Unità proletaria - anno III - n. 15 - 5 agosto 1974

1/74 'iA~~.:ùh QIOVAml? UnitPàroletarpiearilcongressnoazionarlJeiil"P'dl Anno lii. N. 15 • Quindicinale del Partito di Unità Proletaria - L. 150 Spedirionc ìn Abb Postale Cnippo Il 70 lunedì 5 Agosto 197 4 PartitdoiUnitàProletario per il comunismo Non avevamo previsto di svolgere il congresoo del PdUP (e anche -Ilo del MMifesto. naluralmente) nel punto più acuto di una tue di tensione politica • ooc:iale come quella che stiamo atnv.......io, cosi carica di pn,bleml, cosi de""" di contFeddlzioni, cosi carat· terizzalll dli un maulcc:lo attacco entioperaio, al quale tuttavia la cl- operaia sta dando - anche se per ora solo in modo spontaneo - una risposta di massa: dalle manifestazioni per Br• scia a quelle degli scioperi generali regionali corre un filo rosso di rabbia, di volontà di lotta, di antifascismo e di domanda di cambiamento che provano la capacità di resist~nza dei lavor• tori. Tutta la fase precon-. gressuale del PdUP, e, parallelamente, quella del Manifesto, è stata percorsa da questo tipo di tensioni, dalla consapevolezza della necessità di formulare alcune risposte immediate. E' quindi un congresso ben vivo, aderente ai problemi dell'oggi, impegnato nello sforzo di delineare una proposta di massa per i prossimi mesi e per tutta la successiva fase storica. Gli obbiettivi che ci e. ravamo posti con questo congresso erano sostan-- ziaJmente due, fra loro pr:=.fondamente intreccia• ti Da una parte si trat• ta~" di portare a coagulo le esperienze militanti e le riflessioni teoriche prodotte in un anno e mezzo di vita del partito; dall'altra si trattava di giungere alla definizione del processo unitario con il MMifesto. Due momenti, si diceva, compenetrati l'uno nell'altro. perché l'unificazione col Manifesto è parte integrante dell'e-rienza condotta almeno da un anno a questa parte dal corpo dei militanti del PdUP, e. soprattutto, perché eravamo (e siamo) convinti che il partito che nascerà da questa operazione dovrà esprim~ re un livello di sintesi superiore. prodotto dal contributo originale delle due organizzazioni e di quanti si sono già posti all'interno del processo. Partendo da queste premesse, una valutazione complessiva dell'an• damento del dibattito congressuale non può che essere positiva. Se consideriamo che il nostro partito era stato fondato anche con il ri• fiuto di addivenire immediatamente alla definizione puntigliosa di tutte le posizioni politiche nece.s-- sarie, e con la volontà di giungere a questa definizione attraverso un grande dibattito che coinvol• gesse realmente miglia ia di compagni. nel vi• vo della militanza politi· ca dentro il movimento di lotta: se ricordiamo che il congresso è stato preparato non sulla base di • tesi • onnicomprensive. ma sulla base di di· versi materiali specifici di contributo alla discussione, allora possiamo renderci conto di quanto fosse difficile. anche per• Bibliotecaginobianco 1 1 ché insolito, il compito che ci attendeva. Senza trionfalismi, senza indulgenze a • ma come siamo stati bravi•, dobbiamo riconoscere. compagni. che il risultato con il quale apriamo il congresso nazionale su• pera certamente le nostre previsioni. Migliaia di compagni, in tutta Italia, sono stati impegnati in uno sforzo di riflessione e di elaborazione teorica di grande portata e di estrema difficoltà. La natura della crisi, la qualità del partito nuovo da costruire. la articolazione di una proposta strategica alternativa convincente e credibile per le masse proletarie, i rapporti con le altre forze della sinistra sono stati problemi oggetto di un approfondimento generale che è il risultato di un lavoro collettivo e non soltanto di qualche ristretto gruppo di specialisti. Nelle province tutto questo non è stato disgiunto da un'analisi specifica della situazione locale dei rapporti tra le classi. e quindi dall'individuazione di programmi di lavoro per i prossimi mesi. Il congresso nazionale deve dire l'ultima parola sull"unificazione coo il Manifesto. ma già dai congressi provinciali e regionali è emersa. con chiarezza e con entusiasmo. la precisa volontà politica di aprire, con la nostra assemblea di Fi· renze e dopo quella del Manifes1o a Roma, la fa. se costituente del nuo~ vo • PARTITODI UNITA" PROLETARIAPER IL COMUNISMO •· la sigla proposta dai gruppi dirigenti delle due organizzazioni e già approvata dai com• pagni del Manifesto. E' un punto di parten. za. ma anche un punto di arrivo - come ricordava In que,to numero Un mtr.;rvento nel dibattito sul governo delle sinistre G :; g e Cr1s1 sacr1f,c1 e potere a e La vtslta della delegazione del PdUP in Siria ;itef"V' st S '' 01batt1to congressuale tonelli Benuzz,, Ba roncelh De a Mea, compagne femministe d Mi ano PdUP Manifesto d1 Reggio Calabr a Bevere u~ d1ch araz one de compagno G ovann1n1 a termine del Direttivo un taro della federaz1aneCGILCISLUIL il compagno Pintor nel suo intervento a Roma. Un punto di arrivo di una esperienza nata dal rifiuto della normalizzazione a sinistra e cresciuta nell'intento di costruire una prospettiva strategi. ca per la rivoluzione in un paese occidentale, in-- tessendo un rapporto dialettico con la tradi• zione complessiva del movimento operaio. Di• lettico nella misura in cui recepisce il patrimonio di valori e di esperienze politiche, umane e di lotta di questa tr• dizione. e nello stesso tempo cerca di operare un superamento dei suoi limiti, soprattutto per quanto riguarda la con• cezione del partito e il suo rapporto con le lotte di massa. Partito nuovo • è stato detto • come strumento della classe operaia per la trasformazione radicale della società e dello Stato. Partito nuovo che non si propone. avanguardisticamente, di far giustizia in un solo colpo di tutti i limiti che abbiamo ri• scontrato anche nella nostra azione e più in generale nel movimento, ma di superarli partendo dalla realtà dell"autonomia operaia per farla diventare egemonia della classe operaia. Partito nuovo, dunque, ma partito: e quindi la volontà di costruire una strategia e una organiz• zazione connaturata ad essa: strumento reale. dinamico. attivo. e non •pensato•: forza politica che si propone e realiz• (cooclnua • pag. 8) r""' ! I , I I i : l , I ,, , , l l , , I : l I l I I I : I : I I I I I I I I , I , I I I : I I : I I ,, I : , : , , , , l , I , , , : , , I I I I I ~ I I I I I I I I I : I , I I ,, , l : : I ! : : : , , I , I I I : : I , I , I , ! I : I I : , I i I I I I I I : I ,, I , I I , : , I ' : : ' , ' , , ' : ,, : : : : , I : I : I , : : : : I : I I ' I I I i Il congresso nozionadlel Manifesto (Roma. EUR, 12-13-14Luglio) Proprio due anni fa, in questo stesso mese di luglio, la maggior parte dei compagni che oggi militano nel PdUP e nel Manifesto erano c~i.. mati a decidere sulle sorti delle organizzazioni in cui militavano: Ps1up, Mpl e Manifesto. La sconfitta elettorale del maggio '72 aveva provocato le ripercussioni che tutti sappiamo. In quel mese di luglio il dibattito fu accanito, appassionato, ma certamente anchll molto incerto. Di quel df.. battito è facile ricordare la proiezione prevalentemente rivolta al pas .. to, alla difesa di esperienze accumulate e delle quali era difficile diafani improvvisamente, per un tracollo elettorale. Poi è venuta fa nascita del PdUP, in seguito alla fusione tra la sinistra Mpl e il Nuovo Psiup. Poi