, . RIVIST·PAOPOLAR DI POLITICA_LETTERE ESCIENZESOCI.ALI AnnoVII. - N. 21 Abbonamento postale Roma,15Novembre 1901 AVVISAGLIE'COGLI... AMICI E contro il Sillabdoinnreuubblicano Il Congresso di Ancçma, ~lcuni discorsi, alçuni articoli pubblicati in giornali è riviste m' inducono ,a intitolare avvisaglie cogli... amici queste osservazioni,_ che ·:. riusciranno ostiche a qualcuno. · Comincio da una citazione degli amici e ::olleghi Prarnpolin·i e De Mar in is. Per qudla intesa, ora tacita ora esplicita:, riJevafa giiL dalla Rivista, che c'è attualmente tra radicali e socialisti, Prampoli.ni nella sua Giustizia ·e De Marinis nel suo discorso al lo scoglio di Frisio, per com- .battere la pregi ud iz.ia)e repubblicana si sono serviti di una· frase pensatamente da me pront1pziata cinque o sei a:nni fa nella Camera dei deputati. Dissi infatti a :VIontecitorio che se fossi in Inghilterra non sentirei il bisogno di dichiara1• - mi repubblicano. le zanne colla cacciata in esilio di Giacomo II e colla decapitazione di Carlo I. Più volte, inoltre, qui stesso e altrove, in polemiche coli' on. Sacchi e con altr-i, dimostrai la grande differenza tra la monarchia italiana e la moharcµia inglese, derivante dal fatto che in Italia c'è un numeroso esercito stanziale, che manca in Inghilterra; al1' uopo rif'erii il giudizio di Ferdinando Lassalle che· l'essenza vera di una costituzione credeva determinata dalla .presenza o dall'assenza di un · · " esercito stanziale numeroso. In Inghilterra più che la Magna Oharta, più che la Petizione dei diritti, più che l' Allo cli assestamento valgono a dare il carattere vero alla costituzione politica gli ordinamenti militari; i· qual i sono tali che non .possono mai, mai, soprapporre la volontà del potere esecutivo alla volontà popolare ed alla rappresentanza legislativa. La monarchia , dice un grande scrittore di diritto costituzionale inglese, là non rappresenta che una comparsa teatrale ; il potere reale, effettivo, risiede nel Parlamento e nel Gabinetto che n'è l' espressione genuina. Perciò lord Beacon- ::;°fidelparagonava la monarchia ad un dogato ereditario, e Tennvson la chiamava una repubblica coronata. Mi duole che i due amici, lodando il mio spirito positivista ed antinominalista non abbiano riprodotto intero il mio pensiero. Dimezzandolo, certamente senza volerlo essi hanno imitato quei giudici, che staccando una frase Un giudice Ideale : lo propongo dunque: E in Italia 1 Rispondano, se credono, gli onorevoli Prampolini e De Marinis. 1. di escludere la pubblicità; 2. di abolire i testimoni; '.l. d'incarcerare i difensori ; .(_ di riservare a me solo il giudizio. da uno scritto fanno dire all' autore ciò che non era nelle sue intenzioni e additano sinanco un reato più o meno grave dove non ce n'è_nemmeno traccia. La frase attribuitami va completata con un al- · tra che le dà il suo giusto e vero significato. Soggiunsi, in quella occasione, che in Inghilterra alla monarchia erano stati tagliati gli ugnoni e BibliotecaGinoB,anco (Liistige Bli:ittcr di Berlino). Gustavo Chiesi in una seri è di articoli onesti ed abbastanza esatti sul gruppo parlamentare repubblicano, pubblicati nella Educazione politica, scrisse: · « Vi sono deputali repubblicani di collegi assolutamente non repubblicani, come Bovio, Pansini, Colaj anni, Val-
402 RIVISTA T'OPOLARF: nJ POLITICA, LFTTERE E scnc;;N7,E SOCIALI Ione, Pellegrini, Zabeo... Dato questo stato di fatto, esso non può a meno di ripercuotersi sui singoli individui ed avere rifl~sso sulla loro azione specifica in Parlamento e fuori. E troppo umano, perché così non sia. In molti casi la P.reoccupazione'elettorale, intesa certo nel senso più nobile ed alto, quello di non perdere il collegio, non tanto per sé stessi, quanto per il partito, ha influenza temperatrice dil'elta sull'eletto; il quale non può esimersi dal considerarsi come la ri!<ultante di varie forze combinate e non l'effetto di una forza sola. Laonde il pensiero di non urtare con determinati atti le convinzioni o gl' interessi morali di una parte del r.orpo elettorale, sia pur la minore, ma .della quale si ha bisogno per riescire; e da ciò, per taluni, la· repulsa alla iscrizione formale nel Partito, la non accettazione dell'ordine del giorno del Congresso di Firenze, certi voti, certe dichiarazioni, talvolta dissonanti dai desiderati emessi dalle organizzazioni del Partito, o dall'attitudine assunta dal gruppo in date questioni: come ad esempio i voti di Colajanni, Garavetti, Pozzato, Valeri, contrari alla mozione Berlesi per la immediata abolizione del dazio sul grano. Ciò può essere deplorevole, ma é inevitabi'Je, date non solo le diverse origini elettorali dei deputali repubblicani, ma anche la disparità dei bisopni economici e delle condizioni locali delle regioni eh essi rappresentano. E di questi fattori non si può fare a meno di tener conto nel giudicare dell' azione dèi deputati. Poiché, venendo ad un esempio pratico, non é giusto gridargli il crucifige contro e lapidarlo se occorre, a un deputato come Colajanni, di jede repubblicana provatissima e di alte benemerenze per il Partito, quando nella quistione dei dazi e su un principio di scienza economica ancora controverso, a proposito della mozione Berlesi dice: - Io non voto questa mozione così come sta, primo, perché trionfando, essa rapprèsen~a la rovina i'inmediata della regione che rappresento, della Sicilia (e lo dimost1•òcon una serie di argomenti, dei quali non si poté disconoscere il valore), poi perché sarebbe la negazione della convinzione scientifica, che mi sono formata e che da anni vado professando dalla cattedra e propugnando nella stampa. >} « Si può, si deve, é utile anche, per questo fatto, negare a Colajanni il diritto di dirsi 1·epubblicano, e cassarlo come reprobo dai quadri del partito f Via ! » A Gustavo Chiesi, che mi si mostrò sempre amico costante e affettuoso non mando ringraziamenti, egli non ne ha bisogno. Gl'indirizzo qualche chiarimento e gli ricordo alcuni episodi, che se fossero stati presenti, alla sua mente lo avrebbero distolto da qualche erroneo apprezzamento. Nei miei scritti, nei miei discorsi, nei mie atti non mi lasciai mai preoccupare ed influenzare dal1' interesse elettorale, per quanto, anche a giudizio del Chiesi, ciò avrebbe potuto essere cosa non solo umana, ma anche utile al partito; ed io lo sfido a citare un solo scritto, un solo discorso, un solo voto, un solo atto che gli possa dare ragione. Ebbi dai miei elettori il mandato più ampio e la più completa libertà di giudizio e di voto;' ma quando sospettai che i miei elettori avrebbero potuto desiderare che io