Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 21 - 15 novembre 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 413 m,any Hall - che in più della. .~1a/ia·e·aeùà dànìo'r-• ra possiede l'organizzazione palese e la potenza dei milioni a centinaia -e molti sapendo che la polizia descritta da Franck. Moss era ag·li ordini del Croker l'antico Mayor, che incarnava il.pensiero· e i metodi della Tarmnanu, potranno . àedere r.he la nefasta azione di questa formidabile assodazione rappresenti un anomalia transitoria della so'Ja New York. Ebbene: bisogna disilludere coloro che così pensassero e s'illudessero sulla durata e sulla estensione della corruzione americana. · Per la 'durata avvertiremo che la Tammanu Hall è nata si può dirè colla repubblica. Vive da. oltre un secolo ; ma la sua azione nefasta, in seguilo ad un ,processo intimo cli degenerazione, data. da un trentennio. Nè c' è ùa rallegrarsi molto se ieri -venne sconfitta rlalla Lega degli onesti, che ha avuto l'appoggio poderosissimo di Roosewelt presidente della re,rnbblica e che fece trionfare una persona retta ecl intellig-e11te- il Seth Low. Le dichiarazioni· cli Croker, il caduto candidato della Tarnm.any, sono 13splicite: egli ritornei·à all'assalto e confida nella rivincita .. La Tam-many fu altre volte sconfitta nella per• sona cli 'fweed; ma risorse più vigorosa e pfù esiziale di prima. Se in New York il marcio profondo e vastissimo viene attribuito a cotesta associazione, nelle altre città non è minore senza che vi esista una Tmnmany. A Chicago c'è forse di peggio, còme può rilevarsi dal libro di \Vil• liam Stead: Se Cristo 1:enisse a Chicago! ( I( Chr.ist came to Chicago !). Altrettanto in forma meno viva e immaginosa ci appresero gli articoli del Prof. Dana Durand, che furono qui stesso riassunti. Ed è il Frank ~foss ad avvertirci che le città americane, dal più al meno, si modellano su New York e che Questo della corruzione è un pericolo nazionale. Noi ci auguriamo sinueramente che questo pericolo venga rimosso e che la vittoria della Lega degli onesti sia definitiva. Speriamo che sia tale perchè abbiamo tede nella forza risanatrice della libertà che negli Stati Uniti è immensa, è illimitata. Se la Tarnmany venne sconfitta ciò si deve più che all'autorità di Roosevelt ed ai milioni del partito repubblicano, all'ampia e sconfinata libertà di discussione e di accusa che vige ancora nella repubblica, e di cui nell'articolo stesso del ?l'Ioss troviamo uno splendido e coraggioso esempio. · · E noi oggi siamo lieti ed orgogliosi di poter constatare, che la libertà opera gli stessi miracoli tanto al Nord quanto al Sud, tanto tra i decalluti latini quanto tra gli anglo-sassoni superbamente ritenutisi superiori ai primi. Ieri, proprio ieri, il .corrispondente da Roma telegrafava al ·nmes rallegrandosi della vittoria di New-York ed esprimendo tutti i suoi dubbi sulla possibilità di una riscossa del senso morale in Napoli. Eppure, mentre l'orgoglioso anglo-sassone manifestava il suo sprezzante scetticismo a nostro riguardo, Napoli in quell'ora istessa gli dava una solenne smentita fecendo rimanere vergognosamente soccombente la lista dei dilapidatori e dei corruttori, ed assicurando una splendida vittoria ai socialisti, ai repubblicani, ai moderati che avevano levato la bandiera rlella rigenerazione morale. A Napoli non vennero in aiuto ai combattenti i .milioni dei candidati; a Napoli i rivendicatori della pubblica moralità non. ebbero l'ausilio del capo dello Stato e nemmeno quello minore del capo del Governo.' E noi, contro l'avviso· del corrispondente del Tirnes, diamo lode al ministro dell'interno che non si è ingerito menomamentt: BibliotecaGino Bianco ~elle uÌtime 'eieziòni amministrati\'e di Napoli, nemmeno a fine di bene. Con ciò viene dimostrato che il merito intero della iniziata 1•igenerazi.one spetta ai cittadini napoletani. Al governo rimane quello - non piccolo- e non comune -::- di avere rispettàto la legge, di non essersi associato !l,icamorristi, di aver .lasci.ato tutta .la libertà, cui11anno diritto, ai combattei1ti, e in prirµa_li.r;iea ai. socialisti e ai repubblicani che sono stati i pubblici _e coraggiosi accusatori della carnorr-a, che sotto l'e• gida del governo, per tanti anni ha imperato in Kapoli e in gran parte del Mezzogiorno. Nella lunga serie di scioperi che in un anno si è avuta in Italia si è visto a luce 1nericliana·che gl'ita,l iani sl),nno.e po,ssonousare della 1 ibertà nelle quistioni più, delicate e più ardenti, quali . sono quelle che s'imperniano. attorno al contratto di la~ Yoro. Le elezioni di Napoli ora hanno provato che nella libertù si- ha l'arma più poderosa per com.-. battere in prò della no3tra rigener~~ione morale. LA RIVISTA,_- s8)~. Gli abbonati che invieranno subito all' Am1ninistrozione ,della Ri\'ista ~opolarc l' impot.fo dell'abbonamento scaduto e lire una e cinq uant~ ricevel'anno,.franco cli pol'lo, il volume Per l'èconomia uazionale e pel dazio sul gra.no,pubblicato ·il m.esc scorso dall'on. Dott. Napoleone Colojanni, ~~~ tl consumo dellac. ittà.di Napoli Il caso unico· di una città ove gli abitanti c1·escono e i consumi diminuiscono. L'alimentazione del 1>opolo. (1) · Se la citta cli Napoli ha uno sviluppo industriale scarso e i traffici sono in essa lenti, s'intende assai• facilmente che le risorse degli abitanti devono esse1·e assai scarse. · · Alcune abitudini di lusso esterio1·e daoiio a molti la illusione cbe Napoli abbia ancora ricchezze notevoli: e non pochi si ostinano (o si ostinavano) a credere che Napoli sotto questo punto di vista nondifferisca in generale da altre città, e· che anzi superi non poche.· · · · Napoli presenta invece un sintomo alla1·mante: un sintomo minaécioso e quasi ignoto altrove. Napoli è la sola grande città dove da trenta anni a questa parte mentre la popolazione aumenta· sempre, consuma O(Jnianno una quantità sempre minore cli alimentt in paragc,ne degli anni precedenti. : E' un caso nuovo, che vale la pena di esp·orre nella sua crudezza, poiché rappresenta il pericolo più minaccioso per l'avvenire di tu~to un popolo. li consumo è non solo lo scopo della produzione, ma é ·l'indice più sicuro della situazion~ di un paese. (1) I nostri lettori nel numero precedente hanno avuto un qua - dro sintetico lucido sui risultati della 1nchiesta Sa11edo coll'articolo del nostro amico Enrico Leone. Questi ritornerà sull'argomento vitale per discutere i rimedi proposti dall'illustre Presidente del Consiglio di Stato. Intanto noi oggi siamo lietissimi di poter dare , per r,ortesia del nostro carissimo ed illustre amico Prof. F. S. Nitti, un brano del librò che tra non guarì pubblicherà sulla Città cli Ncipoli e che è destinato a destare un grande i'nteresse e forse una dolorosa meraviglia. Noi offenderemmo i nostri lettori se segnalassimo loro il legame intilllo, addirittura come da causa ad effetto, tra la miseria economica e la miseria politico-morale della grande e sventurata città assisa sul gollo Partenopeo. ·

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