Unità proletaria - anno III - n. 16-17 - 30 settembre 1974

8 UNITA' PROLETARIA 30 Settembre 1974 PARTITDOIUNITÀPROLETARPIEARILCOMUNISM Luciano Della Mea Quando due forze politiche giungono • unifìcarsl, è normale che ene atfrontlno punti di vista, presupposti ed esiti tradizionali e tltuazionl di f1t10 diversi. Il confronto può e in genere conduce • del compromessi che possono essere, og. gettivamente, buoni o e11ttlvi M~to importante e delleata è, • eNmpJo, la scelta del nome, la quale, per cìò che conce,. ne l'unificazione fra PdUP e Manifesto, non poteva essere più felice, precisa e slgnlficattva di quella fatta: partito di unità proletarla per 11comunismo. Ha prevalso così la r• 9\one politica sullo spirito di parte. Non si è rischiato di doww clecutere, ■ paradouale uempio, au un nome ibrido e privo di Nnao comune, tipo • p■rtito manlfutamente di PJnlliO proletaria •· Anche H in ltaJl■ non fo• _,, Nlltltl po,tid che si chiamano eodajlsta e comunista, Il nome cl partito di uniti proletaria per Il comunismo .. ,_ - ugual_,. Il più felice. preclao e signlflcathto, e ...... da adottare. L'unità .,,-ie, Infatti, è la co,,diziOM cl bae, materiale per lo - che ... tona politica maniat■ al propone, e che i - Il c:orm,nlsmo. Ma questo non basta Da • spiranti al comunismo cl chi• miamo s,ll l'uno con l'altro compagno. Ouesto algnlfica che fra noi, riuniti da uno st• to dì necessità politica e da una comune visione storica, deve sussistere un impegno fraterno di amlcllia o quanto meno di simpatia soprattutto quando, come put, e deve ec,.. cadere nella rlcerc.1 della v• riti politica, s-. manifestano divergenze d'ipotesi e di giudizio. L'amicizia fraterna è una condizione rivoluzionarla che ha la 1ne9Uo sul frazionismo. l'intensità democratica deve far dilatare al massimo Il ruolo di dìrlgente, senza alcun tipati In un rapporto sociale tanto quantitativamente lntet\$0, fTenetico e delirante quanto qualitativa.mente povero e mortificante Se noi accettiamo dl vivere come vuole il padrone, noi a.ccettiamo di pensare quello che 11 padrone vuole secondo una misura che i quella del valore di scambio delle merci e dell'uomo, e d■ cui 11 valore d'uso razionale 6 sommerso, travolto, mistificato. Tutta la grande e capillare ideologi■ del consumo da cui siamo uslllati ovunque, 6 eut. tamente una Ideologia padronale, di massa. che cl plasma come subuomlnl e cl disarma privandoci delle capKlti e,.. tive delle singole Intelligenze e del loro pieno libero 1v1luppo. Come consumatori, per • sempio, Il padrone cl vuole so. li, divisi, maniacalmente competitivi, con le apatie al muro (perdM soggetti alle paure • alle superbie della considera. zlone aoc:lale fondata sul possesso di çerti beni distintivi. quelli seeltl e suadentemente Imposti dal padrone; pere~ costretti all1mperlo ricattatorio delle v..-.dite a rata: perché sch1.. 1 doli"- eboonclente e vwiamente allettante adori. nata nel eupermercatl e nel grandi meguzlnJ. ecc. ..c.J. Che I ped,onJ 0119I atlano semp,e più lmpedronendool di giornali e di caM editrici, sta a slgnlffcare non solo una volontii di dominio polltlco. ma anche un empH■mento e raffi. namento di un potere cultura. le, che lascia sempre meno margini alla contestazione ,,. tiglan.ale, piccolo . bofghes.e, mentre emargina o assimila svuotandolo con I veni dell• moda quanto dl autoctono è rl. masto della autentiea cultura popolare e proletaria. la ribellione contro tutto questo non solo è un fatto rivoluzionario necessario, ma è anche un atto di sopravvivenza per