Nell'intervista nel numero scorsoAlexlangerci ha detto che gli spazi per gli zingari in questa società si stanno restringendo sempre più. I tradizionali lavori artigianali sono ormai scomparsi o resi improduttivi dallo sviluppo, le tensioni sociali dovute alle crisi economiche e ai grandi mutamenti avvenuti nell'est alimentano le guerre di tutti contro tutti, le minoranze di tutta Europa tornano a coprire il ruolo del capro espiatorio. la comunità che appare più esposta è senz'altro quella degli zingari, sui quali una secolare storia di persecuzione, di emarginazione e di insofferenza generalizzata pesa come una condanna senz 'appello. E la condanna non riguarda lo zingaro che ruba, ma, come sempre succede nelle tensioni interetniche, xenofobe o razziste, è generalizzata fino a coinvolgere i bambini. Difronte a questo il meno che si possa fare è rifiutare i luoghi comuni e le spiegazioni rassicuranti e autoassolutorie. Per conoscere questa realtà siamo andati in un campo nomadi permanente a Bologna dove abbiamo intervistato Floriano Debar, zingaro sinti, residente nella zona da circa ventanni. Ho 59 anni e tredici figli, sei maschi e sette femmine; ho sudato per tirarli su, e ho sempre cercato di crescerli onestamente, perchè far del male non mi piace, non faccio agli altri quello che non voglio sia fatto a me. Prima lavoravo in un circo nostro, un'arena ali' aperto, aveva cominciato mio padre in tempo di guerra; sono caduto anche dal trapezio trent'anni fa e da allora abbiamo smesso; ero stato direttore del circo, poi capocomico, ma andare davanti alla gente con la faccia così rovinata non mi piaceva più. Il nonno era francese, il papà era nato in Italia; in tempo di guerra lo zio Giovanni, che era a Modena, l'han mandato in un campo di concentramento politico con tutta la sua famiglia; lui era nato a Toulon, in Francia. lo non ho mai visto uno zingaro che vada in un campo di concentramento politico! Anche noi abbiamo liberato l'Italia come voi (io ero un bambinetto): quando c'è stata la rivolta i nostri ragazzi erano tutti partigiani. Si dormiva da un contadino, ali' incrocio con la provincia di Mantova; quando si sapeva che i Tedeschi passavano di lì, li si fermava: la prima volta, con una pistola sola e delle pompe di bicicletta che sembravano dei fucili, ne hanno fermati cinque, li hanno disarmati e così hanno cominciato ad avere i fucili veri. Poi una volta alla settimana venivano quelli del comitato di Mantova a prendere le armi e ci lasciavano quelle "irregolari". Questo per dire che l'Italia l'abbiamo fatta anche noi zingari. Quando in tempo di guerra è venuto l'oscuramento e non si poteva più lavorare perchè ci volevano i fari nell'arena, allora facevo l'ombrellaio; avevamo una carovana bel la, ma l'avevamo dovuta tagliare a metà, cosi sembrava un carro, altrimenti gli aerei ci mitragliavano. E dormivamo in quella baracchetta, un po' qui un po' Ià; poi, quando quella carrettella non andava più bene, perchè la mitragliavano lo stesso, siandava per alloggi; la gente si voleva più bene, quando ci vedevano cercare da dormire, magari sotto il portico, ci dicevano: "Ma no sotto iI portico, è freddo d'inverno, venite nella stalla". Lì si dormiva bene, si raccontavano le storie, la vita, la gente ascoltava; aggiustavamo sedie, ombrelli e dopo due o tre giorni cambiavamo posto. Il vero zingaro non è che CO abbia avuto voglia lui di partire col proprio fagotto, è stato per forza, Ia gente non voleva che un gruppo di 4 o 5 persone facessero una tendopoli odormissero sotto un ponte. I carabinieri, i gendarmi, ci mandavano via; dal '400, quando chi uccideva uno zingaro non commetteva reato, siamo sempre stati cacciati via. Come fanno adesso coi gruppi degli extracomunitari, con gli