Unità proletaria - anno II - n. 15 - 23 luglio 1973

UNITPI'ROLETIRII SPECIALE PIEMONTE Il coordinamento regionale ael PdUP e i centri del Manifesto ael Piemonte lianno preparato questo inserto - FIAT, Olivetti, Micbelin, tessili di Biella, e inflazione, contl'attazione articolata, centro-sinistra: i problemi principali affrontati Un centro-sinistra per la politica di Andreotti La tenuta del movimento di lotta nello scontro contrattuale, la capacità dimostrata dagli operai nel rigettare il tentativo pa• dronale di imporre al movimento di classe la fine dell'esperienza iniziata nello autunno del 1969, ha ottenuto l'e~fetto di ~ettere in crisi il Governo di centro-destra che aveva tmpostato il suo programma sulla sconfitta operaia. E' stato lo stesso padronato « illuminato » c~e, di fronte all_:1 forza degli operai, ha cambiato cavallo ed ha spmto la DC a ri• cercare la collaborazione con i socialisti. E la DC ha puntualmente risposto, rispolverando Fanfani e l'unanimità. Una una• nimità possibile solo confermando nel. programma della svolta tutte le caratteristiche della linea con cui la DC ha sostenuto Andreotti: la centralità. Lo si nota scorrendo lo stesso programma concordato da Rumor in cui vengono confermati gli stessi provvedimenti che Andreotti non riuscl a far passare. L'esempio più evidenre è il « fermo di polizia"· * * Se i contenuti sono uguali, perché la borghesia e la DC si sono orientati sul centro-sinistra? L'obiettivo è quello di modifi• care l'atteggiamento delle organizzazioni tradizionali del movimento operaio attraverso !'inglobamento nel Governo dei sociali• sii. Rallentare cioè, e se è possibile annullare, la spinta che nel movimento operaio e nelle grandi masse si sviluppa io risposta a un aumento generalizzato dei prezzi di circa il 15 per cento. Dare alcuni mesi al padronato per utilizzare al meglio i van• taggi dell'inflazione senza pagarne i prezzi. Una eventualità molto pericolosa perché permetterebbe ai padroni di prepararsi con tranquillità a un blocco dell'inflazione attraverso la deflazione (stretta creditizia, chiusura conseguente delle fabbriche deboli ecc.) con gli evidenti effetti sul movimento operaio e popolare. * * E' questo il rischio dcli'« opposizione diversa» proposta dal PCI che si traduce nella ipotesi di autoregolamentazione degli scioperi portata avanti da alcuni settori delle confederazioni sindacali. In sostanza permettere ai padroni di sviluppare il loro attacco al movimento, sui prezzi e sulla ristruttarazione, imbrigliando la risposta operaia. Una ipotesi che nello stesso movimento sindacale fatica ad andare avanti, che trova notevoli opposizioni soprattutto da parte delle categorie dell'industria, che propongono invece di sviluppare rapidamente il moviménfo contro l'inflazione e la ristrutturazione (es. la conferenza dei quadri della FIOM e il congresso della FIM). Di fronte all'attacco padronale il compito del movimento popolare e particolarmente della classe operaia non è quello di una opposizione più compiacente e moderata, ma anzi di costruire nel Paese e a livello politico uno schieramento unitario anticupitalistico che sappia contrastare adeguatamente il progetto padronale: uno schieramento di nuova opposizione. * * li movJmcnto di lotta ha saputo imporre a chi l'aveva sostenuta, l'abbandono formale di ogni ipotesi di « patto sociale"" Bisogna ora impo,re che, negato a parole, il « patto sociale ,. non passi nei fatti. 