ha ripreso vigore il Manifesto. Sull'onda della vittoria contrattuale dei metalmeccanici, nella primaVet'I del '73, PdUP e Manifesto hanno iniziato un avvicinamento sempre più deciso; sono venuti tre documenti congiunti dei gruppi dirigenti nazionali, il processo di unificazione è avanzato a livello di base, pur tra difficoltà e momenti di acutizzazione dei contrasti e dei dissensi. La fan congressuale delle due organizzazioni doveva sancire la maturità del processo di unificazione per passare all'ultima fase: quella deHa t... costituente. Mentre apriamo il congresso nazionale del PdUP, abbiamo già alle spalle quello del Manifesto, che ha costituito senza alcun dubbio un grande contributo al successo dell'unificazione, per 11 ricchezza e la qualità del dibattito e per il profondo spirito unitario che ha c:ar-riuato le tre giornate dei lavori. Nel periodo precedente a ~uello dei congres•i delle due organizza. zioni erano emersi non pochi motivi di polemica e di dibattito; c'era stato chi si era preoccupato di tutto ciò, dimenticando che era stata scelta proprio la strada della non diplomatinazione. e quindi deHa massima apertura della discussione - beninteso, sempre all'Interno di un profo,>- clo e sincef'O epproccio unitario. Che quelle preoccupazioni fossero ... gerate, lo s'è visto nei giorni tcoral all'EUR, a a-. Mohl pantl cl liivergenza sono stati collocatl entro un quadro'"-, '-no trovMo poeclse soluzioni di reciproco conHnso, non sut plano della • mediazione •· bensì su quello del chiarimento MCOr più approfondito, che el8Y11 a 1111 grado più alto il livello complessivo della nostra elaborazione • delle nostre indicazioni di lavoro e di lotta. I problemi che pur rimangono -rti non hanno alcun -- di drammaticità, ma rientrano in una prospettiva di dialettica fntemll al partito e al movimento che non può es.sere vista se non in termini positivi. La relazione del compagno Lucio Magri ha rappresentato senza dul>, bio un momento essenziale di questo congresso, e un importante contributo all'unificazione tra le due forze politiche. Nella relazione e in numerosi interventi è stato evidente lo sforzo di giungere I una più precisa individuazione della fase attuale delle crisi e degli obbiettivi di lotta che si pongono con urgenza al movimento operaio nella sua interezza. e quindi ai compiti specifici che il partito unificato dovrà assolvere all'interno del movimento. Un congresso, quindi, non ancorato ad alcuna tentazione trionfalistica o celebrativa, ma tutto proiettato dentro ai problemi sociali e politici, con un taglio e uno stile di lavoro prefigurato che i. sciano ben sperare per i risultati da conseguire in futuro. I compagni Miniati e Foa, inlervenendo nel dibattito dei c:om,-gnl del Manifesto. hanno cercato di portare un contributo specifico - • tnterno• al congresso. come ha ricordato Miniati - che, senza nascondere nulla delle difficoltà che ancora ci sono, ha comunque regi•trato Il fatto che oggi l'unificazione tra PdUP e Manifesto è un fatto operante, maturato nel corso di parecchi mesi di lavoro, ricerca e dibattito unitario. Non è possibile inoltre non ricordare un altro elemento che caratterizza il successo di questo congresso, e cioè la partecipazione esterna, di altre forze politiche e sociali della sinistra. Soprattutto l'intervento della compagna della sinistra Aeli, Marcella Bravetti (operaia della Spagnoli di Perugia]. ha dato !"esatta misura di quale ruolo possono giocare, all'interno del più generale processo di aggressione, quelle forze della sinistra cristiana che intendono portare avanti, senza incertezze, una scelta militante di classe. E in effetti è estremamente importante che, nel momento in cui Manifesto e PdUP si unificano, venga sottolineata con forza la qualità di • processo aperto • che abbiamo inteso dare ■Ila nostra operazione politica. Anche questa è una garanzia per il successo della nuova forza politica. del PARTITO DI UNITA' PROLETARIAPER IL COMUNISMO. la sigla che anche il congresso del PdUP è chiamato ad approvare. l

2 UNITA' PROLETARIA DIBATTITO CONGRESSUALE Nuovaopposizione governodellesinistre Viuorio Foa ba aptMO un dibaui,-., allintcmo dcU;,. sinistra italiana. sos1mcndo la nCCC:SU1.ÌI di affermare con chiareua l'obicuh-o d; anfra.rc alla costil~icnc di Jn go,·croo delle: ,iDlStrc. Le prime reuioni non sono prfrc di inicrcs.sc. In p.anicolarc il 1cma è staio al centro del di. battito cona:,usu~c del c\luUr~1~: dei nostri con~i pcnftt1C1 e ba aochc suscitato un sia pure rreuoio5o com.mcn10 dc cl'Un.itb. In.fatti, l'oriano del PCI ha dcfl0.i10 -astntLP orni discuuiooc a qUC$to proposito. Se il tema è tan10 astrai• 10, ci s· chi«tc per qu.a.k moth·o &li esponenti del PCI in varie sedi, abbiano sentito resigcu.a di confutarc proprio I' ::::. di un gonmo delle liOILrC a documenti più umciali, ricordi.mo un lungo anicolo cli Chia:romon1c su e Rina. scita.. reso a climostrarc come rosse pre:(cribilc la lin~ del compromcss... iolorico rispcuo a un"ahcmath-a di sinis1ra. propom da ca.lcuni-. Non è arbi1nrio ipc>t.izzatt che il discorw. più che a noi. ros.sc rfroho a coloro che. nel dibattito interno al PCI, a,-c:nioo av■ftlltO ptr• ple:ssiti riiua,rdo alla pr«Mpcni- ,·• della CO&e$1ioncdi pc>ecrt: con la DC. Con il referendum queste perplessità si .ono ■ccen1u.■ 1c.,. anche di rroo1e all'ioc. paciti dhnos1rata dalla DC ocU■ su.a &Jobalità di trarre alcun.a consc:gvca.u poli1ica dalla scoofllta dc:norale subila. I nollTC (e qui SODO, • mia volt■• meno d"acconlo con Vi1. Iorio foa). k condirloni CSlCT• ne per una c.~:Iaboruionc: oc. PCI. t-he OOQ sia CSl.ttmameatc c.auta e confinata a lhdlo di souogo..-crno, si SOnO ultcriot-- mcatc rislrt:nc. La crisi in C"U..i versa la DC D0n consiglia ai 5uoi uomini cli adoctarc medicine 1r:,ppo enc,P:he: in una situariooc ia cui il meccanismo elcuon.Je.clicn1elarc sembra e,. scrsi inceppato. non resta alla DC che f■rt appello alla ,·cechi■. forse aDCOra valida carta dcn·anticomunismo. loohrt:, il cambiamento nei rapporti di (Of'- u tra Stalli Uniti e ,ca.ti e,u-- ropci ■oche a tep.i10 della crisi tnef'ICliea ba detc:rmina10 k coad.it.ioni ptt una for,e ~ sa ddn.nfloema amcricaaa in Italia. La nat:od.a CXl prestito dd Foodo Moocurio lntcmui~ nale e il ~etnie , iaggjo di Kiuingtr in Italia banno confcrm■.10 in quale misura gJi • mcricani condirlooano, direu_. ~ntc o inditt1tameo1c. le sa:hc di go,-uno. l\ull■ l.1$cla pensare che gli americani J.iano disponibili • ,;pcrimcntare nuo,-c: forme di io,-cmo ■peno ai eo, munisti in un Paese che ritcnge> no cruciale per il corurollo del \1edi1crnnco. Del rnto il dia. logo ormai pc:rmanerue 1r■ 51• ti Lniti e Lniooe So,ictica, lun- &i dal c<>nk:atirt: magiorc imimit.à di rapporti nell'ambito na- .r.ion■le, richiede una disciplina rigorosa alliotemo di ciascuna sfera din0uen.u. ;\oo t un caso che Gianni Agnelli - di scli10 indicalo come imprt:nditort: illuminato o, comunque d.ispcsto al dialogo - abbia invocato la presenza continuata di trUppc ~oc in Europa. LA POSIZIONE DI LOTTA CO','Tl'<UA In queste condirioni anche i sostcoi1ori del compromesso storico, se ,ogliono dis..--ut«t: sul scrio e non rifugiarsi nelle prcJiudiu.