La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

gli anni Settanta ad oggi, febbraio 1995, Deng Xiaoping e Chen Yun. E il potere loro e della loro corte di veterani della lunga marcia è a vita basato su lealtà personali di singoli nell'esercito e nell'apparato del partito. Grazie a queste due clausole Zhao, se&retario del partito, venne accusato di fraziomsmo, e deposto. Formalmente è un'accusa impossibile: nessun capo di partito può volere, in modo suicida, la riduzione del suo potere frazionando il partito. In realtà una parte del vecchio alto apparato non voleva essere escluso dal processo decisionale e depone il capo formale ciel partito. Si tratta di una crisi "extra istituzionale" alle regole del PC _persalvaguardare il potere di un gruppo di anziani contro un t_entativo, guidato da Zhao e ispirato dal suo segretario Bao Tong, di prendere il controllo totale del PC facendo rispondere la forma (segretario del PC, in questo caso) alla sostanza delle istituzioni del paese (capo assoluto della Cina senza alcun patrocinip, m questo caso). Il processo di ripresa del controllo del paese da parte della nuova leadership impone una contrattazione di eotere tra centro e province. Nelle province, mfatti ci potevano essere sollevazioni analoghe a quelle di Pechino, Shanghai e Chcngdu (i tre maggiori centri di disordini) difficili da controllare con 350mila dei 3 milioni di soldati cinesi concentrati a Pechino. La stessa nomina di jiang Zemin a segretario del partito denuncia il carattere "extra istituzionale" della crisi. Jiang è scelto da una riunione di un ristretto gruppo di ultra ottantenni, poi conosciuto col nomignolo "gli immortali". Dcng vuole se&rctario Li Ruihuan, segretario del PC a TianJin, tiepido oppositore del movimento studentesco. Chcn Yun invece vuole Li Peng, il più aspro oppositore degli studenti. Li Xianntan, numero 3 reale, propone Jiang Zemin, che ha controllato gli studenti a Shanghai senza repressioni ma è stato lungimirante abbastanza da chiudere alle prime battute del movimento il giornale bandiera del movimento "il settimanale di economia mondiale" (Shijie jin~ji dabao). Il compromesso viene accettato dai due. Jiang, allora, non è scelto come in altri politburo, .da un gruppo che sceglie il proprio capo, ma da dei vecchi che scelgono un loro segretario, portavoce e magari anche successore. Ma Jiang non è in ogni caso il capo supremo della Cina, come le sue cariche (segretario del partito, presidente della repubblica e presidente della commissione militare) farebbero pensare. È il prestatore d'opera di un architetto e per un disegno non fa~to da lui. Intorno a lui il quadro dei poteri nel paese appare ancor più frammentato e non più immèdiatamentc piramidale ma sempre ptù orizzontale di colloquio fra vari centri di potere. Queste le divisioni fondamentali dei poteri nel paese: - L'apparato centrale del partito.·Il capo è Jiang (delle relative divisioni parleremo dopo) con il politburo. In realtà Li Pcng gode di molte fedeltà in quésto apparato anche perché vi naviga da più ·tempo (oltre 10 anni, senza contare le fedeltà "ereditate" dal suo patrigno, l'ex premier Zhou Enlai) mentre Jiang viene da fuon (Shanghai) è a Pechino da appena cinque anni cd è nel complesso estraneo alla vita dell'apparato centrale. - L'esercito. Anche qui il capo è Jiang ma i suoi due vice (Liu Huaqing e Zhang Zhcn) ( sono in realtà molto più potenti di lui perché militari di carriera mentre Jiang non ha alcun passato militare e la sua fedeltà nell'esercito si . basa solo sul fatto che·i generali sono fedelissimi a Deng e questi ha scelto Jian& come suo successore. Il principio potrebbe nsultare debole per garantire a Jiang l'appoggio di tutto l'esercito. Fondamentale ancora l'influenza dell'ala perdente degli Yang (l'ex presidente della repubblica Yang Shangkun, 88 anni e del suo giovane cugino, Yang Baibing). Nel complesso però l'esercito, diversamente dal 1976, 9.uando era guidato dal maresciallo Ye Jianying fu il kingmaker, incoronando Deng e arrestando la banda dei quattro, -o~giha meno potere. Resta però crucialeper gli equilibri del potere, per il ruolo di unificatore del paese e per il suo crescente ruolo diretto nell'economia. - Le province. Le riforme che ha hanno decentrato la gestione economica e amministrativa da Pechino, la con~rattazione delle fedeltà dopo Tiananmcn e la presenza di qualche fortissima personalità (vedi Ye Xuanpms, fi.: glio di Ye Jianying, segretario del partito a Canton) ne hanno fatto veri centri di potere autonomo da Pechino. Formalmente le leggi regionali, emesse dalle autorità locali, hanno meno valore di quelle nazionali. Di fatto spesso avviene il contrario. Ci sono province (Canton e Fujian) che spesso non usano legsi nazionali spiegando che la situazione non si applica a loro; altre _province (ad esempio lo Shanxi) creditrici di forti somme (1300 miliardi di lire) per carbone venduto a province costiere e mai pagato. In somma le province rappresentano centri di potere sempre più autonomi dal governo centrale con i quali Pechino deve sistematicamente mediare e non più sperare di comandare con semplici ordini dall'alto. - L'apparato statal-economico. Anche qui il capo, formalmente è Jiang, come presidente della repubblica, in realtà la gestione è dominata dal vice premier Zhu Rongji, anche governatore della banca centrale. È diventato nel corso degli anni sempre più il vero terreno di comando del paese. Le fortune di Zhao si fecero prima ancora che su Tiananmcn sull'inflazione del 1988. Oggi, alle prese con un'importante riforma fiscale (lanciata nel 1994), delle imprese statali (1995) e.dell'agricoltura (in programma per il '96) Zhu si gioca tutti i destini suoi e del paese. Se le riforme avranno successo (i metri concreti e misurabili sono due: l'inflazione deve scendere e la produzione agricola aumentare sensibilmente) si avranno anche importanti ricadute politiche. Cioè l'influenza locale dei governi provinciali scemerà a favore di quella centrale e l'esercito e il partito metteranno le loro esigenze in second'ordine rispetto a quelle economiche dello sviluppo dello stato. In questo caso un successo sisnificherebbe inevitabilmente, al di là delle cariche formali, un aumento del potere e dell'influenza di Zhu. Se viceversa nel 1995 le due misure non registreranno cambiamenti le fortune di Zhu saranno destinat~ ~ calare,_fino a~c~c a l:'na sua possibile dcpos1z1onc ne, pross1m1 annt. - Il "partito dei principi". È un figlio na-- turale della confusione del potere a livello centrale. Costoro devono il loro potere ai loro pa dri ma sono anche non compatti fra loro. C'è il già citato Ye Xuanping, c'è WangJun, uomo forte del Citic (una specie di mega Iri cinese) figlio di Wang Zhen (morto, cx numero 4 fra "gli immortali"), c'è Chcn Yuan, vice governaPIA/\TJAVBRA

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