l'Intera umanit.t. Non pochi scienzi•tl attendibili delle scienze naturali hanno denunciato c:.he andando avanti cosi, cioè secondo il modello dì sviluppo e di vita del capitali.. smo privato e del capitalismo d1 stato, sull'umanità Incombe Il pericolo dell'autodistruzione Cli. 11 dubita e si teme perfino che certi guasti genetici I~ dotti Irruentemente nell'uomo dall'ambiente avranno conseguenze nefaste 1ull'eredltarletà futura. DI qui l'estrema Importanza di Impadronirsi collettivame~ te. çome partito e all'Interno delle collettività dove viviamo, lavoriamo, pensiamo, parliamo, lottiamo. di que.stl problemi moblHt■ndo infine una lntelJi. gena dlversa, illegale rispetto alla legalità effettiva, vincolante, non meramente formale, dell'avve:sario di classe, più che mal nemico dell'umanità.. Dobbiamo saper volere lavoro, casa, mezzo di trasporto, scuola, ospedale, aria, ac> qua, territorio diversi. Non cl debbono Interessare, ad esempio, riforme che non partano • non siano promosse, pensa.te, discusse e controllate dal e~ sigli di mna. Dobbiamo vole.re famiglie diverse, Immuni dalle costrizioni Ideologiche, che, In nome della necesalt.t, lnttmltài, • dell1nteresse prlveto, ripetano generazione dopo generazione la subordinazione al 1l1t• ma, a!lo status quo. Se l'URSS non 6 dlvent■to un Paese del socialismo, ciò ì dipeso anche dal tatto che ha con•lderato neutri la ricerca e la tecnologi.i e Il management e I v• lorl famlllarl dell'Occidente e.epltallstlco. Non vedo, nelle grandi tut• tor• p■rzlall e Insufficienti I~ nee, null'altro che poSSII giustificare una nuova unità proletarl,-yer il comunismo. e leglttlm'.■re, In quanto sappia f• re p,oprlo tutto ciò collett!vamente. Il partito che In quella uniti 11ne■ml. GiangiacomoMigone Il primo direttivo nazionale dd Partito di Unità Proletaria per il comunismo, che ha avuto Juogo a Roma sabato e domenia lliCOnaa.,pre un capitolo nuovo nd processo di aggrcg>• zione a sinistra che ~1.anifcsto e PdUP lanci■rono poco più di un anno fa. Se i cong=si di sciogli· mento delle due organizza• zioni segnarono, anche for• malmcnte, un punto di non ritorno del processo unitario, oggi siamo in grado, non solo di cosuuirc il n~ vo panito, ma di rifiuu• rc in partenzeogni logica di componenti, ogni cooccz.ione llfittic. e chiusa della vita della nuova organizzazione. Per questo il direttivo ha potuto decidere di dare luogo ad un'unica disciplina di partito, sostenuta da decisioni orga.nizzati\·eche travalicano ogni 1pplicazione meccanica dd principio di paritcdcit.ì., e che rifiutano meccanismi decisionali per componenti di origine. Non possiamo certo pretendere di assicur■rci da difficoltà future, sempre possibili, ma cerchiamo almeno di trarre qualche insegnamento dalle amare vicende della manca- ,. unificaziooc sind.acùe. Vi è un altro impegno di fondo che, oggi, dobbiamo aJSumcrc. A partire dsi con· gressi è c:resduta enormemente l'attenzione nei nostri confronti da pane della stamp:a, ma soprattutto nel movimento. Ciò conferma che esiste un'esigenza, trs i lavoratori, non solo e non tanto di una forza che quasi per antitesi, si opponga alla poliùca dd dialogo che oggi è maggioritaria all'in• terno dd mo,•imento operaio, quanto di un punto di riferimento per coloro che, ispirati dai valori egualitari riaffiorati nelle lotte di questi anni, sostcnp no una linea unitaria di nuo- \'a opposizione sui posti di lavoro e nel paese i\e consegue che questa nuova attenzione nei nosm confronù deve accrescere il nostro senso di responsa.bi• ln.