■li. diffkilmc:ntc pos.sooo negare c:oocre1en.a al.runica proposta aherna1h • che sia suu■ fan■ riguardo ■I problema del eovcrno; una proposta che: h• tr'O,·a10 una sia pure pan.i■le applicazione in Fnocia. ID.fa1ti. le ,--ariaoti che Loua Coaiinua porta alla formula del compromesso s:tori(:o sono diHìcil~n1c intelJeuibili. Questi compagni l.ammtaDO di eucrc fraintesi: cPCI al go,·t:rno-. secondo Vi• k ocl suo in1cn·cn10 al eooP"C"O del Manif es10 non si• gniftcbcttbbc alcuna volooti di mandz.re al m■ct:.ro i crifonniSIÌ• con lin1cn10 di aprire la strada ai nri •ri,oluzio:ari-.. Lo scopo sarebbe, i"'--ccc:. quello di g.anntirt: il più a lun,o pouibilc condizioni tali da il • pcdirc il ptUipitre: della situ• rione e lo scontro finale coa la rcuionc:. Adriz.no Sofri. da parte sua. ocl suo discoru commemonili,·o della Str■ gc dì 6tUCi■. si è premurato di prttisarc che cPCI aJ 10nmo.- non siptifi~ spinga-e il PC I a ,cn-emarc i • sic:me a questa Dcmocruia Cristiana. A questo pwllO la po. sii:i0oe dei compapi di l.o1• u Continua di.-eota dimdtmci • te comprensibile.. Se il dùù<&o di Solri co,ùruiscc-la rinuncia della formula dc.I PCI aJ go,·eroo, di fto0te al nuo,o antagonismo popolare nei confrooii della DC. manifestato con il rt:fettndum e dopo B~ sci.a, sa.rt:bbe meglio affermarlo con chiaren■ precisando quali al1re indicazioni occorr■ dart: alle mu,e per quan10 riguarda il problema del go,--c:mo.Oppu re dobbiamo ptnsart: • una ~ • labor-azione di go,croo del PCI con ut.a DC dj,erY - in questo senso sembra andare racccnno del compagno \ i■lc a una ponibile spaccatura nella DC e • quesio punto si dc,;r aprire con qucsti compagni. c • mc con il PCI, una ciiscunion .. su qu.alc sia la n&lur-a della DC. I compagni di Loua Con1inua ribaucr■ ,mo che le posizioni di ,olta in ,olta ass:un1e dal loro quotidi'.■no sulla DC. i ftschi alla DC di cui es.si 50n0 semprt: stati lrt i promocori nd• l. piane. non do, rt:bbcro dare adito a dubbi. \I■ se questo è il &iudizio che danno della OC. LI come si può evita.re che il PCl si■ sqtwific.ato di fronte alk: mauc d■ un■ coll&boraziooe con c-ssa (Viale) e per qua.le moth o una limite collabon.zi • ne do,rcbbc cuc« improooc:ùbilc ogzj e, in,cc-c proponibile don:aani (SofriJ?. ;-.;é sene per use-tre da questo pasticcio. lin- ,oc.uiooe della ,aolcnu ri,olu- .riooaria. lnnanri1u110. es.sa è meno e noo fine: un mcuo che, ohu • comportare costi u m■ni che , anno comunque , .. lu1ari. spc:uo ba ,ignific:ato nella storia del prok1ari■10 mondiale un momento di quel processo di delega da pane dcUc masse che. a cose fauc ba 1rasform■10 le a,■nguudie i.a burocr■ .r.ia .)I■ • pane qi:csi~ ccnsidcru.ioni di ordine più I • naak. il tanlO disc=orrt:tt di ~lpt e di reazione in aa,uato ha a,·u,o un cH.:110stimolante o par■ linante nei confronti del movimento? Ho !impressione 0 Crisi·-delleistituzioni che siamo di rrontc ad un'al1r■ U■ pur casuale con,crienu dj pcsizioni tra i compapi del PCI e di Lotta Continua: compromesso storico • PCI "' 10,crno. rica.t10 istituziona • .:-ricolo Jolpist■. Incendiamoci non si traila di pericoli immapn.1.ri. m■ siamo com in1i che essi vadano ■f• frontati nel mc:ri10, studiando 1u11i pi aspc:ui della questione; nessuno ~lu.so. Ln generico allarmismo che: vuok dare a.i milh~ù il brivido dcli■ p~ spcm, a di lotta annata. ma io re.alti U po,u a rassc:gnarSi di fron1c alla minacci■ di un.a preponderante ,·iolenu an crs> ria sarc:bb.: l■ più diusuos■ delle combinuioni. GO\'ER~O DELLE SINISTRE E .\IO\ IME~ TO Anche i compacoi dc.I ~i· fcs,o, soprallUllO nella rdaDC> ne di 'll&ri al conp-csso e iD un articolo di R..,... Rossando, ba.noo espresso le proprie l"UC'rn allipo<esi d. ua ao,erno delle sinist:rc. Vittorio Foa h■ Jià mc.sso in luu k profonde dJf fercnic che: «is1ono og:j 1 • spcuo al oontesto storico in cui nacque e mon lcspcrico.z.a c!ei fronti popolari. oé ci sembra di pocer dissentire • ques:10 preposito, con \iiaJc, quando el)i OUCf'\ a che oon li nde pcrcbè la reuionc do, l"Qbc ~lt n■rsi contro un go, erno di ~ • tuStra, mentre usistcrt:bbc iocr• 1e. o comunque rt:a~bbc coa niinorc "ccmcnu a ,n.ndi louc di massa che sfociassero oclla costruzione di contropoteri • runi i ti,clli dcli■ socici.. Ciò che, sopr■uuno. noo ci ron,;ncc ocl npCMJDenlO di questi compapti, è la coorinllOOe che i 1cmpi siano totalmente determinabili e ma.no,..,. bili dal mo,·imcn10; una spcc·,. di equazione ebe t C:OOU'Ol'• bile in rune le sue variabili Un ronmo delle iinistrt: che abbia origini clcuorali o meao ooo può che: nascert: sulla crisi della DC e, quindi, sulla scelta di grr.ndi louc e di grandi 1er.sioni. Il problema è, piu1. IOMO, quello di possedere: una ditttiorae poli1iea tale da impcpirt: I■ dh isiooc Ira ~ di go,·cmo e morimco10 in loua. magari pbell■ndob ptr Jiu.M.a dh·is.ione ddlc. pani tra rifo • mis1i e ri,·olurionari Il problema del ,ove-mo f,- tmee, in foodo. per tsKrC 10praulutato da chi ne vuole prcndC'ft: le dU1■nze ,voi delegandolo ai •riformisti•• vuo; tc.crinando l'oppow.iooc ■lii • finito. \ i è un'anima tutta ideologie.a ebe si n.1otc s■JYate e che indie■ una cooccziooc rutto 1Cm.m■10 a.ncora iubord.in• ta • quella bo."Jhctc del g • ,emo. lo rulta abbiamo l'imprcssìooc che: il problema si penp i.a termini ■:$W coac:ttti. ma nc:I momc.nto in cui la crisi da economica si f■ sempre più politic.a. ~ in Italia perdura una si1uuiooc di stallo in un quadro politico cbc si detc:rior■ • ,is1a d"occbio. Panirc daJJ"autooomia operaia i e noi ,iamo d'accordo w questo tc.nniDCdi riferimento) non può siinificarc iOl.unto I' a, ■.n.urc. delle rheodiaziooi che conispondooo ai bu,ogJl.i proktari. Di fronte • un naoco di potere: e.be tende ad al.latprs:i, non ci si può SOi tr■rrc daU'csigtru.a di formula.re ••ne.bo una propOSta di schiera, meato e di goHmo. Se i 1c-m( SUfll.DO lunghi, K consc-nt.in • DO una lun&a e çadualc COSU- .r.icr:.cdal buso di con1ropoteri, si ccrc:bc:tà di metterli • frum,. ~1a luci■rsi coillcrc dal prt:cipiiatt ddb crisi KtU■ u.n"ahtt· nati,·■ di potere at:d.ibile d.■1 m■ssc ~gnific.bcrcbbc saDCitt • na sconfitta RoriC-11. Pn que110 oco ,·ed.iamo rootnddiziooc ma cor.sidcriamo complcmco1ari ftUOVII opposuione e ,cn-c:m0 delle wiistrc. POAiamo auspicare: che le: condizioni in cui si S\·iluppa lo ICOl'm'O di massa ■cconscntaftO il prolunpni cli una fnc di nuon oppos.iooc:. m■ dobbiamo Yptrt: - e anche con ch.iarnu - e.be essa ooa è fine • 1e stessa (come DOG lo è la ,·iolc:nu di cui parla il c::ompai:no ViakJ ma se:n·c • conquistare il poc.crc:., ancbc quello go,-c:mati~o. Mi tempi e ori modi che sar■.nDO conscotiti dal modo io cui si s,iluppa lo scontro. Soa affroat■.rc questa rcspocsabiliti sipifk:bcrebbc r:on m.cttc:ni nemmeno ;.. rood.irionc anche solo di rii\: • ,ere: sui p:-oblani e sulle opponunitl con cui il movimento operaio s■n:-bbc COSU"CUO a misurarsi in condizioni più ava.nutc di KOOD'O. GIAN GIACOMO ~IIG-ONE e partito P11bblicbiamoampi stralci di nna serie di materiali preparati dal compagno Antonio Bevere per il congr. del PdUP di ~filano ( ...) Qut:Sto tipo di stato e di malic=ione è sraio via ,·ia reso impraticabile in Italia dalla SJretta com~ra=ioM tra ;. stitu=ioni pubbliche e pottte «onom.ico. OuanJo più il capitalismo i passalo dalle sue /<mr~ di oc• cumula::ior.e primitfre alle fasi più n:r1uppau di capitalistr.o monopolistico. fintnfWMtra:ior.e tra potere pubblico e pot~ re ttOtWmico è di1,.-nitara cosl intima e comp!csa che si puc> dire cM oggi i! capitalismo puc) funzionare solo pa=iL ali' inzen-crto dello SJato. ,\'d rr.otr.mto in cui quai.o otwra nel r...