Una città - anno V - n. 41 - maggio 1995

gono mandate in onda. Un'ecologia della comunicazione sportiva verifica quotidianamente come l'identità del gruppo si prolunghi nella diffusione giornaliera delle varie domeniche sportive in cui sono trasmesse le immagini dell'invenzione di nuovi codici sportivi -cito l'esempio dei tifosi della Sampdoria che inventarono la super-bandiera che copriva l'intera curva e che dopo qualche settimana vennero copiati, modificati e in parte ricostruiti dalle tifoserie opposte. E' il processo del doversi distinguere da chi è affine a sé. Si possono prendere altri indicatori: ci sono dei giornali sportivi -ho fatto una piccola ricerca su un mensi le che si chiamaHooligans- in cui èchiarissimocome le tifoserie sono nello stesso tempo tutte contro tutte e tutte insieme a tutte. Ecco, per me questo è il tratto caratteristico: i tifosi sono tutti contro tutti, ma nello stesso tempo sono tutti legati a tutti. Da qui appunto questa seconda grande partita che si gioca continuamente negli stadi che è la partita dei codici fatti dalle tifoserie, le quali anziché guardare la partita stanno in genere con le spalle rivolte al campo di gioco, perché sono interessate esclusivamente a questo match e l'altro, quello sul campo, è solo un pretesto per la costruzione settimanale di questa identità. La violenza è il codice ultimo di differenziazione. Quando tutti i codici sono esauriti è chiaro che l'ultimo codice rimasto è quello della violenza che cerca di eliminare l'avversario, passando da una simbologia della morte ad una pratica-a volte ritualizzata, a volte, purtroppo, anche espi ici ta- che cerca di negare quest'alterità cui si è indissolubilmente legati. • più importanti di quello che viene chiamato il movimento Cyberpunk, producono software, video e tutto ciò che ha attinenza con la multimedialità e ti posso dire che specialmente Conchetta a Mi Iano è corteggiato da multinazionali di nome Digitai. A questo punto però i centri sociali rischiano di scomparire. E' uno sviluppo già conosciuto da altre sottoculture quello di raggiungere un massimo di diffusione e di cominciare a influenzare l'industria culturale, entrando così in un percorso che porta facilmente a diventare rispettabili imprenditori di intrattenimento. Di un certo tipo, certo, piuttosto che di un altro, il che vuol dire che non sarà un'omologazione del l'esperienza, ma la trasformazione della stessa in un'altra cosa. Sarebbe per esempio interessante analizzare alcune di queste comunità che per quanto altre rispetto al sistema capitalistico sono diventate un nodo, un momento della produzione capitalistica, pur mantenendo quelle caratteristiche antagoniste. L'operazione della Sony coi gruppi rap è stata questa: non mettere parola sui testi, non mettere parola sulla musica campionata, mettere il marchio, offrendo una catena di distribuzione sicuramente maggiore di quella che avevano. Che tipo di cultura hanno i giovani che frequentano i centri? L'etàmediaèmolto bassa,dai 17 ai 25 anni, acculturati, con una frequentazione normale della scuola e in molti casi dell'università. Questo non è un elemento che ne caratterizza l'identità, perchè con la cultura ci si gioca, non diventa un elemento di formazione: la formazione avviene in altre direzioni, con altre esperienze. Si tratta di una generazione televisiva, che ha un uso del linguaggio molto influenzato dalla televisione. Per esempio, un ragazzo di un centro sociale può dire usualmente ad una ragazza: "sei un tipo alla Ambra". Si sentono in un luogo liberato, ma sanno contemporaneamente giocare con un ordine simbolico che risente fortemente della cultura televisiva. In genere hanno un rapporto pessimo con il lavoro, nel senso che viene fondamentalmente rifiutato e considerato come una sorta di maledizione necessaria per avere i soldi e l'indipendenza economica dal mondo dei grandi. Ho trovato parecchi che erano già sopra i 3035 anni, che continuavano a rappresentare il lavoro così: l'essere indipendente dal mondo dei grandi, quando magari già sei grande per la società. Spesso si cerca di mettere in piedi delle attività produttive con altre persone che frequentano il centro sociale e, quando questo non è possibile, si cerca sempre un rapporto che non sia regolato dall'assunzione. Spesso il precariato è scelto consapevol mente ed il fatto di lavorare con un rapporto di lavoro in ritenuta d'acconto