slavi che arrivano. Noi eravamo sempre scacciati, o messi agli arresti, perchè ti fermavano e la carta d'identità allora non c'era. Io ero nato casualmente a Como, ero senza residenza. Arrivavano i carabinieri e ti fermavano 8 giorni per misure di pubblica sicurezza e facevano le indagini: da Bologna scrivevano a Como, poi bisognava aspettare la risposta. Siamo sempre stati scacciati, altrimenti se il primo zingaro lo avessero trattato bene, non girovagava di qua e di là con un carrettino. Noi abbiamo girato anche con una carovana col somarello, perchè non avevamo l'automobile. Una volta andavamo da Sant' Alberto a Ravenna. c'era una neve che copriva metà carovana e mia moglie era incinta. All'improvviso si sente male e ci siamo dovuti fermare. Ho mandato uno in bicicletta a cercare la Croce Rossa, ma c'era una neve che non si andava mica in bicicletta ...aspetta, aspetta, lei aveva i dolori ... porca l'oca comincia a venir buio e niente, non arriva nessuno. Mi sono tirato su le maniche, ho fatto l'acqua calda con la stufa e l'ho fatta partorire io nella carovana! Ma voi vorreste una casa vera o vi piace proprio la vita da nomadi? Una casa non te la danno, ci vogliono un sacco di requisiti, qui ce ne hanno data una al Pilastro; il Pilastro è conosciuto come il quartiere peggiore; peggio degli zingari no, perchè peggio non c'è niente. Però se io che sono uno zingaro dico che abito anche al Pilastro ...è finita! Quelli che dicono che la casa non la von·ebbero, perchè gli piace la vita così, per conservare la storia, far capire cosa significa esser zingari, sono più fessi dei fessi. Anche a me piacerebbe girare. Quando fa caldo mi vien voglia di andare a Mantova, un'altra volta andrei a Napoli, però non si può più, appena sei fuori dal tuo campo non ti lasciano stare fermo in un posto. L'estate scorsa, con la roulotte piccolina, siamo stati al Lido Adriano: tutte le mattine c'erano i carabinieri, per aver l'acqua per cuocere da mangiare dovevamo fare due KM in motorino con due bidoni ...non è più vita. Quanta gente ho visto dire coi nomadi "Questa é una bella vita!", io rispondo che se provassero a fare la nostra vita non ci camperebbero un mese. Non è come un turista che prende la roulotte per andare due mesi al mare, però ha la sua casa; qualunque zingaro vorrebbe avere la casa, ma non può, perchè siamo tutti senza soldi. Per avere una casa si paga perfino l'acqua, I' immondizia, l'aria che respiri. Nella graduatoria ci sono tante categorie e noi siamo fra i froci e i drogati, quindi puoi vedere se ti danno stima. Sono 30 anni che stiamo a Bologna, mi conoscono dappertutto, sanno che sono un uomo per bene, il vecchio Questore mi ha anche dato la mano, sanno che ho cresciuto bene i miei ragazzi. Noi non si va a rubare, si patisce la fame e basta. Quando una volta rubavi una gallina, o andavi in una bottega di notte, era perchè la mattina i piccolini chiamavano il latte: tu non hai lavoro, non hai niente, vai a prenderne dove c'è e lo porti dove manca. Da noi manca quasi sempre! Adesso qui ci hanno fatto icampi, noi siamo più che contenti perchè la polizia non viene a mandarci via; invece, quando stavamo dietro al fiume, arrivavano 7-8 camionette, con i mitra "Su, su" non ti lasciavano neanche il tempo di alzarti dal letto, tutti giù nudi senza lavarsi, senza niente. Mi tornava in mente quando c'erano iTedeschi,chece l'avranno fatto venti volte e poi buttavano per terra mio padre, con le baionette addosso. Il bello di vivere in un campo è che la legge sa chi sei e dove sei. In 30 anni che siamo qui non sono mai venuti a prendere uno con le manette per portarlo via; anzi, qui portano anche quelli che prendono a Ravenna o a Forli e gli danno gli arresti domiciliari da noi. Io ho la