votassi e parlassi contrariamente a quello che io pensavo; quando potei temere che l'opera mia da loro potesse essere biasimata, non esitai un solo istante a mettermi in regola con la mia coscienza e ad eliminare qualunque equivoco. · Credo fermamente che il Deputato non possa andare a parlare ed a votare contro gl'interessi e contro l_a volontà degli elettori; ma credo del pari un miserabile chiunque vada a parlare ed a votare contro la propria convinzione. Epperò quando corse· la voce che sarebbe venuta in discussione una proposta di legge sulla circoscrizione territoriale in Sicilia, conoscendo che parecchi miei concittadini avrebbero desiderato che io la combattessi, e sentendo che se ciò avessi fatto avrei commesso cosa contraria alla mia coscien1.a, convoca_i subito gli elettori di CaBibliotecaG,noB,a.nco strogiovanni per dichiarare loro che se essi volevano che io parlassi e votassi contro quella proposta ero pronto a presentare immediatamente le dimissioni per farmi sostituire da altro deputato. GU elettori mi autorizzarono a rimanere al mio posto lasciandomi completa libertà di azione. In altra occasione dimostrai il rispetto agli elettori e quello dovuto a me stesso. Votata nel 1898 la legge sugli infortuni nel lavoro nel mio · collegio, dove sono molte miniere di zolfo, sorsero molte proteste pubbliche contro la legge e contro .. di me che l'avevo propugnata. Si scrisse che io avevo tradito gl' interessi del collegio. Non esitai un istante a restituire il mandato ai miei elettori, ed insistetti nelle dimissioni non ostante una manifestazione della Camera clre per me non poteva essere più lusinghiera. Fui rieletto dopo una lotta asprissima e con una schiacciante maggioranza. Dica ora l'amico Chiesi se si poteva in modo più esplicito tener conto. dei diritti degli elettori senza venir meno alle proprie convinzioni, e cor:- regga il suo giudizio errato. . . · Non un discorso fu da me pron.unziato, non--·un voto fu d_ato contro la mia fede politica, apertamente confessata e nota a tutti i miei elettori. Egli ch'è stato in Castrogiovanni, e che al mio diletto paese natio ha consacrato un bell'articolo nella sua non mai abbastanza }(>data. Sicilia Illustrata, lo sa, e mi meraviglio come per un momento abbia potuto dimenticarlo. Essendo noti agli elettori i miei principi repubblicani: che cosa poteva costarmi l'ascrivermi ufficialmente al partito repubblicano f'uori della Camera, se già facevo parte del Gruppo parlamentare repubblicano? Non· m'inserissi perchè mi ripugnava quella forma di disciplina; tale ripugnanza mi tenne lontano dal gruppo socialista, col quale ho non poche affinità. Non iscrivendomi nei ruoli ufficiali mostrai buon naso: tolsi ogni diritto e ragione alle scomuniche sciocche. * * * Ed ora con viv.o senso di disgusto vengo alla relazione su Criteri del partito repubblicano circ_a l'azione dei suoi cleputati presentata al Congresso di Ancona. Se questa relazione non fosse che l'effetto di uno stravaso di bile di un individuo sentirei minore il bisogno di occuparmene; ma alla maligna elucubrazione dell'avvocato Magri è venuta l'approvazione colìettiva del Congresso, e il largo consentimento della stampa repubblicana, l' uno e l'altra illusi certamente dal puritanismo e dal ri:- gidismo cli questo nuovo inquisitore robesperriano. Nella relazione del!' avvocatò Magri ci sono le amenità, le insolenze e le sciocchezze do·gmaticamente presentate come verità ~ssiomatiche; le in-· sinuazioni calunniose che egli ha il dovere di do-· cumentare. E tutto questo po' di roba va a colpire alcuni deputati repubblicani non solo, ma anche i loro el-ettori. . Cominciamo dalle amenità. L'avv. Magri nella distribuzione delle forze repubblicane in Itali.a scorge le ragioni etniche. Lo rimando ad Arcangelo Ghisleri, che saprà tirargli le orecchie; ad ogl)i modQ spero che in una edizione riveduta e corretta aggiunga qualche sapiente elucubrazione sul!' indice cefalico dei romagnoli - i più repubblicani - e dei calabresi - i meno repubblicani d'Italia. Se non sa maneggiare il craniometro si rivolga a qualche antropologo lom brosiano. , · . Accenna al dovere di fw•e te. c_osc,ienze repubblicane; ma cli questa fabbrica llelle coscienze mi occuperò altra volta in un moni_ento di buon umo-
RflTISTA POPOLA.RE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 403 re. Intanto si noti che in Lombardia la fabbrica non ha fatto buoni affari, se sopra 50 deputati non ne ha potuto dare che quattro repubblicani. Pigliamone una colle molle: « Il paese ha sentime,iti 1·epubblicani in rnaggio,·anza .... » L'annunzio avrà rallegrato i congressisti che hanno avuto in lui una grande fiducia; ma se uno statistico o un politico positivista volesse sapere da quali eleménti ha tratto la conclusione, certamente egli si caverebbe d'imbarazzo rispondendo che ha misuì·ato le credenze politiche degli ital iani con un particolare psicometro di sua invenzione. Scherzi a parte: i repubblicani che preriq.essero sul serio queste amenità andrebbe incontro ad amare delusioni. Il paese per l'avv. :.\fagri è in maggioranza repubblicano; meno la parte, che ha mandato alla Camera quei reprobi, che sono bensì repubblicani, ma che hanno commesso il grave reato di non farsi bollare dall'austero p~dagogo di Crema. . La logica dell 'a ·,v. Magri è inesorabile l Egli giudica non 'l'ispettabili i paesi non repub- ·blicani, che mandano alla Camera Bo,,io, Pànsini, Vallone ecc. -Però siccome la contraddizione tra le pubblicano flagella coloro che ostentano Fibellione e indipendenza per vanità o per capriccio; e sin qui nessuno potrebbe dargli torto. Ma eglf tosto sentenzia che la presunta indipendenza il più elette volte è effettiva ostinazione nell' errore lunga- ,nente coltivato e assimilato. Ma chi è questo Aristotile, questo Bacone, questo Papa che scrive con tanta sicurezza, con tanto dogmatismo1 Ma dove e quando fu tenuto il Concilio repubblicano che stabilì quale sia l'errore e quale la verità 1 Oh! no; io calunnio l' avv. Magri. Egli è modesto; si limita ad additare il criterio per giudicare dell'errore e della verità. Eccolo: le lodi ed . anche le adulazioni esageratissime - percltè inte1•essate - in bocca ai ·,ie,nici, dovrebbero ammonire dell' errore commesso. Rispetto me stesso e rispetto ancora di più i miei lettori perchè io disc11ta qnesto saggiatore della verità e dell'errore; rilevo soltanto che il relatore al congresso di Ancona sarebbe meno severo verso i repubblicani che propagano l' errore se essi sapessero farsi urlare dagli amici e fischiare dai nemici. Oh! allora la 1·ibellione e l'indipendenza nel sostenere l'errore