ì. non solo nei confronti di chi oggi non è con noi e che domani potrebbe rispon· dcre al nostro 1ppcllo, m• anche ne.i confronti di coloro (e non sono pochi) che, pur continuando a militare in altre formazioni della sinistra, la pensano come 001. nuta cd oncntata verso uno sbocco politico adeguato. In queste condizioni nul· la sarebbe più negath,•o di un atteggia.memo autocontcmplativo o di pcrfc:zjonamcnto dd nostro apparaco interno, per affrontare sue• ccssinmcote l'impatto coo il movimento e la lotta ~ litica. Deve essere chiaro che, sia a livello nazionale come in tutti gli organismi locali dd panito, non esiste la possibilità di .fcr. mare l'orologio• in attesa giunge uns vera omogenc-1· là • tre livelli, nclla sedi. di una linea poli11c1; nd modo in cui questa scelta. viene portata avanti; nella collocazione storica che a questa linea politica si vuo-- lc attribuire, tttrt\'CfSO una visione comune dd pas.sato e dd ruturo. E' realistico affermare che il nostro incontro è avvenuto, soprat• tutto, sulla base dd primo livello di omogeneità - la linea poliùca; che obbiamo compiuto q,alcbe progrcs· A~ COHl;et,o .'nAZIO.HAJ.C o.e.. (.,1LLOHI u4 ,OtUHATO 1 - (( 'l'f ATfO UN "'°'uso 1)'1.oql"'1NTO CULA CK #UI.L~ AfAl.TA. .ti.~ PAHL ,. l(A 11t1t,10-U- ! ~\L ..... -1:ll~ '- C..,&Kti• l't<UtC)l'(JIU 0..C, e 4• ISO'-"l .. al"l'TO. Dobbiamo avere piena e matwa consapevolezza della sproporzione che oggi esi· ste tra ciò che siamo e àò che vorremmo esse.re; era l' azione che riusciamo ad esprimere e il patrimonio i• dcale a cui ci ispiriamo; tra le dimensioni e la riccbezza del mo\rimcnto opera.io e il punto di riferimento che cerchiamo fin da cn di abbozzare. Questa consapevolezza non sottnc nulla alla rad.ialiti delle nostre •spi• razioni, ma costituisce Ja condizione ~ esse non si trtmutino in sogni di estate o in teorie mai veri• ficate nella prassi. Nello stesso tempo sono le condizioni stesse dd movimento a dare non solo importanza ma t.nehe urgenza al nostro lavoro. ~!ai come in questo momento è stato cvi• dente come una prospettiva di lotta debba essere soste10, ancora insufficiente, nd• la costntzione dd 1CC0DOO - il modo di fuc politi• ca; mentre abbiamo appena iniziato a porre il teno problema, cklla ricerca dd si• gniliato più proloodo dd nostro impegno poliùco. Lo C01cruziooc di questa omogeneiù. più completa e mag· giormcnte 1pprofondi1Aè in• dispcn.. bile, mo non può essere pagata con il distacco dalle rulli sociali, cosl varie e molteplici, in cui siamo radicati. Questo è uno dei. casi in cui non sus• si.ste un'alternativa: o riusciamo a sfondare sui due fronti, o siamo egualmente soonlitti. Ciò significa che, se è .oecc:ssarioa.ssc.rire ~ .,, linN politica alternativa, a quella prcvalcnte nel movi• mento opttajo, ciò è possibile soltanto od un.o forza politia che conquisù n\10\-i consensi, nuove adesioni alI _.i che 0119I.pe, Il fatto di eppartenere a determinati pertitl, dicono: lo sono se> cl■Uata, oppure: lo aono comusta; affermano soltanto un'a. -,,lruloM per un obiettivo atorico che • ancora di là da v• nlre. Eaal non dicono un■ .,._ rttt oggettfv• pereh6 nella aocieti ttall■ne Il aoclallsmo e tanto meno li comunismo non esistono. La 110elet.t ltallana t una aocleti capitalista e Il ce> muniamo non pub che HNre li fnrtto nuowo della sua radicale distruzione. Dire come diciamo noi: slamo, In quanto tona unitaria, per 11 comuni- -• .