Una città - anno I - n. 6 - ottobre 1991

Bi POSTO DOVE DIO PRESE persecuzioni razziali e antisemitismo in Italia e in Europa, la chiesa cattolica e il Carmelo ad Auschwitz, nel racconto del prof. Renato Caro, Rabbino di Ferrara Posso dire solo qual è la mia personale esperienza, io faccio il Rabbino, dovrei essere un esperto di cultura ebraica. di tradizioni, di legislazione, di Bibbia, non di politica e spesso sono chiamato a fare interventi culturali, mi chiedono di parlare sull'ebraismo, e poi salta sempre fuori il problema della persecuzione, della quale la generalità delle persone. anche di una certa preparazione, di olito non sa quasi niente. Non so se è una questione di rimozione, o se è pigrizia, nel senso che per es. i programmi scolastici non prevedono queste cose, prevedono Garibaldi, Cavour, le guerre puniche ... Oltre ali' ignoranza e alla rimozione, c'è anche un altro elemento che credo non vada sottovalutato. Forlì è una località dove oggi non c'è una comunità ebraica, una presenza ebraica, per cui manca il contatto umano con le persone. Si fanno delle confusioni abissali tra ebrei, protestanti, musulmani, voi non potete gustarle certe cose. L'anno scorso sono stato invitato da una comunità protestante. Ho fatto il mio intervento, alla fine sono cominciate le domande. E ho visto che questa gente, che pure era motivata, in un ambito strettamente religioso, non sapeva nemmeno cos'erano gli ebrei. C'erano delle confusioni paurose. Un tale, ma senza suscitare la sorpresa degli altri, mi domanda: "Ma voi siete monoteisti?" Qualche volta c'è una forma di razzismo che è soprattutto ignoranza. Ad aprile sono stato a Empoli. Anche lì c'era una situazione simile aquella di Forlì, non c'è una comunità ebraica, e non c'è una presenza ebraica da duecento anni. Io ho fatto il mio intervento e alla fine un tale voleva farmi i compi imenti. E me li ha fatti da prenderlo a schiaffi: "Ma chi l'avrebbe detto che un Rabbino parlasse come noi, dicesse delle cose che io ho capito benissimo?" Io ci sono rimasto un po' male, ho pensato: mi sta prendendo in giro. Chissà, si immaginava che io fossi una specie di mostriciattolo, con le antenne. Ed era in buona fede. Ho detto, tra il serio e il faceto: "Sono molto contento di quello che lei mi dice, vuol dire che sono riuscito a dissimulare bene la mia coda." Queste sono le esperienze che si fanno soprattutto nelle città dove non c'è una presenza ebraica. organizzata o sporadica, dove gli ebrei sono qualcosa di ancestrale, di mitico, di strano e pericoloso. Va detta questa cosa: che dietro c'è sicuramente una campagna anticbraica mi llcnaria, molto spesso orchestrata dalla Chiesa. in Danimarca il primo a meffersi la stella gialla fu il re Io non ho termini di paragone. Nella Polonia occupata dai nazisti il 99,7% degli ebrei Nell'Italia fasci ta, occupata dai nazisti, gli ebrei catturati e non tornati. sono forse 7 o 8 mila, su una presenza ebraica che era calcolata intorno ai 40 mila, quindi in percentuale il 20, 25%, sesi possono dire dei numeri. E' una cosa dramma- (ica parlar di numeri con le persone ammazzate. Questo è significativo, vuol dire che da parte della popolazione non c'è stataun' adesione aquestacosa, perché dove la popolazione era profondamente antisemita non se n'è salvato uno. Dove invece la popolazione non era antial 100%, in Danimarca allo 0%, in Italia al 30%. • scappavo nei • campi con mia sorella La mia storia è abbastanza significativa, è la storia di tutti gli ebrei in Italia. Vi posso raccontare una quantità di episodi dove ci sono stati atti di grande eroismo da parti di italiani. anche di ceto