«canismo di n·ilu;;po ropitalisriro «HM produttore e ridistrilnr.~ di plUS\'01.ore, dii·~ t:ffldo esso stesso laTOIO di sccr.tro tra le classi. sor,e inei:i:cbilmfflle l'esigen=4 di una cmtrali==a=iDM del potere S1a1ale. con la nr..c.rgirw:iOM di un pu11to dassico di media=ione quale è il parlamento. al /i• ne di un diretto ed ir:"fediato imen-er,to r.d procnso produt1i1,.-ocapitali.stiro. Si ha quin• di l'esaita:.ion.e delle /un=iom dd potere esenitfro. o cui 1,·i.er.e C'O"ltn.SO il r-.assir.:o di discr;:=ion.alita ;: la fun=ior.e nornuuiva l"i;:r:e n'Olta quasi e. sdUJirammte dal ,Ol'i!rr.O. attraJ.."tNOi decutì..fi!R.1.e.cl-~ il parlamento dn:e ratifieare. lo niluppo del capit(;}iv,:o di stato. il nri ruolo è stmo qut'llo di lrasmeuere al potere puhf,liC'O le sollerita=ioni M i bUC,nt dt'! ."f1.e."'CGtoo.liizo;,olutico. ha poi creato, a mon:e drlle i51itu=ioni suztali, un apparalo tecnoaa:ico esterno. luogo di compn:etra=iorie del ccpita!e pubblico e prkato, in cui si adottar.o le decisioni fondar:er.• tali ~ i! po,n,e. Oun:o apptr rato si è articolato m ,-ari /ntdi economia e amministr.zzfri, do1-e si intrecciar.o ù potere economico dei t,randi gruppi n-.,c> nopoli.stici, quello amministratiW> della buroa-c-=ia e quello della t:las5e politia: domincnte In tutti i p«Si capi:alU!ici n-iluppmi. la /un:ior.e dello s:ato l quella di cnr.oni==me l'interesse gmaalr con rim~ n:sse di questi p~di gruppi n-.or.opolistid. ron l'inzernu e fa logico dcl capir.ile. A qunta ,·alu!a-=io~ dello stato dnr.oaa1ico borg/lrse odien-.o dn-e aggju'feersi la constcta=i.or.e e~ la g::.ran=ia de!. le libr'tà indfridudi e colletti· 1,•e.il rilpttto delle r~e cos:itu=ionali. sta."lno suber.do ur.a srnpre ,r,,;.ggjore limi:==ù> r.e. POSJod:e la clt:Me op;:rai.a (e q:Ii ci rilerùzmo r~:icl• Mer:Je a!la situa:io-te italiana• non lotta uniCOMenu• pn un aggiustar:ento de.' pre:=o della /or-0../al-'G'TOr.-,3 pr L."I r.:.oro r.-:odo di org~i::arla e di geStime la rrOl(J=iO~. JX1551l"'.do cd uno fase di lotte. ricca di i'11pfù:'O=ionipolitiche. sorge I.a imriossibi~itJ o cornu."lque la di'.ficolrl esirer.:a di r:cdi.cre. di Ja~e ecru:"-~i,·r.i di ,r>ntere. di oremii:=!:re tiL.ridicc.rr.er.te il confliuo $Oda/e. La ir:rr..-;:ieab:7i:à dc/fu ~ socia~t~ ;,oro-el'esigen:.a di nuo... i criteri di Per la cronacadei lavori de1 congresso,leggete: il manifesto Il prossimo numero di • Unità Proletaria•• con i servizi relativi al congresso nazionale del PdUP, uscirà ai primi di settembre. Non ci è possibile farne un altro prima della sospensione di agosto a causa delle agitazioni sindacali che interessano la tipografia in cui si stampa il nostro giornale. Fare lo stesso un numero, scontando queste difficoltà, significhereb-- be che i compagni riceverebbero il giornale solo verso la metà di agosto. con tutte le conseguenze negative che si può ben immaginare ... Arrive• derci a settemb!"e allora! Bibliotecaginobianco legiztima=.ione. di ur.a nuon: e più aresa illegalità. L'elenco ddle mani/l'$la:ioni di qllffla i/Jeg.:litd a lfrello is:itu=ior.cle sarebbe ntrerr.oMer.te lur.10: dalle a1-occ-=ionida pcrte dt'I p,:rlmr.auo dei pt'()ttSSl contro i pnrolieri e per i fondi .\fon• tedi.son, ai decrrtUtgge r.dla bni=in2 r.on rai/icari dal par· lcrwtto e arbitrariamente rinno~·ati. all'c:nnullarr.ento drile dimissior.i di Rwr.or, da par.e di !Lor.e. sm.:a il rim:io del g<> ..-.erno .ill"nc..-:e delle camtre. «c. ( J Ou.:-.Je l'ctte,.gi.ame:nro Mi confror.:i di qi.ate ismu:ioni? Son c:rediarr.o ndfin:erprttc.:ior.e J.j,;;.mki.ma secor.do cui ID conquisra par/a!"":.entcredel porne politico da pene del prolr.ariato porterà ad ww n·iluppo della dt1Tl(X1Q:ia l"Gpprnr:· tati,·a. cd ur.a tri-j/Orl"!~=ior~ del!e s:ruttt.re dello su::o. sotto l'e,.ida èe!la lt?;:/itd e del ri• :,rito delle r,~e parlarr:ert:.r Ci umbra corNtta la ;,o.1:i- :iou di \"iuor.o Foa. il q;..;;.!t, prcme"S50dte ta crisi tt'OPWJ:":i• ~ e la rni.s:er.::D operaia ~- t:o i'fSl:ura:G ur. p~ di s•=!da."1.mlo ddt.. s:ruw ..ra di ;.edù.:ior.e S!.Jta!e imperni.:.:a ~Ifa derr.ocra=ia cris::,;.-..!Z. ror.• di.de dr.e • Proprio per s,;!n:- rt la den:oc-ra=ia è r~ cht i purmi opuai prrnd.:.r:o le disi~:e da ques:o .:.pp...·•·u:rJoi pott·re e quir.di da!l:J dr"WC""a• :10 Octi..~ Qu.;:Jl; ò~ i' ~·e. r.:.:.:l rr.n-.o è 1.maq:.ia!.si.;;:.i j,; .. - rvrù.! dtllo st~:o alla qu.c..!e si:: possibile parrttipart •- fr. t:ni:à Prolezari!J n. 5 del -;-.:,. R_espir:simr.o. quir.di . . la ,~adi• =iol"L recrieo del n/or,:1$r:O s:illo s:a:o le q:...:!e ir~isu 1'1!.Jl· 10 r.dla ;rogres.sfra s«;.·a:1::a .:-ior:edti e-entri di ugoi.·.:.:ion.t dt!!a 1,·1:.:l sociale e su.I iri:J~ !e pa.ssc1~io da!!a d~.xr.:.:i..; borghese a/!c democra=ia proletari::: per r.oi lo src:o r;r""..Jr..e. sia pure eon tu11e le sfM.~1:ire prima im:Jicctt. ur. n-.«ee.-:±l-.o cl-.t !i ,·irst" conmu.;.-.r.r.~•::t strutturando in fcm:io,..,. dei;'; ir.:nnsi della borg::esia ;: Jtu: c.:ratteriSlic-a essen:ia!e l di es• sn-e u,.-.a /,;, r=a d:t si ~:r.;,:~-, sr.o:;,rr piU d.a!!a SO("irtJ ;: s: sour..e ad Of"?i ef/erti,-o cc-: uc,llo popolau. St d"C::tro ccr..:o poSli.=~ G r:it::rd a scc,:dirt paro!e d"i; ·Ji, r.e cor:e • lo s:aro si c!'N::e non si ca,""!bia "· rerrib:!r:t--::e r..;g,gn.:fre. ,-.,; di sccrso C:r..:o ie:. :.-:..: q:.:o:;:!icn.; r-·.::icc polr- '""' c:r...: ir::::.:;1;i·a rec!e di lo,::: ~~~ '.:; der.-:.oc..r:ia dt"h· ;:,-.=~:.•e w.. ': Cl)-:.srcra.o: r.e cl-.c-fa demcCTa=iaropprestntati1,-a, con le si;.e asKmblee drttil'i!, ~ ne- ~.enze una democra:ia mistificcra, una pur. /in=ior:e e dalla cora-in=ior:e che la dlU- ~ opcaia, nel momciro in cui n-.e..tte in di.scussior.e la logica e i rr:eccanismi dtll'accumuJa. =ione capitalisrica, deve contef"'l.• potanet:mfflte rr.ertere in di- :scussiont l'orgcni=:a:::ior.e a:pi• taJis:ica dello stato. La n«nSità della dnr.ocra.:ia in quanto ef/ettinz pcrttripa- :ior.e a!la elcbora=iont di un pro,nto con:ur.e. non deve costirure quclcosa di scn-roppos.10 alle rivendica:ioni quo,idiane, ma il loro significa:o profondo. Louare per la propri..:Jautor:orria. per il proprio potere . ..-uol dire lottare contro rauacco corn·,:rgentt dtllo stato e del padro,.~o cor.douo su vari pu:- ni: _li.scalità.intrr.sifiro:io,..e del lm-oro. s:rttra at'dfti:ia per la ridu=ior~ del lh-rilo di occupo- :1~ e twr cosuuire un 1-olar.o di diso«upa=ior.e. L'atti..::Ie s:a:o aztraieno i • n:.i.od corpi sepcrcli,. (Bc:nC'O d'Italia eriti p:ibblid «o-- r.omic-i. parteripa:ioni stataW pi..0 n:endere lo s:=.to di er11n• tt:n:.:i a 11...tti &!i cr:biti deJa ,•i:a ecor.or:ica del paese, grc- =i~ a quella compenerl'C:ione. a qutila • cor..cr'f.:rc:iont • tra pq1eu poU:ico e po:ne non.or..ico. La 101:asopra CCC'eru-.a:a ~ la d;:moaa:ia ri<ehia però di rat:ue una pnrol.a d'orda-~ :.s.zr..1:.2 SL r.on è c:otl~a cxn: :~ !cr:~ p,e~ 1.r: pare-re oper~io r:ri luQ!-.hi di produ=ione. r .I E' nella loua pn i ;,orni di conirolfo opnaio. dei p:,:eri che risdgono della /ci> bric-a a! gruppo, i!l set:0rt. /r• ,..o a COl"'ltrenderr i ga:r:g!i n• :::!; de!T'ir.:e·:: uo-:o-:ia di.e la clc.s..o:.e o~ t:p?rv.dr lt; ~t<l I' il ,,cio•e drllr tr.:2- •'r•r-:xior.i de-,.;oc-.:tic-he e s:- ln•-.a co..·e cl~ diriger.a· J Alla do. .