-isponclo dunque • "" na verlt.t oggettiva. more verto I• necessari■ mobilità in tale tunz.lone p,emlP. do quanto più di collettivo è possibile r•lungere, al di li dellintelllgenza e dell'esperlenu superkui di singoli com~ gnl, dalle quall sono da Il• tendersi contributi permanenti quale che sia Il ruolo ricoperto al vertice e alla ba.se del partito. &e non 11 • capaci di fare volontariamente, direi qua. ai spontaneamente, questo, allora 6 Inutile parlare del p■r• rito come di .., Intellettuale collettivo e di dernocruia diretta: sarebbero eolo chl■cchlere, mistificazioni, di cui la storia del movimento operalo mo~ dlal• • esemplarmente piena. GII ultimi devono Imperare a HNre e a diventare anche i primi, contro ogni Nlenone lmmut■blle, rltuallattca deU'lnte~ I~. della merltocraz:1■. del potere. Questa • anche I■ con. dlzlone affinché l'emancipatone che s1ntnprende sia ver• mente opera del proletari uniti nel partito e operanti dentro le organizzazioni di m■saa. Contro ogni ldìlllKa m■ inerte conceilone, va fatta parlare la pratica di vita del par, tito, e si tratta digià di un linguaggio c~m,_unjsta. RUY MAURO MARINI, 11 subimpuialiJmo brasiliano, Editort: Einaudi, Torino 1974. I saggi che componzono qu~ sto libro 10no appf'OQimnioni progreuive I un tema cen1r• le: le nuo\·e condizioni in cui si S\ iluppa la lolla di c:lauc in Brasile dopo il golpe milt1art del 1964 e il modo in cui le forze moluzionam: operano in esse. LIBRI LIBRI ciali e cwtunli che rhuiC:.lO una cosl ,rande tmpOrtanza ndJ'cconomia C"incse. In panicolarc, come la diHusionc del maoi• srno abbi• influito 5U_gli ecceggiamcnti, gli inc:mtivi, l'oraaniz• z.a:zione, la produrione. J'cffi. dcnz.a e la quantità: ossia a quali moc.i,u«:n obbediscano le miriadi di organismi decisi& nati esiscenc.iio un Paese cosl \ aste e popolato, dO'\'e funziona uo·ccooom!a di p:ano note- ,-olmcn1e decentrata_ Ci siamo occupati sop-ram.modi due QOC· Hioni: del rapporto tra inccn• ti,i m0rWi e 1nccnti,·i materiali netrccooomia, e del contenuto eoonon'SCO della Rholuzione cJcurale. con:enot0 da noi r&\·• visato ndl• valorizzazione del (attore ummo ncl.l'amb:to ddlo S\ Nu:ppo economico. e ciot. net MJpcr8fflCOIO del dlStacc0 CllÌSlente u1 una éh:e wperi~ di tecnocrati, dingcati d'azienda e funzionari di prMo da una parie, e la massa dei contad•ni e degli operai dall'altra•· che i nomi problemi in,cr, ni abbiano trovato adeguata soluzione. Guai se la fue costiruente, da oggi aJ congresso. venisse spesa in questo tipo di atth-ità; nella continuazione, all'interno dd partito, di una pra.ni contrattualistica che, tolvolta, aJ vertice come in peri~ feria, ha anttc.riz:za.to le fa• si prcccdcnù del processo di unificazione; nel pussggio da un appuntamento esterno all'altro, 5alZI una co. Slruzionc effettiva dd parti· to nella pratica quotidiana dcll"tnizistivo poliùca. Può anche ciani che, in questo caso, riusciremmo ad inquadrve quelle fortt e quelle nsorsc di cui disponiamo in una rcalù. omogenea, an• Ctlc .se oc dubico fortemen• te. Si tratterebbe comunque di un risultato usolutamcn• te inadeguaro; dello ainollizuzionc di quclla sproporzione tn realtà cd upi• razione che oggi cosudamo ma che non possiamo accettare come dato pcrma• ncnte, pcm la sconfino della 005tra ipotesi politica. Non sia.mo per fortuna un gronde partito che si illude di potersi limitare ad ara. ministrare i propri conscn• si. Per noi la crescita coo• tinua è una condizione vi• tale. I la\·on.tori interpretcrcbbcro come un atto di rinuncia, in un momento politico come questo, ogni tcndcnz.a ad accontentarci di qucl.10 che abbiamo, piut· toSto che conquistare