Due anni di Unità Proletaria - Fascicolo speciale - febbraio 1974

•' UNITA• PROlETARIA 29 - - . ,, SETTEMBRE ia73·) .• . politica della , Per- una • scienza che cresca in fabbrica e a scuola Il • rapporto tra sc1enr,ae • • organuzaz1onedel lavoro al convegnodell'Istituto Gramsci Malgrado la premessa del ti- gni contesto e Setl7a possibilità certo a conclusioni unanimi cui I littici saildi tl'8 rioeroatoci e opetolo, al ~ deH.'Istituto di dibattito, approfondirnent0, affidarsi, ma ha prodotto tesi in rai, tra le organizz.aziond politiGmmsoi del rapporto tra scienza critica, resta per foraa di cose grado di indi.care una via d'u• che e siindaca!i dei r.iceroato.ri e e ~ione del lavoro si mcc,mprensibire e mconfutabìte, scita. quelle -degLi operai, mettendo in è parlmo molto poco. I temi più se r..oo da parte di chi quelle e- d,isc·ussione +a tr.adizion6le d,ivispecificatameote politici sindaca- s.perienre te conosca già in pro- C Ja 1.,. sio.ne dei ruolii, tra gli uni e gl<i li. messi in mievo in parti~ pttio più a fondo. OD SCUOm altri. Questo si può fare e in re dakt proposta Agnelli e dalle Ma qmd è la leziione di que- e conla fabbrica parte si sta facendo. sc3denm ooogressoali dei sinda- sti anni, di cui nCX1 si è tenu- Bisogna, però, dhe noo SIÌ us,i oati, hanno preso nettamente ìl to conto al COII!Vegno? La re- Dall'altro lato, iiJl f.al1Limento dei ciò ohe si è f,atito come parasopravvento sugli altri. lmiione Misiti si è limitata a ri- toot-.ativi, anohe assali. validi, di vento per copci1·e ciò ohe non Non si e tmttato, tuttav.ia, so- badire la non neutralità della affrontare il problema della pro- si riesce a fare. Si tratta dii elo di questo. Lo scarso appro- scier.m, e a prendere le distan- duzione di scienza io sedi iso- sperienze ancora fragili., che haofondimento è indubbiamente an- ze, garbatamente e artncolatamen- late. o fondandosi nella lotaia ai no bisogno di approfondimento ohe smromo di una mancata~~eta~- tte~, ;.:da::;l~n;;j-iitc:::hi;»;sm~o;· sida~l....:l.;:u;;ddism~-;· nor., tisorl7titrappottiiiP~~-~d~i~prodtfiii~UZ'l~·o~n~ebin~- ::-· sce di -~~-~ 1 'ft·~"~ boreziooe. In die cosa coiisiste ., · · • , nceroa, ostm la ne- sogno di non stravolgersi io alla mancata elaborazione? Soprat- di qt..-esti anni senza enm-are trop- cessità di collegare i problemi tro ttr-.o nd non aver posto coeren- po nel meri.lo neanohe di que- della disciplina a quelli della lotemente e specificatamente il pro- gli esempi (di medicina dei la- ro riproduzione e dd. loro oesblema neHe sedi politiche, sinda- vor--..rtoni appunto) ohe presenta- so: i problemi cioè della scuola cclr di ricerca. in cui di. fatto lo va come positivi. Si può fare di e della fabbri.ca. si aff.roota neHa realtà qtl.Otid&- più. ~ qui la centralità dell'uso delna. l'esperienm degli anni sccm;i le 150 ore ottenute dal con-tratE' nel lavoro d'istituto o di pemnetre di trarre almeno qual- to è-e.i metalmecoaoic;i pet' la f orfabbrioa, ndle scelte di ~ che indioazJone generale. Da un ma:-Llione operaia e dell'mterveoto nell'intervento neli'orgaoizmzaooe lato, le condiziooi stesse della ri- nell'orgaoizutziooe del lavoro. Si dei lavoro che il problema può ceree, detl& scuola, della prod.u- dirè questo è stato il tema del essere affrontato e approfondito. ziate escludono ogni illusione di Convegno. E' mancato però l'capUna crisi salutare un uso positivo dei canaii di fii- profondimento dei nessi e dette nanzfa.mento degli istituti e deile differen7.e_ La fe>nna21ioooepentla istituzioo.i attraverso cui e in cui può essere formazione « prolessi realizza I-a prodt.mone cli scen- sionalizmnre • o « politica • ( che za. I tentativi di costituire ca- vu.o: dire anche economioa, sciennali di finooziamen.to « di sin.i- ttif.ica). La lotta nella scuola può stra » paralleli e quelli esisteoti es.sere condotta con gn studenti (vedi ISSOCO) o di modificare o selWl e cootro di essi. L'inquell! esisteoti (vedi presenza nel tervec,to neld'orgaoizzazione del CNR, negli organi ddrettJ.,w del- lavoro può essere condotto aple uciver.sità), hanno dato risul- pog~osi (si fa pe,r dire) altiati penosamente negativi. Il di- 1e COll06CMZe e ai risultati. quanbattito in corso nella souola, a- titativ-i dei tecnici. del padrone spro e frammentato, non porta oppure curando dei rapporti poPerunascienza di mDSa La riapp.ropnaz1one operaia della conoscenm del proce6SO prodqtttvo deve proprio essere di massa e non di poohi. 