La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

r. tare della banca centrale, figlio di Chen Yun e ci sono i figli di Deng. Costoro godono di un potere ecomico proprio fuori da ogni forma costituita. Gestiscono direttamente o indirettamente una grossa parte dell'economia del paese, in maniera privatistica. Per la maggior parte molto riformisti, potrebbero rappresentare in futuro la base di un sistema economico indipendente dallo stato, la base di una razionalizzazione del sistema, se si sganciano dalle loro potenti protezioni politiche; o potrebbero essere il cuore di tenebra, il cancro della corruzione del governo cinese se si opponessero a forme di divisione tra interessi economici e di stato. Non sono comunque un partito coeso e la famiglia Deng sembra portatrice di interessi propri, diversi da quelli d1 altre famiglie. - Il settore privato. Esso, nelle sue due forme di imprese "collettive" e palesemente private è la vera dinamo dello sviluppo cinese e rappresenta ormai ben più della metà del Gdp del paese. A fronte di questo però ha un accesso scarso ai finanziamenti e alle materie prime, ancora, molto spesso, accordate in base a raccomandazioni politiche e non ad analisi di mercato. La sua grande influenza reale nei destini del paese contrasta con la sua voce politica, scarsa se non nulla. È un gigante economico e un nano politico perché in realtà il settore è molto frammentato e per vivere deve firmare patti scellerati con governi locali o parti del governo centrale. Ma esso per crescere, e far crescere il paese, ha bisogno essenzialmente di due cose: un maggiore e più libero accesso al credito e un maggiore e più libero accesso all'informazione. La compenetrazione della Cina nei mercati mondiali rende essenziale per i suoi operatori l'accesso a informazioni economiche obiettive in un senso molto lato: se non si conoscono le vere condizioni del mercato del riso dello Hunan o dell'Indonesia come si può investire o disinvestire i!1Hunan o Indonesia? È chiaro però che queste esigenze og- !!l.Mi..f.I A 71:JI.Eil gettive contrastano con le esigenze di segretezza e autoritarismo volute da molti degli apparati di potere fin qui descritti. Ma, d'altro canto, la forza motrice dei privati nell'economia del paese rende ineludibile una progressiva, se pur lenta, soddisfazione delle loro richieste. A meno di non rischiare una grave, progressiva anch'essa, crisi dell'economia della Cina. Rispetto a questa divisione si noterà che non c'è una divisione di potere fra giudiziario/ esecutivo/ legislativo/ stampa-informazione/ economia tipica del mondo occidentale. C'è però infieri una divisione con organi consultivi, Npc e Spc, possibili luoghi di mediazione dei contrasti anche tra privati e stato e fra province. Ma deve essere molto modificato la composizione di questi organi. A capo di questi due organi ci sono due uomini molto potenti e ambiziosi rispettivamente Qiao Shi e Li Ruihuan. . Allora, vista la relativa debolezza delle istituzioni cinesi, qualunque esse siano, e il relativo maggiore peso degli uomini nella politica cinese, questo ci introduce nella divisione fra gli uommi che si integra con la divisione dei poteri sovrelencati. - Qiao Shi-Li e Ruihuan sono considerati la coppia tendenzialmente concorrente alla leadership di Jians Zemin. Hanno un forte potere nell'apparato d1propaganda (Li), nei servizi segreti (Qiao) e nel cruciale comitato di disciplina del I.'artito (Qiao). Godono però di pochi appoggi fra i militari, ma voci riferiscono di potenziali alleanze con gli Yang e magari il sostegno di un redivivo Zhao Ziyang (76 anni). Il reingresso di Zhao però renderebbe di secpndaria importanza chmnque lo circondi e riproporrebbe i problemi di una leadership senile. Zhao r.otrebbe ragionevolmente "regnare" per non più di 10 anni, troppo poco per gli immani futuri compiti che ha di fronte il paese. - Li Peng. È dato per perso e perdente chiunque vinca. Troppo imbarazzante all'esterno e all'interno per il suo ruolo a Tiananmen e del resto non caratterizzato da una grande personalità come i suoi due grandi protettori e arciconservatori Chen Yun (89 anni, molto malato) e Yao Yilin (morto alla fine del 1994). Rappresenta un settore dell'apparato più arroccato nella difesa del proprio potere e dei propri privilegi. Così chiunque deve stare attento a eliminare Li Peng con dolcezza per non inimicarsi questo app.arato, ancora fondamentale per la sopravvivenza del potere del PC. - Zhu Rongjì. È il cinese più odiato in Cina e più amato all'estero. Di carattere brusco, epurato nel 1957 come elemento di destra, è l'architetto e il motore delle attuali riforme economiche ed è stato considerato la bandiera • dei riformisti, ma proprio i suoi rapJ?orti con gli altri pezzi del mosaico cinese spiegano la frammentazione degli interessi del paese e la precarietà della definizione occidentale di "riformista". È odiato dalle province (in teoria molto riformiste) perché con i suoi tentativi di riaccentramento dell'apparato vuole sottrarre . loro potere; è odiato dai privati (anch'essi stre- .nui riformisti) perché vuole che paghino le tasse, è odiato dall' aJ?parato (conservatore) perché è il grande fusugatore della loro inefficienza e corruzione. La sua unica arma è la razionalità delle sue propos_te (riaccentramento del paese attraverso una progressiva istituzionalizzazione delle strutture centrali, indipendentemente dai loro capi, una specie di capita-

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