nuovi ron5CTlsilegittimati da un contributo diretto, anche limitato e parziale, alle lot· te in cui il movimento sa• rà impegnato. la lotto di eluse. Non possiamo ICCODtcntarcidi un rimescolamento delle cane all'interno della sinistra. Mentre rifiuùamo ogni con· cczione frontùtA che condizioni la tollcrtnzt cci nostri confronti a.I rupcuo da pane nosm delle altrui ri• serve di caccia, non possiamo esimerci dal dare un nouro contributo all'arricchi. mento e al rafforzamento dello schieramento di clusc nel suo complesso. Se si vuole, sj tratta di una costata.z:ioo.e vidente, ma ricca Il compagno luigi Pintor, I~ tervenendo al 1.o congresso nazionale del PdUP in Firenze. dlsN fra le altre cose che il rtUOYO partito che Ntebbe sor• lo della unlfleezlone fr1 PdUP • M■nlfnto, avrebbe dovuto preflgurllreIn qualche rnodo la 110eletiicomunl•ta che esso si pone • scopo p,lnclpale della au■ Hlatenz■ come partito. SI tratta forae di un propo- •lto utopistico e volontarista. d1mposslbJle attuufone in questa società, oppure di una neceHiti politica? A me p■re che si tratti di una concreta necessità politica; che, anzi, deve caratterlz· zare In modo preciso, tangtbUe, evklente la qu■liti ideale • politica del nuovo partito per tutta la fase di transizione che abbiamo davantf. SI pub e si deve, cioè, cercare di e... re uomini nuovi e diversi sin da ora, In questa stessa società, cottltuendo cosi un■ arma culturale di rottura con 1a •ua nitida esemplarità. Questa sorta di rivoluzione culturale nella fase di transizione contrasterebbe e svuoterebbe gredualmente l'egemonia culturale borghese che è tra le forze più importanti di cui I' avverurfo di eluse disponga: dal legalitarlsmo al fatalismo, dal consumismo ■Ila dìseguagllanza alla democrazia gerar• chiz:zata, prot!t!'·. formale. ecc. Occorre 11 massimo d'inten- •IU democratica direttamente espressa e vissuti, non llqu~ dando come tanti temono il cantr■lismo. ma 1mpli■ndolo il più possibile. ciò ehe si ottiene facendo del partito nel suo insieme un 1utentico intellettuale collettivo Perchi li primo luogo dove si può cominciare ad andare verso Il comunismo 6 proprio il partito. Forma.re un Intellettuale collet• tlvo non significa pretendere • ogni costo un■ unanimità da p~ gno chiuso: vogliamo un lntel• Jettuale collettivo che sappia anzitutto ragionare con se stesso. essere dubbioso. autocriti• co e critico sempre, secondo Il modello offerto sia dalle mJ. gllorl esperienze rivoluzionarie, ai■ dal mlgllort scienziati delle scienze naturali, Della società in cui viviamo dev'essere criticato spietatamente e nella pratica politica Il modo disumanizzante di produzione con le sue divisioni cui corrispondono nu~rose assurde stratificazioni sociali: e con i suol ritmi che alterano la natura dell'uomo, al di li delle sue stesse possibilità di capire (con la mortificazione dei suoi istinti). e quindi d'es.sere o, meglio. dì diventare uomo. Dal 1968 a oggi si sono avute non poche manifestazioni esemplari di questa nuova volontà e eapKlt.