Una città - anno I - n. 6 - ottobre 1991

Ferrara. Cimitero ebraico di via del/ Vigne. stretti a non costruire sinagoghe nuove, a dissimulare quelle che c'erano. Appena è arrivata la libertà volevano sfogarsi: stavolta ci co truiamo la cattedrale anche noi. In modo che tutti la vedano. Questa serie di di criminazioni hanno un significato e la gente le assimila. L'ebreo è il negativo e questo ribadito per secoli auna popolazione per di più spesso analfabeta (fino a 100anni fa, in Italia c'era il 70% di analfabetismo!), dà dei risultali difficili da estirpare. Guardate soltanto le lolle che ci sono nella Chiesa anche oggi ... Soltanto nel 1991 la Chiesa ha abolito l'accusa di deicidio nei confronti degli ebrei, finalmente! Però questa cosa non è ancora entrata a livello popolare. e nemmeno nel clero. Da un'indagine fatta pochissimi mesi fa risulta che è ancora sconosciuta all'87% del clero, non parlo della genie, ma del clero! A parte i I fallo che I' espressione "deicidio'' è la più grande corbelleria che si possa dire. Come si fa ad ammazzare un Dio? Ma finalmente hanno deciso che gli ebrei non hanno ammazzato Gesù, Gesù è stato ammazzato dalla popolazione dell'epoca, ma non in quanto ebrei. Non è un peccato che possaessere iseri Ilo in particolare agli ebrei e tanto meno ai discendenti. Anche ammesso che sia vero, cosa vuol dire? Gli italiani quanta gente avranno ammazzato nel passato? Io non mi sento responsabile degli eccidi falli dai Romani. Tra i contrasti che ci sono a1tualmente tra la Chiesa e gli ebrei, parlo sul piano 1cologico, c'è la famosa questione del convento delle Carmelitane di Auschwitz. Auschwitz è stato per noi qualcosa di mostruoso, dove sono morte for e 5 milioni di persone, di llllli i colori e di IUlle le razze, di cui 3 milioni ebree. Quindi per noi dire Auchwitz vuol dire qualcosa che tocca nel profondo tulle le molle del nostro cuore. Queste suore. sicuramente in buona fede, hanno in tallato un bel monastero lì dentro e ci hanno messo una bella croce alta 7 metri. Si vede questo crocione... la chiesa non mantiene le sue parole. La croce per ora non è stata tolta, le • suor1ne sono ancora li Era quasi un appropriarsi di qualcosa. Questa cosa ci offende, ci turba. Intanto sul piano religio. o: che ci sia un simbolo di una religione in questo posto che èquanto più distante dalla religione, mi sembra un non senso. Questo è un postoche io ritengo extra-territoriale. che non fa nemmeno parte del nostro mondo. Ci sonos1a1ccommcssc delle tali infamie, di tali dimensioni, che ,ono al di fuori del tempo e dello spazio. Me11erciil concc110religioso lì sopra, di qualsiasi religione, è una profanazione. Perché se c'è un posto dove Dio non era presente, era Auschwitz. Il . imbolo della croce in quel posto ci lllrba profondamente perché la croce è stata in qualche modo responsabile. Sicuramente 1u11ala propaganda del la Chiesa nel passato ha portato poi aqueste cose. In qualche modo, non dico dire11amen1e. Questa è la nostra sensibilità, è un qualcosa che ci turba. Volete fare una chiesa? Ma andate fuori. La Polonia ègrandissima. Fatelaaventi metri. Ma lì dentro è una cosa che ci turba. Questa cosa è riconosciuta anche dal Vaticano. C'è stato un profondissimo contrasto con !"autorità di Roma, unagrandeconni11uali1à, poi tre anni fa è u cito un documento con un impegno preciso della Chiesa. E non è stato onorato. La Chiesa non mantiene le sue parole. E non le mantiene per non mellersi in contrasto con l'episcopato locale. La croce per ora non è stata tolta. le suori ne sono ancora lì. Tutto questo ci da disagio anche perché ci domandiamo che valore ha un impegno preso dalla massima autorità della Chiesa. Ci sono state affermazioni fatte