lungamente coltivato ed assimilato sarebbe tollel'v"""'--••----✓~._..r,.,v...._~ rabile .... Ma e' è I' e,·rore per an tono• masia che il Grande inquisitore repubblicano non può tollerare: quello che si riferisce al mantenimento ·del· dazio sul grano. A chi piace ~ . . . . r cEa$ìivi;)laSfopolaz~ ~ l 5 a chi di~•ide in parte o in tutto le sue ( idee, il miglior modo positivo per testi-. l moniare la simpatia è: ~ r. pagare puntualmente l'abbonamento amicipato; Sentite il . nostro· .carissimo Torquemada: . - - . << Se »er accennare un caso, « ·un protezionista od un libe- << rista credono giusto ocl ini- • quo un dazio di con(tne, so- • no essi nel vero ? Questo è • tale se è di tutti i tempi, e non ostante il·· pro- • gresso... Nla supposto che r.onvinzioni dègli elettori e la fede degli eletti non l'ammette - tanto •più, egli dice, che questi collegi sono i meno coscienti che il governo guaclagna facilmente a sè; perciò, con un ragionamento ch'è un capolavoro di ges11i.tismo, .lascia chiaramente intendere che il repubblicanismo degli eletti è una finzione, un inganno, una mistificazione ....· Questo insolente inquisitore se non fosse un ignorante matricolato delle cose del nostro paese saprebbe, che con quattro piatti di busecca si guadagnò il collegio di Cavaliotti - e questa lo sanno tutti in Lombardia -; ma che nè l'oro del governo, nè quello dei candidati valse a fare breccia in 'l nei collegi, da lui stoltamente e scioccamente calunniati, e eh~ hanno il torto di eleggere repubblicani che verbo suo. . « il protezionisino econoinico I premi che la Uh•ista dà, tanto ai ! • l)el grano, anziccltè interesse suoi abbonati che a coloro che ne pro• 1· • d2: pochi gaudenti f asse {JiU- · 2. proc\1rare nuovi abbonati che paghino aotieipati. curano la rendano quasi o-ratuita. « clicato _d_ov~roso J!e?•OP-: ' .,. . e portunita di templ e di « conflitti, il deputato rel&vvv---v-.,,v--vvv-~,,.,.,.-vvv~ e publJlicano deve operare per· non giurano nel l'educazione del proletm•iato e persuaderlo che Si può immaginare ciò che egli pensi della disciplina e della ·libertà dei deputati repubblicani. Essi devono essere servi dell'idea e stromenti clel partilo; però generosamente concede che i repubblicani possano pensare - sola:m.ente pensare : - come vogliono: • i ,·epubblicani, egli dice, non sono canonici di un capitolo che debbano anche dire ciò che non sentono. >> Qualunque buon minchione potrebbe cl'edere da tale frase che ai deputati repubblicani venga accordata la libertà di pen.siero e <li parola; e sarebbe in errore. Non viene concessa che la libertà di pensiero: quella che non potè sopprimere il Sant' Uffizio di esecrata memoria, perchè è cosa impalpabile e incontrollabile. In quanto alla libertà di esternare il pensiero non c'è alcun dubbio: Magri la nega. Infatti egli riconosce che la ribellione e la indipendenza sono due ottim,i atteggiamenti da coltiva1•si e da praticm·- si.... quando intendano al béne.... comunemente 1·itenuto. ì\Ia che cosa è questa ribellione .... col permesso dei superiori 1 Ma che diavolo sarà mai la indipendenza dell'atteggiamento se deve mirare al bene coinune:m.ente ritenuto? L'aspirante alla carica di grande inquisitore reBibliotecaGinoBianco • l'interesse suo è contrario a tale pi·otezionismo, « giovevole soltanto alle minoran~e, mentre i • consumato,•i sono la immane maggioranza dei • poveri in confronto ai ben pasciuti, ai protetti « dal freddo coi rispa1·1ni sui cenci dei mi- • seri». · In. mezzo alle frasi retoriche ed alle sciocchezze di questo periodo abbastanza involuto brilla questo concett.o: se il protezionism,o sul gra,w fosse utile; se fosse doveroso - è la sua parola ..,... propugnarlo, si dovrebbe combatterlo qualorq il partito lo avesse p1·oclamato ingiusto e dannoso. Dopo di chè si capisce come il Magri consideri come traditori dell' iclea e non repubblicani coloro che sostengono il dazio sul grano e con loro tutti i protezionisti. Questi traditori possono sorridere di fronte .a queste aberrazioni; essi rimangono nella compagnia dell'immensa maggioranza dei repubblicani di America, di Francia e di Svizzera. Ip ql)anto alla morale che scaturisce dal succennato periodo è tale che dovrebbe far vergognare qualunque italiano di proclamarsi repubblicano, se essa fosse. la morale della grande maggioranza dei repubblicani italiani e di quelli sopratutto, che hanno la testa sulle spalle e non sotto i piedi.
404 RIVISTA POPOLARE Di POLITICA, LETTERE E SCJENZE SOCIALI Ed ora finisco col domandare .in forma chiara:- e precisa all'avv. Magri di fare i nomi d_i quei deputati repubblicani che ~i squagliano. da -Montecitorio nei momenti istruttivi clelle vbtazioni palesi; che si consacrano alle schermaglie di corricloio, ai fiuti malsani dei gabinetti, alle delittuose aclulazioni dei potenti ... Le sue accuse sono determinate e sanguinose; non i soli repubblicani, ma tutti gl' italiani hanno il diritto di conoscerli per disprezzarli. Egli ha il dovere di farceli co-:- noscere. Se non ce ne darà i nomi sare.mo .autorizzati a ritenere che si tratta dì codarde carunnie. E conchiudo manifestando il profondo rammarico provato apprendendo che il congresso di Ancona - non associandosi alle proteste, benchè timide, di Pozzato e di Luzzatto - non abbia saputo o voluto biasimare quel pazzo da catena che vorrebbe sottoporre il partito repubblicano italiano ad un Sillabo assai più rigido e più stupido di quello della Chiesa Cattolica; più rigido e più stupido perchè il Papa dice ai cattolici: Credete in questo e in quell'altro, perchè ciò che_io vi dico e verità. L'avv. Magri invece dice ai repubblicani: Credete in questo o quest'altro ben-··· chè sia contrario alta verità; il partito così vuote! Dott. NAPOLEONE COLAJANNI Deputato al Parlamento. 4?,)-4?,) .li?.,l)i?l,i)!ì>.lil?i!,ì)li>!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>li!ì>_li!ì>~~li!ì> li!ì>li!ì>~li!ì>' f TRATTATDIICOMMERCIO E TRAFFICINOTERNAZIONALE* ~ La scadenza prossima dei trattati commerciali conchiusi nell' ultimo decennio del secolo scorso spinge gli Stati di Europa allo studio dei problemi economico-finanziari, che si collegano alla politica doganale. In Germania, in Austria-Ungheria, in !svizzera e più dimessamente in Italia l' agricoltura e l'industria si agitano e discutono per meglio tutelare i propri interessi nelle stipulazioni ·avvenire; e pare certo che gli Stati centrali di Europa, compresa la Svizzera, modificheranno i loro ordini d0gana1i.