à di reazione proletaria, anche se pot è mancata ad esse la continuità come foru d'ur10, cioè come forza di massa. Forse è ma~ c.110 il partito. Colpire Il modo dj produzione capitalista. coscientemente, come un dato politico di per• manente pertinenza, significa mettere in discussione e in crisi l'organlzzazlone tecnologica del lavoro che non è un fatto neutro. Se la Fiat, tanto per fare un esempio, ha espor• tato a Togliattigrad, I suol metodi di lavoro. ciò significa che essa ha Introdotto nell'URSS non soltanto macchinari e m• todi per usarli. ma anche e soprattutto il modo di produzione capitalistico, l'uso capitalistico di macchine e di uomini, non più sovietici se mai lo furono. Ma Il modo di produzione capltallstlco In una società moderna, qual è ormai anche la nostra pur con le sue ampie zone di sottosviluppo. non si limita all'uso delle macchine e degli uomini In fabbrica. Al contrarlo, esso investe la totalità della vita e delle sue condizioni: dall'uso dell'aria. dell'acqua e della terra all'uso dell'uomo In casa, in viaggio, a scuola. nell'ospedale, nel commercio. In famiglia, nello sport. nello svago, ecc Proprio nella socie.ti moderna la capacità d'Integrazione dell'i~ ter1 vita umana da parte del c:.apitalismo 6 più for1e. spia. tata, colnv~gente. Essa ridicolizza drammaticamente e tr1gi• camente !"uomo facendo di lul un burattino non solo quando 6 alla macchina come parte necessaria ma secondaria, più o meno rigida o semlrlgida. della macchina stessa, ma anche quando è solo. come più soll non si può essere, stripbliotecaginobianco AI..Ali"J TOURAI:i-:E. Vili e mone del Cile popolare • Diario di un sociologo lug]io-$et• tembrc 1973. Editore Einaudi. Torino 1974. Il diario mescola le reationi a un 1v\cnimcnto, in un periodo cruciale della loua di classe in (:ile. con l'analisi non sistematica ma continua delle classi sociali e dello Staco. del :tdda 6j~i~cod;IJ~~~i~met!: tina. Di settimana in Kttimana, ciso si lega semprt: più strctt• mente all'anicinarsi di una cri• si prtvista e tuttaV1a inattesa. VENTO DELL'EST, fascicolo n. .l4. Luglio 197'4.Edizioni (). rien1e. Milano. Il fueicolo t centrato su m• teriali redazionali d'inqutd.ra• mento che comprendono una d~rizionc delle condizioni n• turali d.dl'aaricoltura cinese e ]'eredità uor~a del mondo contadino cinese e dei metodi politici fondamentali maoisti che hanno zuidato la rl\oluz.ione contadina. Tali materiali connano poi di uni rtluionc presentata dal compagno Giuseppe Regis sulla lott.a tr.a le due lince nel pnXeiSO di colleu► \"Ìuazione nelle campa,:ne cinesi dal 19-19 a cui e delle cc,. munkaz:oni pre~ntale • u.n ap, po~ui> :onvegno da di,·crsi com• pasni su proprie1à coHcw,.a p:anificuione e sviluppo, ma.,.. ,e c-0n:adine cd e,erc::z.i.>del po:ere, rapponi inda.stri>agri• ..:olcurae città-c.zmpagna, condizioni di \" .Il nelle campagne ciri~i. Quaderni Piaccn1ini n. S2, G:ugno 1974 Sommar,o: Sefl-10 Solog~a. Pc1rolio •mcricano e merc,1110 mondiale: C"ronis1oriadi una cri• s1; Furio Ceru:n, Dialenica del riformismo. Sul rappor10 era le fone poli1ìche e il proccuo cileno negli anni 70.73; Giorg;o \lajori:-io, Forze arma1e e •r• m1menti: 8'.a:'ICa Bo!!e!"O, Le Ione urbane in Jralia: Cen1ro $!ampa Co:nun1sta, O«upu.ione di case e lotte sociali a Roma; ~iati mo Toch.:o, Lone sociali a Milano; Antooino [)ra. go e E~n;o Can,:i;L:i. Le nuO\e louc per la casa 1 :--i1poli; S:e. fano ~lerli, 11 problema C.uriel; Giancarlo ~lajorino. Che fare della le11erarur1"!;Franco Fortini, Un aforisma erotiC"oe alcuni pMti; ~hchele Sah·ati, Sviluppo capitalistico e prole• 11ri110 marginale nel libro di M. P■d. Rubric'he. KO'-RAD LORE'-Z. Il cosiddcuo male, Editore Garzanti, Mila.no 19H. ~ell'era delle bombe 1ll'idrogeno omnidistruui,c, il problema dell'agg~ivitil dcU-uomo l il più impanante C"hcla scienz.a poua affrontare poiché da e~so dipende I• sopravv1\eoz.a stessa del genere umano. Secondo Marx. l't~iVltl t un predono delle contraddizioni di classe e che perciò si e1tingucrà solo in una sodetl cuhural~ mente più a\·anza1a, I• socie1l comunista mond:1le. Freud, 10- \'CCe, pur ri.:onoscendo che la div1Sione dell• 50eietà in classi l una delle principali cause di pulsioni aggre,si\·e, postula anzitutto una componente ist:ntu1le. !istinto della mone, contrapponendolo 1U0er0$, Jiu,nto della vita. Konrad Lorcnz. in quC-.ltOlibro, sos1:cne che l'•g• grcs.sività è si un istinto. ma •un i.tinto come ogni aluo•, non oppo,to, perciò, allistinto di conservazione, ma anzi, in cond:zioni normali, al 5er.::z.io di es.so. Con un ampio esame ba~a10 sui suoi ,rudi sul com-- porum.:nto de,:h animali, Loreni arri\·t ad auribuirt le tt• g1.:he con::.e@ui:nzcd.:ll'a~i· ,i\1:à umana, non a pul~:oni injondab,l:, ma al trOP?O rap;.. do mu1amen:o delle cond:z:on1 d: e~:~tl!nUdegli uomini 1i qu• li. proprio per m1ncanu di tempo. l'evoluz:one non ha potuto contrapporre 1dcguat cmeccani;;mi inib11ori•. J<ARL POLA, Y, La grande trasformu.ione • Le orisini economiche e politiche della noliti epoca, Ed:,.Jrc Einau.,1; T,;>1:no19;.;, Quando e .,;omc )I formi) l' homo occonominus"! E. pi:rò}. qu.tndo e Com( si t \cnuto for• ma!"IJ.J la ~.x:c:à di mc:-ca:o? Po!a:,y dà r:sp,>s:e r,uove a qac,?e doma:,de ricorreodo a dat: p·ù re.:-cnti. nel suo mn• ?O, deira:-:!"opolQS1t e d::!a. ,ioni. ,,e r.~ui:a ..:he la so.::e- ~• d r.,erca:.:>e uri• ;,t,tuz;,>, ne re'-cn'.;:. e Po;i:l) :a c.::c, di~ rnte:no, !;no e oltre il ~uo sbo::.;o nel r.uc:1!""0 . .-La d:f. fcrcnz.a tra fascismo, so,.;ialismo e qualunque altra con«zionc oggi in campo - conclude P<> lany - non t principalmente economica. Anche quando professano teorie economiche iden-- tich.:, non sohanto sono diHr• se, ma sono ancht la realizuziont di principi opposti. E il pun10 finale su cui ~ si separano è ancora una ,·olta la libcnb. Konrad Lorenz. • Gli 01to peccati cap,tali dftla nostra cì- ,.,;,~. Ed:1~e .\delph1, \hl•• no. I pt'OCCSSÌ che, accoodo il .-a~e etologo e mcchoo lo, renz minacc,eno • di ennicn1art non soltanto la nost11 M· tua!e cf',ihl. ma adchnttuu I' umanità. m qusmo specie •· sono, I) La ,O\·rappopolnione dc-'• la mn.. 2) La de\·Mtazionc dello spa:uo ,·Ma!e naturale. j) La competiziort~ fra gli uom·ni a carau~ urihtarisuco. 4) La. ~pana d: O@ni scntimenco ed emozione goni, a causa di un goncnie rarnmo!limcnto.3) U de1e-riorarnen10 dd pammonio ,:enc:~. 6) La trad z:one demoli1a. 7) La maggiore disp,ooibilitl degl• uomini a.H'indottriname.nto. 8) Le fttlli nucleari. Ognuno di questi prOCCS!i \.;er,e ,i:s~ematicamcnte 1nahz• i.aio anche nei rapporti di cao- ,a-cffctto. con ~az:on• che riguardano molti componament; nc-:.1 11().)'1. ~ietà. In parli• co:are, \·:cnl! cnf.;ata a g:~ta ragio:,e 11 • d~ur.na pseudo di:• mo.,:nti.;a. la qu..:e aff,:,:ma che li comportamento socia'.e e mo- ...tc dcll 'uomo non ~ dc!~ "• 10 dalf~anizzazione del suo s1Jtemanct'\·.o:.oe dei suo: OC"· ian: di sc.n.wqu~c s1 è e,,·otu. .3 net ..:~ dC'Ua r1:ogCOC$im1 ~;\ aitnfflt~ diii: •• i;ooJi. z·ooamemo" ..:u: l"uomo ,ient .),,,)(t~0 dal p-!'Oj)~O .rmb:eme .::uh.ira:e nel cors<>de:I'on:Ofena: » E. L. \\1'tee:....-,;p. e Bruee. \1c Far.....e. "lA ~ù: annc al» c.aò~o . Eco·:Ot!'l.oe po/i.u- ~'O nc.'lio m O:u::o,i~ ,:~t;...n..• ,e i Ed.lo« E:.naud·. Tor~no !•rj. • U.: QUl!:).l;Om pnn::.p./1 ~hc ab!:>iamoce.~•to di ~h arirc iv :io n p,mo l:Jogo que"e dei pi(! gtllO!"a!i (attor. poi::::.C!,. &e> l.'