Una città - anno II - n. 17 - novembre 1992

Inquestepaginecioccupiamodizingari.Apartiredaquelche sta avvenendoin Germania,dove "contingenti"di zingari vengonorispediti, e sarebbe il caso di dire deportati,in Romania,nelquadrodiunaccordofraiduegoverni,conAlex Langeraffrontiamo il problemadi unmododi viveresempre più,a differenzadelpassato,inaccettatodallenostrecittà e circondatodalgelo.Perglizingariimarginisi fannosempre piùstretti.Cosìstretticheunasoluzionepotrebbe ssereuno statozingaro:apparentementeunacontraddizionein termini. E condonOresteBenzici occupiamodell'episodioaccadutoa Forlìallafinedi ottobre,quandoi vigiliurbani,con grandeschieramentodi forze,hannocacciatodallacittà4 famiglieRomcon23 bambini,alcunidei qualiinseritinelle scuolecittadineI.nquestaintervistap, urbreve e contingente, risaltatuttala forzaconcui donOrestecercadi imporre l'attenzioneal problemadel rispettoversoi più deboli,gli emarginati e i diversi.Inpochebattute c'è materiadi riflessionenonsoloperi sordimembridiunagiunta,maper tutti. Perchéal fondo è problemadi tutti. CACCIAfl VIA intervista a don Oreste 8enzf · Don Oreste Benzi, riminese, è tra i fondatori dell'Associazione "Papa Giovanni XXIII" che si occupa di handicappati e bambi11isenza famiglia, di barboni e nomadi, di malati di mente e tossicodipendenti. U11'associazione ormai presente in molte città italia11e,nonché in Africa e in Brasile. Molto impegnato sul fronte "zi11gari",abbiamo chiesto a do11Oreste il suo parere sull'accaduto di Forlì. Lei ha assistito alla riunione del consiglio comunale dove la giunta, non prima di aver tentato di eludere la questione, ha giustificato l'espulsione dalla città degli zingari ed è uscito visibilmente indignato. Certo, perchè è sbalorditivo che una giunta, invece di chiedere perdono, invece di dire "sono 4 anni che trasgrediamo una legge, proprio noi preposti ad applicarle e a farle rispettare, e adesso chiediamo scusa e ci impegnamo a rimediare", si presenti col volto dell' intolleranza e della prepotenza. Ed è ancor più sbalorditivo quel che mi hanno riferito che abbia detto l'assessore ai servizi sociali Maura Giunchi -io non ero ancora arrivato- e cioè che la legge regionale 47/88 "invita" a organizzare i campi di transito per nomadi. La legge non invita, obbliga! Ma ancor più grave è il fatto che, anche se fosse un invito, un assessore ai servizi sociali, che ha come compito, come propria cura sollevare dalle sofferenze la gente, venga a dire che non accoglie l'invito. C'è un ribaltamento completo delle funzioni, dei motivi per cui si occupa quel posto. Oltre che indignato sembra anche avvilito ... Ma perchè non c'è più modo di sperare nell'autorità, negli amministratori se questi si permettono, proprio perchè hanno a che fare con dei nomadi, di non accogliere quanto è stabilito dall'ONU, dalle circolari ministeriali e dalle leggi italiane. I cittadini devono dunque arrangiarsi? Questi eletti dal popolo, invece di comportarsi da servitori della gente si trasformano in padroni, tanto è vero che si arrogano l'arbitrio di stabilire loro cosa devono dare e cosa no, invece di guardare di cosa la gente ha bisogno. Di qui mi par di capire il decadimento di ciò che è "pubblico" in Italia e dei partiti, che non si capisce più cosa sono. C'è quindi un senso di amarezza grave, che va oltre il problema degli zingari e coinvolge la concezione stessa dell'ente pubblico. Ho dovuto sentire un sindaco che ha detto che il motivo dell'ordinanza sarebbero presunte connessioni con la malavita. Questo è gravissimo, è spaventoso. Perchè se si tratta di sospetti seri devono essere oggetto di indagine delle autorità competenti e non "comunicazioni" del sindaco (fra l'altro dopo tre ore di diVia M. F Bandini Buti, 15 47100 FORLI' Te/. 