Una città - anno I - n. 1 - marzo 1991

J Abbiamo inconh-ato he studenti 11 pacifisti'', poi un loro amico 11 interventista ma non gue1Tafondaio'' G • • stud 1· •• 1ovan1, en 1,am1c1: que~la uerm li m n o alla prova. Comeavete cominciatoa partecipare alle iniziativecontro la gue1Ta? Roberto. Tutto è esploso il giornostessodelloscaderedell'ultimatumanche perchèprima non ci ho mai creduto in questa guerra. Ho imparato, non lo nascondo,chec'era l'ultimatum alla metà di dicembre. Tutto è partito con la veglia in Comunedel 15Gennaio. Marco. Siamo andati là,comestudenti, perchè avevamobisognodi una organizzazionecheci appoggiass.e.. "Avevamo bisogno" chi? Marco. Anch'iocomeRoberto, sono1imastocolpito. Le guerre che ho studiatomi sembravano realtà lontane. Me ne 5.000 kurdi e tu chefai?Uccidi 5.000 dei suoi? Francesco. Nonholeideechiare,però sono convinto che questa guena era sicuramenteevitabile. Si vede come l'America non abbia volutocercareuna mediazione.QuandoSaddam proposedi ritirarsi in cambio della risoluzionedei problemi palestinesi gli U.S.A.1ifiutarono perchè così Saddam veniva fumi premiatoe non accettarono nessun colloquio. Roberto. E' giustoessere pacifisti o no?Riguardoa questa guerra sono incondizionatamente pacifista.Una cosa di cui nondubito,fra i tanti dubbi chemi assillano,è chequesta l!llerrasi ootevae si dovesono reso conto un po' tardi anch'io, ma quando è successo mi è sembrata una assurdità e per fare qualcosa era però opportunotrovare chime ne desse la possibilità.Ho letto «Non c'è assolutamente niente che _possa giustificare una guerva evitare perchè la vedo come una guerra di interessi, camuffata, da tutte due le parti, sotto false ideologie. Abbiamo da una parte Saddam che ra ••• » l'annuncio, il volantino, ed è cominciatada lì, con Roberto perchècondividevalemieidee. Ci siamo telefonati, è stata una cosa abbastanza spontanea, ci siamo trovati con altri ragazzidel Classicoun po' più giovanie ci siamoaggregatia questogruppo. L'etichetta "pacifista" vi sta bene? Roberto. Mi sta bene perchè non ho problemi a fanni etichettare, ognuno poi pensa quelloche gli pare però, sentendoil discorsofatto dal babbodi Francescoal comitatoper la pacechediceva:"Pacifistvi a bene,peròcominciamoa porci dei dubbi" ho cominciato a pormeli anch'io. Dall'inizio della guerra fino ad ora ho cambiato posizioneperò partendosempreda una richiesta di pace,cioèla guerra deve fi. nire comunque. Marco. Per "pacifista"io intendo che non c'è assolutamente niente che possagiustificareuna guerra. Possiamo anche considerare che il motivoper cui l'America si è interessata al mediooriente non sia il petrolio,che sia proprio la liberazionedel Kuwait .Amoltipuòsembrareun motivovalido,ma anche se ce ne fosse un'altro ancora più valido,una guerra nonpuòessere giustificata. Guerra giusta o no. Supponiamo che venga questo palestinese a parlarvi della guerra e del suo popolo per liberare la Palestina. E' una specie di guerracon tanti morti. Come la mettiamo? Marco. Vorrei farmi chiarire dai palestinesi la posizionedegliamericaninei loro confronti.Basta. Francesco. lo sono stato messo alla prova conquesta guerra perchèa un certopunto vieneda chiedersi se una guerra è sempre sbagliata. Mi definiscopacifista però sonoa favoredei palestinesi, sonod'accordocon l'Intifada.Non pensoche la guerra sia un modo per risolvere i problemi però è molto difficile... se la guerra è inevitabile, se ci si trova di frontea un dittatore che ha ucciso5.000 kurdi, cosa fai? E' giusto fare una guerra nei suoiconfrontio no?. Roberto. Lui ha ucciso si mette la coronadi liberatoredi tutti gli arabi. Dall'altraparte ci sono gli americani che dicono:noi siamo i liberatori. Tutto per nascondere il vero interesse che è lo sporcopetrolioattorno a cui gira tutto quanto. Questo mi fa sentire molto impotente e molto preso in