molto basso, sacerdoti, militari, operai, impiegati. professori e anche vuta al l'atteggiamento degli italiani. La mia vicenda personale: la mia famiglia abitava a Torino, era costituita da mio padre, mia madre, mia sorella ed io. Quando è scoppiata la guerra, per via dei bombardamenti, non c'entravano assolutamente le persecuzioni anticbraichc, siamo scappati da Torino, anche perché abitavamo vicino alla stazione che era un obiettivo, e siamo andati in Toscana, in Versilia, dove avevamo dei conoscenti, e per un anno o due abbiamo fatto una vita da villeggianti. Poi un Valech Ferruccio, nato a Siena il /4-J l-/930,Jiglio di Mosè Davide e Forti Livia. Ultima residenza nota: Siena. Arrestato a Siena il 6- I I-I 943 da italiani con tedeschi. Detenuto a Siena carcere, Bologna carcere. Deportato da Bologna il 9-/ l-1943 a A11schwit::,. Ucciso a/l'arrivo a Auschwitz il /4-l l-/943. Da "Il libro della memoria" di Liliana Piccio110Fargio11,Mursia. semita, gli ebrei si sono salvati quasi tutti. Il caso della Danimarca è clamoroso. Credo che gli ebrei morti per motivi di persecuzione, siano state poche unità. Quando è stata occupata dai nazisti. immediatamente sono state emanate le leggi di persecuzione contro gli ebrei, ad es. l'obbligo di portare la stella gialla. L" indomani il primo che aveva la stella gialla era i I re. Tutta la popolazione si è messa la stella gialla ed è cominciata subito l'azione clandestina da parte delle autorità, quel poco che ne rimaneva per prendere i loro ebrei e spedirli in orvcgia. nella parte non ancora occupata. Morale del la storia, i na1.isti hanno desistito, perché era contraria non il IO, il 50. o il 90%, ma la totalità della popolazione. Per dirla in numeri, in gente analfabeta, che hanno rischiato la pelle, e talvolta l'hanno perduta, per salvare degli ebrei. Altre persone. di lutti gli strati, hanno allegramente collaborato, perché cc I ·avevano con gli ebrei. o perché denunciare un ebreo poteva essere un atto di bcncmcrcrua nei confronti delle autorità, oppure per guadagnare qualche cosa. un chilo di sale. Quando sono arri vate le pcrsccu7ion i in Italia, il grosso degli ebrei non ha capito cosa stava succedendo. non ri useivano ad intuire. ··...Cc l'hanno con gli ebrei ... Ma sì, è propaganda, poi pas.crà ...•·Alcuni che hanno capito e che avevano le possi bi I i tà economiche sono scappati in America o in Svi1.- 1.cra, si sono salvati. Per gli altri, che non avevano possibilità economiche molto spesso la salvezza o la cattura era dogiorno, il comandante dei carabinieri ha detto a mio padre di prendere i nostri stracci e andarcene perché altrimenti ci doveva arrestare. Mio padre era incredulo: " ...ma perché. cosa ho fatto?"'. Cè stata quasi un· a1.ione di forza. lo ero un bambinetto. avevo sci o selle anni. per mc era tutto un'avventura, un divertimento. Increduli. siamo scappati ~ullc colline vicino a Lucca. Credevamo. arrivati nel paesino. che nessuno sapesse niente di noi, eravamo lì pcrchésfollati,c·cra tanta gente che vagava, poi invece è risultato che tutto il paese. apcva che eravamo ebrei. In un primo tempo c'è stato un atteggiamento di cliffidc,11.a.di quella che dicevo prima. Ci guardavano e non riuscivano a capire come un ebreo potesse avere una faccia normale. Poi hanno capito, ci hanno assimilato e io sono vivo grazie a loro. Gente di una ignoranza paurosa, il 90% era analfabeta, ma tulle le volte che arrivava una camionella dei fascisti ci venivano adire: "smammate!". E io scappavo nei campi con mia sorella, non ho mai capito cosa succedesse perché ero un bambino, era un gioco, andarsi a nascondere, un'avventura. Mio