· In Germania, in Austria-Ungheria, principalmente, è l'agricoltura, colpita dalla con_;, correnza estera, che si agita di più e spingerà i governi a rincrudire il protezionismo. Intanto a prevedere con qualche probabilità ciò che.avverrà vediamo quali sono stati i risultati per le principali nazioni del regime dei trattati. Italia. Aveva sperimentato i benefizi del regime dei trattati commerciali con tariffe vincolate, ed appena lo potè, e nella misura consentitale dal.::. l'arrendevolezza e dagli interessi antagonistici degli altri stati, ritornò a quel regime. La grande depressione, che avvenne nei sùoi commerci verso il 1890, in seguito alla guerra doganale colla Francia, la consigliavano a ciò. La tal'iffa doga- . nale del 1887 -· benchè si dovesse ritoccare alquanto - era opportuna base per le trattative. Queste riuscirono più facili colla Germania per • Si discute vivamente <latutti e dappertutto della rinnovazione <lei trattati di commercio. Diamo perciò largamente riassunto, que- . sto articolo dell'egregio sig. Fontana Russo, nel quale sono esposti i risultati dei trattati che stanno per scadere. Quando ci sembrerà opportuno aggiungeremo quakhe nota. LA REDAZIONE. BibliotecaGino Bianco la nat"ura· diversa delle "rispetti ve prodùzioni.: l'Italia aveva bisQgno di esportare pròdotti agri:- coli e materie grezze ; la G_ermania prodotti in:.. dustriali. Si doveva rinnovare il trattato del 4 Maggio 1883 e -ci si riuscì nel 1801 (6 Dicembre) con qualche reciproca concessione. (Importazioni tedesche in Italia 1890: milioni 119; 1890milioni 103,9. Importazioni -italiane in Germania 1890 : milioni 175,2; 1899 milioni_241,G.(1) . Le trattative dovevano essere più tl.ifficilicoli' Austria-Ungheria perchè questa non ~o·o ha una produzione industriale. da garantire; ma ne ha anche una agricola. Di più : nou. si poteva É\a~ criticare l'una all'altra, perchè l'agricoltura aveva una forza politica autonoma che. sapeva e potern farsi rispettare : la produzione agrar\a prevaleva in Ungheria. Ad ogni modo. si riusci a conciudere il trattato contemporaneameJ1te colla Germania e coll' Austria-Ungb~ria. (2)· L'Italia ne trasse vantaggio per la clausola convenzionale del vino, che accordava al nostro prodotto. una tariffa di favore di cui gode.va soltanto la Serbia, che non ci po:.. teva fare alcuna concorrenza. (Imp9rtazioni au- •stro-ungariche i1i Italia: 1890milioni di lire 143,~; 1899: 160,8. Importazioni italiane in Austria-Ungheria: 1892milioni di fiorini 41,9; 189_05: 7,9) (3). Furono pili lunghe e .più. difficili le, trattative colla Svizzera, colla quale doveva rinnovarsi l' accordo concluso i! 23 Gennaio .1880 e che fa re- , pubblica aveva denunziato .. Il nuovo fu conch-1sò il 10 Aprile 1892,e fu quello che rius~ì più van- . taggioso all'Italia. La Sviziera che aveva denunziato il primo trattato perché vantaggioso ha .<la dolersi maggiormente del seéondo. ( Importazion.i svizzere in ltalirt.: 1891.: milioni· di lire 47,6_; 1899: 49,3. Importazioni italiane in , Is"vizzer;à; 1891: 136; 1899: 191,3) (4). . .. · . . . . Più a lungo si tardò a venire ad \.!-Il accordo colla Francia, perchè all'accordo si_opponeva la tariffa auto·noma (il sistema della ta'riffa m_assima e della ~inima del Meline). Vi si riusèì per opera dell' on. Luzzatti il 21 'Novembre 1898 e i nuovi provvedimevti entrarono in vigore in febbraio 1899. La Francia modificò alquanto le sue tariffe; l'Italia le accordò il beneficio della nazione più favorita. ( Importazioni trancesi in Jtalia: 1898: rr_tilioni116,3; 1899: 152,3. Importazioni italiane in Francia: lf\98: milioni 137,8; 1899: 149,9; 1000: 146,8) (5). (1) Per ragioni inesorabili <li spazio daremo soltanto i risultati dell'anno che precedette il trattato e dell'ultimo. Lo daremo entro parentesi per tutti gli St1ti. (N. <l.R.). (2) Il trattato éoll; una e coli' altra nazione al Parlamento italiano fu presentato coutemporanenmente; sicché il trattato ebbe il carattere di un appendice di trattato politico (Lei triplice al• lean.:;ci) che si rinnovò poco dopo. ·Questa circostanza <lette alla discussione economica uu carattere politico. (N. d. R). (3) Le dre dicono che l'Austria trasse vantaggi qua$i uguali ai nostri. Se cessasse Ja clausola di favore pel vino, o se l' Austria-Ungheria - com'è quasi sicuro - non avesse più bisogno dei nostri vini per la ricostituzione dei suoi vigneti, la rinnovazione del trattato del 1801 ali' Italia apporterebbe magro benefizio. (N. e!. R.). (4) L'egreirio s;g, Fontana Russo nei suoi a1·t1coliè costretto ad .un grande riserbo per la sua posizione ufficiai~: è un funzionario del ministero dell'agricoltura e commercio. Noi diremo qualche cosa di più. Se c"era trattato pel cruale l'Italia doveva mostrarsi arrendevole era quello colla Svizzera, poicbè i risultati. di qudlo del 1880 ci erano stati favorevolissimi. Invece contro quel trattato lli sollevarono i maggiori ostacoli da parte nostra ; -ci_òpei;:chè nel ministero Di Rtidinì c'era !'on. Colombo che rappresentava e difendeva a tutta possa gl'interessi tielle industrie setti>ntrionali , mentre il Presidente del Consiglio rappresentava quelli agricoli . L'On. Colajanni svolse vivacemente due interrogazioni per sospingere il ministero alla rinnovazione. (N. d. R.) (5) Il trattato dura da poco tempo per essere giudicato. I risultali di nn anno sembrerebbero assai più favorevoli alla Francia.Però
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 405 Per giudicare complessivamente dei trattati a·el 18.91,e 1892 si osservi che l'Italia vide.aumentare. le p11oprie esportazioni dal 1801 al 1899 di milioni 554 ·e 600 1)1ila lire e le importazioni di 380 milioni. La nermania, l'Austria-Ungheria e la Svizzera· contrib~iscono nell'aumento della esportazione per 199 milioni; in·quello della importazione per 100 milioni. Però per apprezzare al giusto queste cifre bisojria tener conto: 1° del •miglioramento avveratosi rielle condizioni ·generali della nostra economia pubblica indipendentetnente dal_. traffico internazion'ale; 2°.dell'andamento dei prezzi, c)le segnò ·un aumento nel valore delle inerci; - 8° dell'accrescersi ·aella produzione manifattu'riera delle nazioni contrae·nti, che provocò maggiore richiesta dì merci 'grezze italiane, alle quali i paesi estei•i auebbero accordate, nel loro. stesso interesse la franchigia, anche a prescindere dai trattati. (1) · · . · . · .. · Germanir,.,. Sino a clie fu al governo il principe dazi ·ai confine acquistarono piena libertà di espansione ali' interno; e tale ne fu lo sviluppo ch'esse sentirono il -bisogno di guardare ai mercati esteri come un éampo 'fecondo ,.di collocamentù per ·i propri prodotti. E la Germania aveva da esportare. a·nche.capitali. Era necessario,; dunque, de-· rogare- dal rigidismo