Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

a GIOVANNI PAPINI Gog aveva visitato tutti gli uomini più illustri della nostra civiltà contemporanea: Edison, Freud, Hamsun, Knut, Ford, G. B. Shaw, Gandhi; si decise alfine a visitare ancM Giovanni Papini. Ma il ricordo della visita a Giovanni Papini era rima.sto inedito fra le carte e le memorie di Gog. L'autore lo ha raccolto e pubblicato. Un pò d'attesa. Ed ecco che Giovanni Papini apparve. Mi colpì la sua chioma ancora folta e bella e riccia: poi una fronte dura, come di pietra, che inquadrava l'ovoide del viso e contrastava col mento dalla curvatura dolce e delicata. Gli occhi un pò appannati sotto gli occhiali : parevan luce di fuoco torvo sotto boscaglia. Nei singoli tratti è brutto : il naso schiacciato, i denti che mal si assiepano verso la bocca tagliata un pò duramente, la pelle olivastra; ma nell'insieme, in tutto il suo volto, è spaventosamente bello. Mi accolse con cordialità: per significargli lo scopo della mia visita mi ero presentato e gli avevo offerto una statuetta che raffigurava il Pilota Cieco. Pilota - ma cieco; ma pilota. Per prima cosa gli volli domandare se fosse più felice ora, Accademico d'Italia, Pontefice Massimo delle lettere italiane, gran flabellario dell'arte italiana, voce d'Italia nel mondo, o nei giorni della sua tormentosa giovinezza di giovine pallido, come esaurito da uno sforzo precoce, in lotta col pane e con l'avvenire. - Meglio allora: giorni felici, selvaggi in cui assaporavo una tal quale gioia di cannibalismo letterario. Giorni passati. I giorni passati sono come un pò di Morte nella Vita ; ma forse proprio perciò ci sono cari. - Già - dissi io - giorni delle stroncature, giorni delle « Memorie d'Iddio ». E dalle « Memorie d'Iddio > alla « Storia di Cristo» c'è un gran passo e, se me lo consentiste, una evoluzione, una conversione. - Niente conversione o evoluzione. AnziÌutto è il volgo che non sa vedete in me se non lo stroncatore, il bastonatore,. lo sculacciatore. Ma no. Se ho stroncato è perchè noi toscani abbiamo nelle vene sangue etrusco, cioè il sangue di coloro che per primi inventarono la bonifica e la cloaca : io sono un infognatore, un infognatore dei mediocri, dei pusilli. Ma il mio vero fondo non è quello di plebeo bastonatore. La nostra civiltà, i banchetti letterari, purtroppo hanno il loro sottile veleno ed è necessario perciò rincontadinirsi, rinvillanzonirsi per acqtùs!are un pò di salute plebea. Se no si diventa etici a furia di consumarci con spleen. Ci dobbiamo rincontadinire : anche a CAMERATESCAMENTE Non è proprio di tutti i gi.orni una rivista che rnm appenda alla ~ua porta cartelli vietanti l'en-trata. Noi abbiamo questa ambizione. Pur senza scendere a compromessi col dilettar,.. tismo, dichiariamo che tutti i giova,ni collaboratori - con un nome o senza - troveranno la nostra Redazione ugualmente serena e cordiale. Essa è a disposizione per consigli, pareri, ecc. Arriveremo persino a restituire i manoscritti inviatici in esame, se gli autori dovessero richiedercelo. Per buona norma avvertiamo che, uscendo la rivista il 25 di ogni mese, il materiale urgente dovrà pervenire in Redazione non oltre il 15 precedente. VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì costo di mentire a noi stessi : ed è una suggestione di cui si ha bisogno : se no la cura non è efficace. In quanto a quella vostra sciocca parola • conversione » o «evoluzione •, vi dico che sbagliate. Non ci ho mai pensato neppur io stesso a· vedere se sono un « convertito•. Già ho affermato che l'anima è come un atollo madreporico e ci possono coesistere sentimenti che ai più sembrano contradditorii : ha ragione quel buop uomo con una valigia in mano -=- come egli stesso amava definirsi, Luigi Pirandello - di dire « uno, nessuno, centomila». La più grande corbelleria è « nosce te ipsum •. • Nosce te ipsum • appartiene agli sciocchezzai socrateschi. È più facile crearsi che conoscersi e preferisco crearmi. E poi conoscersi è un pò morire: allora si può conoscere il motore quando è fermo. Lo ha capito anche il milionario pescasserolese - che questa volta sia veramente Benedetto - che è più facile crearsi che conoscersi. Perciò ho odiato le etiche e le filosofie. - Però - dissi - vi siete ora fatto banditore di un ideale etico dell'uomo: un pò come l'amico che, da «Ardengo• incendiario, è diventato più «soffice» e si è rabbonito. Ha smesso il satanismo. - Vi ingannate. I giovani vorrebbero vedermi sempre con la mascella pronta a stritolare le ossa agi' imbecilli. Ma è impossibile. Occorre prima odiare e poi amare. Un poeta filosofo in un suo libro immagina che gli uomini emigrino nel paese dell'utopia, dove non c'è male, non odio, non passioni, ma, ritornati sulla Terra, vedono i loro compagni uomini lottare, amare e soffrire : e come sono felici di soffrire con loro ! Il male è necessar_ioin questo mondo al bene: il diavolo in fondo ha fatto almeno metà del mondo. Quindi, se mai, io che ho buttato fuori cafoni che si impippiavano in terra italiana, nella terra dell'arte, avrei diritto più di ogni altro a coltivare il mio giardino, da giardiniere calmo e placido e bonaccione, con una zappetta lu11

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