dal eardinaledi Cracovia particolarmente negative e offensive nei nostri confronti. on capire la sensibilità ... E' una questione di sensibilit~1 personale. a cura di Pa1riziaBelli NEL PROSSIMO NUMERO: ambiente umano, ambiente di uomo. Il paesaggio si evolve con la storia. Intervista a Vito Fumagalli, storico del medioevo BibUotecaGino Bianco ---------------------lapidi ANTICLERICALISMO, ARCHEOLOGIA E MUNICIPALIZZAZIONE: STORIA DI UNA LAPIDE FORTUNATA E DI UN ''ACQUARIO'' di Roberto Balzani Come già era avvenuto per i lavori pubblici avviati dopo l'Unità, anche la municipalizzalionc del 1904-1906 scatenò una ridda di polemiche che superò abbondantemente i limiti del mero giudizio tecnico sull'efficienza degli impianti. Sembrava quasi che gli elementi del "decoro" urbano tendessero a trascendere. per il loro intrinseco valore simbolico, l'angusto ambito degli addetti ai lavori, e finissero per assurgere ad emblematiche csemplilìcazioni dell'immagine ..ideale" della ci11à:un soggetto -questo ultimo- sul quale ogni gruppo sociale avrebbe potuto esercitarsi senza difficoltà in pubblici contraddittori, nel chiuso elci salotti, o nelle interminabili ccl oziose discussioni al tavolo elci caffè. L'acqua cd il gas erano beni troppo essenziali, troppo necessari. troppo evidenti: nessuno, nemmeno 1·onnipotente Municipio. avrebbe polllto mettere la sordina ad una città desiderosa di confrontarsi e di decidere liberamente sull'onerosa operazione compiuta dai propri amministratori. Ma non si trattava solo di una valutazione dei costi e dei ricavi: dietro i nuovi fanali di piazza Maggiore si nascondeva un'idea cli progresso, di economia ccli società,diversa eia quella che fino ad allora aveva preval o. Ed ecco, quindi, che lo stesso cistcrnone clell'acqueclotto, parzialmente costruito con le pietre tolte alle antiche mura in perfetto stile rinascimentale.contribuiva adaprire una polemica che neppure le elezioni amministrative del 1905 sarebbero riuscite a sopire. Divenuto simbolo del nuovo potere municipale, riproclot10persino nelle cartoline illustrale cli Forlì. la cisterna - o •·acquario·•, come si diceva allora- rappresentava, per la maggioranza rcpubblicanosocialista, un prezioso tramite ideologico. Costruito a pochi passi dalla rocca di Caterina Sforza. esso lasciava trasparire una sorta di co111inui1àfra il passato mccliocvalc. in particolare l'età dei liberi Comuni. ccl il ncomunicipalismodci primi anni ciel secolo. Questo processo cli iclcntificazionc, connotato da una duplice valenza (una positiva: il recupero della libertà locale "laica", ed una negativa: l'enfasi posta sul carattere au1ocra1ico e liberticida della dominazione pontifieia), sarebbe culminato, 11cll'au1unnodel 1905,quandouna lapide, dettata dal maestro Pio Squaclrani, fu murata sull'esterno dclrcclificio (la riproduciamoncll'immagincqui accanto. Occorre pure ricordare che tanto l'epigrafe quanto il torrione non esistono più: furono distrutti dai tedeschi in ritirata nel novembre del 1944). Anticlericalismo, orgoglio clemocratico, spirito municipale, co tituivano la miscela ideologica alla quale Squadrani aveva attimo, ncll' intento evidente cli rafforzare la le11ura..politica'· della municipaliuazione, anche a costo di scatenare un violento scontro con l'opposizione liberale e ca11olica. D'altra parte. l'"in1ervcn1ismo" della giuria repubblicana piaceva alle masse, che condividevano il fervore quasi messianico ciel messaggio cli progresso e di pace sociale, diffoso dagli agitatori del circolo ..Maaini'': tanto che le pur modeste officine comunali potevano trasformarsi, agli occhi dei democratici più ardenti, in prefigurazioni ciel futuro governo popolare. vaticinato dai "profeti'' della