11 punto di partenza sono ancora le lotte di fabbrica, che contrastino il recupero di profitti che i padroni tentano con l'inflazione attraverso lotte che aumentino il valore dei salari adeguandoli, almeno, all'aumento dei prezzi e contro la ristrutturazione produttiva e gli aumenti dello sfruttamento (,particolarmente straorudnar.i e turni) che i padroni ottengono attraverso il ricatto dei prezzi. A partire da questo elemento centrale è possibile sviluppare Llll processo di lotte sui costi sociali (casa, scuola, trasporti ecc.) e sulle previdenze sociali (assegni familiari, pensioni, sussidi ai disoccupati ecc.) che non permei• tano fa manovra di isolamento della classe operaia dagli altri strati sociali. Non permettere, con la lotta e la mobilitazione delle grandi masse che il centro-sinistra indebolisca la forza openoia e raffoni i padroni è il compito delle lotte sin da dopo le ferie. Bibliotecaginobianco Inflazione selvaggia e risposta operaia L'attacco ai salari, attraverso I e su.Ile loro conquiste contrattua• fartifioiosa gigantesca inflazione li la colpa dell'aumento del codei prezzi e t'aumento del co- sto della vita che colpisce selvagsto della vita, costituisce già og- giamente ogni strato di lavoragi uno dei più gravi e pesanti tori e grande parte del medio attacchi alla olasse operaia de- ceto, in modo da isolare la classe gli ultimi venti anni. Le finalità operaia e dividerla possibilmente "politi.ohe" dell'inflazione sono al suo interno. molto chiare: Net suo insieme l'operazione 1} trasferire dai salari operai si configura dunque come un at• ai prezzi e quindi ai profitti dei tacco a fondo noo solo alle concapitalisti gran parte dei bene- quiste contrattuali ma all'intera fici conquistati con le lotte con• capacità di lotta della classe otrattuali: questa redistribuzione peraia, per instaurare un nuovo di risorse dagli operai ai padro- rapporto di forze, nettamente a ni dovrebbe sen•ire, secondo gli favore dei padroni, per un lunavvoooti del capitale, a ridare go periodo di tempo. La cosa fiducia ai padroni e convincerli importante da rileva.re è che non a fare investiment: e dare respi• si tratta solo di un tentativo, ma ro alla ripresa produttiva; di una azione già sviluppata con 2) utilizzare questa decurtazio• dei gravi risultati già acquisiti. ne dei salari reali per costrin- L'inflazione era già in atto, la gere gli opel'ai - con un vero rapina già in corso, mentre si e proprio ricatto della fame - firmavano i contratti, dei mesi a fare lo straordinario, a inten• sono passati ma la risposta opesifioare i ritmi, a cercare comunque di guadagnare qui1lcosa da portare a casa magari «monetizzando» anche .i rischi e la nocività: in altri termini ,utilizzare !a caduta dei redditi delle famiglie dei lavoratori (nelle famiglie ci sono spesso redditi come te pensioni, le indennità di di60ccupazione, la retribuzione di lavori precari eccetera, che non godono neppure della picco.la e tardiva copei,tura della scala mobile) per togliere agli operai quei poteri di co11trollo sul loro lavoro ohe essi hanno conquistato negli ultimi anni; 3) convincere i lavoratori che le lotte salariali costano molto a chi le fa e servono poco per• ohè appena conquistati gli aumenti di salario (e spesso anche prima di averli conquistati) c'è un potere sovrano, di fronte al quale panlamento e partiti si rivelano del rutto impotenti, ohe con gli swumenti raffinati e misteriosi del credito e della moneta si porta via que.llo che era stato concesso e anche più di quello ohe era stato concesso: questo ob· biettivo dell'inllazione è il più pel1koloso di tutlt perohè cerca di liquidare J'unica arma di cui dispongono gli operai. cioè la loro capacità di lotta; 4) gettare sugli operai occupati raia è ancora allo sadio delle intenzioni. L'illusione più pericolosa sta nella posizione, abbastanza diffusa, secondo la quale una risposta operaia si renderebbe necessaria solo nel caso io cui il govemo 11100 volesse o non potesse fermare l'inflazione. In a1ttii termini, se oggi i prezzi smettessero di 6alire e si stabilizzassero e! li• vello attuale gli operai