Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 4 - 30 agosto 1899

• RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI terrestri sono facilmente difendibili, perchè sono quasi ovunque costituiti da insormontabili ostacoli naturali. In Italia non c'è bisogno per la difesa nazionale di un esercito terrestre; c'è bisogno invece - parla udo dal punto di vista di una borghesia moderna - di una buona flotta. Il partito repubblicano italiano invece dj proclamare solo la formola troppo astratta di nazior.earmata, dovrebbe concretare il suo programma militare appunto in questo senso: abolizione assoluta dell'esercito stanziale e mantenimento di una buona fl0tta, che non superi per altro le necessità difensive e le risorse economiche del paese ( 1). E a questa riforma il partito socialista, che non è partito di sognatori ma di positivisti, dovrebbe dare il suo appoggio, considerandola come parte del programma minimo. Nella relazione sul programma minimo presentata al Congresso di Bologna, fu osservato appunto che un partito pratico non può pretendere che in questo momento lo stato disarmi, mentre i vicini non fanno che aumentare i loro armamenti; fu proposto perciò che si propugnasse come programma minimo la riduzione dell'esercito sul piede di difesa e quindi la diminuzione dei corpi d' armata e il reclutamento territoriale. Io credo che non ci sia bisogno di contentarci di così poco; alla difesa nazionale l'esercito è ioutile e basta la flotta. Ma chi attuerà in Italia il disarmo dell'esercito terrestre? .... UN TRAVET PERLOZUCCHERO DABARBABIETOLA (Agricoltori e industriali) In Italia alla mancanza di sana iniziativa si crede di poter supplire con una energia non del pari lodevole nell'imitazione, in ogni campo df.ll'attività economica. In talune città, ad esempio a Roma ed a Napoli, non si può guardare senza rattristarsene, .al moltiplicarsi prodigioso dei Bars più o meno automatici. Anche supponendo che nel paese si sviluppi rapidamente la piaga dell'alcoolismo di questi spacci di bevande fermentate - il caffè ed altre b:bite non alcooliche vi hanno il minor posto - ne sorgono tanti che non è possibile che tutti prosperino. Lo stesso avviene nelle campagne ; dove l'imitazione febbrile nelle culture reputate remunerative è spiegabile colla crisi che da anni v'imperversa. Chi non rammenta nelle Puglie e in Sicilia la distruzione degli annosi uliveti ed anche degli agrumeti per sostituirvi la vigna? Appena chiuso il mercato francese, in conseguenza si ebbe la grave crisi enologica. In attesa della crisi del tabacco, sinora scongiurata. dal fiscalismo - anche il fiscalilismo può essere buono a qualche cosa ! - abbiamo già sull'orizzonte la crisi della barbabietola da zucchero. Sicuro: si disse che la coltivazione della barbabietola da zucchero sia più rimuneratrice di quella del granturco e di altri cereali, e immediatamente dappertutto, sorgono fabbriche di zucchero di barbabietola e si ha l'adattamento dei campi alla coltura ~i questa tuberosa. Qui l'imitazione è larga e facile per condizioni specialissime ~ gli agricoltori soffe- (r) E' appunto, se i giornali han riferito rettamente, l'idea che fu propugnata del Pantano nel1adiscussione del bi]ancio della guerra. Ma non basta par]arae una volta _all'anno, bisogna parlarne sempre; il difetto del partito repubblicano è quelJo di avere una quantità di belle cose nel suo programma, ma -di parlarne solo nelle occasioni di parata. renti l'accolgono colla speranza di rifarsi · e gli agricoltori sono incoraggiati, stimolati dagÌi indu-· striali e dai capitalisti, che nella protezione accordata dallo Stato trovano - e pare che ve la troveranno essi soli - la sicurezza di un buon affare. Lo sviluppo preso dalla coltivazione delle barbabietole e dalle fabbriche relative di zucchero è tale che ha già allarmato l'on. Sonnino che nei suoi Appunti di finanza vi intravvide uno dei tanti pericoli pel pareggio nel bilancio dello Stato. È evidente, però, che se agricoltori e industriali vi potessero trovare il loro tornaconto - che in parte andrebbe a benefizio dei consumatori - lo Stato nella nuova sorgente di prosperità potrebbe trovare sufficienti compensi indiretti alla perdita totale o parziale di quei ventuno milioni che vetrebbe a costargli la protezione all'industria zuccherina. La perdita risulterebbe chiara da questi dati d1 fatto : se lo Stato dovesse introdurre dall'estero,. come sino a pochi anni indietro, tutto lo zucchero necessa~io al consumo interno, riscuoterebbe in carta moneta L. 72,010,668. Ma essendo il dazio interno di fabbricazione oerlo zucchero di 1a. classe di L. 70,15 in carta, e ..di' L. 67,20 per lo zucchero di 2a.classe, l'Erario per tassa di fabbricazione verrebbe a riscuotere L. 51,076,132~ La differenza tra le due cifre rappresenterebbe la perdita dello Stato; perdita tanto sicura, che è corsa la voce che l'on. Boselli con un catenaccio, voglia modificare il regime del dazio intérno di fabbricazione. Pare altrettanto chiaro e sicuro il g·Jadagno degli industriali e dei capitalisti. L' on. Luigi Diligenti per una fabbrica che producesse ogni anno 30 mila quintali di zucchero lo calcola a circa 700 mila lire; d'onde i dividendi del 9 per 010 che incassano gli azionisti e l'aggiotaggio sulle azioni che da 200 lire di valor nominale sono giunte fino a 420. E gli agricoltori, proprietari e mezzadri ? Sembra che siano condannati a fare - insieme allo Stato - le spese di questi lucri dei banchieri. [l pericolo è stato denunziato, sopratutto in Toscana, con tre pubblicazioni d'indole alquanto di• versa, e che si completano reciprocamente. Venne prima quella dell'on. Diligenti (A propositodi una fabbrica di zuccheroa Cortona. Roma. Tipografia della Camera dei Deputati, 1899); segui un'altra hnportantissima dell'on. Conte Guicciardini (La barbabietolada zuccheronell'agricolturatoscana. Atti della R. Accademia dei Georgofili. Firenze 1899); ultima e più recente abbiamo la monografia del Prof. G. Caruso (La barbabietolada zuccheronell'amministrazionediretta e nella coloniaparziaria. Atti della R. Accademia dei Georgofili. Firenze 1899). Abbiamo letto a suo tempo la comunicazione interessantissima dell'on. Conte Guicciardini · ma . ' nonostante la sua nota competenza nelle cose agricole preferiamo dare le conclusioni del Caruso, perchè esso è uno dei più autorevoli insegnanti di agronomia. Sono le seguenti : I. Allo stato presente delle cose la coltivazione della barbabietola da zuccherò, in confronto a quella del granturco, non conviene nè con l'amministrazione diretta, nè con la colonia parziaria ; 2. Tale coltivazione disturberebbe l'attuale ordi-

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