Sini- ,tra. Anche le riforme economiche avviate dal consiglio comunale stentavano a sottrar i a questo processo cli "sacralizzazionc·· della politica. in cui gli stessi programmi sfuggivano alla verifica empirica, per entrare da comprimari nella grande '·guerra di religione" che dilaniava le amministrazioni locali romagnole. Sì, perchè di una vera e propria ··guerra cli rei igione" si trattava. con l'anticlericalismo, spiri1Ualis1ao ateo, da un lato, a difendere una cena idea di governo e cli sviluppo urbano, e con le forze della tradizione, dall'altro, a contendergli passo passo il potere - più simbolico che reale - nella ci11àche, con le suechiese. le suestrade, il suo aspello settecentesco, la colonna della Beata Vergine ciel Fuoco in piazza. rifletteva, a livello di percezione visiva, cli sensazione, la cultura ed i I gusto dcli' età ponti licia. Se i radicali del tempo cli Fonis avevano attribuito alla "modernizzazione" connotati più simbolici che culturali, i repubblicani cd i socialisti. una volta sconfi11ala vecchia éli1e liberale (o neo-liberale), miravano alla definitiva identificazione di Forlì con il ''luogo mentale'', oltre che "reale", della democrazia. Per realizzare un disegno così ambizioso, occorreva smantellare le "emergenze" architcllonichc e monume111alipiù emblematiche dell'antico tracciato urbano, e sostilllirle con nuovi poli visuali, con nuovi centri d'attrazione, evocatori di un messaggio simbolico raclicalmcnle alternativo al passato gentilizo e po111ifìcio. Il caso dell "'acquario" s'inserisce alla perfezione in questo 1cn1a1ivo,peraltro condotto alla luce del sole, senza tentennamenti né dissimulazioni. Ebbero un bel gridare allo ·'scandalo", i liberali di "Critica Cittadina"! Per quanto anche il sindaco si fossemostrato propenso a mutare le parole •·1 partiti Popolari" con "Il Comune•·, la rigidità cli Egisto Ravaioli, assessorealle finanze, aveva impedito qualsiasi mediazione: quella era la ''veri là /e11era/e", e tale doveva rimanere anche sul marmo, ad onta di chi gridava alla "provocazione·•, allo "spirito di parte", al '·sopruso". La municipalizzazione, tuttavia, non fu solo il detonatore della carica esplosiva racchiusanel programma amministrativo dei '·blocchi popolari". Se le vicende ciel torrione avevano accompagnato e sorrello un processo quasi cli '·subliniazione" della politica sociale dell'ente locale forlivese, trasfigurata fino al punto di diventare un'allegorica rappresentazione del progresso laico edemocratico (come in un ballo Excelsior che avesse per palcoscenico la ribalta ci11adina), gli scavi per la posa dei tubi dell'acquedollo sollecitalettere a proposito del nu,nero scorso Seguo ..Una città" dall'inizio e oggi vi scrivoperuna"nota stonata.. che ho trovato nel numero ,corso. Mi riferisco all'intervista ..Eallora venimmo giù". Ri,pctto a quello che ho !elio lìnora ,ul giornale. ma ,oprallutto rispetto al tono di quello che ho !elio. mi sembrachequcll' intervistasiauna co,a che rimane..fuori" ... Fuori". nondico dalla logicadel giornale, checonoscetecerto meglio voi di mc. ma dall'idea che io mi ero fallo di comefo,,c o volessee,,erc il giornale. Mi ,cmbra che il giornale voglia es,ere un ..luogo dalle più voci... e allora uno può arrivare anchea pensarevoci di quel tipo, ma in questo caso mi pareche,comunque,qualcosa,ia mancato. For,c non è neanche giu,to quello che chiedo. ma una mcdia1ionc del giornali,ta. di qualcuno della rcda1ionc che chiari,,c a monteo a valle quello che ,i ,1a1aper leggere,il tipo di 1cstimonianza che si aveva di fronte, ci voleva. La presentazionedella pagina è chiara cd esaurientesulle intenzioni. ma l"intcrvbta ·'tradisce··lcaspellative.Una presadi posi7ionc.un commento erano necessariper poi acceuare quellochesi è dovuto leggere.Così no. Perqucs!Odico ..unanotastonata". Leggendol'intcrvis1acerto puòsorprenderechenonci siaun minimo di cri1icaodi approfondimentorcda,i:ionalisuquantoquel siM110re ha fatto. ma la cosapiù sconcertante è i I suo spiccato compiacimento. anchea distanza di tanti anni e tanta storia. Ecco. secondomc quel compiacimento eradastigmatiaarc, oper lomeno da ,ollolincarc. con un po· di raccapriccio. Di fronte a questo aspettodi rompentedel1·intervista. 