dovrebbeiro starsene buoru e tranquilli e non dare fastidio al governo e ai padroni, rassegnandosi alla dura falcidia ohe hanno subìto nei loro redditi di lavoro. Si tratta di una posizione inaccettabile. Se essa riuscisse a passare gli ope• Nti non solo vedrebbero ridotto in modo permanente il loro tenore di vita, ma sarebbero sconfitti perchè sarebbe dimostrata finutilità delle loro lotte e per· derebbero fatalmente ogni contralfo sulla loro condizione di lavoro. Di qui la necessità urgente di una risposta generale all'attae<:o capitalistico clell'mflazione i;pinta. Facciamo alcune ()ISSCrvazioni. Sono state avanzate deille proposte per alzare i redditi di lavoro più bassi: aumento degli as• segni famfiliari, rivalutazione del 6USSidio di disoccupazione, aumento delle pensioni. Sono proposte giuste e necessarie. Sembrano però opportune due precisazioni. La prima è che bisogna partire al più presto con una vertenza serrata su questi temi. La seconda è che t risultati della agitazione saranno assai scarsi se, insieme con la lotta per il sostegno dei redditi più bassi, dei ceti più «diseredati», noo ci sarà uoo dura lotta generale per- recuperare la rapina dell'inflazione sui salari degli operai occupati. Non dobbiamo avere delle illusioni sui risultati possibili di una vertenza col gove11110(anche se sostenuta da uno o due scioperi generati dimostrativi) che riguardi gli strati lavorativi più deboli se non saranno coinvolti direttamente, in proprio, gli strati lavorativi più forti. Ci ricordiamo che le grandi vertenze «perequative» del 1968 sulle pensioni e sull'ebol.iziooe del· le gabbie salariali sono partite nel quadro di estese lotte rivendicative aziendali che rompevano le gabbie delle mgue fissate nei contratti det 1966. Coloro che si oppongono elle lotte rivendicativo aziendali, tacciandole di corporativismo perchè migliorerebbero 60lo le condizioni degli operai che stanno meno peggio degli altn, pcopongooo, spesso senza volerlo, una parali• si generale. Il movimento nelle fabbriche, e soprattuto nel.le grandi fabbriche, è una coodizione pre• diminare e imprescindibile pec qualsiasi lotta sociale. Ma è anche certo che uoa vertenza 5Ulle pensioni, la disoccupazione e gli assegni familiari ohe sia gestita ritualmente con un negoziato col governo, senza un confronto diretto nel!e fabbriche, magari accompaggnata da azioni aziendali Sp('l'adiohee scollegate, lascierebbe la classe operaia in una situazione di grave inferiorità. Il problema sembra duoque quello di incoraggiere le iniziative rivendicative nelle aziende ma di collegarle in una impostazione generale che i lavoratori e i loro sindacati, devono definire, ma che potrebbe fondarsi su alcuni capisaldi: a) ricostruire in tutte le grandi aziende il salario aziendale, attraverso l'applicazione dei coc• «atti nazionali in tema di inquadramento, incentivi e orario di favoro, co11s0/ida11doil co11trollo sulla rigidità del lavoro e clii~ de11do sosta11ziali aume/1/i salaria/i; b) dare molta importanza alla difesa del salario reale e rivendicare la gratuità dei sei-vizi di trasporto, delle mense eziendali, dei servizi scolastici eccetera, sganciando cioè una parte del sa-- lario dalle oscillazioni det costo della vita; c) po;ohè l'industria piccola e media è sempre più una pura e sempTu:e articolazione decentrata della grande industria non vi è alcuna ragione per oui i lavoratori in esse occupati non debbano ricevere gli stessi aumenti dei lavoratori delle grandi indu· strie: i coosigli di zona costituiti e quelli che si dovranno costituire per l'occasione dovranno organizzare e dirigere la lotta per lo aumento dei salari nelle indui;lrie minori, d::.ndo alla lotta il massimo di generalizzazione e di respiro;

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