Unità proletaria - anno II - n. 15 - 23 luglio 1973

FIAT: per la lotta a riprendere settembre Il significato del « nuovo modo di fare l'automobile » - Le isole di montaggio - Lotta per l'applicazione del contratto li dopo contratto aDa Fiat è cantterinato dall~mrtazione di notizie sul «nUOVO lllOdo di fare l'automobile~, che secondo Agnelli ancltebbc a lUUO vantauio clcgli open,i. Quali sono gli obbiettivi di questa campagna che finora non è altro che pubblicistica, visto che gli operai continuano nella mag. gioran.za a lavorare con i tradizionali metodi? fnnanzitutto ci sembra quello di fare passare nella concezione della gente che non lavora in fabbrica una visione degli operai profondamente diversa da come è realmente, far credere che nelle fabbriche Fiat gli operai lavorano in condizioni oUime, con -pi spazi a disposizione, senza nocività ambientale, con la possibilità di autoregolarsi i rilmi di lavoro secondo le loro esigenze ccc. Operai che quindi non avrebbero diritto di lott8t'C contro le condizioni che la Fiat impone realmente, che 11011 avnbbero ragjooc di lottare cootro un padrone così impegnato a rendere la fabbrica «più bella e umanu. L'obbiettivo della Fiat è quindi innanzicutto quello di dividere gli operai che lottano dal ttSto dei proletari che io questi anni di lotte la classe operaia ha saputo schierare al proprio fianco. Non bisogna però credere che le affermazioni di Agnelli sul «nuo. vo modo di fare l'automobile» siano solo parole. In realtà la lotta operaia ha reso antieconomica la tradizionale organizzazione del lavoro capitalistica attnvcrso le lotte per il controllo dei tempi, contro l'aumento dei ri1mi, per abolire la nocività, per ridurre l'orario di lavoro ccc. Gli operai hanno reso rigido lo uso della forza lavoro, non permettendo più al padrone di utilizzarli come serviva a lui. li nuovo modo di fare l'automobile è il tentativo della Fiat di recuperare su questo te~. Le isole di montaggio sono cioè il mezzo con cui la Fiat tenta di reintrodurre forme di elasticità nella organizzazione del lavOl"o. In questo senso, se è &-iustoaf. fermare che questa svolta della Fiat è stata imposta dalle lotte de.- gli operai, è anche indispensabile, da subito, definire i modi con cui contrastare il tentativo del padrone di •u-tan con forme nuove la produttività dei lavoratori, rendendo più difficile l'organizzazione delle lolle. Particolannentc importante alla Fiat diventa allora l'applicazione del contrano conquistato con la lotta dell'inverno-primavera scorsi. Già su questo terreno si può constatare la vera volontà della Fiat, tentativo di applicare a modo suo l'accordo per quanto riguarda le ferie, d.i recuperare anche su questo tcrrcoo ,..rgini di profiuo restringendo ad arte quello che ha dovuto accettare nella firma del contratto. Già ora è indispensabile prepa-l rarsi per I.a rase più difficile di applicarlone dd contrallo, per non I permettere ai padroni di riprendersi quello che banno dovuto concedac all'atto della firma del contratto. La loua per l'applicazione coerente del cootrauo - può procedere da sola ma deve saldarsi con l~n.iziativa del movi.mento in risposta all'attacco che il padronato sv;. luppa attraverso l'aumento dei prezzi. Alla Fiat si parla ormai di ini- :iiare La lotta aziendale dopo le ferie per non correre il rischio di dover concedere altre deroghe sull'orario (come è successo nel 1970). E' importante che già da ora si costruisca tra gli operai e i delegati la linea rivendicativa da sviluppare. Proprio dall'esperienza di loua di questi giorni a Rivalta ed a Mirafiori è possibile definire alcuni punti: un aumento salariale sulla voce premio di produzio. ne (annuale e mensile) e un auBibliotecaginobianco mento del valore del premio ferie cet1amente giusti e necessari se si vuole rispondere all'inflazione incessante. Può essere anche possibile (are un ulteriore saho in avanti in termini di qualità affermando la garanzia del valore dei premi staccandoli dalla produzione e dalle ore di p=cnza e ren. dendoli uguali per tutti. L'esempio del premio-ferie collegato a). le ore di presenza, che