di Bismark; e ciò fece Caprivi 11911 ostante le proteste degli agrari. Proteste, che non· potevano essere molto fondate perèhè: 1° non si tolsE!del tutto· la protezione agrÌ'cola, ma la si attenuò; 2•·1a Germania non poteva bastare a:lla produzione di 'Sostanze alimentari in proporzione dell'aumento. della popolazione. · . Le trattative, p~r ragioni poli~iéhe più che economiche furono -facili coli' Austri.a-Ungheria. Questa verso la Germania si trovò in posizione invel'sa à.queìla che àveva di fronte ali' Italia; infatti era l' Austria industriale ·che temeva la con- · cor\enza, mentre l'Ungheria agric9là sperava esportarvi i propri prodotti. Il trattato fu concluso nel Fatica sprec~ta ! · E se anche infuriano contr-> il Progresso e cerca.no i.li portare indietro l'l lancette, al Gallo· non si proibisce il canto e il sole deve levarsi alla sua ora. · di Bismark che aveva nel 1879 inaugurato il protezionismo agricolo e industriale, parve difficile Yenire al regime dei trattati. Col protezionismo· l' eéonomia tedesca era riusèita a rafforzare i s_iwi org~ni costitutivi (2). Le fabbriche difese dai si deve osservare: j. 0 che l'import.azione· francese anche ·prima del trattato del 1898 aveva superate nel 1895 e 189ì le cifre del 1899; 2.0 che la maggiore import.azione francese . viene rapp·esentata dalla seta che ritiriamo dall"Estremo Oriente e che passando dal porto di Marsigl_iaentra in Italia come prodotto francese. ~fa dei risultati di questo trattato - che furono notevoli sotto l'aspetto finanziario - si occupera nella nostra Rioista I' illustre Prof. Luzzatti. (N.' d. R.) (iì E' il' caso dello zolfo, della 'seta, della canapa ·ec. (N.d.R.) (Z) Preziosa quest~ confessione, che viene da uno scrittore conipetente a tendenze ìnarèatamente liberiste: Oli stessi·risultati òtlennero le industrie italiane colle tariffe protettive del 1887. Della politica doganale della Germania avremo occasione di occuparci più ampiamente nello esaminare le pubblicazioni recentissime di dne deputati socialisti tedeschi - R,' Calwer e Màx Schippel - ·dei quali molto potranno. apprendere, se vorranno leggere e comprènde~e, i socialisti e i repubblicani italiani. (N. d. R,)· BibliotecaGino B,anGo (Neue Gluhlichter di Vienna). 1891; e i due imperi si presentarono uniti solidalmente nelle trattative coli' Italia. Il trattato riuscì· di gr,tndé giovamento alla· Germania, ma non ali' Austria-Ungheria. (Importazioni austroungàriche iri Germania: 1891:milioni di marchi 568,6; 1897: .582,7. Importazioni tedesche in Aust'ria-Ungheria: 1891 : milioni di fiorini. 224,1 ; 1897 : 270,4). Era più difflcìle venire ad accordi colla Svizzera e col Belgio, perchè le due nazioni. avevano prevalente produzione industriale similare a quella della Germania. Ma si riuscì alla conclusione con concessioni ·aella Germania al Belgio nelle industrie tessili, eccettuata la serica; ricevendone in contraC'cambio nelle chimiche e meccaniche. Ciò nel 1891 con vantaggio della Germania. (Importazioni belghe in Germania. 1800:milioni di marchi 314,5; 1897: 181,9. Importazioni tedesche nel Belgio. 1890:milioni di lire 182,2; 1897: 233,9). La Svizzèra le accordò nello stesso anno riduzioni di tariffa nelle industrie chimiche e meccaniche ed ottenn~ facili~zioni nel bestiame, caseificio e in·
400 RIVI_~TA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E S_CIENZESOCIALI_ dustrie tessìli. Anche colla Svizzera guadagnò la Germania, come aveva guadagnato l'Italia. (Imvortazioni tedesche in !svizzera. 1890: milioni di lire 296,6; 1898: !H4,G. Importazioni elvetiche in Gerrna11,ia.1890: mii ioni di marchi lW,2; 1897: 152,5). Colla Russia avrebbero dovuto essere facili gli accordi_ perchè la Germania ave,a una produzione prevalentemente industriale, mentre l'impero degli czars l'aveYa l:!,gricola. ~fa l'opposizione degli agrari era vigorosa e ci Yolle tutta l'energia dell'imperatore per riuscire ad imporre il trattato del 29 Gennaio 1894, che inaugurò un'era nuova negli scambi russo-tedeschi, e che aprì un grande sbocco alla (i ermania. (lmportrizioni tedesche in Russia. 1893: milioni di rubli 100,9; 1808: 20;?,l. Importazioni russe in Ge,·mania. 1893: milioni òi marchi 352,4; 1897: 698, 4). I criteri, a cni s'informò la politica commerciale tedesca furono razionali e servirono ad aprire alla «ermani_a i principali mercati di consumo dei suoi prodotti. li prograsso fu notevole anche negli scambi colle nazioni colle Lt11ali non venne ad accordi; ma è innegabile il forte contributo del regime dei trattati. Al regime dei trattati si unirono i provvedimenti per la navigazione internazionale e la· politica coloniale.· Produzione manu fatturiera, esportazioni di merci fabbricate, intraprese all'estero, politica commerciale più liberale, sviluppo della 111arinamèrcantile ed espansione coloniale sono anelli della stessa catena, la cui connessione non si può negare senza sconoscere l'evoluzione economica dei •·paesi più progrediti. La Germania sta ora percorrendo la stessa via percorsa dalla (, ran Brettagna e se la sua economia pubbica non è ancora completamente evoluta, potrà esseri.o in nn avvenire prossimo (1). Austria-Ungheria. L'Austria-Ungheria dal 1800 al 1!)00 seguì la politica dei trattati; e se ne troYù l.lone. RinnoYù quelli a tariffa convenzionale elle già aveva coll'Italia, colla Svizzera (1891) e colla Serbia (9 Agosto J892); trasformò l1uelli in base della nazione più favorita sulla base di tariffe convenzionali colla n-ermania e col Belgio (1891). Conosciamo i risultati ottenuti colla Uermania e coll'Italia; presentaròno mutamenti poco sensibili quelli colla SYizzera, colla Serbia e col Belgio. mamo solo le cifre degli scambi colla Svizzera che hanno maggiore importanza e superano quelle del Belgio e della Serbia riunite insieme. (Importazioni austro-ungariche in Isri:::zera. 1891: milioni di lire 86,2; 1898: .66,2. Impol'iazioni svizzere in Austl'ia-Ungheria. 1891: milioni di fiorini 23,l; 1898: 25). Colla Russia fu meno fortunata della Germania: non potè ottenere le tariffe convenzionali, ma una -semplice convenzione (18 i\Iaggio 1894) in base al trattamento della nazione più fayorita. (lmporta:::ioni russe in Austria-Ungheria. 1893: milioni di fiorini 31; 1898: 68. f,npo1·tazioni au,stro-ungariche in Russia. 