Due anni di Unità Proletaria - Fascicolo speciale - febbraio 1974

8 UNITA' PROLETARIA ANNO II -N. 7 ( 2 APRU,E 1973) - - a nuova oppos1z1one Perché nuova opposizione? Quali caratteristiche dovrebbero qual-ij.icarla rispetto all'opposizione che oggi si svolge nel Parla• mento italiano? Perché essa costituisce un obbiettivo di non facile realizzazione? Se non vagli.omo mantenerci nella genericità dello slogan, ma vogliamo far diventare un momento di iniziativa po/,itica e di aggregaziorie sociale l'obiettivo della nuova opposizione di classe, che il P dUP si è posto sin dal momento della sua nascita, come un obbiettivo specifico della sua azione sociale dobbiamo rispondere agli interrogativi che ci siamo posti all'inizio. Dc•po le grandi lotte sociali iniziate nel 1968 e proseguite negli anni immediatamente successi vi, che hanno incominciato ad aprire brecce importanti nell'interclassismo cattolico, con la crescita della sinistra sindacale CISL, lo spostamento a sinistra delle ACL! e la nascita del MPL, la DC, mediante il governo «assembleare» deU'on. Colombo, ebbe come suo primo ~mpegno quello di un recupero a sinistra. Fu però rl cauto riformismo di Colombo (legge sui fondi rustici, legge sulla casa, legge pe,r il Mezzogiorno) insieme con ['avanzare combinato delJa « strategia della tel18ione », sufficiente a produr.re strappi significativi nella DC, sul lato destro. Reggio Calabria, il voto eversivo nelle zone meridionali, esprimevano le insofferenze, e la ribellione di ampi strati di remU,ta agraria e èmmobif.iare e di speculazione edilizia che dimostravano d-i ave.re ancora un sufficiente controllo di aree sociali ed elettorali, specie nel Sud. Lasinistra e H « 0enitF1i1s,mo cMnia:m~co » . Rispetto a questà politica di « centrismo dinamico», l'opposizione di sinistra è rimasta imbrigliata neUa sua politica di dialogo e di avvicinamento alla D.C. e ha agito come una « opposizione fluttuante», che, invece di creare rigidità nello scontro con il partito di maggioranza, capace di farne esplodere le contraddizioni a destra o a sinistra, ha permesso che nella DC si operasse il complesso gioco delle mediazioni sociali e politiche, favorendo il recupero delle contraddizioni che in essa si producevano. In questo modo, le contraddizioni tendono sempre più a riversarsi dentro alla politica dell'opposizione, tra una vocazione governati va e la sua condizione di forzata opposizione, tra necessità di una direzione politica del conflitto sociale e le concessioni ad una politica del condizionamento e di partecipazione. Naturalmente i limiti deU'attuale -opposizione vengono di lontano. Sono i limiti di una linea nazional-popo!are del PCI, i limiti d,i una critica sociale non aggiornata, di una concezione neutra dello Stato, di una suggestione produttivistica dell'economia, di una visione giuridicoformale dei rapporti di classe e, in generale, una linea profondamente intrisa di evoluzionismo senza dialettica• Ma se questo d.iscorso ha potuto reggere ed avere credibilità irt periodi di relativa calma sociale e in • una fase di sviluppo capi.tal.istico, l'attuale ciel.o che si è aperto di c11isieconomica dentro una alta tenuta del movimento, apre una divaricazione profonda tra realtà di c.fasse e linea politica. Mentre la crisi economica incominciava ad intaccare strati di piccola e media industr,ia, incapaci di trovare una rispos,ta in avanti alla irriducibilità della lotta operaia e alle difficoltà del sistema economico, la DC si proponeva un nuovo tipo di mediazro- Occorre intanto cogliere la porne e costituiva il governo An- tata delle attuai.i contraddizioni dreotf.i come espressione politica capitalistiche e non coprire di un del nuovo blocco padronale. velo de/ ormante i dati di I atto Fu a questo punto che Fanfani per farli coincidere con schemi aelaborò la teoria della centralità prioristici. democristiana, il diritto-dovere L'esperienza dello scontro ecodella DC di operare un disinvol- nomico e commerciale tra le granto movimento pendolare dai so- di aree capitalistiche (USA-Eurocialist:i ai liberaf.i, che comunque, pa-Giappone) avrà comunque ricon la reversibiilità di ogni allean- percussioni interne a ciascun Paeza, avrebbe permesso al partito se, se non altro eccitando la didemocristiano di essere sempre il namica delle ristrutturazioni, accentro delle mediazioni sociali, il celerando i processi di accumulaperno attorno al quale, a seconda zione