funziona quindi anCOl"a da premio antiscio. pero (chi sciopera prende meno premio) rende chiara J"imporlanza di questa rivendicazione. mobile e diminuire il suo pr-czzo. Affermare la linea egualitaria che il movimento ha imposto in questi anni signiflc.a porsi già ora il problema della parificazione al livello più alto del valore punto della scala mobile. I prezzi aumentano per tuui, particolarmen. te per i redditi più bassi, cd è assurdo che gli operai abbiano una scala mobile notevolmente più bassa degli impiegati. Su ques1i elementi è necessario che nelle squadre si sviluppi la discussione sin da ora, ricostruendo il rapporto delegato-gruppo o. mogeneo, affermando il ruolo dei delegati come espressione reale dei Iavora10ri. Coerente con questa linea è la richiesta di staccare il costo della mensa dagli aumenti della scala Novara: la lotta • delle operaie tessili Per tutto il 1971 ed il 1972 la voro. Queste lotte aziendali aspre ristrunurazione ha tartassato vio- e lunghe costituiscono il retroterlentemente i lavoratori tessili e ra della lolla contrattuale del magdell'abbigliamento in provincia di gio-giugno di questo anno. Novara: olrre 1200 operai henno J n questa occasione la classe o· lasciato le fabbriche e non sono peraia tessile e delrabbigliamento stati sostituiti, altri 1300 circa han· ha sfoggiato in pieno la sua ca• no perso il posto in seguilo alla I pacità di tenuta. Eppure le diffichiusura di reparti o di aziende, coltà non sono mancate anche l'economia e il tessuto sociale del· nella fase di preparazione della Je wne basso-ovest Ticino sono pia11aforma rivendicativa poiché si state sconvolte dalla chiusura del- è tra11a10 di aggregare un. vasto la Rossari e Varzi. settore dt classe opera,a vanamenMa questa volta ; lavoratori non sono stati - come nel passato - fermi a subire il ricatto padronale. el 1971-72 si è sviluppata con rabbia la risposta operaia: contemporaneamente alla riduzione d"orario, ai prepensionamenti, ai licenziamenti, si è affermata la lotta articolata per il riconoscimento ai delegati del diritto alle contrar· taz.ione della organizzazione del late assortita. Le giovanissime ope· raie dell'0bbigliamen10 erano ere· sciute nelle lotte di questi ultimi due anni ma permanevano gravi limiti di politicizzazione, le operaie tessili tradizionali non hanno a~- ce11ato rune e senza discussione la linea egualitaria. Infatti negli anni neri il pedronato ha lavorato sodo con il mansionario e con la differenziazione di innumerevoli qua· liriche sfru11ando anche una vecchia concezione della professiona• lità presente ancora in parte nella categoria. Ma rullo questo avvalora encora di più la lolla che è stata fa11a. Un altro fallo va sollolineato riguardo le forme di lotta: lo sciopero interno e la riduzione della resa fanno parte del patrimonio culturale di gr8f1 parte della categoria; in più nel corso di queste lolle contrattuali si è avuto anche qualche corteo interno ma soprallullo una grnn quantità di uscite all'esterno della fabbrica con (.-) la Cisl respinge la ipotesi di una intesa tra grande capitale e classe operaia. Presupponendo una sostanz.ialc tregua sociale, tale intesa eviterebbe di in• cidcrc sulle contraddizioni della società e dello sviluppo, mentre rafforzerebbe Je posizioni di potere, e quindi, di profi110 e rendita dei grandi gruppi. lnohre questa intesa provocherebbe un ul· teriorc indebolimento del quadro politico e, creando frauure all'interno della classe lavoratrice, influirebbe in maniera negativa sulla politica e sull'azione del movimento sindacale. (...). • una grosse carica di spontaneità. In queste circostanze è apparso chiaro come si è ormai esteso nella classe operaia un nuovo modo di porsi di fronte al padrone alla popolazione e quindi implicitamente un nuovo modo di far politica. Dalla mozione finale del Ccmgresso Cis/ . Roma, giugno 1973 ... Quando scaua la contingenza (scala mobile) deve scattare uguale per tuui e non come oggi: un punto per l'operaio vuol dire 373 lire, per un impiegato di I.a cal. ~9 lire. Aumentare gli assegni ramiliari cd eguagliare i trattamenti