1893: milioni di rubli 22,4; 1898: 23,9). Il regime dei trattati, in conclusione, riuscì vantaggioso ali' Austria-Ungheria; ma non nella misura in cui giovò alla Germania. . Francia. :Mentre l'Europa Centrale, l'Italia e la Russia accettavano il regime dei trattati, la Francia adottava la tariffa autonoma delli 11 Giugno 1892 con una massima che adoperava verso le nazioni che nulla le concedevano ed una rninlrna che accordaYa a quelle che le consentivano il trattamento della nazione più favorita.Gli scambi della repiibblica ebbero come conseguenza una contrazio~e, o almeno non si svilupparono nella misura dello sviluppo aYY.enuto negli altri paesi. :·(Il rNeghiamo la connessione cli un so_loanello clella catena: quello della politica coloniale a base di violenza· e di conquista. L"egregio Fontana-Russo a-.rebbe fatto b~ne in questione tanto srne .di dimogtcne I' as,erzione colle cifre. (N. d. R.) BibholecaGinoBianco Alla l'igidità del meltnismo venne meno la prima rnlta, per motiYi politici, colla Russia. II-5-17 Giugno Yeµne con essa ad accordi; concesse facilitazioni agli oli minerali russi e ne ottenne in contraccambio pei proclotti chimici, siderurgici e tessili di lusi-Ò.Questo accordo fu note.-ole perchè avvenuto tra due nazioni a forte protezionismo. La Franci~ fu meno cedernle della J{,ussia. (Impol'lazioni francesi in Russia. 1893: milioni di rubli 27,4; 1898: 37,1. lmpo1·tazioni russe in Francia. 1893: milioni di lire 235,1; 1898: 282,l). Dopo l'accordo franco-russo sulla stessa base. cioè di limitatissime modificazioni alla tal'iffa autonoma, altri la Francia ne concluse col Belgio, coi Paesi Bassi, colla Spagna, colla Bulgal'ia, colla Rumania e colla 8vizzel'a. l'iù noteYoli furono gli accordi del 28 ~fag-gio 1898 cogli Stati Uniti, che )e accordarono i vantaggi dell'art 3° della tariffa Dingley Quello successirn del 24 Luglio 1890 basato su !l'art. 4° della stessa tariffa. non Yenne ancora. ratificato dal Cong,;esso Americano. Si fece menzione dell'accordo coli' Italia. La tariff .. 1. autonoma del 1892 non fu fayore,·ole alla repubblica francese. (Meclia delle importazioni in Fra,icia nel periodo 1885-91: mÌlioni 4278; nel pcl'iodo 1892-99: 4007. Esportazio,ii clalla Fra,icia. Pe1:iodo 1885-91: milioni 3408; periodo 1892-99: 8444). E' impossibile stabilire la piega che anebbe preso il co•nmercio internazionale francese se la H.epul.lblica.axesse perse,·erato nell'antica sua po· litica doganale. Non bisogna, però, dimenticare che negli anni a noi più prossimi l'andamento doi traflici fu assai più farnrevole per tutte le ntzioni, che si atlidarono al 'Sistema dei trattati (1). Russia. Nell'ultimo decennio si è allontanata alquanto da.Il' antico proibizionismo. La tariffa <lell' J 1 <,, iuguo 1891 è stata modificata nei trattati colla F'rancia, colla. Germania e col Portogallo. Essa adottò il sistema della tariffa generale dell'Italia; della Svizzera. e dell'Austria-Ungheria. La tariffa russa inténde proteggere l'industria nazionale·e spingere allo sfruttamento delle ricchezze naturali dell'Impero gravando di forti dazi le materie prime. Le esportazioni russe si risentono del raccolto dei cereali. Le espo,·tazioni dal 1889 al 1898 hanno aumentato meno delle importazioni. (importazioni. 1889: milioni di rubli 373,7; 1898 :. 617,4. Espoi'tazioni. 1889: 671,9; 1898: 732,6). Stati uniti. Il sistema doganale nord-americano è stato t1uasi sempre informato al protezionismo. Le morlificazioni non hanno fatto. che attenuarlo o aggravarlo. La tariffa del 3 Marzo 1883 benchè protezionista non sòdd isfece gl' industriali; perciò nel 1890 ru votata la tariffa Mackinley. Se ne avvantaggiarono gl' inp.ustrial i e i capitalisti e co,., minciarono a sorgere i Trusls. (2) A questa ei::plosione di capitalismo successe la reazione; perciò. il 28 Agosto 1894 fu votata la tariffa Wilson, eh~_ moderava sensibilmente la prima. Eletto Presidente ~I-ackinley col favore delle masse ·1at6ratrici che volevano la protezione, si.ritornò al pro-, tezionismo esagerato colla tariffa Dingtey, eh' entrò· in vigore il 24 Luglio 1897. I risultati delle oscil-· (1) Non si dimentichi che il Fontana-Russa è liberista. Per un più esatto apprezzamento dei risultati della politica dogaoale della Francia e degli Stati Uniti si riscontri il libro dell' on. Colajanni: Per la economia na:;ionale e pel da;;io .ml grano. N. d. R. (2) Come tutti i liberisti il Fontana crede che i Tl'usts siano un prodotto del protezionismo. :Ma gli americani hanno già rimbeccato che in Inghilterra cominciano a fiorire i Trusts. Il nostro autore sta pel regime dei trattati, che anche noi accettiamo. Ma; precisamente 1otlo tale regime in Germania si sono svilupp,1Ui Cartelli e Sindacati, .che rassomigliano· ai Trusts.. . . .. N. d. R;
RlVJSTA POPOLARE DI POLITICA. LETTER!•.: -~\SC!ENZE SOCIALJ 407 lazioni di queste tariffe si comprenderanno dalle cifre seguenti: · MILIOXI DI DOLLARI . Importazioni Esportazioni Ttrift'a 1890: i89,3 1895:731,91890: 857,81895: 807 5 lhelinley 1891:844,9 , 1896:779,7 91: 884.5 · 96: 822:6 . _1e92:,827,4.T.Dingley1879694:,7 92:1030,3 97:1050,9 1893: 866,4 1898:616,0 93: ,847,7 98:1231,5 T. Wilaon 1894: 6M,9 1899:699;1 94: 892, 1 99:1227,0 Da queste ·cifre si scorge che gli Stati Uniti hanno: ottenuto nel 1899 una maggiore esiortazione 'di 530 milioni di dollari. Un risultato strano · si ottenne colla tariffa \Vilson: invece di aversi un aumento nelle importazioni si ebbe una forte diminuzione .. L'esuberanza nelle esportazioni è il risultato delle tariffe doganali. (1)- Inghilterra. · In mezzo all'impenersare deJ protezionismo solo l' Inghilterra tenne fede tra le grandi nazioni al liberalismo. -.VIa essa si -sente incalzata alle calcagna dagli Stati Uniti e ci alla. Germania. Ha perduto l'egemonia commerciale relatirnmente ai progressi rapidi delle -ultime due nazioni; e la paura del peggio l'Ila spinta all' imperialismo (2). · · Repubbliche sud-amei·icane. Erano un grandPmercato industriale e finanziario per l' Inghilterra; ma oltre il danno che questa sente dalla concorrenza della Germania e dagli Stati Uniti, ha subito quello finanziario e quello del feroce protezionismo dalla maggior parte di esse adottato. Tra le repubbliche del Sud-America ali' Italiainteressa molto l'Argentina dove le nostre esportazioni sono in sensibile incremento; ma sono minacciate dalla intenzione manifestata dalla repubblica di 1frot!)ggere· le prop_rie industrie. Le repubbliche del Sud-America presentano un grave h1conveniente per l'Europa: la grande instagilità delle tariffe. Il metodo adottato dal Brasile di imporre riduzioni nei propri prodotti alle nazioni importatrici costituisce un grave pericolo per gl'interessi fiscali delle medesime nazioni. Conclusione. - L'avvenire prossimo. Pare che siamo alla vigilia di gravi perturbamenti doganali. La Germania col suo progetto di tariffa (3) attualmente richiama l'attenzione p.ell' Europa. Manterrà il Conte Bulow la promessa