11 legame con le lotte in fabbrica e neltJ scuola deve ~re reaie. Le fil'àsf ormmnoni della funzione dd rioea-oatore e dei cootenuti delira ricerca devono essere un programma da pors.i oggi, sapendo bene che sarà un programma e<mf1ittuale, squilibmnte e non una tranquilla conquista. Questo vaile t811.Che per la medicina dei lavoiiatori. ohe è H campo in cui i'esper.i007J3 è smta più profonda e la elabo:raiJione, anoh~ teorica, più ricca. L'obiettivo da r-aggiungere è qu-elfo del controllo operaio delta prop-ria 8a!lute e per qu~ ai vuole la niap1ropriazione di mama dei concetto. e dei fondrunentii dell!a medicina oltire che deLla · conoscen7la dd processo produttiivo. La memcim dei lavorat1Mi Non si tratta d:i fare un'oper.azi<.j()e « alummii&tica » nelle f.abbric1he. Si tramt-a cli aitt:accare, sulb · base di uoa raggit.mta capacità e di toa form COll.ltrattUale, -il flll17J:icmamento degli ospedali e della medicma tmdizionali. Forse, -immes5.i in un compi<to come questo, i medici e gli studend m medicina uscimnoo dall'etemo prologo che sori-vooo da cinque anni e neo si attireranno più i fulmini di « Nuova Società ». Ma in questo compito bisogna immettetemi. E non beste un cambio di istituzioni e di ge. stione per risolvere il problema. Se abbiamo una certa fdducia nelile capacità deglii amministratori emhldaoi, non ne abbiamo nessuna iu quelle degli amministratori napaloomi, o palermitani, o torinesi. E, dd resto, neandle gli amministratori migl,iot,i banno il potere di oambiare il rapporto tra i malatii e la medicina, tra l'opereio e l'ospeòa:le, tra i,1 medico e .I malato, se non se lo oambiano da sé. Tutt'm più p055ono dargli unia mano. Francesco Ciaf aloni L--i novità delle riivendica:zloni e delle lotte degli anni scorsi stava proprio nella capacità di affrontare questi temi nella loro iimnediatezza, anche se si è stat tutt'altro ohe in grado di risolverli Qua!che volta le lotte sono f"mite in veri e propri f alfuné.D.ti, ma anche dai fallimet1ti si possono mure conclusioni utili per andare avanti. Dalle facoltà d:: arOhitettura, medicina, ingegneria, f"isioa, aH... istituto superiore di Sanità, al CNE , al LIGB, alla S AM Progettii, alla Selenia, alla Siemens, m reparti di produzione e mootaggio, l'intem area della ricerca e della progettazione è sfata investita da una crisi profonda, implicita da anni o da decenni, ma esplosa improvvisamente con violenza e nicchezza di temi. ANNO II N. 14 (11 GIUGNO 1973) Non si è trattato sofo dedl'iaffermazione della « non neutralità ~lla scienm 'Il; Sono .stati messi ·m -~ i rappom di produziooe ali"mternò degld' -istituti e delle -aziende; si è criticato il modo della trasmissione e della produzione di conoscen-- ze~ i rapporti di potere interni alla produziooe di e sci.eoi.a •, i metoclì nei determinare i temi della rkeroa, i criteri. di priorità nel determinare che cosa è problema e che cosa è soluzìione della ricerca. E' stato ohiaro a tutti, in questi anni, ed è tuttora ohiaro a militi, ohe non basta parlare di « non neutralità • della scienza e che non è leoito attendere il giorno lontano e fatale della « presa dà parere • per affrontare Ja lotta all'intemo del processo di produzione della soiem:a, ma che si può e si deve rado fin d'ora. Certo, le contestazioni, le lotte, i tentati vi di costruzione di una alternativa non banno raggiuto i risuitati ohe ci si prefi&,.csevae spesso sono degenerati in ris-.;a intestina o io faciloneria; IDd è queHo il patrimonio di esperienze da cui bisogna partire, magari con Clli.tiohe puntuali o autocritiche rigorose_ Ben poco di questo patrimonio è stato invece usato, o anche solo nominato, al convegno. Le unic-he esperienze realizzate presentJ., quelle della e medicina dei la'\"Oratori.•, halilO costituito un esempio isolato, e non sufficientemente messo a fuoco, di quello ohe si sarebbe potuto e dovuto rare Un resoconto di lavori anche molto valido oottratto ad o- .P. er_ un.:morini~ntopol_itiço •-••,•:: •,:.~-••v_: _;: .. -- • • •::. -.•.•: --•:•• <i.::,_•_-:• •J~,,t..:..• • .• • ~ ; _. :· • • ••••''•.• .•.~-,~;.t~~.·•-.