giro. Perchèmi sento soloingranaggiodel giocodeglialtri. Ingranaggio perchè? in fondo tu non vieni direttamente coinvolto. Roberto. lo non vengochiamato però ho un amicoa Cervia che finoa questa estate era al mare con me. Poi lui è andato a fare il militare perchè ha smessodi studiare e adessosta facendoi turni doppi perchèla marina è in stato d'allerta e non è esclusoche quandosi farà un contingente lui vada via. Va tutto benefinchènon si è toccati da vicino,quando poi cominciaa partire una persona a cui tieni le cose cambiano. Poi mi sento un ingranaggio perchèlostato che mi rappresenta è il primoa prendenni in giro, la guerra del golfoè stata l'ennesima riprova. Marco. Quandonoi ci sentiamo dire che l'Italia avrà un ruolodi poliziainternazionale e dopotre giorniche dei piloti italiani sonoandati a bombardare Bagdad, viene il dubbio di esserepresi in giro. Avete amici "interventisti''? Marco. Una persona con cui sto moltotempoinsieme,una miaamica, è stata contraria alla guerra finoal giornodell'ultimatum, mi ha aiutato a fare gli striscioni ecc.., poi, forse anche influenzata dai genitori, ha cambiato idea. Fin tanto che c'era la possibilità era giustoevitarlapoiuna volta incominciata la guerra diventava una cosa giusta e indispensabile. Ultimamente non ne parliamo più, perchè finisceche litighiamo. Francesco. L'obiezionepiù frequente checi vieneda colorochesono contrari all'impegnopacifista è che tanto le manifestazionie le testimonianzenon servono a niente,chelecosecomunque non cambiano. Marco. Mi chiedo:se tutti rimanesseroin silenzio, se non accadesse niente, nessuna protesta, nessuna manifestazione, un disinteressecosìcompletofarebbe un effettomoltostrano. Roberto. E' anche giusto sfatare questo mito per cui una coscienzasocialeo una idealità di massa non servonoa niente. Basta un esempioper tutti: la guerra del Vietnam. Lo diconogli stessi militari che è una guerra che hanno perso i politici. Ci sono stati grossi movimentiallora e non penso che l'America di allora fosse menoarmata di oggi.La guerra peròè stata persa. E. i militari stessi diconoche è avvenuto per il cambiamento di fronteche c'è stato nellamentalità americana. Le manifestazionidi pensieroservonoa qualcosa: se si sono fermati una volta si possonofermare ancora.Stavoltacivorràun po' più di tempoperchèstavoltale Come hai saputo della guerra? La mattina mia mammami ha svegliatodicendomicheera scoppiatala guerra. All'inizioero un pò contro. Pensavochesi potesserotrovare altre strade piuttosto che una guerra subito così,che ci fossestato tempoper decidere, ma poi ho ripensato che se si lasciava fare, se si lasciava passare più tempopoi la guerra sarebbestata peggioreperchè Saddamavrebbecostruito dellearmi peggiori;potevaanche costruirsi una bombaatomica.Ragionareconi dittatoii si fa moltafatica. Qual'èallorail veromotivoper cui si fa questa guen·a? I motivi sono diversi. Io non sonofiloamericanoa,nzi, sobenissimoche l'Ameiicaè intervenuta per gli interessi che ci parti in causasonodi più. Nei vostri ambienti c'è interesse a discutere, a capire? I fatti di questi giorni colpiscono le persone con cui siete a contatto? Francesco. Queste cosecolpiscono, però c'è un problema. Noi siamoabituati alh1televisione, non abbiamo bisogno più di niente, di fare alcuno sforzoper cercaredi approfondire. I ragazzidi oggi,e mi ci mettodentro,1imangonosempre allostato superficialedelle cose,beccanotutto quelloche viene detto. Questa guerra li ha colpiti,peròi discorsicheho sentitodi più sonostati quelli chedicevanocheSaddamè un pazzoscatenato,che ha violato il diritto internazionale. Non siamopiù capacidi chiederci:"ma sarà prop1iocosì?" e andare oltre alle cose che vengonodette. E c'è anche un nientare l'Irak. Anche per cambiare la cui-, tura, hai detto ...? E' un po' comesuccedevada noi durante il Medioevop, erchèda loro