-.cnda: CO"!e gi:n-:iere ci Ii~dli cn-!lrali di dtruù> ne drlla politica rcono"!iec :..: ;,,et :-: pç:ere o;,er..:o i-i /~ t,•:~·.:; q:....Ji ; pcssag,gi p;:• i;";.-;· 1.e•e d.:l uo: ;,o:;:•e .:J: a:.:· t.; pa z1 po:t.•t 0Pff.:io di .::.. ,o.:;.·.,:._·.,r.:;r..;:io,..e!ei lc.-or:;;or. r:e-il:: forc \'Ùa II f.:i:T'•O ..-;! ;-,> !e--e eol!ttta·o di dru·r:i,..c•t r-.odi e ji.-.,.:;!it3 gtr..er.:li del~ produ:i~e r.or. pcwi..-:o «r· ta as1ram:J"r.emeproporrt (!_• .!nzit;;:•e in. ,-..:_,:;·.:,,p::f:1 o r:,•. r.o i·:oL ...!a Guido Cc,:i. o r.- c~ie:!t rr. o«o r,~a1i~1ic::,.:r::r :.~ r:..:q: r oou•e de: pcr;a. r:ei1:o i:; :rT.J d; s.:i!l:e c,:e;r.orr.iche. U .'1/lessio"'.e~;,.:]r.~O\'Oper. tito, su!le IWO\~ fonr..e di Io:- t.l e di democra=i.a dn·;: for.• darsi sul condneir:er.to CM tilt• ti i di.scorsi sull'cssoli.tisrr.o del capitale. sulla disr~=ior:e della d~m.ocra=ia. sul c-;;.r.;:iere Q'.;.torital'W dello Stmo e dri ,.-..anopoi i c:;ssw,r.ono i! loro pier.o signi/icc:o solo s;: nferiti d!a gigcn:aca opna di disu"l1Cni=• ::a=ion.c a cui sor:o sc:1opost1 i la,·oratori in fabbrica. Al/"in..,·erso tt11ti i duconi in /o\·ore della drr-.ocr.::ia eco"'.on:ica e politica rntano a:s.trc:- ti SI! non sor.o 5011er.u1idalla lotta dei lm'Ql'CJori cor.rro il dispozi$MO padro,-.c!e r.e: l:.iogiti. di produ:ior.e. Oi..es:c: ri/!essior.e s:.! pcu:izo nuo1-o 1-ier~ i5urili:J se si dà nlin'O di e punto nodale• alla quntior.e Jelfo pcmedpo- =ior.e o meno alle a:ssembltt elrtti~. loccli o untrali. Oggi r:ess:.mo p;d, IJ'r-r.- uni di f::r /::re d nostro dib.J:- lito ur. bol=o alfir:d1etro di p:... di c:in.quar.t"ar.ni ripropor.a-.do 1,1r~quntil>r.e che sul pi.ano as:ra:to ~ ir.sol~b:le: eome si I tt..iti ro ..corJi r.. d rù:o,-.c~e la ir:roten.:..z del!.= dt"""!.oc-nz=u, rapp.•~raznc :.gualn:t1:ir r.on si può non nsnt co,u:ordi nel ric-or.oscer.: fc.11!11i: po.litio: del!a ;x:rteàp,.;..::o,..e .;! diba::ilo cii, si n-0:it r:rl ....,~ drlla CO"lotti=ior:e eleuorale e t:!I'u:terno .ieI:e ~o:.e-:bitt t· leui ..-e. S.;;:,;,~ 1:.i:1: cr.e r.u::-:~ b!o,:ro i::i ;,Df~re r.o-: ;;... u ,:11 i n.:oi c-er:m di dm.sior.e r.rl pcrl2mer.to e rc-::orr.eno ,:ei .:oruigii COMur..;;:io rqior..;:i. !);:.rJ co~riro de! pcr:iro ...-ali.i;;.·,: ,...w per ,·.:so L; p.:Jtec-i~:io-r: ..• .r.:.: ,·om;eii::or.i: t· Iettor.;:t, :t-r.er-..!o con.:" def;e nos::re ro,:::or.: di jc,<':.; t n'Ol· E-er.Jola ~.....s.u.-..,a-ii-ar.~ i'-~ bw:.:r q-~~ rr-..:1 ri;,ostJ ..r:• ;..i=;D..~· ,:tt:o,a:is:ic.:. Il ,!.::o ;;r .. 'C><.·~~p.Jr.:t: n.cr. i p,.ro ro~;: ..;:o .:.= ,;..:: ri:on:(! ,.;..:edot'.':.:de r .:!~~ c:-.:b,:for:, pc:r,'()r..:!1.ç:--r::o lo s..·:;no è1bJ::1:o, le pod·.e t~p.:• ..:r.:c eh,... co.,...e p.;.•:::o r.:.oi-o. ..:ttb;".;,r,o ..; r.osr•o i;:th'O 1--: u•,.:.1 di o· t=r.:s:r:: J: .:cnux, ..-.-::..: d:·tr:a !: •:;.o\-, ;!:i::..:.om pro;..::;;:r..< POJ.to chi! !::: cos:r:.:w,,..e d1 :. .. .J nzun,1 ..;·~.ocr.;:..; nor: ç:..è ,"S&""~c ltr.;'1)5:.;:.: ;•,"'frr:":.;.m:e!'!· r~ io: ~:.:. :,-cri.:.:. r.-..J c1-.c- r., cemta di :.111 !.;'.·~•'-' coUe::ii'O .:!i lx:se. ror..Jc::o p<r ur: :~-mpo .•.!'t.:::1v..!!"..e."!::.e-:;o, .;:;:•.. •·e~ e,p,. •.e-::e ..;"; to::.:. ec~·ù d:e, s:·;. ._. .; .:! rr.or.-.er.zo J4,;. • •!~ui-:~ r... r.:.on s:r ..r.:e•:!l di dt•..-.o,; ~.. "'=i..; re:d:. ri ~·ib..:ti• :., s:.; q:.mo tet"!:.: i.,.:r.:.: in ,,..aniaa insoddis/acmu, pre> prio a causa della mar.ci:n.=.a della l.t'".en:fi=-..c=ior.e di q:.:.~ s:e esperien=e. (_) La nos:ra ccpodrd di propor• ci come p3rtiro r.:io,·o s.uà 1-~ rific::a dalle ir.1:u=:i-•-rCM s::, premo prendere pn riempire il l."IIOtOdi potere derr.ocraJico c:rea:o d;;I ccpiu:Jisrw monopolistico, in colleg~.CII0 con le espetinl=e di Ioua dei l0\.'"0l'a1ori. solfecirar.do di l-'Olta in ,'Olta la r....scita di tU:tl gli ori::r.i e di turti gli urumenti n«essari a qucst.z l0tta. {;ruz in:eresst:11:e esptritn.:.: La .stiamo 1--i1-endo con. un rm1.;:;in> di costr,.;.in a \li!:mo wn org~i.s.r.:o uni:ario di base che seppia ort,tmi=xtt. guidare e consolidare la a:,;scim:a ar.:i,'.zsci.s.:ache la di::s.se operC"..a...-a~pre più rwiicar.do. sotto fir.cal:-=re ddl'opna di violeri.:a cl-~ 5!.:l submdo. l.Jn ~ti_ia.srif,....O e~. Je7%::0 t:Jcu.-.a pred.usion;: neWcribuo èella S:- r:istra, or,cr.i==i 101,'Qratori. s:ud~:i. intellmw;;li, par1i1i.ar.i. sindacalisti. non r.d!a c::SJra::a ves:e di cmadir.i di uno s:a:o gentriC'Cmfflte cr.:ifa.scisz~. n-.a r.el!a dirr.e'ISior~ CO'tc-reta di uorrsir.i iruniti ir. de:nmi.ncu rcpponi sodali. in dr.errr:lr.an s:1,,-:o/1 a lor:au cor.zro il /~ seis-:"10. 0:.es:o o:g::ms":o. c:.•3 ~i /l}r..-:--=:ol"~ st: collaborar.do ru:u: ;., r.r.ism: di c:.:3M di \fi· lano con iJ s:g>1if;cci:vo a.ppog110 d1 sir.dc:a::uri t pamgUI111. .s; r:pro,...c:e Ci ir.;.::.au e,; p;u pte$IO :,.,-_.: cc.-.p;:g't.: .c:i:.;na i,: l;S:.:z di W2 °obie:ti1.'0 che l sorto 5por:r;:r.eo "t1la cosc-ie"l=a della d.:s:se ope-n;:.c. dopo la suage t!i Brtlei.a: rr.tttert /w> !"? ft·gge ,: .,1.s.1., ~-.:..:.:;.;r.jo!o .!~ P..;r:~en:o. \'on p....,._+.i S: ,-og!ù: in :=! mcdo 51:0'l/iyt:•e il /CJCi5-.o, ,"'r;:,.-.} sr rwa ad ar,p.".,:;,e la .-.ons..;1n:o;e.:-:.;u.; i fa,·or.;:0,1 ddle cor.r.i,-;:n:,_ àt!lt p.·o:e- :.:on1 d:e il i~·isn-.o ricnt a lfrt'ilo 1stit1..::i.o..::e. di c;.i la po~it,i~.:.ì Ci Ori=-:1::J•si 1-i p,:d:o /ir:.;.-::;..;:o J,;.'fo 5:,;:o e ;!; s.;.,!~re in P,;r:...r:l"'."::o i la ~.;.o;;_fn:.::iO!:C p::.. ,.;p~•:Jeer. ,· t r..: f,..:::M.• }:3 q:.à:..1i r..:,r ·tt:o rù'Ol:..:.c,...:•..c r,:a cl-~ 1 ~·--=::.:gts::":.: in m.:r:.;r•.: di- ..-,er:.; ..!.:i :.Jl'O•,;;;:or1. r.e: q:..;tfro .!: t;--,;.; :oua an:,.':;:sc..s:J C'r.c .:;1,bi.; c:.•orc ;: ,·c;•;·e:!o r.el:.: s:.-:..:tur,; Jtn~ dt'lfa f;;!,br.;-.; c:-c:;.:.1:.i.:s:i..·:::. d:e por::, il': se .....; q:...:--::::~ ser--.precr~r::.: _·; \ÌO:er.:.;1 ;~::.:. d; i:..J.rJ:...;-:: c-,:x:on:t:r.s:i s:.!!Lc.:.:;JJ, Cl• S\ .\l. c-_:o•::,;~;~--:o ;,aJror.:;. le e 1·.r:.:....:~~ ... ( ) Lunedì 5 Agosto 1974 PinelliF, ranceschi, Serantini: vittimedi Stato I cc "1f)41.r:i Pir-tl!:. Frc-.c.nchi e Xrcr:tini sono s:=.!i c..ccui d... poi;~w,u d1pc-...ir:1, éallo _Sr::::o.Allri com~rm JOno ~.:.ri /erizi Ru::ord'! ~ r:..m_ ~ compav.o Son,;;;no C«- c.;r.1t. che ..,-u-;: COff g!, am tnjeriort parai;:.:at1. In tutti q...el-:t casi non s; t /:Jt .. z;-sii=i.:.. Epp~re ,um i,cpp;.:ur.o m q,~ I,. ~~. d01·e e co~ qua:i compa.g!U sono stati roip,IL X li ricordo ir. qunr.o rubria: .à è pcchJ r-.ollì eo,r.. pcp:i 1-.:JJno SllW:10 la n-.e-.orW di nsi r.d!:J n:uev~- O:-tsto cir:.izero. doi.e I nos:ri compcgrJ uc:isi. ,r.;..()WIS{) w..::.- ,ao,-.d,; ... -alta. r colti1,·c::oco~ s.;p:er..:.adai r-.odemi n-.e=.=d: i co,,,i:.ni.o::=l()nedi ,.-..:ua,. F,mi r.:.m"J ird:.ano: le L:=boriosi.s:siMe ucm.e nre con i loro attm:e11 tnron.stid t le l...ro strcgJ. I gion-.::li, l:z RAJ. TV. promuo...-ono e 1pUtgor.o ra1u,-i=ior-~ di tutti vnso i /:::• ti nuo1,i. Pu-.elli, Frar.cachi. Saantini. Ceccanti so,-.o ft:1ti reccJ::. r.on /::nno p:;,i • r.011:io •· O:.el d-.e t srmo t s:ato, cii.i ha da:o ha da.:-o, eh, 1-.a cnwo 1-.am.-:.10. La ana plil i"1pon:mte ~ ,'Oltcre pcgir.a. u:.sdcr.do cosi elle spc!!t" te rtspor.s.=b:!,:.1 dtl!o S:c:o dv, r.dla arcugja del.la ltr ..siou - srra:egi:1 or:idda - sor.o dj grt.n lunga le pw inq~i.eu:nli e i.mpom:r.Ji. L'al:ro gio,r.o si pcr.m:c fra compagni di ~ir.i. L'cz. uu,ia.