0543/780767 - Fax 0543/780065 ""'°'TIME Via Parini, 36 47023 CESENA ,ra,ncy Te/. 0547/611044 - Fax 0547/611144 P.zza Tre Martiri, 24 47037 RIMINI Te/. 0541 /53294 - Fax 0541 /54464 Il val/dosupportoallapromozione dellaVs.attività Orologi da pareteedatavolo, oggettisticdaascrivaniaa, rticolpi romoziona"lai dhoc". Oggettisticparomozionale: penne,agendea, rticolidaufficio, calendarip, ortachiavi, pelletteriavaria,magliette, camicie tutedalavoro,valigettee, cc. Campagnpeubblicitarie,ventic, omunicazione, servizia, llestimenftiere, sponsorizzazionmeanifestazionsiportive, realizzaziongirafichedimarchei stampatpi ubblicitavriari, marketingf,ormazionperofessionale,cc. piùsempliceperesserericordati? ci/e i nostrinumertielefonici! battito ...). Ma questa gente non ha avuto nessun avviso di garanzia. Lo dico con certezza perché con loro noi siamo in contatto da tempo. E poi perchè l'ordinanza del sindaco non contiene alcun accenno a questo motivo di ordine pubblico? lo dico che si tratta solo di falsità. Non pensa che fra popolazione e zingari ci sia comunque un contrasto, una difficoltà a capirsi? Credo che il contrasto, se c'è, sia dovuto proprio alle inadempienze della giunta. E di fronte ad inadempienze di questa portata la giunta dovrebbe pensare se non sia il caso di dimettersi. La gente non può sapere cosa succede quando c'è un campo nomadi organizzato: quale ripresa di dignità di questo popolo, quali possibilità di rapporti ordinati con la popolazione, quali possibilità di controlli da parte della polizia. E- non sapendo queste cose, la gente, giustamente, ha paura, è incerta, si preoccupa perché li vede così, come fossero allo sbando. Non credo che si tratti di razzismo, madi una reazione che si fonda sulla prima impressione e sulla mancanza di informazioni. E mi sembra bruttissimo che la giunta si nasconda dietro queste reazioni superficiali piuttosto che aiutare a capire e a spiegare. La diffidenza popolare è radicata, ma non si può partire dalla presunzione che gli zingari sono tutti ladri. E' vero che ce ne sono, ma non crediate che siano una percentuale così tanto più grande di quella che si trova nel resto della società. E non fatemi fare battute troppo facili sui politici... D'altra parte, se la casa non gliela diamo, il lavoro non glielo diamo, il permesso di soggiorno glielo revochiamo, il campo attrezzato non lo costruiamo e nemmeno in inverno abbiamo compassione di questi bambini costretti a vivere al freddo e senz'acqua per lavarsi... E' disumano, si può dire solo così. Voglio aggiungere che queste cose non vanno date per carità perchè quello che hanno è un diritto. Qual è quel lavoratore che alla fine del mese va a chiedere, per favore, lo stipendio? E così è per loro, che sono riconosciuti dall'ONU di cui l'Italia fa parte. E' un loro diritto avere un luogo attrezzato nel quale sostare e consentire così ai propri figli di frequentare la scuola, come avevano già cominciato a fare. Con le misure prese dalla giunta non si fa che istigare alla delinquenza, rendere ancora più difficile la comprensione e la tolleranza. Vorrei ricordare che nel 1422, l'ho letto negli Annali di Forlì, arrivò in città un folto numero di zingari. Gli abitanti allora erano molto pochi e ben presto sorsero degli attriti perchè gli zingari rubavano. Attriti che sfociarono in uha ribellione della popolazione. Da allora sono passati 570 anni e questa volta non è una rivolta popolare che li vuole scacciare. Anzi, al consiglio comunale l'altro giorno c'erano tante persone che non erano certamente d'accordo con l'assessore