è considerato migliore che non avere l'assunzione in qualche posto, perché ti permette di avere la stessa possibilità di fuggire che hai deliberatamente cercato nell' andare in un centro sociale. Un qualcosa che non ti vincoli, che non ti faccia perdere la possibilità di pensarti come una sorta di nomade che attraversa la città, che ha dei punti di riferimento per orientarsi, dei posti di sosta. Il terzo elemento è un accentuato consumo culturale, inteso anch'esso in senso generico: il frequentatore di centri sociali sicuramente compra parecchi dischi, va molto al cinema, sicuramente spende parecchio per vestire e per costruire un proprio stile di abbigliamento, compra anche libri, soprattutto letteratura di genere, in particolare fantascienza. Naturalmente c'è sempre la contestazione della mercificazione della vita, ma il consumo culturale non viene perLa sia,re11a diunapensionientegrativa. ·~ Per maggiori lnfarmazlorolvl olgltal lle AgenzieUnlpol UNIPOL ASSICURAZIONI I vostri valori sono i nostri valori B1b 10 eca 1no 1anco cepito come consumismo e spesso questi giovani che spendono molto in dischi e vestiti, svolgono in pubblico appassionati discorsi contro il consumismo. Lo considerano qualcosa che ha a che vedere paradossalmente con quella cultura televisiva che li ha formati, per cui la contestazione che viene fatta è quasi di ordine etico, più che sostanziale. C'è un look che riguarda il corpo, molto curato in un certo senso? Il corpo è esibito, e c'è un piacere nel farlo, c'è un gusto nel metterlo in mostra; viene curato, vezzeggiato, amato. Il look è individualizzato. Nei centri sociali si scopre molto la pelle, per cui d'inverno puoi trovare il ragazzo o la ragazza in canottiera e c'è una sorta di contemplazione del proprio corpo. Ali' inizio degli anni '80,c'eraquesto discorso che il corpo doveva essere riconquistato, scoperto, per cui sono state messe in piedi delle palestre, dei corsi di ginnastica orientale, che portavano a un maggior colloquio col proprio corpo. Questo elemento, però, incontra un'altra tendenza, il fatto, cioè, che il corpo viene smaterializzato, cancellato, sostituito, come viene spesso detto nei centri sociali, con un Cyborg, inteso come un elemento normativo, insopportabile, che nega la soggettività e quindi nega il proprio corpo. Però la possibilità di sostituire il corpo con una protesi meccanica, o informatica in alcuni casi, viene considerata una sorta di scommessa da giocare a tutto campo: imparare le possibilità di manipolazione del corpo per trovare un' essenza primaria del corpo. Credo che sia una cosa che si è accelerata molto negli ultimi 2-3 anni, non a caso è molto frequente incontrare dei giovani che fanno culturismo, e che normalmente vengono chiamati con l'appellativo terminator. Paradossalmente la cura del corpo, attraverso la messa in mostra di muscoli e pettorali, viene sì riconosciuta dagli altri appartenenti alla comunità, ma fortemente stigmatizzata, cioè ricondotta a ciò che viene considerata negazione del corpo: 'cyborg e quindi terminator. Questo è un elemento che mi incuriosisce da un po' di tempo, perchè irrompe qui il discorso della sessualità e della bisessuazione del corpo: c'è un corpo di uomo e uno di donna, che nei centri sociali non ha trovato così grande veicolazione in questi anni perché il linguaggio scelto è un linguaggio prevalentemente maschile e quindi l'ordine simbolico maschile è stato dominante. Perché questo? Perché le donne erano in fuga da un ruolo che sicuramente la cultura femminista aveva incrinato, ma che era sempre operante, e cioè un ruolo secondario, subordinato, ed hanno incontrato chi aveva un sentire comune, magari in fuga per altre cose, che si incontrava al centro sociale, e come punto d'incontro c'è stata l'accettazione da parte delle donne dei centri sociali di quel linguaggio e di quell'ordine simbolico. Lo si è visto anche nell'abbigliamento: nei centri sociali le donne sono molto poco femminili. Questa situazione ha avuto un'inversione di tendenza negli ultimi tre anni, da quando è nata anche in Italia l'esperienza delle riot-girl, che ha trovato l'entusiastica adesione di parecchie donne; in molte città hanno cominciato ad esserci delle case occupate da sole donne, una sorta di centri sociali separatisti. Lo scoprirsi un corpo di donna è stato per le donne dei centri sociali uno shock emotivo, che ha permesso di pensare al corpo come bisessuato, determinando una forte ironia da parte delle donne nei confronti degli uomini. E' classico che in un corteo dei centri sociali ci sia un atteggiamento duro, aggressivo, e l'ironia che le donne riescono • Disinfestazioni - Derattizzazioni - Disinfezioni • Allontanamento colombi da edifici e monumenti • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturalistiche 47100Forn - viaMeucci,24 (Zo11a tndustriale) Te/.