Una città - anno I - n. 1 - marzo 1991

r intel'Vista a Don Sergio Sala La vera Jihad è quella i leriore. Quando una guerra può essere giusta? Per difendere il proprio benessere si può giustificare una guerra? Per un cristiano mai. Per il cristiano il valore supremo è l'amore del .prossimo.Allora io non posso fare la guerra per il petrolio,è assurdo, forse anche per un non cristiano. In quale caso allora la non-violenzacessa per il ciistiano di essere il crite,io assoluto?Nel caso contraddica appunto l'amoreper il prossimo, che è il valore supremo. E questo lo dico sulla base anche di teologipacifisti che non hanno una posizione rigorosacomequella di Capitini e di Tolstoi e per i quali la non-violenzava storicizzata. Se io in Cambogiavedo i Kmer rossi che mi uccidono due milionidi persone io non posso dire "sto a guardare". Mi ricordo che Garaudy, quando noi, cristiani di sinistra, cercavamo,20 anni fa, di giustificarela lotta di classe, Garaudy diceva che " la violenza, la lotta, la rivoluzionesono il voltodrammaticodell'amore".Ed era vero.E' chiaro che deve essere sempre una violenzacommisurata. NellaPopti.lorumprogressio, enciclicache allora esaltammo,si dicechequandoun popolo sottosviluppato vede lesi i suoi diritti fondamentali, la sopravvivenza,ecc.,quando non c'è altra scelta che la rivoluzione,quando infine si sa che la rivoluzione può essere vittoriosa, perchè se so di perdere allora sarebbe disonesto,date queste condizioniallora può essere giustificata. In seguito, di fronte· alla nuova corsa agli armamenti atomici i pacifisti cristiani hanno criticatoquesta posizioneche in casi estremi ammetteva la violenza.Perchè la guerra avrebbe ucciso tutti... Contro Hitler molti cristiani hanno combattuto. Una delle accuse fatte agli ebrei fu quella di non essersi ribellati, di fronte allo sterminio.Levi rispondeche non c'era questa cultura della ,;. bellione... Insomma, in certi casi la non-violenza induce degli effetti storici che sono perversi, che sono contro il principioverso cui tende. La non-violenza come rispetto dell'altro può tramutarsi in complicità con l'assassino. Allora io intervengo. Non possointervenire per me,ma per l'altro sì. CamilloTorres, il prete guerrigliero,"sparava piangendo". Ovviamente quando non c'è alternativa. Là nel Golfosi potevafarediversamente?Questoè il problema. L'esercizio della violenza comunque, in ogni caso, comporta rischi e conseguenze personali gravi. Pensiamo alla vita del partigiano, alla stessa manualità della violenza, alla necessità di compiere atti orrendi. Sparare piangendo è verosimile? Sembra che tutto debba essere funzionale al risultato. Per esempio la demonizzazione del nemico ... Qui tocchi il problema grosso,educativo.Sopratutto per noi preti adesso. Il problema è proprio quello di avere le mani sporche,ma la coscienzachesi 1ibella. Io me le sporcole mani, è inevitabile, l'ideologiaha le mani pulite perchènon ha le mani, dicevaPeguy.Non ci possiamo costituire come anime belle. Purtroppo siamo in un universo in cui dobbiamo scegliere chi ammazzare.E' inevitabile... E chi non lo fa è perchè qualcuno lo fa per lui ... esatto, iole bugienon le dico, ci pensa già la Cia e il Kgb a dirle per me... Allora, (; .J ;_ ~ . } , TW1 ' ·"1 1';4-,,~ ... . ~:, ~ r-· ~~ , si fa il male, perchè vivere vuolgià dire non essere innocenti, io faccioil male, ma è la ,ibellione della coscienza che fa crescere... Il problema è prop,io quellodi non cadere mai nella demonizzazione del nemico.E' difficilelo so, perchè la coscienza tende• sempre a seguire l'essere, come diceva Marx, questo è inevitabile.In questi mesi, lo vediamo,ci siamomangiati il linguaggio... Il linguaggio della violenza,"gliele abbiamo suonate", le sc,itte sulle bombe,questo è anche inevitabile, ma la coscienzadeve sempre continuamente1ibellarsi, ricercare l'altro, odiare il male, ma non il malato. Ghandi diceva "io mi alleo con il mio nemico contro i suoi peccati... Ma è possibile? Ad esempio con idee simili non puoi fare il generale, ti dimettono il giorno dopo. L'esercito che combatte meglio è quello che non ha dubbi, non ha tentennamenti... Proponiamo una specie di dissociazione