Due anni di Unità Proletaria - Fascicolo speciale - febbraio 1974

22 ' UNITA' PROLETARIA ANNO Il _N.. 19 (8 OTT.OBR~~ 1973)A La dura, .. drà~ ~atioa lezio.ne del ·Cile La tragedia del golpe fascista in Cile, a dieci giorni dal suo inizio, sembra compendiarsi in 2 parole: resistenza e massacro. Le masse popolari non hanno subì1to passivamente il colpo, ma reagiscono con disperazione e con forza. Gli assassini in uniforme sanno che i tradizionali strumenti repressivi non possono spezzare questa resistenza. E ri• corrono al massacro. Sistematico, preciso. La « stagione di Allende » non finisce con la sua morte: contadini poveri, operai, minatori, studenti hanno conquistato una maturità, una coscienza, una volontà di socialismo che nessun colpo di stato può cancellare. Questi contadini, questi studenti, questi operai continueranno a lottare, a battersi per salvare e poi raggiungere quei risultati che tre anni di Unidad Popular avevano fatto sembrare così vicini. I generali ·traditori - come li ha sprezzatamente chiamati Allende - sanno tutto questo. Sanno che il nemico più pericoloso pe,. loro· è quella coscienza, quella volontà. Sta qui il fondamento della scelta politica di massacrare quanti si battono, e soprattut'~o gli operai. Nella settimana di sangue che segnò la fine della Comune di Parigi le truppe di Mac Mahon ricevettero la direttiva, chiaramente politica, di sterminare tutti gli operai che venivano trovati con le armi in pugno o comunque che avessero aderito alla Comune. Non bastavano i diri• genti: era la base sociale stessa della rivoluzione che doveva essere eliminata, per cancellare, con essa, le idee della rivoluzione. Non è il solo precedente storico che oggi il Cile richiama violentemente alla memoria. C'è anche la Spagna. L'abbietto terrorismo delle truppe franchiste rispondeva, ancora una volta, all'esigenza politica di eliminare fisicamente i protagonis'ti della Repubblica, e insieme di indica• re a tutti - alle madri, ai figli alle mogli degli uccisi - che la ribellione ai gruppi dominanti paga solo con la morte. Il massacro come metodo, come « memoria » dinamica per i rimasti vivi che la rivoluzione non e possibile. Un'intera generazione ha subito lo choc del terrorismo franchista; non a caso i fermenti di nuovo antifascismo vengono dai giovani studenti e operai della seconda generazione successiva alla guerra civile spagnola del '36-'39. Nonosta!nitle iii terr()ifie de1im1aissa1c,r.i si è sviluppata la resistenza, giorno dopo giorno, sia pure a prezzi indicibili in termini di vite umane. In Cile dunque combattono, muoiono, in nome del socialismo, in nome di Allende, in nome di quanto Unidad Popular aveva costruito in questi anni. Il nostro primo dovere internazionalista è di e.ssere con i compagni cileni, incondizionatamente, senza indulgere alle tentazioni saccenti del « l'avevamo detto noi. .. », o alla stupidità di chi non riesce a usci-re dal proprio guscio di astrattezza, e archivia frettolosamente il dalo vivo, umano del Cile di oggi, per passare subito alle « analisi storiche » tese a confermare ineluttabilmente la ragione della propria strategia politica, come se - ancora una volta - quanto accade in Cile fosse già scontato, previsto, consumato anzitempo. I La DC cilena ha dato tutte le giuLa realtà è ben diversa. Il Ci- stificazioni giuridiche, politiche, le ci ha poS'to negli anni scorsi, addirittura morali cui i golpisti e ci ripropone ora con ben mag- potessero attaccarsi per dare il giore drammaticità, tutta la com- via all'operazione criminale. Lo plessità della transizione al so- stesso arcivescovo di Santiago, cialismo, soprattutto in una fa- in un'intervista al Corriere, conse storica dominata dalla divisio- ferma indirettamente che dietro ne planetaria in sfere d'influenza. ai generali sta [a DC - se non La ~"',z"11ornie deil C1"1·l1e b_astavano tant! altri fa_tti a _chiall: Il' 1 r1rlo. La DC d1 Fanfam e d1 RuLa lezione del Cile ha questo mor sa tutto questo ora come lo primo segno di carattere inter- sapeva prima. Rumor conosceva nazionale. Con 'triste ironia, po- i legami tra DC e CIA (e Fanfatremmo dire che il dramma odier- ni pure, forse con maggiori inno del Cile è un regalo della formazioni relative ai legami tra coesistenza pacifica. CIA e DC italiana ...), e sapeva, Le difficoltà del governo di Al- come tutti, la drammaticità della lende hanno avuto origine, subi- situazione, e approvava l'azione to all'indomani della sua elezio- di Frey per rendere ancor più ne, nel massiccio attacco econo- arroventato il clima politico. mico scatenato da Nixon, dalle Le responsabilità della DC itaimprese multinazionali che sfrut- liana sono dunque gravissime, tavano le risorse cilene, dalle ma - queste sì - previste e banche