fatta agli agrari, risponden·do il 2G gennaio decorso al Conte Limburg Stirum, ùi una maggiore protezione a loro favore1 E allora le esportazioni della Russia e dell'Austria risentiranno il maggior danno e sarà sempre possibile, per la qualità dei prodotti. che v·errebbero colpiti. di rinnovare l'accordo coll'Italia. Ma le esportazioni dei prodotti industriali de-n'Impero ne risentirebbero un gravissimo contraccolp•ò. · I}Austria Ungheria, la Germania e la Russia pare che vogliano mantenersi fedeli al regime dei trattati; la Francia e gli Stati Uniti al protezionismo e alla tariffa autonoma, benchè l'ultimo discorso di Mac Kinley abbia fatto sperare l'avvent? del regime ,della reciprocità (4). (l) Aggiungiamo noi che nelle maggiori esportazioni entrano ora in proporzioni considerevoli i pr-odotti industriali. I risultati del 1000 e dei primi dieci mesi del i90l non modificano quelli preced,mti. (N. d. R.) (2) Quanto siano mal fondati i calcoli dell' i!llperialismo dal pùnto di vista doganale risulta chiaro da questo dato : la federazione australiana ha adottato- il regime protezionista, anche contro la madre patria I (N. d. R.l (3) Ricordino i lettori che la Rioista Popolare fu la prima a parlarne in Euròpa in Febbraio ,'901. E non. fu creduta I . . . N. d. R. (4)'Roosev~lt successo a Mac Kinley sembra disposto a seghire l'ultil';la tend_enzadella vittima di Czolgosz.• N. d. R. ~iblioteca Gino Bianco L'Inghilterra terrà cont~ delle gravi difilcoltà da cui è circondata. La terra classica del liberismo valuterà meglio le minacce presenti e i fut11ri pericoli, e vedrà se sarà il caso di mantenersi fedele alle idee di Peel e di Gladstone. Qualche branca della pro{)u. zio,ne inglese già soffre della concorrenza. Nell'imperialismo si vede il rimedio sicuro e la salvezza per l'incerto avvenire. Ma il giorno in cui dovessero applicarsi al regime doganale le idee imperialiste la libertà commerciale ne avrebbe un fortissimo schianta! In m~zzo a tante previsioni, l'Italia troppo fidente e poco previdente, s'incammina verso la rinnovaziime dei suoi patti coll'estero senza una larga e seria e razionale preparazione. Jl paese è stato sordo a rispondere agli eccitamenti del Governo, che parecchie volte lo ha consultato per conoscerne i bisogni e le tendenze. E' necessario ormai che l'iniziativa governativa si sostituisca a quella privata, procedendo ad una larga inchiesta sui bisogni del paese e coordinando ad una riforma doganale non profonda, ma necessaria, i fatti accertati con tali metodi d'indagine. La nostra tariffa ha bisogno di essere ritoccata in più parti per potere servire, come arma elfieace. nelle stipulazioni avvenire. Molte sono-le imperfezioni; le lacune, le contraddizioni sùe, molti gli errori da correggere e i pericoli da prevenire. L'Italia nell'ultimo decennio ha molto progredito;. ma non potrà continuare, fiduciosa e sicura, fo. quell'opera di ricostituzione.organica alla quale si è accinta. da tempo, che predisponendosi ad una partecipazione più• attiva e resistente al traffico mondial!3 (3). ., L. Fo.'.'l'ANA Russo. (Dalla Riforma ·sociale, 15 Ottobre 1901). >ACOC:ocococ<X>?C<Y>·QGC<X)C:QCX'.)M"G<OXXoccccéooooaaoocococo ALBERTO NYSSENS Un legislatore sociale cattolico In una stanza dell'Hotel du Grand-Miroir a Bruxelles suicidavasi con un colpo di rivoltella alla tempia Alberto Nyssens, professore all'Università di Lovanio, antico ministro del lavoro, uno· degli uomini più eminenti di parte cattolica del Belgio. Il colpo di rivoltella che uccise Alberto Nyssens fu l'alto inconsapevole e irresponsabile di un g1•ande infelice, a cui una malattia terribile aveva a poco a poco oscurata e spenta l'intelligenza fervidissima. Era nato a Ypres il 20 giugno 1855. Nel 1881 l'Unive1·- sità cattolica di Lovanio gli offrì la cattedra di diritto commerciale, e nel· 1885, fu chiamato a reggere il ministero della giustizia. ., Un~ 'decreto reale ·del' 25 maggio 18~5 staccava dal ministero d'agricoltura, industria, lavoro e lavori pubLlid le amministrazioni del lavoro e dell'indu,;tria, e formava con queste un Ministero spe-:iale, sotto la denominazione ufficiale di Ministero dell' industria e del lavoro. Nyssens fu designato alla scelta del Re a ·titolare del (3) Ancora una nota a questa rassegna ricca di fatti e sobria per commenti. Il Fontana Russo pa 'deplorato l'inerzia del paese; n1a se non occupasse uca posizione' delicata avrebbe dovuto biasimare maggiormente l'impreparazione ciel governo. Che cosa ha fatto il ministero di Agricoltura e Commercio che po~sa lontanamente rassomigliare agli studi deÌla Germania e degli Stati Uniti1 Del resto gliene mancano gli organi; e mirano a darglieli l'onorevble Pantano e !'on. Colajanni colla loro proposta di legge per la fondazione dell' ossel'oatorio doganale che corrisponderebbe all'articolo 7 della legge sull'Ufficio federale del lavor•o di \Vashington e a1l'Ulficio gigantesco di statis~ica doganale della Germania, che occupa un vastissimo palazzo in' Berlino. Questi uffici permanenti••tneglio delle commissioni temporanee possono raccogliere gli eleh1enti di' fatto e fa1•e gli studi sull'intricato e·
408 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI nuovo dicastero, e qui inc~mincia l'.op·era l'egislativa sociale di lui. . . Lo spazi•> non ci consente una minuta esposizione dell'opera legislativa del Nyssens, ma non possiamo tuttavia dispensarci dal toccare bi·evemente qualche puntç, del suo vasto lavoro. Si deve ad Alberto Nyssens la sistemazione definitiva dell'Ispettorato del lavoro, di quest'organo vitale della legislazione sociale, dal cui retto funzionamento dipende l'efficacia d1 ogni disposizione legislativa che, non so - slenuta da un controllo vigile ed intel 1igente, é destinata a rimanere lettera morta. Appartiene pure all'opera legislativa sociale del Nyssens la legge detta dei Règlement d'atelier, presentala alla Camera il· 15 luglio 1895, il cui scopo é di sottrarre l'operaio al1'1)1·bitriodel padrone, mediante l'obbligo fatto a costui dell'affissione delle norme che reP.olano il lavoro dell'opificio. La Camera votò la legge alla unanimiLà, il Senato con soli quattro voti contrari. In tutLe le imprese commerciali e industriali contemplate dalla legge il padrone ha l'obbligo di tenere affisso in un luogo in vista un regolamento che contenga minuLamente esposte le le prescrizioni comuni ad ogni contralto <!i lavoro: durata normale del lavoro, modo di calcolare il salario, giorno del pagamento. Inoltre deve far menzione dei diritti e dover·i del personale di s01·- veglianza, e àel ricorso aperto agli operai per i loro reclami, delle