interiore, intima, di ognuno nelle cose che facciamo. Ma non inabilita all'azione? Lo so. Che Guevara, infatti, diceva "imparate ad odiare perchè l'odio fa prendere la mira"... Qt1esto lo diranno certo anche ai ma1ines e ai fanti irakeni... Ma Che Guevara diceva anche che "bisogna indurirsi senza perdere la propria tenerezza"... E infatti. Perchè ,;. mangono dei valori, penso anche al di là dell'"assurdo" della fede, anche a livello umano, in fondo la non-violenza, l'amore del prossimo sonoanche valoriumani, che anche se non sonotraducibili immediatamente nella storia, però possono maturare nei tempi lunghi. Le coscienze danno frutti nei tempi lunghi. Quindi, direi, va bene, la guerra può anche avvenire in qualche momento,ma se la coscienzasi 1ibella... non è ancora tutto perduto... Tu hai detto di ritrovare l'altro anche nel nemico. Ma alcuni dati materiali, del progresso tecnologico, vanno invece nel senso di inibire questa possibilità. La possibilità della compassione, per esempio. Trovandomi faccia a faccia col nemico, il male lo devo fare, foss'anche quello più brutto, infilzare con la baionetta, però ho ancora la possibilità di vedere quel volto dell'altro di cui ci hai parlato. Se spingo un bottone a 10 km d'altezza ... Non c'è allora anche un'alienazione della guerra e del nemico, per assurdo? Qui però bisogna vedere che valore si dà alla tecnica. Bisognademonizzarla questa tecnica, oppure gli uominihanno la possibilitàdi costruire anche una tecnica umana? Non c'è dubbio éhe uccideredirettamente è duro. Le stesse SS, nelle prime esperienzedei campi,costrette a sparare con le rivoltelle, dopopochi giorni impazzivano e bisognava ,iciclarle con gli psichiatri.Dopo,conle camere a gas, ne morivano miJ. le voltedi più, ma ti eri allontanato e diventava tutto più asettico.Questoè vero.Peròè anche vero che la tecnica ti propone anche delle altre esperienze, che sono invece umanizzanti.E poi stiamoattenti ad esaltare il passato. Quando arrivavano "mamma li turchi"oppure là in Libano "mamma li genovesi" veramente ammazzavano tutti. Adesso ci scandalizziamo se la guerra dura 15 giorni... Nonè che una volta eravamo più buoni... E poibisognadire che un progressoc'è ... almeno un valore è ormai riconosciuto da tutti, forse persino l'ecologianon è per tutti un valore, ma quello dei diritti umani sì. Diritti poi disattesi sto,icamente,ma ogginessuno più si azzarda a dire che non ci devonoessere i di,itti umani. Si diceche "vannorispettati". Allora non è del tutto vero che la moraleè totalmente sto1ica,contingente a secondadei peiiodi.Ci sono valorimorali definitivamente acquisiti. Nelle coscienze,se non ancora nella realtà storica. Ed anche nella realtà col tempo,la schiavitùè pur finita. Un giornofinirannoanche le guen-e. Tornando all'inevitabilità di certe guerre e, quindi sporcarsi le mani, eccetera. Ma allora diventa inevitabile anche discutere che tipo di violenza e alla fine fare anche un freddo calcolo quantitativo. Per esempio gettare una bomba atomica sulla guardia repubblicana può essere accettabile... Si va sulla quantità inesorabilmente. Marcuse però si ribella alla domandasulla quantità. Perchè dice questa della quantità è una domanda del breve termine, allora non vogliorispondere. D'altra parte non c'èdubbioche 80000morti ad Hiroshimahanno salvato forse 200000 americani nelle isole.Lui dicedi non voler1ispondere.Nelbrevete1mine (INEMA ~ Forlì- VialedellaLibertà2 - tel.33369 «Il Salotto di Forlì» Forlì- VialeRoma, 265 - tel. 780684 Dalregistadi «ATTIMOFUGGENTE» PETEWREIR unnuovoentusiasmantfeilm GREENCARD unmatrimoniodi convenienza GERARDEPARDI ·EAUNDIEMACDOWELL CO TINTOBRASS hariapertolecasechiuse PAPRIKA conDEBORCAAPRIOGLIO dal 22-2-91 il problema della quantità c'è, non c'è dubbio.Ed è ancorapiù tragicodi comedicevi tu, perchè la certezza che qua sono80000 e là 200000 non ce l'hai in anticipo, devi scegliere su quello che non sai. Saddam avrebbesbaraccato i' tre milioni di ebrei? Non lo sai. Cosasarebbesuccessosenza la guerra? Hitler invaderà la Polonia?Nonhai la certezza. ... è propriol'atomicaa dimostrare quanto continella storia l'immaginario.La bomba atomicasqualifica chi la usa, pensiamo