il progressonon c'è quasi stato, o meglio, il progresso è qualcosadi importato, non di sentitodallasocietàaraba.Noi dovremmocercare di sensibilizzarli non imponendoci a loro, perchè imporsi significherebbesuscitare una sollevazionecontrogli occidentali, imperialisti. Bisognerebbe, però,sensibilizzarlianche con degli aiuti conareti.Con l'immigrazionedai paesiafricanie arabi le culture si mischiano ed il problema ce l'abbiamo anchein casa... E' un problema? Nonmi sonomai trovato a parlarne, però penso che quando poi questa gente avrà sono, per cui nonla giustifico pienamente. Però ugualmente pensoche non si debba lasciareche uno «Sicuramente non con gioia, però partire, ••• ». l'opportunità di tornare a casa al proprio paese d'origine, sicuramentepotrà essere un mezzo per stato invadaun altro e lasciare che le cose rimangano come sonoo diluirlenel tempo,perchècoltempol'offesasi mitiga, per cui dopo un anno o due, tutti si sarebberoassuefatti e lui avrebbefattoquelloche voleva.Chela guerra nonservaa portare la pace nel Medio Oriente sono d'accordo, ma l'intervento era forse l'unica alternativa. Anche la Conferenza di pacesul MedioOriente mi sembraun po' utopistica,· perchèla societàaraba è molto diversadalla nostra;è rimasta più o menocomeeravamonoi 11eMl edioevnoo, nhannoancora una luce della ragione propria. Hanno delle superstizioni, degli ideali a cui credono ciecamente, proiettano tutto nell'aldilà. E' tutto fanatismo che li porta anche a morire di fame,tanto sannodi esserenel giusto,per cui nonhannoassolutamente paura di morire. Quindiil dittatore puòbenissimo disporre di quella gente. Allorase la loromentalità non cambia,di Saddamne possono venire fuori sempre anche in tanti altri paesi; è proprio un fatto di cultura. Che poi la guerra sia necessaria adesso, in quel luogo, non c'è dubbio secondome, per liberareil Kuwait, non certamente per ansensibilizzare anche gli altri del loro paese per avere una cultura occidentale,un nuovo modo di vedere le cose, non così ristretto. Bisognerebbe peròrenderemigliorile condizioni di vita di questi immigrati, perchèsi sa l'emarginazioneche devonosubire nelle grandi città. Si gira intorno all'idea di progresso. Secondo te che cosa è, materialmente, il progresso? n progressonon è certo una visionecapitalistica nel senso vero e proprio,perchè il capitalismoha i suoi lati negafr,ie positivip,eròpenso che in ogni caso il progresso sia cercaredi dare a ciascuno il libero sfogoalle proprie capacità personalie non ostacolare quindi l'altro, tentandodi imporreil propriovolere.Cercaredi fare il propriobenenon facendoil male altrui. E' una visioneun po' utopistica, perchè è un po' difficileda realizzarsi, peròsi può arrivare sulla strada per avere un benessere, che è anche benessere materiale,che poi porta a sentirsi meglio, liberi di agire comeci sentiamo. Accetti l'etichetta di interventista? Interventista sì, ma nonguerrafondaio.AnziiopartivotemBibliotecaGino Bianco processoincredibileche mi ha sorpresoe coinvoltopersonalmente:ho vissutoquestaguerra in diretta, conla televisione che mandava i bombardamenti minuto per minuto comese fosseil calcioe io mi sonoaccortocheero coltelecomando in mano a vedere se c'eraun altrobombardamento, quasi a sperare che fossesuccesso un attacco con armi chimiche...Mi sonodimenticato che sotto quellebombestava morendo della gente. Quandome ne sonoaccortoci sono rimasto male. Marco. Anch'ionei primigiornivivevo la guerra minuto per minuto, la cosami avevaquasi affascinato... poi ho abbandonato completamenteil telegiornale, sentola radiola mattina e leggo i titoli nei giornali,proprio per non rimaneretravoltodal~ le notizie. po fa èla posizioni estremamente pacifiste,però col passare del tempoho visto che il pacifismo così radicale è un'utopia.Magarianchemolte dellemie posizionipotrebbero essere utopistiche;però