(0543)722062 Telefax(0543)722083 a mettere in campo non è solo la stigmatizzazione di alcune situazioni, ma è uno shock nella vita del centro sociale, perché mentre prima anche i rapporti sentimentali che nascevano erano improntati da una sorta di durezza nei modi, questo negli ultimi due anni è venuto sempre meno. E' un fenomeno che andrebbe indagato per vedere come agisce su una comunità che non prevedeva ci fossero uomini e donne, ma ci fossero degli uguali indistinti, o comunque non degli uguali omologati, ma dove ogni alterità e anche ogni trasgressione aveva diritto di cittadinanza, rimuovendo la distinzione fra maschile e femminile. Infine c'è stata la scoperta dell'omosessualità, che non erarimossa ma combattuta fortemente all'interno dei centri sociali. La scorsa estate, alla festa che si tiene al Parco Lambro e che vede più o meno raccolti gran parte dei centri sociali italiani, in quei 6-7 giorni di campeggio, per la prima volta ci sono stati degli incontri dedicati specificatamente al I' omosessualità. Sono stati chiamati per la prima volta a parlare degli omosessuali dichiarati , e magari erano omosessuali dichiarati che frequentavano i centri sociali solo per seguire dei concerti o ci andavano per "rimorchiare". Si sono rivelati come ·gli incontri più seguiti, dove più forte era la partecipazione e la presenza di persone al microfono. Questi seminari hanno visto giovani e meno giovani che raccontavano il loro rapporto conflittuale con l'omosessualità o, magari, che avevano avuto desiderio di toccare il corpo del proprio amico ali' interno del centro sociale. C'era una sorta di gioia liberatoria nel mettere in pubblico, come gran parte delle cose che accadono in un centro sociale, quello che fino allora era un tabù. La vita in un centro sociale non è sempre rose e fiori, ci possono essere degli episodi molto sgra- -jff•. f; ~ ~ :/ ·.'~~j:-:::- /À- '( ·'i},f~' .,:-:~ . devoli che però trovano un ambito di accoglienza, di possibilità di essere raccontati, senza incorrere in sanzioni definitive: può capitare che un ragazzo picchi una ragazza o picchi un suo amico e trovi, nella vita del centro sociale, la possibilità di pa.rne, venendo censurato, ma non ~anzionato. Come ci si sente, amici, compagni di lotta? Il centro viene percepito come il luogo in cui ci si incontra tra fratelli: l'espressione "tra fratelli" è una vera rottura con le culture politiche della sinistra. Fratello o brother, come viene usato, è preferito ali' espressione compagno. Il termine fratello nel centro sociale va proprio a rafforzare l'idea di comunità: fratello vuol dire condividere lo stesso sangue, vuol dire un rapporto vincolante. Un altro termine che si usa molto nel centro sociale è quello di corsari. Tutte le mitologie corsare trovano una forte adesione: pensarsi proprio pirati, frateli i della costa. Ma quanti sono i giovani partecipanti attivamente ai centri sociali in Italia? La stima più ufficiale l'ha fatta la Birra Moretti, che è la più venduta nei centri sociali, perchè ha una politica di sconti incomparabile con altri punti di vendita. La Moretti, inizialmente, prima di questa politica di rilancio commerciale, era una birra con una diffusione prevalentemente regionale, era considerata una birra di serie B, quando i giovani dei centri sociali, che non hanno molti soldi, hanno cominciato a comprarla. Dalla stima ali' interno dei centri sociali passano dalle 300 alle 500000 persone, che è un numero molto alto. Va detto che ci sono i concerti che sono uno dei momenti di proiezione ali' esterno e quindi, tolte le persone che vanno ai concerti, si può pensare a I00000 persone stabili. - SOFTWARE - SYSTEM HOUSE CENTRO ELABORAZIONE DATI CONSULENZE INFORMATICHE CONSULENZE DI ORGANIZZAZIONE . • - - CORSI DI FORMAZIONE Soc. Coop. a r.l. Via A. Meucci, 17 - 47100 FORLI' Tel. (0543) 727011 Fax (0543) 727401 Partita IVA 00353560402 UNA CITTA I , ,

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