capitalistica, saldando andella congiuntura . politica e delle cor più strettamente potere policontraddizioni sociali, avrebbe do- tico e potere economico, indurenvuto prodursi la sintesi interclas- do i rapporti di classe. sista utile a sostenere il reg,ime Ma l'Italia vive contemporaneapolitico e il sistema economico in I mente una sua crisi particolare un momento dato. · dentro_ una crisi più generale. Biblioteca Gino Bianco I la crisi ita~·U Ed è una crisi che economisti borghesi, ormai vanno diagnosticando come una malattia di fondo, decennale, iniziata nel 1963, che ha visto il logoramento di un modello quasi trentennale di sviluppo, che ha visto terremoti nella distribuzione del potere industriale e nella formazione del capitale finanziario (nazionalizzazione dell'industria elettrica), ohe ha, via via, registrato l'accentuazione del dualismo industriale (lavoro a domicilio e multinazionali), che ha constatato l'impossibilità di superare la soglia dello sviluppo dimezzato, assorbendo lo squilibrio del Mezzogiorno. Di fronte a questa situazione, in un groviglio di antiche rabbie e di moderna contestazione, in un intreccio di lotJe contro lo sfruttamento so/ isticato della fabbrica avanzata e la rivolta contro l'insopportabilità di vecchie assenze di in/ rastrutture, di costi sociali dovuti alla carenza di beni elementari come la scuola, l'ospedale, la ca.sa, i trasporti, è esploso il corso attuale di conflittualità sociale. Una lotta sociale prolungata, uno scontro di classe che ha messo le radici molto in basso e, collocate di fronte, una maturazione soggett-iva di classe dura e resistente e una crisi oggettiva, l'i.nceppamento di meccanismi economici essenziali. E' dentro questo condensarsi di contraddizioni, in cui l'opposizione sociale si proietta in una sua pur tortuosa vicenda di lotte nuove, di invenzione operaia di obiettivi e di strumenti come i consigli di fabbrica, di tendenza alla socializzazione attraverso i consigli di zona, che emerge sempre più urgente una richiesta di coerenza tra antagonismo di classe ed opposizione politica al regime democristiano. Costruire il raccordo tra spinta anticapitalista e attacco al sistema d; potere non significa mettere dall'aJ.to il cappello di uno slogan alla lotta operaia, ma costruire negli scontri di fabbrica, ne!Je lotte sociali, dentro la difficile lotta operaia contro le ristrutturazioni, contro l'inflazione, gli squilibri e le strati/ icazioni, una rete complicata di, raccordi unificanti, una maturazione dal basso di scon. tri di potere nei luoghi di lavoro, una capacità di lotta politica sul1' economia, una strategia di attacco precisato e quotidiano contro le casematte del dominio statale diffuse su[ territorio sociale. Ma dove ancor più si rileva l' esigenza di maturità egemonica e la capacità di iniziativa di una forza politica, è nel saper operare il permanente rapporto tra movimento nella società e schiera- Come sollevare la istintiva e mento politico, nello sforzo di far frantumata giovane sinistra verso agire contraddizioni sociali sul da- una convergente azione /ungo /a to esistente della coscienza politi- strada tortuosa dell'organizzazione ca consolidata, avviando e condu- della azione di massa e verso la cendo un processo complicato di costruzione unitaria di una proristrutturazione dello schieramen- spettiva economica e politica di to politico a contatto e in /un- attuale opposizione anticapitalistizione delle spinte sociali. ca? Come risolvere positivamente le Costruire una nuova opposizioambiguità di un Partito Socialista ne di classe significa tutto questo diviso tra l'ambizione di un suo ed altro ancora. Significa sopratritrovato contatto col sociale e le tutto porre alte ambizioni al prosuggestioni del ministerialismo? prio lavoro, conciliandole con 1a Come stimolare la risoluzione umiltà di chi è consapevole di dain avanti della contraddittorietà re un contributo per un progetto di un PCI coinvolto in basso nel che deve andare ben oltre alla vivo del contrasto di classe e pr~ modestia delle proprie forze, siteso nel cielo della politica ad un gnifica saper conciliare una pratiprogetto cogestionale? ca unitaria con la fe-rmezza delle Come esprimere in trasparenza scelte strategiche, richiede una mipolitica la conflittualità sindacale, litanza assolutamente nuova, alla appannata da vecchi intorbida- I altezza dello scontro attuale di menti interclassisti, vissuta dai classe