezione di un sistema di governo addita la via della salvezza. Il Segretario fiorentino, mente sagace e ferma di statista, uomo politico di fede e di coraggio, nel suo « Principe• getta le fondamenta dell'idea di Nazione, come espressione della concorde volontà di tutti i cittadini e vagheggia lo Stato, come espressione del!' interesse generale. Attraverso il connubio dei due termini il Macchiavelli intravvede una una condizione di forza e di felicità e la futura potenza della Patria. Ma egli è un titano in un mondo di deboli. una mente lucidissima in un mondo di miopi. Gli egoismi, le lotte fratricide, gli orgogli non sopiti portano ancora una volta l'Italia ad una dolorosa decadenza politica. Da protagonisti gli Stati italiani divengono le pedine del gioco francese e spagnolo. La stolta illusione che le forze straniere chiamate in Italia dai fratelli per combattere i fratelli di sangue, ma nemici di ambizioni e di aspirazioni politiche si trova rapidamente di fronte alla tragica realtà di una schiavitù imposta con la prepotenza. VIA CONSOLARE
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==