tra tulti i settori (in un anno la famiglia - 2 figli e moglie casalinga - di un metalmeccanico, riceve L. 77.420 in meno di quella del bancario e 103.680 in meno di quella del ministeriale). Con questo ritmo dell'inflazione. chi il I.o gennaio del 1973 guadagnava 150 mila lire ne guadagnerà 124.500 il 31 dicembre 1973. In conclusione va fatta però una osservazione fortemente negativa, è mancato cioè nella lolla contrattuale un dato che doveva essere caranerizzante: il recupero della unità con le lavoranti a domicilio e con le lavoratrici dell'artigiana· to. La costruzione di questo fronte sociale era fondamentale per po• ter contraslare con successo in seguito il processo di ristrullurazione portato avanti daJ padronato. on solo, ma in questo modo la classe operaia tessile si sarebbe potuta fare promotrice zona per zo· na di iniziative più generali di collegamento tra occupati, so11occupa1i e disoccupati. Il venir meno per questa strada della socializzazione da un lato si è fatalmente ripercosso sulle conclusioni contrauuali dall'altro costituisce un limite generale di luno il mo· vimento, da superare assolutamense se non si vuol lasciar passare la linea dell'elleanza tra grosso padronato e occupati stabili. Ristrutturazione alla Michelin La Miche/in di Spinella Maren• go: un'area indus,riale enorme in proporzione a quella delle altre fabbriche di Alessandria, in aperta campagna e non lonuma da un paese - Spinella - che si è sviluppalo ai margini della Montecatini tristemente famosa per la 11ociviIà; di fronte ai 1200 lavoratori della MontecaIini, la Miche/in ne occupa già 1600 e a costruzione completa ne occuperà circa j()()O_ Per la cillà di Alessandria e la sua zona è destinata a diventare il nodo della realtà operaia, un momento politico di enorme imporlan:a per /a lotta di classe in /utla /a provincia se s; pensa che oggi la fabbrica più grossa è l'lwlsider di Novi L. - 2.000 lavoratori - e esistono mollissime fabbriche che non superano i 100-200 operai. La Miche/in doveva essere - e molli erano gli illusi - una fabbrica modello, «riformala» e razionalizzala. hl rea/là è l'esem· pio di come si organiz:a lo sfrut• lamento in fabbrica e fuori. Assunz:oni avvenute in 1110</odiscriminatorio - per garantire il ra· pido avvio della produzione e la preparazione di capi e capelli: è stato il primo allo chiarificatore della politica padronale. Lo cosa più eviden1e nelle fabbriche Miche/in è la voi on là del padrone di mantenere situazioni so/aria/i e di lavoro dii:erse. In Italia: 11011c'è una fabbrica che abbia livelli salariai; simili (Cuneo: salario medio superiore di 30mila lire circa rispello a quello percepito a Spinetla, inferiore di 20mila lire rispello a quello di Torino Dora). All'i11lemo di quesle differenze salariali ogni operaio percepisce una pag(I diversa da quella del suo compagno, 11110 paga di posto c(l/co/a/a esse11zialmen1e sul « cotJimo » che costituisce una grossa parie del salario. C(lrdini dello sfrut1ame1110e dell'organizzazione del lavoro per Miche/in - i11 Italia come in Francia, in lnghillerra e in Spagna, in Germania e in Canada -, sono la parcellizzazio11edelle mansioni, la paga di pos/o e il COI· t!mo. E questo vale sopratlul/o a Spinella dove il padrone ha a. do/lato una parola d'ordine 1111 po' av1,·e11turista, ma cara lii vecchio e al nuovo capitalismo: fabbrica nuova, sfwtlame1110 più in• tenso. Se qualcuno non ce /(I fa può sempre cambiare poslo e guadagnar meno o licenziarsi; tutta la (DaHadocumentazione peril congresso delbCGILdi Torino) (...) Nei confronti del nuovo governo dobbiamo ri• prendere tuni quei temi con i quali abbiamo contrastato i passati governi di centrosinistra, nel senso che essi hanno teso ad opporre del· le « correzioni ,. all'alluale meccanismo di sviluppo e non ad eliminare le cause che hanno determinato, ed accentueranno, ~ jfor1ure dell'economia italiana, che non possono essere eluse die• tro il paravento di un governo della « salute pubblica». ( ...) Tale governo nasce più da una scelta di schieramento che da un dibanito di ampio respiro che ne sonolinei la profonda volontà