intervenireoggipuò evitare gli effetti di una guerra peggiore domani.Ma non bisognapensare che,finitotutto lì, bisogna adagiarsisugli allori;abbiamo disannato un dittatore, ma ce ne sono poi tanti di dittatori nellazona. E' un problemache ci dobbiamo porre, perchè, comeabbiamoarmatoSaddam contro Komeinia suo tempo, perchè era il pazzo di turno, adessoil pazzodi turno è Saddam, per cui armiamogli altri paesi vicini,ma, poi,tra dieci, vent'anni ce ne saranno degli albi che noi abbiamoannato controSaddam. Tu _partiresti?Sicuramente non con gioia, però partirei, perchè ritengo che sia la cosa meno peggiore. Non con gioia, perchè andare in gue1Tanon è che facciapiacere, non è chemi piacciaandare in giroad ucciderela gente, per cui lofarei nonpropriovolentieii, però certamente non scapperei. E cosa pensi di quelli che-dichiarano di disertare come atteggiamento pacifista estremo? Innanzitutto io rispetto le loro idee per cui non mi sento di giudicarli in modocategorico, peròpensoche, se voglionovivere in una nazione abbiamo certi doveri, e se lo stato dovesse chiamarci per un qualcosache noi non riteniamoassolutamente giusto, abbiamo comunqueun doverenei confrontidellostato, dobbiamo proteggerlo, dobbiamoandare... In questo caso però, non si tratta di proteggere lo stato in senso stretto ... AppuntQp.er questo, vistoche non è una guerra in casa nostra, non è che io mi metterei a gridare allo scandaloperchè queste persone non vogliono andare. In questocaso,secondome, sonolibeii di rifiutarsi. Nei confronti di valori come nazione, stato, onore, che negli ultimi venti anni sono andati un po' giù, tu e gli amici con cui parli cosa ne dite? I nostrigenitori,i nostri nonni, hanno dovutoessi stessi difenderela loro patria durante la guerra per cui hanno toccatocon mano cosa volessedire la nazione,la patria; noi invecevivendoin tempodi pace diamospessole coseper scontate. La nazioneè una parola, molti giovani si sentono pocoitaliani,ma più cosmopoliti e il sentimentodi nazione si è andatoperdendoancheper il benessere,i viaggi,mettersi al confrontoconaltre cultureci ha portatoad essereun po'più universali. Questo è un bene o un male? Non è completamente unbeneperchènoiabitiamoin Italia, ... non sono assolutamente nazionalistaperòpenso che essere scetticisulla politica, sullostato non è che giovi al nostrostato. Hai detto che il progresso ha portato all'affievolimento di questi valori, e non è un bene. Però dicevi è il benessere ad aver portato ad un allargamento culturale... allora? Bisogna distinguere fra un progresso capitalistico che porta ad una distinzione eccessivatra ricchie poverie un benessereche invececoinvolga una grandemaggioranzadella popolazione. Il progresso ha fatto del bene perchè viaggiaJIMIAOAAJSOII re allarga la nostra visione. La gente che viaggiapocoe rimane legata alle proprie radici, alla propria cultura, rischia una visioneristretta. C'è un fascino della guerra? Quali sonole tue reazionialla televisione? Non mi lascio coinvolgere troppoda quellochevienedetto perchèpotrebbefuorviarela mia capacità di giudizio.Certamente della guerra è stato reso quello che è l'aspetto spettacolare:la CNN,la guerra indiretta.Permolti è stato unospettacolo,comele partite. C'era l'agonismo, una certa quantità di violenza.Per cui il fatto di provare curiosità di fronte a queste scenedi guerra è legatoal fatto che c'èmovimento,c'è attività, c'è qualcosache toglieper un po' dall'inerzia quotidiana, dalle notizie di tutti i giorni. Io però non l'ho vissuta così, se non nei primi giorni. Ora leggo sempre i giornali ma cercodi non guardare la TV,perchèrischiamo di diventare dipendenti dalla TVtogliendoquelli che erano i motividella guerra, che diventa solo una cosa esterioree spettacolare. A curadi FaustoFabbri. UNA ClffA' 5

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==