a Truman, agli stessi scienziati. Hiroshima la ricordanotutti e i 200000 morti di Dresda, fatti con · bombe al fosforo in pochi giorninon li ricordanessuno. Questa è ipocrisia. Non vogliamo fare brutta figura , ma poi ammazziamodi più. Ero a un dibattito con una persona più anziana di me, colta, qualcuno ha detto "dresdizzazione" e lui non sapeva cosa significasse. E questo perchè? Perchè l'immaginario nella storia conta molto. Ed è un bene o un male? E' un dato. Il problema è quellodi trovareun immaginarioetico,e qui sarebbe il ruolo delle religioni. Una cosa è avere l'immaginario di Assur e di Marduk, per non parlare di politica,e una cosa sarebbe l'immaginario del dio crocefisso,dell'agnello trafitto. Sono due immagini archetipiche che agiscono nell'inconscio. Il nuovo testamento contro il vecchio. Mai contro... La novità del nuovo è stata quella di lasciarsicrocefiggere. Anchese poi storicamente è successo alla rovescio, chenoiabbiamocrocefissogli ebrei.E questa è la colpache abbiamo.La frase che Golda Meirdisse a Paolo VI vedendo il crocefisso"quanti morti sotto quella croce!".Queste son cose che non posso dimenticare.Sonodati oggettivi. Noi abbiamofatto presto, questo popolo l'abbiamo martirizzato per 2000 anni poi l'abbiamoscaricato sulle spalle dei palestinesi e poi abbiamo detto "adesso stiamo dalla vostra parte palestinesi". Beh, insomma... Ed è chiaro che adesso il diritto è quellodei palestinesi,però visioni, le opposizioni interne. O anche un nemico interno, gli ebrei per i tedeschi, i trotzkisti per Stalin, sfoghi su un nemico inventato dei risentimenti che nascono all'interno della società... E questo anche a livelloindividuale. Ci sono delle persone, diceva padre Balducci, che esistonosoltanto perchèhanno un nemico,non hanno una consistenza individuale.Perchè c'è un processo,nella costituzione psicologicadel nemico, di securizzazioneindividuale. Fornari, "psicoanalisi dellaguerra". La figura del nemicoda doveemerge?E' il sè cattivoche io proiettosull'altro, dopodichèlo demonizzo e allora vedo il nemico, mi sento purificato, buono, e quindi mobilitando tutte le forze del bene io uccido il male fuori di me. In questo modomi sonosecurizzato, mi sono identificato, io so chi sono. L'identità dipende dall'inventarsi un nemico. E questa è la logica che laici comeFornari oppure il Vangelo tentano di spezzare dicendo "il nemico non c'è, il nemicosei tu, è la tua ombra, ce l'hai dentro." Il vero uomo di pace, dice Fornari e mi piacemolto... è quelloche sa trattenere la guerra in sè, che sa contenere il sè cattivo. In fondopoi il demonioche cos'è? E' una raffigurazionedel sè cattivo,è il male proiettato fuori, se il demonioè li io sonobuono...Alloral'uomodi pace è quelloche sa contenere il sè cattivo,quelloche soffre perchè contiene sempre l'aggressività. Ieri ero coi miei ragazzi, ancora molto giovani e dicevamoappunto di comecontenere la propria aggressività.Educarsi a vincerla. Quando senti a scuola che vorresti far del male a qualcuno,o contro il fratellif WHY? ) -- si deve arrivare ad una esistenza degli ebrei e ad una esistenza dei palestinesi. Volevo dire ancora qual- ·· cosa sulla questione dell'altro. L'utilità del nemico per tenere in piedi qualsiasi ambito sociale. Storicamente è dimostrato. Allora come si concilia con quell'etica dell'altro di cui parlavi. Starebbe in piedi una società senza un nemico? Ci dovremmo addentrare nei sotterranei delle coscienze.Certamente la guerra è all'origine degli stati. La paura del nemico coagula,questo storicamente ·è dimostrato. Un nemico esterno fa superarele di· no a casa. Imparare a dominare la rabbia. La vera guerra santa, la jihad, non dimentichiamoloè quella che ciascuno combatte contro sè stessi. Jihad vuoldire sforzo. La grande jihad è lo sforzo inteiiore. Quella è la gue1Ta santa. Poic'è la piccolajihad, quella contro gli infedeli ... Ma la grande è quell'altra. intervistaa curadi FaustoFabbrie GianniSaporetti NeilocaliexEDEN è nataunagrandeidea ClNE-TEATRO TIFFANY DISPONIBILITPAE'R CONVEGN- IRIUNION-IRASSEGNE Forlì- ViaMedaglied'Oro,28 Perinformazionit:el.400419- 33369 I '

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