La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

PIANETA TERRA CINA Francesco Sisci, Barbara Alighiero, Giorgio Trentin, Maria Rita Masci. LA MAPPA DEL POTERE FrancescoSisci FrancescoSisci è corrispondenteda Pechino dell'Agenzia Ansa. Ha pubblicato La differenza tra la Cina e il mondo, Feltrinelli,1994. ♦ La Cina è formalmente un paese socialista e le sue istituzioni di base sono ricalcate su quel modello. Al centro del potere c'è il partito, il comitato permanente del politburo, il politburo allargato, il comitato centrale più il governo, la commissione militare e due organizzazioni ancillari, la conferenza nazionale (Npc) il parlamento cinese e la conferenza consultiva dei partiti (Scp). Le decisioni importanti vengono prese dal comitato ristretto del politburo e, in tempo di crisi, si passa per il comitato centrale previa l'organizzazione di un "complotto" organizzato da un gruppo fuori dalle riunioni istituzionali, ma formalizzato nelle riunioni istituzionali. E comunque tutte le decisioni ricadono verso il basso attraverso la ferrea organizzazione del partito In realtà questo schema di potere è stato completamente e progressivamente stravolto prima dalla rivoluzione culturale e, in modo molto più massiccio, dalle riforme denghiste1• A grandi linee: durante la rivoluzione culturale tutti i burocrati, dal livello bassissimo a quello altissimo, vennero sostituiti da gruppi di guardie rosse senza alcuna esperienza di amministrazione e che derivavano la loro autorità non dall'appartenenza a un apparato burocratico ma dalla fedeltà diretta a Mao. Mao a sua volta aveva eccitato la rivoluzione proprio contro l'apparato e restava formalmente solo "presidente del partito", senza cariche d'apparato; godeva però di una serie di fedeltà personali carismatiche nel paese, nel partito e nell' ePIANETATERRA sercito che travalicavano i poteri istituzionali. Alla fine della rivoluzione gli apparati prima espulsi, vennero rapidamente reintegrati. Ma intanto i dieci anni di assenza dal potere gli avevano fatto perdere la presa e il controllo sull'apparato. Oltre a questo c'erano equilibri che s1dovevano ricostruire. Infatti i burocrati promossi con la rivoluzione culturale vennero purgati solo in minima parte. Con il rientro dei vecchi funzionari il loro potere decrebbe ma allo stesso tempo la loro stessa permanenza era un ostacolo al pieno esercizio del potere dei vecchi a?parati ripromossi. Questa impotenza degli apparati costituì un atout nelle fasi iniziali delle riforme denghiste. La distribuzione delle terre ai contadini, il sistema dei contratti non trovarono alcun ostacolo da parte dei burocrati: costoro non avevano poteri consolidati da mantenere e anche se li avessero avuti non avevano grandi spazi per mantenerli. Questo è fondamentale per capire come e perché analoghe riforme di Gorbaciov in Urss 10 anni più tardi furono affossate dall'oppo~izione strenua degli apparati che vedevano sottrarsi il potere. Da metà degli anni Ottanta dunque si configura nella realtà una ben diversa foto del potere in Cina, rispetto al suo aspetto teonco, schizzato all'inizio di questo lavoro. Emergono via via diversi centri di potere con vari gradi di indipendenza dal comitato ristretto del politburo, formalmente sempre centro del potere. In questo processo sono importanti la decisione di pensionamento di Deng Xiaoping (il quale, comunque, dal suo ritorno, pur essendo il massimo leader cinese non ricoprì più la carica più importante di se~retario del PC, e in ciò contribuì al disordine istituzionale) e poi la crisi di Tiananinen assolutamente extra istituzionale. Nel XIII congresso nel 1987 si incoronava Zhao Ziyang segretario del partito, si pensionavano Deng e tutti i vecchi apparati del partito, che avevano aiutato Deng nella.riconquista del potere, venivano concentrati in un comitato di consiglieri. C'erano eerò due .decisioni fondamei:italiP?i per ~l~ sviluppi.nell'8? ~ T_iananmen: 11corri1tatodmgente dei cons1ghen poteva2 essere convocato nelle riunioni crucia1i del politburo e Deng manteneva un diritto segreto di veto verso le decisioni del politburo 3 . Esistono cioè dalla fine degli anni Settanta ed ereditato dal golpe istituzionale di Mao alla metà degli anni Sessanta, una gerarchia formale e una reale con relativi overlapping. Nume- -ro 1 e 2 della gerarchia reale sono dalla fine de-

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