Giunchi. Questa volta è l'autorità pubblica che li vuole cacciare, mentre la gente non sa realmente come stanno le cose. La gente non sa come stanno le cose, però, ad esempio, l'idea che maltrattino i bambini è ben radicata ... Anche qui è questione di conoscerli bene. Innanzitutto avere una famiglia numerosa per gli zingari rappresenta un valore importante e poi non è vero che tormentino i loro piccoli. Nella loro cultura il bambino è tale solo finché sta in braccio alla mamma. Quando mette i piedi a terra diventa uno che deve guadagnarsi da vivere come tutti gli altri. Prima di scandalizzarvi ricordatevi che questo concetto esisteva anche nelle vecchie società contadine ... Infine vorrei chiarire che dobbiamo essere esigenti da ogni punto di vista: rubano? Vanno puniti. Hanno dei diritti? Dobbiamo rispettarli. E' tutta un'altra cosa dal non riconoscergli il diritto di vivere. ■ Pest Control Igiene ambientale • Dlslnfestaa:lonl - Derattla:a:aa:lonl - Disinfezioni • Allontanamento colombi da edifici e monumenti • Dlslnfestaa:lonl di parchi e giardini • Indagini naturalistiche 47100 Forli - via Meucci,24 (ZonaIndustriale) Te/.(0543)722062 Telefax(0543)722083 CO - 1ntervent1 e ettere Isole nel mare del rifiuto Da quasi un millennio gli zingari girano per l'Europa. Partiti dall'India fissarono qui la loro sede di nomadi: nel promontorio che conclude ad Occidente il continente eurasiatico. Probabilmente, i loro rapporti con le popolazioni sedentarie non sono stati mai buoni, anche quando, dal Mediterraneo ali' Atlantico al Mar Nero, il pauperismo dei nomadi incrociò altri pauperismi per un lungo ordine di secoli. Ma ci basta la memoria: la nostra, che può risalire a quella dei padri e dei nonni, per sapere che, appunto a memoria d'uomo, i rapporti fra noi e loro li ricordiamo pessimi. Alla metà di questo secolo, nel cuore dell'Europa, il nazionalsocialismo radunò diffidenze ed odii antichi fondendoli in una politica di sterminio: gli zingari come gli ebrei: nei lager nazisti, di gas di fame di stenti, furono uccisi a centinaia di migliaia. Intorno a questi morti, un silenzio d'indifferenza più alto e più cupo di quello che ha lungamente circondato i milioni di ebrei sterminati. La questione, chiamiamola pure culturale, del rapporto fra i nomadi e i sedentari, fra gli zingari e i gagi, ha questa dimensione, affonda nel sospetto e nell'avversione di secoli e anche in un abisso di malvagità europea scavato in pieno Novecento, uno dei tanti. La recente cacciata degli zingari da Forli, come quella di un anno fa, come l'inadempienza dell'Amministrazione comunale in ordine ali' allestimento di un campo attrezzato per le carovane, sta in questa "dimensione culturale".E dovrà - dovrebbe- starci, in questa dimensione, anche l'impegno cittadino per provare a rimediare alle cacciate e alle inadempienze. Non basterà, allora, che il Comune trovi un ter• reno e lo attrezzi. E' ora che lo faccia, per la verità, ma dovrà intraprendere anche altro. Dovrà uscire dal suo sonno sferragliante di macchina burocratica per fare finalmente politica nella città: collegarsi con le sue Circoscrizioni, con le Parrocchie, con le Scuole, per parlare ai cittadini, discutere, spiegare loro -cominciando da quelli limitrofi all'eventuale campo attrezzato per le carovane- come, perché e in che modo una città civile si apre ad accogliere questi antichi europei girovaghi che sono gli zingari; e ancora, collegarsi con altri comuni, almeno nell'ambito della subregione romagnola, per concordare con essi un'accoglienza programmata abbastanza vasta da impedire il formarsi di poche isole "buone" sovraffollate circondate da un mare di rifiuto ... Ma non sognamo: le macchine burocratiche non fanno sogni: piuttosto, come a Milano e altrove, preferiscono darsi agli affari. Alfredo Rosetti le contiguità pericolose Un sindaco sceriffo, un assessore ai Servizi Sociali con idiosincrasia per gli odori forti, un ex partito comunista, già campione della difesa dei diritti civili delle minoranze, che insieme al suo vecchio nome pare avere abbandonato anche la sua vecchia vocazione. Ma veniamo ai fatti: 4 famiglie di zingari cercano di stabilirsi a Forlì. Due uomini trovano lavoro, iscrivono i figli a scuola, sono seguiti dalle operatrici sociali della USL, con le quali intrattengono normali rapporti, e da alcuni volontari cattolici. Il tutto in presenza di una legge regionale del 1988 che impone a tutti i capoluoghi di dotarsi di un'area attrezzata dove i nomadi possano sostare e che il Comune di Forlì ha sempre disatteso.L'anno scorso con una operazione di polizia i Vigili Urbani scacciano i nomadi facendo perdere il posto a coloro che lavoravano e strappando i bambini dalle loro scuole. Quest'anno la storia si è ripetuta. L'assessore ai Servizi Sociali ha fatto una ordinanza di sgombero, per motivi igienici, i Vigili hanno di nuovo accompagnato i nomadi al confine del Comune di Forlì. Un sacerdote e alcuni cittadini forlivesi presenti sono stati allaCasso dei Risparmi diForlì I lontanati e l'assessore ai Servizi Sociali ha dichiarato ad un giornalista che per quanto riguardava la frequenza scolastica, i bambini dei nomadi avrebbero potuto anche fare i pendolari. Il tutto non è avvenuto in una contea della Louisiana o in un comune della Brianza governato da una coalizione LegaMSI, ma a Forlì. E' una storia di miserie nella quale alla miseria materiale dei nomadi si contrappone la miseria civile e politica di chi ci amministra. Il nastro registrato della seduta del Consiglio Comunale durante la quale si è dibattuto questo problema riporta alcuni interventi che paiono incredibili. Uno per tutti, il solito assessore che anziché spiegare perché non ha saputo affrontare un'area vivibile, racconta con una insistenza oltre il buon gusto e la carità, dell'odore emanato da queste persone che sono descritte con toni di incredibile disprezzo. Dopo oltre due ore di dibattito il Sindaco con un colpo di scena rivela, anzi suggerisce, fa capire, dice e non dice ma alla fine confida agli sbigottiti consiglieri che tutta l'operazione è stata eseguita per pericolose contiguità, dei nomadi evacuati, con potenti cosche della malavita organizzata. Caro Sindaco stia attento perché se la contiguità o le frequentazioni "discutibili" possono diventare elemento sufficiente per l'esilio, anche lei potrebbe correre qualche rischio. Chi infatti può essere sicuro di questi tempi di non aver frequentato magari inconsapevolmente qualche mazzettiere, tangentista o altro? Renzo Gazzoni RicordarsiSignor Sindaco, · "quando si pensa che uno straniero o un diverso da noi è un nemico, allora si pongono le premesse di una catena al cui termine c'è la negazione del1' uomo. Sarebbe troppo facile scaricare tutte le colpe del male sugli altri. I limiti dobbiamo analizzarli anche in noi stessi. Quando vediamo il male fatto dagli altri dobbiamo combatterlo a viso aperto, ma dobbiamo anche sempre contrastare in noi stessi ogni tentazione di intolleranza, di disprezzo, di negazione degli altri". * Massimo Tesei * Dal discorso tenuto dal Sindaco il 4 ottobre 1992 al cimitero monumentale in occasione dello scoprimento dell'epigrafe in memoria degli ebrei fucilati a Forlì nel '44. Scriveteci: Forli, p.zza Dante 2 I Telefonateci: 0543/21422 -

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