riformatrice anche sulla base delle esperienze del passato, che abbia a proprio primo riferi· mento le esigenze souolineate da1 movimen10 operaio, dalle lolle dei lavoratori. degli studenti, degli strati popolari. Non è un caso che tra i punti del documento del congresso DC appaia. come uno dei primi titoli. la richiesta della autoregolamentazione dello sciopero. incentivazione passa sempre attraverso il COiiimo. Le condizioni ambienta/i nel nuovo s1abili111e11to sono forse peggiori - se è possibile - di quelle degt, allri stabilimenti e ;,, alcuni reparti fumo e calore sono intollerabili. Questo è stato per molti nuovi assunti un forle slimolo alla mobili/azione e alla lolla. L'altro pull/o fermo di Miche- /in sembra essere quello di lrattare con le organizzazioni sinda~ ca/; solo a livello di 11er1:ce,e comballere in ogni modo le forme di organizzazione di base. i Consigli di F.: a Spi11elta il Consiglio di F. non è rico11osci1110 dalla direzione ed è oggello di i111imidaz.ioni di ogni sor1a. Se il disegno padro11a/e è qt1ello di rislrutlurare il sei/ore gomma a livello europeo 11eiluogl,i e 11e/modo miglior; per il profiII0, non passa tuttavia in modo indolore. Ha sopra/111/10/rovato u11(1 110bililazione sponlanea e dura allo i111erno delle fabbriche, co11 la definizione di una piat1afor111adi gruppo: cortei interni, scioperi (Jr• licolati, e a singhiozzo, auto/imitazione dei rii mi (e qt1es10è avvenulo dove il collimo copre ~rtm parte del salario), blocco delle merci in uscita . S; è cercato di costr111re tre occasioni per ampliare la lot1a: l"Assemblea aperta del 22 maggio a Alessa11dria, la 111a11ifesrnzione inlemazionale dell'8 giugno a Clermo11t-Ferra11d. e lo sciopero del/'induslria co11la ma· nifes/azione a Alessa11dria il 27 giugno. li bila11cio di questi tre momenti non è del lutto pvsilivo e ha rilevalo le di!f1co/1i, cui l'O incontro la vertenza di gruppo. Nell'Assemblea 11011si è arrivati al reale collegame1110Ira lo/• la di fabbrica e lolla polùica complessiva e bisogna dire che queslo slava a cuore a pochi. se gli interventi più poli1ici. la proposla dei Consigli di zona, so110 stati isolati ;n nome d1 un sindacalismo che risolve 111110a; C/ermonl-Ferrand in una manifestazione poco comballiva erano assenti i delegati inglesi che pure sostengono oggi un duro sconlro d; classe e sono venule ili chiaro le divergenze all'inlerno delle organizzazioni sindacali interna:i<J.. nali; infine, lo sciopero del 27 che era sia/o progettato genera/e e interprovinciale (Cuneo. Alessandria. Torino/ si è rido/lo a u· no sciopero provinciale per Alessandria di 4 ore dell'i11dus1ria, con una mobilitazione poco elfi· cace. Ora molti operai sono scoraggiali, sentono il peso dell'isolamento e in alcun; casi (a Cuneo) hanno sospeso ogni forma di lolla rimandandola alla fine del '73 alla scadenza del contrai/o. Nella manifestazione di Alessandria uno slogan più volte ripe• tuto era •Trattative!» f}er rom• pere l'intransigenza di M ichelin che non nega certo aume1111sa· /aria/i, ma li vuole distribuire a sua discrezione e senza toccare l'organizzazione del lavoro e i criteri salariali. Questo è il rischio che c0rre oggi la lolla: (IC• ce/tare aumenti salariali 'dalle 20 alle 80 lire l'ora) disIribuiIi secondo la logica della pt,rcetlizza. zione e della paga di poslo in cambio della rinuncia a /ot1are contro il cottimo, i carichi di lavoro, la nocivilà. Tn questo caso andrebbero avanlj a gonfie vele la ris1r1111urazione e l'espansione che Miche/in sia praticando con lo smantellamento della fabbrica di Tren• 10, sostituita con quella progettata a Fossano, l'emarginazione della fabbrica di Torino-Dora a va11taggiodi quella in cosIr11zione a Torino Stura; e questo in barba a ogni propos/a ri/ormisIa di investimenti industriali nel Sud, di decongeslione delle zone in· duslriali ecc. Un coordinamenlo più sire/lo Ira Torino. Alessandria e Cuneo, può evitare di sganciare le situazioni oiù deboli: devono esserci però moment; di incontro all~r/!a· ti tra più operai e dele11aIi pos· si bile.

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