licenza di raccoglitore di ferro, faccio il mucchio e, d'accordo col giudice di sorveglianza, glielodò io il lavoro. Non li posso pagare, però li tengo occupati; almeno per vedere se un giorno i figli dei nostri figli non siano più maltrattati. Siamo gente come voi, anche se viviamo in roulotte, se ci danno lavoro noi lavoriamo, qui ci sono dei ragazzi giovani che si mangiano le dita e si chiedono "cosa facciamo qui tutto il giorno?". Se a uno occorrono le scarpe, i pantaloni, come a tutti i ragazzi, cosa fa? Va a rubare e se li compra. Se gli dai del lavoro, alla fine del mese si prende quei pantaloni con i suoi soldi. Chi è nato zingaro può smettere di esserlo? Non può. Zingari si nasce e non si diventa. Se i "gagi" (non nomadi n.d.r.) ci provassero gli verrebbe la tubercolosi. Però chi nasce zingaro è condannato: se va ad abitare in una casa i vicini protestano e lo mandano via. E così chi nasce zingaro non può cambiare. Ma è sempre una questione di soldi. Se ci dessero da lavorare potremmo pensare ad una casa, senza lavoro dobbiamo vivere nelle roulottes e arrangiarci. E oggi è sempre più difficile. La gente è più ricca, ha tutto, però si stava meglio quando si stava peggio! Noi facevamo fiori di carta, vestitini per bambole con la carta crespa; io ho fatto l'arrotino, ma al supermercato un coltello nuovo costa poche migliaia di lire e non conviene più andare dall'arrotino. Una volta la gente metteva le toppe negli ombrelli, oppure cambiava la rete nei setacci: erano lavori che facevamo noi e che adesso non ci sono più. Certo, il rischio è quello di rubare. E chi va dentro poi rimarrà dentro. perchè adesso gli avvocati vogliono un sacco di soldi per una sciocchezza. Però lo zingaro non sarà lo stesso un rapinatore o un ladro di bambini, come crede la gente. Lo zingaro ha imparato a rubare negli appartamenti dai gagi, quando si è mescolato con i non nomadi che gli danno la dritta. lo mi chiedo se quelli che sono andati a scuola, che capiscono. guardano la televisione. Bisognerebbe guardarla 24 ore al giorno, perché lì lo dicono chi sono i delinquenti: sindaci, questori, mafia, tangenti, tutti i giorni ce n'è una nuova. Non vi accorgete che noi non facciamo mai niente? Che non si parla mai di noi? E sarebbe più facile lavorare, perchè alla fine del mese sai che hai i tuoi soldi. E' stato sempre un obbligo girare andando a rubare, causato dalla legge che non ti fa fermare, da chi non ti dà il lavoro, dal vicino che non ti vuole, dai carabinieri che ti cacciano anche se sei solo in sosta. D'altronde penso anche che, quando uno ruba per mangiare, non faccia del male, se avesse un lavoro e andasse lo stesso a rubare allora sarebbe un cane, perché se stai bene non hai bisogno di andare a prendere la roba di un altro; tutti gli zingari hanno questa mentalità. Uno zingaro italiano non ruba bambini, ce ne ha già troppi dei suoi. E poi cosa sarei, uno di quelli che va a comprare i figli perchè non è capace di farli fare alla sua vecchia-scusate il termine? Non sarei più uno zingaro uomo. E qui con i vicini come va? Con i vicini non ci diamo disturbo. Facciamo la spesa sempre negli stessi posti e ci fanno credito perchè sanno che dopo andiamo a pagare; sono 20-30 anni che siamo qui, anche se il campo è attrezzato solo da 5 o 6 anni. Poi tutti i contadini che ci sono qui intorno, quando hanno la frutta matura ci danno delle casse di mele e di pere da mangiare. Se ci troviamo che io ho voglia di bere salta fuori la "balla": beviamo, poi uno mi porta a casa sua, mette la salciccia in graticola, e ce la passiamo. Poi quel l'altro dopo I.e foto sono di Floriano Del,ar, appassionato fotografo. Delle sue foto è stata allestita anche una mostra.
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