e dei compiti che ne derilavoratori cattolici? vano. ANNO II N. 8 (16 APRILE 1973) Il primo documento con il Manifesto - Il documento comune con i ,compagni del Manifesto rappresenta un fatto di notevole importanza non solo per noi ma per tutte quelle fo:ru che avvertono l'esigenza di operare, nell'immediato, per arrestare .iJlprocesso di fra□tumazione della sirnstr.a, per superare chiusure settarie e falsi patriottismi di gruppo o di organizzazione, per sbloccare il processo di l'ipiegamento verso il disimpegno o verso confluenze maturate all'insegna della rassegnazione. Fino dalla prima fase della nostra esperienza abbiamo affennato di voler nicercare con tutte le forze della sinistra (parlamentare o extraparlamentare, tanto per usare una definizione di comodo) un confronto reale che partisse dalle realtà concrete e che si ancorasse stabillmente al movimnto, ai suoi strumenti, alla sua orgamzzazione. Il rapporto coi compagni del Manifesto, così come si è fino ad oggi realizzato, e come dovrà svilupparsi nel futuro, non ha niente di preolus1vo o di polemico verso altre forze. A Bologna scegliemmo chiaramente questa linea, che riconfermammo con chiarezza a Livorno. Decidendo di elaborare questo documento comune a livello nazionale abbiamo oo:rcato cli raccogliere positivamente le esperienze maturate alla base. * * * Nessuno di noi si illude ohe una posizione comune su1Ie Jotte e sulle loro prospettive risolva magicamente tutti i problemi ,aperti nella sunistra in generale, e quindi anche fra noi e il Manifesto, ma ognuno può rendersi conto che esso può costituire un dato di partenza miportante e preparare futuri e positivi sviluppi. on è di poco conto che due forze con una precisa e distinta identità organiz~amva, passate al vaglio di esperienze in larga misura diverse, che hanno quincli giudizi diversi su problemi non secondari e che anche sulle lotte di queste settimane hanno espresso giudizi im parte diversi, si ritrovino poj unite su un primo - certo parziale - giudizio sulla attuale fase dello scontro di classe e si dichiarino disponibili per un rinnovato impegno unitario capace di migliorare positivamente anche altri settori della sinistra politica e sociale. Non è stata la marna di sommare etichette che ci ha mossi, ma la consapevolezza di poter dare una prima, parziale e ancor insufficiente risposta alla domanda po1itica di decine di migliaia di m;•litam,ti che non accettano né la logica del « meno peggio> né quella di un minoritarismo piccolo borghese che porta alla contrapposizione e all'isolamento e condarrma all'impotenza. I Si tra,tta di un documento che mira a sgombrare il terreno da equivoci e sospetti; non chiude affatto il dibatt~o, il confronto e anche la polemica tra noi e i compagni del Manifesto. I * * * Il documento, sottopcsto al giudizio e alla verifica dei militanti delle due organizwz;oni e a quel1o più generale del movimento, dovrà raippresentare uno stimolo all'arricchimento del dibattito nel PdUP e nel Manifesto, e di1Verrà esso stesso forza propulsiva per -~"fllA~ I un. co~fronto !alvo!ta anc~e. ?i~cile .. che sarà utile s~ servirà_ ad ·.. :,, .· •: 1 aJrncch1rre la dialettica e l'1rnz•aava d1 tutto un arco cli forze mte- _ll .J I ressate all'eme'"\l"re ed al fonnars! di un progetto politico alternativ~- ·_.. ~\~ I S1 tratta d1 un contributo dr due forze che. superando una vi: :,; ·r.,K\ sione patrfottica, voglicno cimentarsi !n u~ _lavoro ~OJllUnP_. cnn sp_1. rito unitario verso tutte le componenti poh1-che e smdacah della Sinistra, nel massimo di ch:,airezza tra loro e verso J?li altri. affidando il ch:arimento la verifica e il superamento delle divergenze non già alle mediazioni a tavoEno ma al vaglio del movimento. Un atto di modestia e di presunzione insieme; presunzione di chi ritiene che OQ'.gi la situaz:one rende sempre più comprensibile a live1lo di massa~ l'esiP-:enrz.adi una dura e intransigente cmposizione o • di tutta la si,nistra alla politica del sistema, vista i.n tutte le sue articolazioni e cogldendone tutte le contraddfaioo_i. Un atto di unità e di ch;arezza resa intanto poss;bile dal fatto che i1 PdUP, in questi mesi di duro lavoro, si è andato aHerrn&'fldo e si è dato una propri-a identità po1itica e organizzativa che non arriva né troppo presto né troppo t2irdi. ma più sempli1Cemente a] momento giusto. Il centro operativo nazionale del PdUP .,

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