-.mro dei f!iil era che or,,-.ai non ci fosse più r.u.'la da /crr: ~ r-.et!nn. con ur. :sospiro di . gcunna n:crirur..arion.e, i.r..: pietra , tor,~e} JOpro..Corr~ ~ si fosse ùr.pqna:i in una e.orsa a os:acoii m CUl gli ostocoll gj.à .sa:n·clau1, fUUli a tn· ra o nJ1"'.a:stireui. r.on cor.u:r.o più. Presi tk!l'dre si ,.: Dl--C::li. Jr: recJta r.ori si ,·a a/µ:tto C\"t:r.li. In nc!til si corre all'indietro. Per a.nd::rr an:rJi occorre non sc!:an aù:un ostacolo cJ-..e bbi.:: s,.-g,1i/ia::ola 1r..one, fascssin.io di un compc1n.o. lo Staio è lassu, co,, la sua /.:ccic di bror.zo. e ~ 1,e pepe. Si p..lJ ragior.n'Ollnente pn-..sae CM s,e lo Sta:o no,s 01,.-ase colpito dei coripagni r..el n'n> c!ele lotte sod.a!i e o~ rc:u pii. acute, i /:::scisti r.ori sarebbero s::.cti così sicuri t suc/cxirr-.ti r.el co,.-ipit1e i loro t:rirw-.a!i Misfatti. Lo St.c::%0 ha d.:zo loro più di un ca:rfro eser,pio. Pinàli i volato d.a IJ"'.a /inatro. di que:SJi.Ja, i1 volo è ini:icto dt! una stcn::a pier.a di poli:=i.o:ti. Fra:ncacAf è st.ato ucciso r.o:u:empo in circoucn=-e W r.on n-.eritO\:Q'IOneppure la pnsm=.a ddla poli:..a. Sacr.tùti l :uc:o e ca:tura!0,,. q~ aa solo e ir..a,,ie ed è s:ato ,r.ccJuato a ,,,._,,ru. Nessun poli=iotto ha pagc:o ;,tr qu.tslf o. ,...icidi, dte J--.cnr.oripristfna:o a lfrdlo di .stc::o la per.a di rr.or.e gi:mdiet:tr.n:te bandita dal codi« il::lù:r.o. Sns:.:n co.-.andcnu di trai poli:::i.ot:i i stc:o chic1r.:zto a rnsdt:re amto d,!/.a propria ,upor.sabilita. Forv ,ano .u.::i trcsfm:i, forse sor.o s::c.:i pron-.oui.. .fusi ..,-;.,'Ol'".o nell'anor..i- ,-..c1o con sir:ili delitti su1la cosciu.=.a d-~. giu:.st:ar.a-.te, essi a11ribuiscono a!L2 rapon.s.::bilita dello Sze10, ir. tal n-.odo - r..:=isla - assol..·.er..dosi r.el/.a proprie COSl:im=a. Pa chìw:.qu.e sappia riflr.zere ps.ù di un l'f'Ulf.wo. risu!t:: ~hiara la rapor..sabili:à di q,..t"i delilti e faciJe r~:o dei colpn-oii. \fa lo S1a10 ncr. i di ~ opinior.e. U.W con/id: r.d tempo CM tr.mtd.a la n-..ar.oria dt'i delitti r.d r-.:i,- cero della ra:negr...t:r=il:JrLE.sso se r~ ltn-t: le n-.=ti o cddiriltura ron:s.i.da-arespo,u::bili di misjc:ti cr:tista:ali le s..e l-""iltime.. I n-.a(istrcti inquirmti n0n si 1,.vrgognar.oa mosm:si iM• po:n:ti o incapcci o defirirnti r.dfider.Jificare esecwori e rumdanli Mgli t::l$0$$Vlii di Pindli. Francachi. Sarmlini e r.el /ffll"".e,-.:o di .Ctt'C'CT:!i. Ancl:'e:ssi lt:sdcr.o d-~ il teMpo accwr.:.di lo propruz crr.ae di rr.one. Eppure, dun:nte i! /a:scisr-.o com·era Jaci1e rinuc:ttu:re e anl'$l:re 1".ilitcnti cn.ti/acis:i. da ira-i.ere in gc!mz o al con- /i.r.o! Xri loro confronti poli=i.a e tr.agistrc:Ul'o dir-.ostl'Ol--ar.o ur.a pror.te=:a ruuen-m:o dq,vz di ben Gitre cau:s,e. Ora polizia e ~ronrra, q:mndo lu::r.no di /l'Otlle d~ lifti di Stc:o (,...:a cr~ dt'litti fc:scistiJ. bc:Ibc:CJtO COl'f'.e se si trcm:z:ssno di /TOl&le ai più diabolici e furbi delinqua::i della lt:rra. Poliriotri pc:!esar.er.te retittr.ti o rr-.en=ogneri la passano lisc:ia..Soprcmutto si t!.3 tempo e:! tempo cor.Jù!cr.do ll'I n~o,.; criMir.i CN, gra:.ie ai mr-=i di comw-.iar~ di rr..:mc. dcn:rebbtro sep;,dlire q,.dli 1'ttCJ:i. La ger.:e r.on .s:i ar.AOia. forse. r.el set:!ir parlare sempre delle sznse cose"! .\fa :.oi ~ ~ si-JMO • gente •· r-.a compa,rj, dobb~ MO rmgue e msu:ne, e non son:ol.are su rn!:SSW'I r.:.i.s/c::o. Soprammo sui rtistretti de!lo Stczo, che conrinwmo q:..tili dd rtpr.e J:rscista. U,.\A STORTA Alcunenotiziesul congressdoelManifesto Il nuovoDirettivo Delegati presenti: 594 (88 donne). 486 rap. presentavano i 158 centri del Manifesto. presenti in 74 provincie. Alcuni delegati rappresentavano le strutture verticali: commissione scuola. commissione meridionale. commissione operaia. commissione lotte sociali. Alcune statistiche la composizione sociale dei delegati è risultala la seguente: 38 per cenlo studenti. 20 per cento operai. 17 per cento insegnanti. 12 per cento impiegati e tecnici. s per cento professionisti, 6 per cento vari. La sta• tistica relativa all'età d,ce che il 9 per cento dei delegati era sono i 20 ar.ni. il 76 per cer.to tra i 20 e i 30 anei. rs per cento tra i 30 e i 45. li 7 per cento oltre i 45. 11nuovo direttivo che è ri5ultato eletto dii congresso si compone di l2 cor:-:pagn' e cioa Asara. Belinelli. Belliferr.ine. Bosio. Carlini. Casarino. Castellina. Catalano. Crucianelli. Covino. De Vito. Galante, Indovina. Infante. Latini. Luciani. Magri. Maone. Menapace. Milani. Mineo. Maioli. Montaldo. Montan;. Paissan. Parlato. Passarini. Pellegrini. Profeti. Pet:?nzi. Pintrr. Rocchi. Ross_and~.Sai. ?arscne. _S21t--i. Ser,"ini. Spina, Tassinari, Teroni. Vaccarir.o. Vermicelli. t

Lunedì 5 Agosto 1974 UNITA' PROLETARIA DIBATTITO CONGRESSUALE Crisi, sacrifici,_potere La crisi della bilanciadei pagamenti La crisi economica si annuncia nella forma d1 crisi della bilancia dei pagamenti, e si ammanta così di quella falsa oggettività che sempre contraddistingue il vincolo della bilancia dei pagamenti. La bilancia dei pagamentì. si dice. pone un IJmite invalicabile all'espansione della domanda interna e dell'attività pro. duttiva; la deflazione - e cioè l'attacco all'occupazione attraverso la stretta creditizia ed il taglio ulteriore dei consumi popolari attraverso le imposte e gli aumenti tariffari - è una medicina amara, ma indispensabile. Questa non è solo la logica del governatore Carli. E' la logica al cui interno si svolge M· lo il dibattito politico nell'arco parlamentare. Le accentuazioni sono diverse (chi vuole più imposte e meno stretta creditizia. chi vuole più credito per l'industria e meno per gli enti locali). ma la logica rimane la stessa: anche nel sindacato e nei partiti tradizionali della sinistra la necessità di severi sacrifici da parte dei lavoratori viene apertamente riconosciuta o sempre più debolmente negata. A questa logica dei sacrifici è necessario contrapporre un·analisi della crisi che lo riconduca n:r bustamente ai suoi reali connotati di classe. Dobbiamo dire. in primo luogo. che la crisi in cui si dibatte il capitalismo italiano si inserisce. come momento particolare. in una complessa vicenda internazionale, che ha vi• sto prima la lacerazione del fronte imperialistico e poi la sua faticosa ricomposizione sotto l'egemonia americana. La crisi petrolifera è stato solo l'episodio più vistoso di questa vicenda. una battaglia campale con cui gli Stati Unili hanno ridotto alla ragione i loro riottosi alleati. Oggi la componente internazionale della crisi è chiara nella accumulazione di imponenti saldi attivi della bilancia dei pagamenti da parte degli Stati Uniti e della Germania Occidentale Il nostro saldo passivo è Y""~ larga misura il risultato di questa politica dei paesi più forti. che riescono a scaricare sugli altri il costo della crisi. All'interno dei paesi più deboli. la borghesia non ha altra strada che tentare di far pagare la crisi al proletariato. La crisi del blocco dominante Oggi in Italia questo tentativo e reso difficile dalla straordinaria tenuta del movimento. che ha ristretto i margini di manovra dell'avversario di classe. rendendo manifesta la crisi del blocco dominante ed eccelerandone drammaticamente i tempi. La crisi del blocco dominante ha radici lontane, che risalgono ad un modello di sviluppo - quello che ha funzionato Imo al 1963 - strutturalmente incapace di ri· solvere i grandi problemi del paese, che sono soprattutto quelli dell'occupazione e del Mezzogiorno. li ristagno pressoché ininterrotto che ha caratterizzato il decennio successivo non ha fatto che aggravare questi problemi. La risposta alle tensioni sociali che ne scaturivano è stata trovata nella gestione politica del mercato d ,1 la-- voro agricolo ed extra• agricolo attraverso il clientelismo. il sottogoverno. il gonfiamento abnorme della Pubblica Amminìstraz1one. la dilatazione del piccolo commercio. I' uso spregiudicato della spesa pubblica. 