americane ed europee prevedibili, scontate, data la preche hanno tagl~ato i crediti al cisa natura di classe della DC Cile, gli hanno negato i prestiti italiana. necessari per far fronte all'inflazione. In ques'ta manovra di strangolamento finanziario gli USA hanno avuto una quasi completa libertà d'azione, dato che il pallido e stentato aiuto sovietico non offriva certo un contrappeso sufficiente. E i 37 miliardi dati dalla Cina non potevano riempire questo vuoto. Insistere nel fare i salti mortali - come fanno PCI e PSI - per regalare patenti di d_emocraticità alla DC rivela le dimensioni di un errore strategico storico che anche l'esperienza cilena può aiutarci a capire meglio. Guai se il golpe cileno div.en- , messo con le forze del capitaJitasse l'occasione - come seri- smo, del condizionamento recivevo prima - per far alzare il proco (e si sa come va a finidito cattedratrico dei « professo- re)? ri della rivoluzione ». I Il presupposto di questa poMa, allo stesso modo, guai se ' litica è una profonda sfiducia i compagni comunisti e socialisti nelle masse popolari, nella loro rifiutassero anche l'evidenza di I capacità di crescita e di maturaquesta occasione per riprendere , zfone, di porsi come classe egeuna riflessione comune a tutta la rnone protagonista della propria sinistra sui problemi che compor- liberazione. La linea politica che ta la costruzione del socialismo · ne consegue tende a provare che in un paese a capitalismo avan~ 1 la rivoluzione non è possibile, zato. Che senso ha affermare che ci si deve accontentare di che il Cile era interessante sì, un a: socialismo a metà•· 11 pema l'Italia è un'altra cosa, e farlo ricolo che tra le masse si insiproprio oggi? Che senso ha ar- nui questo discorso - dell'imrampicarsi sugli specchi come il i possibilità della rivoluzio:1e - è professore comunista francese reale, e va combattuto, con e-- Ellenstein per dimostrare che stremo vigore. ~uel. che non è stato possibile La rivoluzione è possibile, e m C1IE: f:OI pro~ramma ~• Allen~ proprio il Cile lo prova. Non è lo sara mdubb1~men~e m Francia un assurdo: il processo di procon_ quello d1 M1tterand-Mar- fonda e vigorosa maturazione pocha1s? litica, umana e sociale delle masChe significato politico ha ri- se innescato dall'allendismo ha cercare, oggi più di ieri, la par- fatto fare grandi passi in avanti tecipazione della DC alle manife-- al proletariato cileno. Ha anche stazioni unitarie per il Cile (e provocato - di contro - la rea-- imporne la presenza a tutti i mi- zione borghese. Ma ha gettato i litanti, anch3 a quelli iscritti al presupposti di fondo perché quel PCI) se non quella di ribadire processo non venga arrestato che non c'è altra strada da per- per sempre. correre all'infuori del compro- DANIELE PROm Ma le responsabilità dell'URSS non finiscono qui. ANNO II N. 20 (24 OTTOBRE 1973) Nel 1971, a pochi mesi dall'elezione di Allende, l'URSS conclude con gli Stati Uniti un accordo per lo sfruttamento, da parte degli USA, delle miniere di rame in Siberia. A distanza di pochi giorni, il prezzo del rame, sul mercato mondiale di Londra, crolla. Le conseguenze sull'economia di un paese che affidava I'80 per cento delle sue risorse all'estrazione del rame sono facilmente immaginabili. E' t'inizio delle terribili difficoltà dell'economia cilena. Certamente: a questo si sono aggiunti errori di pianificazione del governo di Unidad Popular, si è accresciuta la baldanza dell'imperialismo. Ma come poteva non crescere l'attacco imperialista, quando era la stessa Unione Sovietica che infieriva un colpo durissimo all'economia cilena? Non è possibile che l'URSS non fosse in grado di prevedere le conseguenze della sua politica di « coesist~nza » con gli USA. E non è una semplice battuta polemica affermare che l'evidenza dei fatti sembra provare che tale « coesistenza pacifica » vale solo nei confronti dell'imperialismo, e non dei popoli che si battono contro di esso. Il successo dell'esperimento di Allende avrebbe avuto conseguenze incalcolabili per la presenza imperialista in America Latina: Cuba più il Cile sarebbero stati un deterrente di ribellione continentale pericolosissimo. Isolata Cuba, potenziato (grazie anche agli investimenti europei, tra i quali la Fiat, la Montedison e la Liquigas) il fascismo brasiliano per farne l'agente principale degli USA nel continente latino-americano, restava da distruggere l'esperimento cileno. Tutto sommato Nìxon e la CIA hanno avuto via libera. Valta, o meglio la logica di Valta, funziona ancora. E se ne vedono i risultati. Coes,i 1 ten~a paci 1 fioa e vi~enaziiro,niz.,N La lezione del Cile continua nel rivelare, con tutto il suo clato di indiscutibilità, la natura e la logica politica della Democrazia Cristiana. E non