·;:/~ di massa nella scuOia··· - Funzione fondamentale della scuola nella società capitalistica è quella di legittimare con l'ideologia del merito, delle capacità naturali e individuali, le divisioni reali, le ristrettezze materiali e culturali in CU.igli uomini sono costretti a vivere in questa società. Il diverso gtrado di istruzione legittima agli occhi del manovale «precario• 1a maggiore stabrlità sul posto di lavoro e il maggiore salario dell'operaio «scolarizzato» a livello dell'obbligo, e dav~ti agli occhi di quest'ultimo la superiorità nella scala salariale e gerarohica del quadro intemiedio e del dirigente. La struttura della scuola italiana ccx-rispondeva abbasta~ bene a questa funziooe sociale: da una parte una scuola obbligatoria destinata a dare a tutti un minimo di conoscenza e soprattutto a insegnare a obbedire e rispettar-e H potere costituito (una scuola per buoni operai e casalinghe); dall'altra, una scuola superiore divisa sostanzialmente in un filone umanisti~liceale, destinato a continuare nell'università, per un ristretto gruppo di dirigenti; e infine un None tecnico professicmale, enormemente frammentato ,aH'intecrno, col compito di preiparare quelli destinati a una posizione intermedia ai vari livclli della struttura sociale e produttiva (impiegati di concetto, maestri etc.). Sotto a tutti coloro ohe non riescono a terminare la scuola dell'obbligo, la percentuale, lungi dal diminuire, tende a stabilizzarsi pur con forti differenze fm Nord e Sud fra aree forti e aree deboli. La necessità economica per iil grar:de capitale monopolistico di mantenere ed estendere anche nei momenti del massimo sviluppo settori di lavoro precario e marginale (dalla piccola ioot16tria, al lavoro a domicilio, al bracciantato agricolo) determina la ne. cessità di creace all'interno delf.a scuola sottouomini, oh.e saranno i sotto occupati di domani. Gli anni 60 scoovolgono in gran parte questo schema: la scuola italiana si è trasf cnnata attraverso uo eccezionale incremento degli iscritti da scuola di élite a scuola di massa; e questo enomie incremento si è registrato soprattutto nella scuola secondaria superiore e nell'università. L'aumento della scolarità nella fascia superiore dell'istnJzione sconvolge la vecchia struttura del- . la souol,a; i oriteri rigidamente selettJiiv-isu cui la vecchia scuola era basata entrano in crisi: entra in crisi in maniera drammatica la corris.pondenza f.ra titolo di studio acquisto e possibilità di trovare un lavoro corrispondente. Come reagisce il governo di « centr0-6ini.&tra,. a questa «massmcaziooe » deHe strutture della scuola ohe avevano avuto fino ad allora un carattere di élite? Non c'è stato, malgrado se ne sia parlato come non mai, nessun organico progetto di riforma, ci sono stati però molti provvedimenti dhe ci permettono di individuare con estrema ohii8t"ezziauna preci-sa direzione di maTCi•a. Questi provvedimenti tendevano a prolungare la scolarità obbHgat-ooia, a ridurre l'incidenza della selez;ione scolastica mediante misure f.adlitanti (vedi circolare Mi.&asi), a rendere più agevole la cirrcolazione della popolazione scolastica entro uoo stesso oroine di souola o tra ordini di scuole diverse (lihera.Jizzazione dei piani di studio) . Senso genera-le di questi provvedimenti è seoza dubbio una grossa 0.pernzione di « lubriffoazione », la eliminazione di strette selettive, razionalizzando in qualche modo l'enorune incremento di l)OpOlazione scola,stioa nei due ovdini di scuoLa. AUa base di queste misure ci stanno un'ideologia e una realtà:· l'ideologia è quella del t"ilf ormi,smo s-Hle «centro-sinistra ». l'utopia del «-progetto 80» di U1I1 capitalismo senza contraddizioni ,che col suo sviLuwo supera le auetratezze e rende omogenea <e fuozionale al massimo profiiit:to) l'intera 60Cietà: estensione quindi deLI'obbligo, uniifiaizione dei vari ordini di scuola formazione poHv.alente in vist,a di uno sviluppo tecnologk:o e produttivo a oui erano necessarie nuove e più versatiili capacità: l,a realtà è queU,a del processo di ristrutturazione caipitalistica, l,a diminuzione dell,a f orna lavoro sul tcit,a,ledell,a popolazione, l'aiumento del lavoro sottooupato e sottopagato, la necessità di far c,pa: oheg.giare» il più a lrungo poss1bi.le fuori della scuola la grande ma~ dei giovani. L'operazicoe di « lubrificazione», di razionalizzazione della dequaH.ficaz-ione, dello spreco permanente di risorse intellettuali e umane di milioni di giovani, che è una oal"at.teris,tiAndrea Ranieri (continua alla pag. seguente) Bib ioteca Gino Bianco .,.,.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==