410 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI i proprietari nostri sono tanto intelligenti quanto quelh del Nord, né - p~rché non dovremmo dirlo? - i corifei della democrazia siciliana di tutte le ~radazioni - dal rosso scarlatto al rosa pallido pallido - hanno mai avuta la pazienza e la costanza dei loro confratelli di là sù. E tuttavia qualcosa avrebbe dovuto e potuto farsi: organiz;i;are i contadini per modo che potessero contrattare direttamente col proprietario per mezzo dei loro rappresentanti, non sarebbe stata - a mio avviso ~ la tredicesima fatica d'Ercole (I). . Né mi si venga avanti colla troppo sfruttata inferiorità di razza né colle solite ragioni rancidette e stantie, che si compendiano in questa prop0sizione stupida « il nostro contadino non é lo stesso di quello di là sù ». . Avanti tutto intendiamoci: il nostro sarà meno educato, sarà più ignorante, ma non si creda che i c0ntadini settentrionali sieno tanti santi e i nostri tanti demòni. Ché se anche questo fosse vero, la questione non verrebbe spostata d'un millimetro e il compito della Democrazia rimarrebbe sempre il medesimo. Se, cosi com'é, il nostro contadino non può comprende1·e tutta la virtù dell'associazione, che resta a fare alla nostra Democrazia? Gli dia prima il pane delancora il mezzo più civile col quale i nostri contadini sanno fare intendere le loro ragioni, conviene confessare che il governo, le classi dirigenti e anche i Democratici siciliani hanno lasciato passare infruttuosamente otto anni, tanti quanti ne corrono dai Fasci ad oggi I . La fucilata - sia pure per intimidirlo - contro un perito agrimensore fa bene il paio colla lapidazione del Pretore fatta a Gibellina nel '93. Il Governo, intanto, ha fatto bene a mandare i suoi soldati perché si evitino violenze di ogni genere; ma io penso che farebbe molto meglio ad accoghere in seria e benevola considerazione le giustissime domande dei contadini, e tentar di risolvere - a,lmeno temporaneamente - un discrimine che potrebbe portare conseguenze funeste e spiacevoli a tutti (1). E per l'avvenire? Si faccia tosto un fascio di tutte le nostre forze sinceramente democratiche da qualunque parte provengano: si mettano esse all'opera con diligenza e con arn-0re, se vogliono compiere impresa veramente buona e meritevole di lode verace. S. Ninfa, Ottobre '901. ANTONIO MARTINO. · J'an ima e della mente per avviarlo alla conquista sicura del pane per Ritorno della China·. . il corpo. Invece , dopo il violento periodo dei Fasci e la più violenta burrasca reazionaria che quell'inconsiderato movimento ci attirò addosso, che cosa si é fatto da tutta la Democrazia~ Si è discusso mol• to' si sono molto attentamente seguite le divergenze del Nord, si è fatta parecchia ,POiitica, ma di pratico? nulla, o poco più. A me pare. invece, che 'prima di Vi porto un ricordo della China : un campione dei terribili nemici contro i quali noi abbiamo cosi valorcsamente combattuto. • (1) Rivedendo le bozze di stampa non posso dispensarmi dal dire una franca parola di lode al manifesto che il Prefetto Panizzardi rivolse agli agricoltori della provincia di Trapani. Le parole oneste e sensate suo• nano presso a poc·o CO• si : « Badate, ragazzi, che uno sciopero non s"impronta per volontà di questo o di quello; perché esso si sostenga e dia buoni frutti occorre l'unanime consenso di tutta una classe. E per6 Òrganizzatevi tranquillamente, mentrtl sa• rete che il Governo è con voi; che se all'attuale stato di disgrega• pa,-Iare di repub- . · hliche o di marxismo o di materialismo storico - cose tutte bellissime ma tutte incomprensibili e vane per chi non sa leggere e prova spesso la sete e più spesso la fame - sia più savio consiglio provvedere subito al miglioramento morale ed intellettuale delle nostre plebi; quando poi l'avremo edu- ·cato per modo che possano assurgere a dignità di popolo, solo allora converrà pensare alla politica. Ricordiamoci che per il contadino - e per tutti anche - tanto fa morir di fame fra i cacliinni di cortigiani sfrontati sotto il principato più odioso, come il morir di fame al suon della Marsigliese sotto il più puro cielo repubblicano. VI. Che i m1e1 rimproveri non siano senza solido fondamento, lo prova il contegno tenuto dai contadini in questo ·piccolo commovimen to. Si parla di capanne bruciate or qua or là; di aratri segati a chi si ostina a non lasciar il lavoro e di una fucilata sparata in aria per intimidire un • perito agronomo il quale - poveraccio ! - si rompeva le ~ambe andando sù e giù per guadagnarsi un po' d1 pane. · Se il fuoco e le fucilate, la violenza insomma, sono (1) Questa impresa difficile è gia stata tentata e avviata a buon porto a Corleone e a Piana dei Gre~i grazie ai pazienti sforzi Ji Bernardino Verro e di Nicola Barbato; peccato deplorevole che l'opera loro non sia stata compresa nè imitata da altri propagandlsti qell 'isola. B1bhotecaGino B~anco · (Der vVahre Iacob di Stuttgart). zione, verrete ad atti di violenzs, io sarò costretto a farvi sentire il rigore della legge ». Del!bo anche dire che, grazie al suo intervento, e spaventati dalla coraggiosa astensione dei contadini, alcuni proprietnri e fittaioli hanno ridotto gli annui estagli qualcuno perfino di 50 lire per ogni 3 ettare. Con tutto questo molti contadini si ostinano a non iniziare i loro lavori: certo quella riduzione non ratipresenta tutto ci6 a cui i contadini hanno diritto, ma essa è indice che per la prima volta in Sicilia il lavoro ha avuto causa vinta sulla camorra. Per questo rispetto i çontadini avrebbero dovuto accogliere la riduzione - comunque piccola - e tornarsene ai lavori del campo. Noi lasciamo, come sempre, la più illimitata libertà di giudizio ai nostri collaboratori, che firmano i loro articoli. Dobbi.imo, però, fare qualche riserva alle lodi prodigate al Prefetto Panizzardi. Ci si assicura, infatti, che questi, se ha lasciato a~bastanza libertà ai contadini - e in ci6 forse non ha fatto che uniformarsi alle istruzioni del governo centrale - però in Trapani citta molesta ingiustamente i socialisti e specialmente la famiglia Montalto. Que. sto ci si assicura; e noi saremmo lieti se ci si provasse che siamo in errore. N. d. R. La solita mancanza di spazio ci obbliga a rimandare al prossimo numero: La quarta esposizione di Venezia (Seconda visita) di Mario Pilo, ed altri articoli già annunciati.
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