padre e mia madre i nascondevano da qualche altra parte, ci dividevamo per non e sere presi tutti insieme. I paesani ci hanno difeso fino alJ"ultimo. Poi le cose sono diventate piuttosto pesanti, i rastrellamenti erano quasi quotidiani. Mia madre pensò di prendere noi bambini e tornare a Torino, pensando: "nel la grande città ci dissimuliamo meglio". Mio padre è rimasto lì qualche giorno per sistemare alcuni suoi affari. e proprio in quei giorni c'è stato un ulteriore rast rei lamento e l'han portalo via. E' finito ad Auschwitz. A Torino ci siamo nascosti presso le varie famiglie che conoscevamo e anche lì. convintissimi che nessuno sapesse niente di noi. Abbiamo scoperto poi che tulli sapevano, addirittura una nostra vicina di casa, la nostra dirimpettaia, andò a denunciarci al commissariato: ·'guardate che vicino a noi ci sono degli ebrei··. Il commissario ha ritenuto opportuno far finta di niente; ha mandato qualcuno a casa nostra, un funzionario di polizia già preparato. Mia madre gli ha raccontato una storia: "Mio marito non c·e perché è stato richiamato combattente in Russia. Il funzionario ha fatto finta di prenderla per buona. non avevamo la tessera, non avevamo nessun documento. cartad"idcntità. niente. La mia attività di bambino. allora, era girare le paneucrie per vedere se mi davano il pane senza tessera. facendo il tonto: .....mi da due elli di pane? Ho dimenticato i tagliandi a casa..."'. Cercavo di andare un giorno da una parte, e un giorno da un'altra, c·era qualcuno che capiva benissimo e me lodava, equalcuno che non me lodava. Quindi persone che ci hanno protcllo, altre che ci hanno denunciato, e altre ancora, che non ne avevano nemmeno il coraggio e lo facevano segretamente. non per odio personale. non cc n'era motivo, a meno che non ci fossero beghe di cortile, stendere la biancheria dove non dovevamo stenderla, ma per accaparrarsi bcncmeren1.c nei confronti del regime. e questo nel' ..W, quando ormai il regime era in disfacimento. Quando qualcuno raccontava: "guardate che vi ammazzano" nessuno gli credeva Quando è finita la guerra, noi siamo stati per mesi aclaspcllarc, pensavamo che mio padre sarebbe ritornato. Nessuno immaginava le dimensioni dello sterminio. Si pensava tutti: "c'è il disordine della fine della guerra, i prigionieri, prima che tornino, ci vorranno mesi ..." La Croce Rossa, la radio, il Vaticano, si cercavano tutti i mezzi. Tutti dicevano: " ... Adesso torna un gruppo ... C'è un gruppo di italiani da qualche parte in Ungheria, aspettano i vagoni per tornare...,, Ci siamo resi conto di quello che era successo, che il fine della persecuzione era lo sterminio, soltanto un anno, un anno e mezzo dopo, nel '46- '47. Tutti pensavano: ·•questi Tedeschi, ci prendono cci portano a lavorare da qualche parte. tutto wmmato non è mica poi tanto male, ci danno da mangiare, si lavora, beh, lavoreremo. essuno riusciva a intuire. Eravamo tutti imbevuti di una cultura, di una falsa cultura. "Ah, la Germania, è un paese civile, il paese dei grandi musicisti, dei letterati, l'Italia, abbiamo dietro tutta la tradizione giuridica dei Romani.'" Quando qualcuno raccontava: ··guardate che vi ammazLano!'", nessuno gli credeva. tuffe le volte che sentivo un passo cadenzato ero tentato istintivamente di scappare Voglio raccontare una storia drammatica. C'è un libro intitolato·'Trcblinka··. uno dei tanti libri sui campi di sterminio. L·autore, un polacco scampato alla pcrsccu1.ionc, ha voluto dedicare la sua vita alla ricostruzione storica di queste vicende. E racconta molto freddamente, fa persino rabbia leggere questo libro perché parla di