1ul10pa\sa in secondo piano: i pcrchè dcll'intcrvi:,ta, il valore della 1cstimonia111.la. ricm,tru1.ionedel clima politico. \torico cd umano di quel periodo. Dicevo all'inizio chequalcosa è mancato: i I problema è cheforsesi è mancato l'obiettivo. RobertoAmbrogelli. Abbiamo !elio le testimonianze pubblicateda UnaCittà sul n° Sa propositodellaResistenza.Siamo colpiti eallo stessomodoconfusi. Da un lato ci risulta diflìcile fare giudi7i: nonabbiamovissuto..quel tempo" e 1101n1e conosciamo l'atmosfera, le tensioni, da un altro lato crediamosi debbaandare avanti.Crediamochel'analisi non si debbafermareal ..chi sa.parli", ma arrivare a scoprire clementi forti cli quel periodo. Quali altre 1cs1imonianzcpossonoesserericercate. quale ricerca con quali mumcnti econquali obicllivi può permettere di scoprire clementi guida per il nostro fuwro? Vorremmocapire sequalcosadi quel momento storico può aiutarci a rono, invece, un altro genere di passioni. di carattere storico ed erudito. Antonio Santarelli, già segretario comunale e profondo studioso delle memorie archeologiche forlivesi, seguì i lavori lungo l'intero 1raccia10 interno della ciltà murata: era sua intenzione approfillare di quell'occasione per verificare alcune ipotesi sulla s1ru11uraurbana della ·'Forlì antica". Le note, minute e de11agliatissime, redaile in quei mesi trascorsi in cantiere, furono subito stampale, a testimonianza ciell'importanza annessaalla ricostruzione di una clocumen1a1a'·tradizione" cillaclina, fondata sulla verifica empirica delle fonti manoscrille. Anche l'archeologia e lo scrupolo filosofico, riflessi di un metodo di ricerca nuovo. diffuso nella cultura occidentale dal positivismo, contribuivano a saldare -tramite la municipalizzazionei I "calco" medievale di Forlì con la stru11uraurbana sette e 011ocen1escac,he vi si era adagiata sopra: quasi che i tubi sprofondati nel sollosuolo forlivese potessero fungere dacanali di comunicazione fra il vecchio e il nuovo, fra un "antico" mitizzato ed idealizzato, ed una realtà spesso trasfigurata dalla passione politica e dalla fede in un progresso continuo ed inarrestabile. costruire l'azione e la lotta per i diritti e i doveri di domani. Abbiamo in mentele madri Jugoslavedel nostropresente. In un futuro sarannoricordati solo i guerriglieri serbi,i ragazzicroati. l'esercito federaleo la voglia di vita di questemadri? La ragione della guerra sarà ancora l'unica angolaturadacui leggerelastoria? Lanza Del vasto criveva: "la giustizia buona è quellacherende il beneper il benee moltiplica il bene, che rende le buone azioni misuraper misura.... che sostiene quelli che camminano dirillo, trattienequelli chetravalicano,riconducequelli chesi smarriscono, rialza quelli che cadono. L ·altragiustizia è quellacherende il male per il male. al fine di fermare il male, ma che si ferma al malee lo rafforza. apportatutte le malizie, tutte le bassezze tutte le astuzie. quella che nell'arte di trarre vendetta immette tutti i ritardi. llllli i raggiri. llllli i calcoli, della crudeltà più fredda e disumana...".Vorrcmmo lavorare per la prima. Elisabeua Savioui ed Enrico Lombardi UNA ClffA' 9

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