forniture da scontarsi sµl salario, del preavviso di licenziamento, e dei casi in cui il contralto può essere rotto senza preavviso, della natura delle penalità, del lasso delle multe e della loro destinazione, delle misure speciali prese per assicurare la salubrità, la sicurezza, la moralità e la convenienza, e delle prime cur·e dovute agli operai in caso d'infortunio. Prima d'enLrare in vigore ogni nuovo regolamento o qualsiasi modificazione di un regolament,o esistente, deve essern· porla la, mediante affissioni, a conoscenza degli operai, i quali sono ammessi ad esporre le loro osservazi_oni che possono far giungere al capo dell'impresa anche per mezzo dell'ispettore del lavoro e in segreto. La più importante delle leggi sociali dovute al Nyssens è quella sul contratto di lavoro, presentala alla Camera il 9 novembre 1896, e dopo lu11ga discussione e parecchie modificaziQ.ni ac.cettata ad unanimità meno un voto nel 1899. · La legge si divide in sei capitoli, dei quali il primo contiene le disposizioni generali circa le persone che la legge contempla, gli effetti della convenzione e della consuetudine, la prova, la durata massima del contratto, la prescrizione; il secondo contiene l'enumerazione degli obblighi reciproci delle parti, il terzo si occupa delle differenti maniere con cui ha fine il contralto; il quarto riconosce e regola la capacità della donna mal'itata e del minorenne di pattuire la propria prestazione d'opera e disporre del loro salar-io. Della responsabilità padronale sugl'infortuni fece oggetto d'una legge speciale, approvata dalla Camera. La legge Nyssens sopra l'infortuni sul laooro é basata sulla divisione eguale del rischio d'infortunio tra padroni e operai. Ogni accidente che procuri un'invalidità totale o parziale al lavoro per almeno una o due settimane, cade sotto l'applicazione della. legge. La capitalizzazione é imposta al padrone in caso di morte. Il valore dell'indennizzo é cnlcolato secondo l'età della villima. Il Nyssens non poté condurre in porlo le due leggi sul contratto di lavoro e sugl'infortuni, che furono votate dalla Camera dopo che egli aveva abbandonato il Ministero. Nel gennaio del 1899, riaccesasi la questione della rappresentanza proporzionale, il CaJ?Odel Gabinello Smet de Naeyer e il Nyssens, partigiam della riforma, dovettero uscire dal Governo. Nelle elezioni del 1900 l'Associazione conservatrice di Lovanio inserisse il Nyssens fra i suoi candidali; ma egli, trovando un parziale disaccordo fra le sue idee e quelle della maggioranza dei suoi elettori, ricusò l'offerta e si dedicò esclusivamente ai suoi corsi universitari. . Il lavoro eccessivo, l'affalicamenlo intellettuale avevano scossa la sua salute, già di pe1· sé delicata ; e fin da quando stava al Ministero si erano rivelati i primi sintomi della malattia terribile che lo ha condotto a fine .::osi prematura e miseranda, troncando a. soli 46 anni una vita così bella e feconda di bene, tutta spesa per la scienza, per la protezione e l'elevazione degh umili, per la pacificazione sociale. (Cultura 8ociale). .BibliotecaGinoBianco LE CONVULSIONI DEI CONTADINI IN SICILIA I. Dall'irìchiesta diligente e coscienziosa dell'on Sonnino e dagli studi rnulleplici e coraggiosi dell'infaticabile Colajanni, io credo che non si sia più ri-- messo il dito - con visione nella e precisa - sulle piaghe infinite di questa infelicissima terra. Di essa si parlò molto, forse anche troppo, a proposito di Nord e di Sud; ma - meno pochissimi - tutti ne discorsero e ne scrissero quasi sempre a sproposito. Nè la cosa avrebbe potuto andare diversamente, però che i più conoscevano la Sicilia solo per ciò che ne avevano sentito dire, o - nel caso migliore - per averla corsa di volo nell'angusto giro ùi un paio cli settimane per incarico di un qualche giornale lautamente pagatore. Altri, c-!te, per altezza d'ingegno e per conoscenza che avevano intera - o quasi - delle veraci condizioni nostre, avrebbero potuto trattar la questione con coscienza diritta e sicura, furono presso che tutti turbati e fuorviati eia quella congerie di pregiudizii che da anni si accumula ostile sul nostro capo e da passioncelle regionalistiche a mala pena dissimulate, ma balzanti involontarie di tra una bella frase d'un discorso bdllante, di tra una 1·iga sonante d'qna prosa ben lisciata e pettinata. E per questo vizio d'origine clte hanno tutti gli apprezzamenti sulle cose nostre, che taluni hanno veduto nel commovimento odierno, il quale non va - come è sperabile - oltre i limiti d'una breve convulsione, la minaccia terribile del rinnovamento dell'infaustissima epoca dei Fasci. Invece, non si tratta che di sparutissimi gruppi di contadini erranti per le campagne inermi per la massima parte e generalmente pacifici. . Ora -aneliamo a vedere che cosa domandano questi poveri con ladini. 11. La loro domanda non potrehbe essere più giusta e più legittima: essi chiedono il miglioramento dei patti agrari d'oggi, veramente infami e degni d'altri tempi. Essi sono tali che il contadino dopo un raccolto meglio che mediocre rie~ce a fatica a -pagare l'affitto della terra presa a coltivar-e, e si trova costretto, dopo un anno di lavoro gravissimo, a tornarsene colle mani vuote; se poi - cosa non infrequente nelle nostre terre sfruttatissime e coltivate cogli strumenti di Adamo.- il raccolto scende sotto la mediocrità, il contadino, oltre a lasciarci la scarsa produzione, ci rimette le bestie da lavoro e talvolta qualcosa ·d'altro. Allora vende quel po' che ha al sole -- quando l'ha, e fa fagotto per l'America incontro a un ignoto non gravido di liete promesse; quando questo po' di roba non c'è e non si trova chi anticipi il prezzo del biglietto, si va a servire o presso un contadino più fortunato o presso un signore per duecento lire annue, che debbono bastare a una famiglia non di rado numerosa assai. Si dirà che ciò non è sempre vero, che taluni contadini - i migliori - portano ogni anno a casa la loro parte cli ben di dio, la quale, libera di tasse com'è, rappresenta una quota maggiore di quella che è toccata al padrone. Va bene; ciò può anche accadere, quando il raccolto sia straordinariamente copioso. Ma Si rare volte, padre, .-;ene coglie.... ! gli è che ogni anno sono le piogge torrenziali di Maggio o i calori violenti e prematuri di Giugno e vitale problema doganale. N~llo stato attuale d'impreparazione del paese e del governo, noi troviamo savia la proposta del Luizatti di rinviare al 1904 la scadenza dei trattati colle nazioni ce11trali. Ma la Germania pare non voglia saperne! · '· · N, d. R•
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