morti. di assassinii. di torture come se stesse de crivendo una partita di calcio. Racconta la vicenda di due persone. documentata. che erano state catturate e portate a Trcblinka. Una forma interna di resistenza del campo ha pensato che bisognasse andare ad avvertire gli ebrei che erano fuori. che non si facessero portare lì perché era morte sicura. E hanno deciso di organizzare la fuga cli queste due persone. una vicenda rocambolesca. incredibile. Qualche decina di persone si è falla ammanarc deliberatamente per organi7zarc una sorta di sommossa e dar modo a quc. ti due di scappare. Mentre c'era questa confusione e i na1.isti sparavano nel mucchio, i due sono riusciti ad entrare clandestinamente in uno di quei vagoni carichi dei vestiti dei morti che tutti i giorni partivano da Trcblinka per la Germania per essere utiliuati dall"industria bellica tedesca. Durante il viaggio sono riu\citi a trapanare le assi del \'agone e a uscire e raccontano il loro viaggio in mcao alle comunità ebraiche della Polonia e dcli" Ungheria. Si parla cli comunità polacche del l'Europa orientale, dicentinaia di migliaia di persone, a Varsavia e' erano forse 300000 ebrei. Queste due persone hanno finito col farsi ricatturare, deliberatamente, perché sono rimaste allibite dal fatto che nessuno gli credesse. Li prendevano per pazzi: "ma cosa raccontate? Come è possibile pensare che un popolo come i Tedeschi, deliberatamente, mettano su un piano per ammazzare I 0-20-30 mila persone al giorno, così senza motivo ..." E questi disperati hanno scelto di morire. C'era un'incredulità totale di fronte a questi fatti, eque 10 è un fatto che non va sottovalutato nel giudicare. Chi ha vissuto in mezzo a queste cose era sempre tormentato: ·•...Ma sarà vero, o non sarà vero? Che non sia meglio farsi catturare? Mi portano a lavorare in Germania e poi è finita ..." Qualcuno aveva intuito, ma era talmente grossa la verità, talmente paurosa. che si preferiva rimuoverla, anche a livello nostro, fra noi ebrei. lo da bambino, sono vissuto col terrore, e tutte le volte che sentivo un passocadenzato ero tentato istintivamente di scappare, nascondermi, buttarmi in un fosso, non mi rendevo conto, ero un bambino, ma gli scarponi. gli stivali dei tedeschi... on mi sono mica mai domandato perché scappavo. Per capire questo periodo bisogna capire anche questa atmosfera. on tutti avevano la sensazione del pericolo 111combcnte. Auschwitz vuol dire qualcosa che tocca nel profondo tutte le corde del nostro cuore E" un argomento che affronto dolorosamente. Forse è connaturato nell'uomo vedere nelle minoranze un pericolo. la minoranza è sempre il diverso. ma c·è stata una propaganda religiosa cri tiana che sicuramente ha avuto il suo peso. Quando si sta per secoli apredicare che gli ebrei devono subire tulle queste persecuzioni per una giusta punizione divina, perché non hanno riconosciuto la divinità di Gesù e I" hanno croccfi so, certamente entra a far parte del "patrimonio genetico·· delle persone che gli ebrei devono essere perseguitati. Così tutte queste rcstri7ioni, ad esempio di non poter costruire sinagoghe che fossero visibili. che nessuno potesse riconoscere. Questa di Ferrara è uno dei casi. sembra una scuola o un palazzo qualsiasi. on doveva mai essere visibile da quelle strade dove passavano le processioni religiose. Era un'offesa che che gli ebrei potessero vedere o essere visti dalla processione. Tutte le sinagoghe costruite in Italia dopo il 900 sono tutte cielle grosse cat tcclral i anche se la comunità era piccola, perché per secoli erano stati co-

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