11 problema che oggi viene alla ribalta è quello del costo di questa gestione politica tramite la quale la Democrazia Cristiana ha fornito una ~ se di massa al blocco dominante, ma ha anche conquistato per se stessa un potere immenso, identificandosi con le strutture dello Stato e ponendosi, in questa identificazione, come partito di regime. Oggi il grande capitale strepita contro l'arretratezza. il parassitismo. le • rendite •. che sono diventate un ostacolo reale per lo sviluppo capitalistico ed il cui peso è reso meno sopportabile dalla crisi economica e dalla forza dei la• voratori. Ma il grande capitale non può fare a meno di un sistema di mediazione politica che. per quanto costoso e impacciante. non cessa di essere l'indispensabile complemento delle scelte di politica economica che lo stesso grande ca• pitale ha portato avanti in tutti questi anni e ripropone per il futuro. Si tratta allora. per il movimento operaio. di ri• conoscere le contraddizioni interne al blocco dominante in tutta la loro profondità. ma al tempo stesso di non lasciarsi coinvolgere in contrapposizioni destinate a ricomporsi in una soluzione di compromesso per la coscienza che le diverse parti del blocco dominante hanno della loro reciproca indispensabilità e della necessità comune in cui si trovano di allargare a spese della classe operaia il loro controllo sulle risorse interne. Da ciò discendono due ordini di considerazioni. Crisi di regime Al Riconoscere le contraddizioni interne al blocco dominante signofoca oggi riconoscere che siamo di fronte ad una eros, reale della borghesia italiana ad una crisi di regime. che investe l'intera struttura del potere e le complesse articoBibiiotecag inobian,co !azioni della mediazione politica; una crisi che non può non manifestarsi come crisi dello Stato e crisi della Democrazia Cristiana. Mentre si moltoplicano i segni della palese sfoducia di una parte della borghesia italiana nei confronti della mediazione democritsiana, la linea deflazionistica di Carli incontra forti opposizioni alrintemo di questi settori della D. C. che vedono minacciato dalla stretta creditizia il mantenimento del sistema clientelare imperniato sugli enti locali e sulla gestione della spesa pubblica. Nel momento in cui il sistema democristiano si rivela incapace di fornire una risposta ai problemi ~ sti dalle Ione operaie e dalla crisi economica, es• so subisce forme di degradazione interna tali da comprometterne radicalmente la coesione e la stabilìtà. Se la crociata antidivorzista aveva lo scopo di frenare lo sgretolamento del blocco dominante. la sconfitta di questo disegno nel voto del 12 maggio non può non risolversi in un'ulteriore accelerazione della crisi di regime. Conflitto di classe 8) Ribadire che la contraddizione principale resta quella fra lavoro e capitale non è una for• mula di rito. Significa riconoscere che sono le lotte operaie a fare emergere le contraddizioni inrerne al blocco dominante e ad impedirne la ricomposizione. Ma significa anche riconoscere che le lotte operaie rappresentano una minaccia per l'intero blocco domi• nante. il cui interesse primario è quello di ricacciare indietro i lavoratori. allargare il proprio spazio vitale e prendere tempo per risolvere i propri problemi interni nella necessaria alternanza di scontri e compromessi. 11problema è stato posto con chiarezza dal governatore Carli: la crisi - egli ha detto in sostanza - deve essere pagata dai lavoratori in termini di consumi, in termini di occupazione ed in termini di potere in fabbrica. Diviso com'è su tante cose, su un punto ìl blocco dominante è unanime: la necessità della sconfitta operaia. Battere la classe operaia Questa è oggi la posta in gioco. e non la sosti· tuzione di consumi privati con consumi politici - la • riqualificazione della domanda • proposta dal PCI - o un nuovo modello di sviluppo. Qui bisogna intenderci. Tutti noi vogliamo case, scuole e ospedali. Ciò che non vogliamo è che i lavoratori vengano ingan• nati indicando la costruzione di case. scuole e ospedali come una via di uscita • a sinistra • dalla crisi. Una simile via d'uscita non esiste. Sarebbe davvero singolare se la borghesia. attanagliata dalla crisi. potesse concedere quello che non ha concesso a i tempi delle vacche grasse: se la crisi ampliasse. anziché restringere, i margini riformistici. la capa• cità del capitale di offrire contropartite reali in cambio dei sacrifici che chiede ai lavoratori. Sarebbe davvero singolare se la gigantesca opera di ristruttl.Jrazione e riconversoine cui il capitalismo italiano deve porre mano per le sue esigenze di sopravvivenza potesse coincidere con il soddisfacimento dei bisogni delle masse popolari. Sarebbe dawero singolare se il valore d'uso potesse prendersi una simile insperata rivincita sul valore di scambio. E' assai triste che ol compagno Barca sia ridono a raccontare queste fanfaluche ai lavoratori del suo partito, tentando di convincerli che i sacrifici. che a piene mani offre a nome del• la classe operaia, serviranno a mitigare l'asprezza della deflazione e ad onenere importanti contropartite. Eppure la linea dei sacrifici - cioè della tregua e della rinuncia alla lotta, è già stata pagata duramente dalla classe operaia italiana. Poiché. se è vero che il movimento ha tenuto. è anche vero che l'attacco generale al salario reale attraverso !"aumento dei prezzi non ha ricevuto una risposta altrettanto generale. Ciò ha prodotto tre conseguenze. La pri• ma è che dall'erosione del salario reale sono riusciti a difendersi pienamente solo i lavoratori delle grandi fabbriche e di alcune fasce di medie fabbriche; si è accresciuto, così, l'incentivo a quel decentramento della produzione alle piccole fabbriche ed al lavoro a domicilio che rappresenta un attacco insidioso all'unità della classe operaia e contro il quale è necessaria maggiore fermPzza ed una più avvertita coscienza della gravità del problema. La seconda conseguenza è che le lotte sul salario. in assenza di una proposta unificante. partono in maniera scoordinata ed a volte criticabile; riappaiono forme di monetizzazione che ci eravamo abituati a considerare morte e sepolte: dilagano gli straordinari e si allenta il controllo sull'organizzazione del lavoro. La ter• za conseguenza è un grave e pericoloso logoramento della credibilità del sindacato. La linea dei sacrifici le confederazioni. in particolare. sono ormai palesemente incapaci di assicurare la pace sociale e l'isolamento delle avanguardie di lotta. Non è un caso che sia proprio in questo momento che emerge con forza la proposta padronale di un dialogo diretto con runico interlocutore credibile: il Partito Comunista Italiano. Dobbiamo denunciare con forza il significato di questa proposta: il PCI viene oggi invitato ad una ~ ne della crisi, e cioè a garantire il consenso della elesse operaia alla deflazione ed alla ristrutturazione capitalistica. E' un invito che ha tanto minori probabilità di essere accolto. quanto più forte sarà il movimento e la sua capacità di contrastare il disegno deUNA DICHIARAZIONEDI Elio Giovannini sui risultati del Direttivo della Federazione CGIL -CISL- UIL La decisione del direuìvo della federazione CGIL. CISL. UIL, presa a maggioranza e fra gravi contrasti, di andare a una fermata naz.