.n testo semphce e Cond• mentale per cocnprcnderc le motivazioni più profonde della Rn·ohWone culturale C"ir>ese dei suoi S\i!uppi. LA CLASSE OPERAIA E' FORTE - Connano openio di Locta continua - fircnu I 2 g:iup,o 1974 Edizioni Locta Con tinua. L. 800. Conuene le reluioni •Prok. tm e borghesi dopo il refrrcndwn• di Franco Pla1ania; •La muazione economicu di Guido \"ialc; cl.a Joua di fabbrica e ti programma operaio• di G~or,io Pietl'06tefani; ~i in1t-,vm1i drl compagno P1etro, operaio della Sccr■na di Brescia: di un prole. tario m div,,sa. del compagno operaia Paolo della Petrok:hcmical di Augusta; del comp1gno Se.bastiano operaio ddla Som:c di Siracll:>11, dd compagno Francesco, operaio deUa Siemens di Reggio Calabria; dei compa,no Gio,anni ckll'krot di Taranco; del compegno \1:mmo dell'h1L :.,der di Bagnoli; della comp• gna Rosaria delrltthrafo di ,a. poli; d; un operaio della ~lcn• r-ini di Bvl.ojna; del compqno ,sndo d..::a Sa!amt di \100.:na; del comp.1,:noSerto della Fer. tilizzanu di ~larghtta; deU'ope raia Franco de!l'lgnis di Trento; dd compagno GK>vanni dell'AI. fa di Arese: del compagno An- :onio dc!la Donegani di ,ovani: del compa~ Sergio della \1:. ,;th:- :n Dora di Torino; det com• pa,i!no ,:..:o!.1 d::-tla ~kaf:.ori: dt-! com~.:10 Enzlno de'la \1:. raflori; le eon,:lu~ion; d• Adri&l"!O Sofri; le motio:te fi~Je: la com• ~ziooc de{ ,omeg,o. Una simile scelta sarebbe tanto più gnve quanto ingiustificata dalle potenziali. tà dfetti\'e che, fin d1 og· gi, troviamo nel nostro par• tito. Qualche osservatore non proprio disinteressato dei nostri congressi ha par· lato della •confusione• che \'i. sarebbe nel nuovo pa.rti• to. facendo riferimento alla divenità delle nostre provenienze ideologiche e dei nostri radicamenti, alla romposizione sociale assai varia della base, al fatto che sia• mo prc:scnti nelle. organiz• uz.ioni storiche di massa come in esperienze che sono caratteristiche della nuo\·a sinistra. Ebbene, noi conii· deriamo questa • confusione • come uno dc.i dati più promettenti del nostro par• tito: la condizione per agire all'interno dd proletariato in tutte le sue anicolarioni. Siamo perfettamente CO-- scienti delle disomogcne.nà che ancora esistono tra i compagni che oggi donno vita al nuovo partito. Non è negabile che esista un ri• schio più che di confusione, di cristallizzazione delle nspctci\·e cauueristiche di partenza. Per semplificare, si potrebbe affermare che un processo un1tano rag• di indicazioni di metodo. Solo una eo1truz..iooeorgt· nizutiva dd partito che proceda di pori passo con I' iniziativa politica consentirà di approfondire il nostro radicamento nel movimento di musa e di conquistare nuovi cooscnsi alla cla.\sc. Solo un metodo di lavoro che con.senta il massimo di aperrura e di dibattito, ta· le da investire rutti e tre i livelli a cui vogliamo realizzare la nostra omogenei• tì poliuca, è in grado di nippor<arci alle molteplici disponibilità alla lona di cla.ssc che esistono nel nostro paese. Quasi rutti noi abbiamo alle spelle una lot· ta dcmocntica all'interno di pani,i che. profondamen• te d.i\·ersi per imponanza e dimensioni, pure in diver<a maniera avevano subito il deterioramento dei loro rapporti t.ntemi. Nel momento in cui non siamo più minoranze all'interno di for• ze diverse, ma il nucleo promotore di una forza unitaria, dovremmo riuscire a mette-re in pratica almeno in parte quello che abbiamo nvcndicato da altri in p:as. suo. Anche l1 di=ione poHtica, che non è certo alternativa alla dc-mocrazis in• tema al partito, deve- 0~1 consentire al partito di rea· lizu.re queste condiz.Joni e ronscgwre qu~ti obb1ett1- ,·i.

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