parUamo solo della DC di Frey, vera e propria « mente n degli assassini cileni. Al fianco della • res Il violento rovesciamento del governo di Unidad Popular, l'assassinio del presidente Allende, i terribili massacri di questi giorni ma ancor più la tenace resistenza popolare hanno provocato una straordinaria risposta di massa nel nostro Paese: Migliaia e migliaia di antifascisti hanno partecipato in questi giorni a manifestazioni, assemblee e dibattiti con un'affluenza e un'intensità paragonabili soltanto ai giorni più «caldi» della mobilitazione per il Vietnam. Giustamente, a livello di massa, è stato capito in modo immediato che non si tratta soltanto di solidarizzare con compagni che vengono repressi in qualche parte del mondo, che non si tratta soltanto di protestare contro un ennesimo colpo di stato sia pure ad opera di militari particolarmente efferrati e sanguinari. C'è la consapevolezza che il Cilé è qualcosa di più, che il Cile è vicino, che la sua storia politica si intreccia con la nostra. L'allendismo ha coraggiosamente cercato di realizzare la propria strategia nel dare risposte concrete ai problemi della transizione al socialismo: problemi che sono anche nostri, nonostante ovvie differenze. La questione delle alleanze, il rapporto con i ceti medi, il livello e il grado di tensione dell'unità di tutte le sinistre, H nodo dell'interclassismo cattolico sono infatti problemi aperti anche per il movimento operaio italiano. Il Cile ci ripropone drammaticamente inter. rogativi, riapre vecchie polemiche, suscita impegnative riflessioni. E noi dobbiamo recepire questo brusco richiamo, per quel che esso significa in termini di strategia per Ja trasformazione radicale della società italiana. Lacri,si dell'interclassi5mo Ma il Cile è anche qualcosa di più, e di diverso. H golpe fascista rivela il punto più alto di debolezza del!a DC cilena (e le dichiarazioni di Tomie, tutto soddisfatto perché l'azione dei militari in fornlo ricostruisce la reattà della OC, lo confermano clamorosamente), e segna il momento in cui le forze borghesi hanno voluto questo precipitare della crisi per evitare un altro evento, per esse ben più drammatico. Nel Cile infatti si andava incrinando, nel caldo della crisi, la compattezza dell'interclassismo. Nel vivo dello scontro quelle forze proletarie, che avevano sino ad allora dato l'appoggio alla DC, erano state portate all'impatto con la realtà dello scontro di classe, mentre tutte le solite mediazioni ideologiche saltavano, i vecchi modi di persuasione non funzionavano più e la DC si dimostrava progressivamente incapace, p-er la sua stessa natura di classe, di rispondere alla nuova domanda politica che nasceva all'interno delle sue fila. Insomma era proprio la lorsenna a guerra ad AHende (congiunta all'azione di massa di Unidad Popular nei cordones, nelle campagne, nelle miniere e nelle scuole), con tutte le indicazioni disastrose sulla condizione operaia e contadina, che stava dando risultati negativi per la stessa DC. Il processo di maturazione di massa innescato dall'allendismo stava toccando anche la tradizionale sfera di influenza sociale della DC cilena. Questa incrinatura poteva avere l'effetto di una bomba a scoppio ritardato di grandi dimensioni. Ecco il pericolo per la borghesia cilena (e per l'imperialismo americano), ecco l'origine politica del golpe. Possiamo solo presumere l'effetto che avrebbe avuto il successo dell'esperimento allendista sul resto dell'America Latina. Ma sappiamo con certezza quali con- , seguenze avrà una resistenza partigiana che consegua vittorie, che dimostri che si può reagire alJa prepotenza militare, e che realizzi questi risultati con un ampio fronte internazionale di solidarietà. La resistenza armata cilena già oggi è - ma domani può diventarlo ancor più - un nodo cruciale dell'imperialismo. Sta anche a noi farlo diventare un nuovo momento di crisi. Gli-obbiettivi della mobilitazione Qui stanno i motivi politici di fornlo che ci spingono a chiamare tutti i compagni, del PdUP e delle altre forze della sinisb'a, a operare il massimo sforzo per fare della mobilitazione pe-r U Cile uno dei momenti principali della lotta politica. Questa mobilitazione non può,· esauritosi il momento delr emozione e della rabbia, ritornare nei tradizionali alvei della propaganda internazionalista. Esistono - e abbiamo cercato di spiegarle - tutte le ragioni politiche di fondo per condurre un'azione continua, svi1 uppata in profondità e in ampiezza, capace di fare del Cile, verso la metà degli anni '70, quello che significò il Vietnam alla fine degli anni '60 per una generazione intera di studenti e di operai. (eontinua aDa pag. seguente) ~ Biblioteca Gino Bianco

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