ìonale il 24 luglio costituisce il risultato della pressione di massa dei lavoratori e dei consigli di fabbrica. Se nel comunìcato finale ,isulta debole la formulazione di una posizione sindacale chia.ramente alternativa alle scelte del governo, se l'indicazione degli obbiettivi di modifica appare lacunosa, è comunque ìmponante che l'esigenza di una risposta nazionale di lotta unificante per tutto il movimento abbia prevalso sulle tenaci resistenze interne ed esterne al sindacato. Nelle confederazioni sì apre ora una discussione di fondo sul ruolo del sindacato nella crisi politica, sociale ed economica del pae• r,e, sulla pianafcrma rivendicativa di seuembre, su salario e occupa. :ùone, sulle prospettive dell'unità ripensate alla luce dell'esperìell.UI negativa della Federazione. E' importante che ciò avvenga non in un clima di demoralizzazione, ma attraverso un primo momento dj mooilitazione dei la,,oratori contro la feroce strena economica. Lo sciopero generale rafforza la bauaglia politica per modificare ì prov• •·edimenti ed esprimere il giudizio dì milioni di italiani sulla politica del governo Rumor. Per ques10 dobbiamo fare del 24 una manifestazione generale di lotta che segni l'inizio della bauaglia d'autunno dei lavoratori italiani. * * li documento con cui si e conduso il diretti'-'Odel dr m,juior cris; del gruppo dirigente sindacale negli ulti le preoccupa:ioni •di g<>l'erno•hanno portato alla st~ p:ca suglt specchi per conciliare ira foro due posi:ioni .:Ila • romprnsione •· alla • responsabilllil •. in una par generale e indicaJrvadello stato t:012/usronalein cui si u gliere fino in fondo la domanda di loua che 1:iene dalle Il 24 lugl,o rMta comunque, come dichiara il ro c-fre dobbWmo cercare di far dfrema,e il prù possibile te::c.~dei d1rigen11 della /tdera:ione. li nosuo impegno. del millsimo dispiegamento delle capacità d1 lotta dei la indtd~:one burocratica. rhiu.rendo fino in fondo che que la DC, contro il Jronre padronale. Che è quanzo i lai-O settiman~. * la federa:ione rappresenta. a nostro parere. il momento mi anni. Da una parte la spinta dei lal--'Orat011d,all'alrra ura di un comunica10 che dice e non dic.e, che si arramog,geuirameme anuretiche: /"appello alla lotta e l'appello CJlaalla rregua. La Stt'SSD paura di nominare lo sciopero (IVO, oggi, questo gruppo dirigente, incapace di racco- /abbrzche e dal paese. mpagno Gio\·annini, un.a scadm:a di lotta importante, rnilaame. superando le ambiguità e le colpn'Oli in.cer• a nostro parere. de\."e appunto andare neUa dire:ione roratori t dei consigli di fabbrica, facendo saltare ogni sto sciopero e comro il go,·erno di centro-sinrs1ra, contro rotori hanno espresso, anche rumorosamente, in queste flazionistico non con una generica pressione sul governo. ma con un 'azione diretta ed incisiva. Una forma che questa azione può assumere è quella della lotta di mas• sa articolata a livello di zona, soprattutto nel Mezzogiorno. rivolta ad impon-e l'immediata attuazione degli investimenti già decisi e promossi, sottraendone al tempo stesso il controllo ai vecchi centri di ootere clientelare e mafioso. Un'altra forma è quella della lotta per l'aumento delle pensioni ed il loro agganciamento al• la dinamica salariale. per la rivalutazione del punto di contingenza e !)er la sua unificazione. che deve estendersi a tutti i punti maturati a partire dall'ultimo conglobamento. Un'altra forma ancora è la lotta dire: ra contro la rapina del salario. attraverso l'autoriduzione dei fitti ed il rifiuto di massa di pagare le nuove imposte. Al tempo stesso è necessa rio ribadire che il prime e più immediato strumento di cui i lavoratori occupati dispongono per contribuire concretamente alla lotta per l'occupazione è quello di opporsi all'intensificazione dello sfruttamento in fabbrica ed al prolungamento dell'orario di lavoro. Non si tratta di propos·te puramente difens:- ve, ma di terreni di lotta sui quali è poss 1bile costruire un'iniziativa unitaria degli occupati e degli inoccupati. dei lavoratori delle grandi e delle piccole fabbrichs. capace di rinsaldare !"egemonia della classe operaia sulle masse ~ polari del Mezzogiorno e di costruire nella lo:- ta momenti reali di contropotere e di controll~ dal basso sulle istituzioni e sui flussi di spesa pubblica. Quali lotte, quale risposta Queste indicazioni di lotta e di costruzione dal basso sono il cuore della nostra proposta di • nuova opposizione•. Non possiamo, tuttavia. sot• trarci alla necessìtà di LA CARTA DEI PADRONI (-~····> 0 fornire un'indicazìone di carattere più generale. capace di configurare un' alternativa globale e credibile all'attuale blocco dominante ed al regime democristiano. Dobbiamo avere il coraggio di dire che l'unità delle sinistre non è solo una proposta di opposizione, ma è anche una ~ ol ... -....o. P'Olché questa è. per 11movimento opereio italiano. l'unica alter• nativa possibile ad una linea immobilistica e subalterna. o di aperta cogestione della crisi. La necessità di indicare uno sbocco 2CJSitlvo anche al livello politico-generale s'impone, d'altronde. con la forza delle cose In una situazione come l'attua-- le. caratterizzata dalla disgregazione del blocco dominante e dei suoi strumenti di mediazione politica. Alcuni compagni del Man"9sto si sono didliaratl 90fl)r881 che proprio noi. cosl nemici del pn,g,amml di poUttco oconomk:&, ci mostriamo lnterNsan al problema del governo: parlare di governo. essi oue,. vano Infatti. significa nec-.. rtamente partare di programmi. Ouesto tipo di critica rive41 Il permanere di un equrYOCO che risale at tempo del •doa.mento di gennaio •. redatto dlii compagno Magri, ed alla dlscusslone cui esso ha dato hJo.. go. I tennini di tale diec::ussk,. ne appaiono superati nellìmp,anto largamenete unit-.to e condivisibile della relazione letta dallo stesso compagno Magri aJ Congresso nazionale del Manifesto. Ma la problemat..ea sollevata dal doc:unento dì gennaio ed il tema della po. litica economica continueranno ad essere d,battuti aJl1nterno della nuova organizzazione che vogliamo costruire. Qualsiasi equivoco va dunque tolto di mezzo, perch6 la dlKuteione Possa procedere franca• ser& na, come si conviene fra chi ha liberamente dedso di IIYOrare ad un progetto comune Cib richiede da parte nostra uno stono di chiarimento che non abb;amo compiuto finora in m._ ~ra sufficiente. E gjustamente ak::uni compagni s, dolgono talvolta del nosrro titanio, come anche del can.nere frammentari0 delle nostre critiche. Del documento di genna10 not abbiamo segnalato gli • spe:-!i su CUJ Il 110$lt0 dlsaceor:So era più neno e radic.- le: la pretesa dì stabilire. In base a parametri e:steml alla ~na. quale sia 11 giusta misura degli aunenti salariali: 11d._ chianta disponJbilità ed una magglo,e utilinazione degll impianti: un certo catastrofi· smo che circola nella prima sipiif~ coaplessh-• FERNANOO VIANEUO .,

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