Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 11 - 15 dicembre 1898

'R._ITTISTAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 203 cito stanziale numeroso e disciplinato le costituzioni scritte valgono quanto le tavolette che per capriccio di un giardiniere vogliono dare ad intendere cbe un albtro di fico sia una pianta di fragola! In questi casi cli paese e cli parlamento sani e vigorosi, che contro a tutte la mali arti dei ministri, che fanno le elezioni, resistono alle influen:::c, si arriva alle catastrofi. E qui faccio punto, perchè per continuare avrei bisogno di quel salvacondotto di cui plrlai in principio. Dagli amici Sacchi e Moneta mi aspetto due parole di risposta nella speranza che essi riescano a convincermi che ho torto. Non chiedo di meglio. Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. ILSOCIALISMO diNaDoleone Col~anni (GIUDIZI) Il Prof. Puglia, uno dei più distinti, ma non fanatici. seguaci del Lombroso, consacra un lungo articolo al Socialismo nella Rivista modernadi wl!ttra (Ottobre 1898). Non potendo riprodurlo per intero ne diamo il principio e la fine : " Questa seconda edizione del Socialismo fatta dal nostro illustre sociologo merita uno studio speciale, perchè egli stabilisce in modo chiaro i principi rigorosamente scientifici di un s'stema di organizzlZione sociale che possa rendere meno penosa la vita del maggior numero pcs,ibile di uomini, e che favorisca la evoluzione umana; e combatte tutte quelle esageratioui, e talora aberrazioni dottrinali, che sono spesso un ost2colo potente al trionfo delle idee veramente scientifiche..... Questa seconda ediz:one. inoltre deve essere attentamente studiata, perchè differisce in molti punti dalla prima, non per mutamento di ider, ma, o per essere venuta meno la ragione di insistere su certi argomenti, o per il bisogno di sostenere con maggiore energia certe dottrine, cbe dalla maggior parte dei socialisti non sono state ben pond,rate, o sono state combattute con grande leggertzza. Dovremmo occuparci di altre dottrine importanti dell'A. ma, come abbiamo detto, ci è impossibile. Quel che si è esposto è suffidente per mostrare la importanza del lavoro Finiamo col notare, che il Colajanni è critico imparr.iale e sereno. Ancora dell'accordo franco-italiano Ai primi entusiasmi sollevati dall'accordo commerciale franco-italiano sono succedute le critiche e le disillusioni amare con una rapidità che in parte è dovuta alla migliore conoscenza delle condizioni ed in una maggiore si deve attribuire alle antipatie che suscita in alcuni i' on. Luzzatti ed alla ·francofobia inguaribile in altri. Certamente la più esatta conoscenza della natura degli accordi può ~ttrnuare la buona impressione del primo momento; ma i i <leye essere addirittura dominati dallo spirito partigiano più deplorcrnle quando si sentenzia, come ha fatto la Camera di Commercio di Lecce, che il nuovn accordocommercialefranco-italia110 111:m giova per 1111l/ai vini puglie:;i,sicilianie sardi. A qutsta conclusione si viene perchè si ritiene che i vini delle suddette re-- gioni per l'esportazione abbiano una gradazione alcoolica superiore ai quattordici gradi. c;ò che non è del tutto esatto; come non è serio il contegno di alcuni giornali che da un giorno all'altro fanno scomparir«:: l'importazione di vini strauieri in Francia: importazione che attualmente, cvme afferm.'> nel numero precedente l' on. Colajanni, oscilla intorno agli otto milioni di ettolitri. Che dire, poi, di coloro che deplorano che la Francia faccia un diverso trattament0 ai vini italiani ed ai vini del1' Algeria? Essi dimenticano questa semplicissima panicolarità: che l'Algeria fa parte integrale della Rtpubblica francese. Ciò che noi potevamo pretendere era l' uguaglianza di trattamento colla Spagna; e l' abbiamo ottenuto. Se poi l'aggio maggiore sull'oro, da cui è deliziata la penisola iberica, agisca come un premio di esportazione e perciò costituisca un van - raggio per la nostra concorrente, nè l'ftalia nè h Francia possono fare in guisa che tale triste supr.:mazia venga eliminata; e se si potesse eliminare, i primi a mostrarsene grati sarebbero gli Spagnoli. E bene notare, altresì, c.hc il Mezzogiorno e k isole non esportavano in Francia del vino soltantc,. Dal nuovo accordo quello che ricaverà un pro· fitto più notevole, sotto tutti i punti di vista, sarà il Setrentrione della penisola per ragioni geografiche e di ordine economico ed intellettuale. Noi cc ne rallegriamo vivamente, e siamo sicuri che questo indurrà i settentrionali a sp'egare un 1mggiore interessamento in favore del Mezzogiorno e llelle isole travJgliati da una crisi lunga, grave e complessJ. Ed a proposito di quc,to profitto più sensibile che ne ricaverà il Settentrione, non è male avvertire che una maggiore esportazione di vini al disotto di 14 gradi che avvenisse dal Piemonte e dalle altre regioni si ripercuoterebbe beneficamente sulla Puglia e sul 'a Sicilia, i cui eccellenti vini alcoolici servono già da alcuni Jnni a fabbricare dell'ottimo Chiami ed altri vini accreditati dell'alt.l Iv.lia. In quanto aìle concessioni che il nostro governo ha fatto alla Repubblica francese e che mettano di ..:attivo umore i sostenitori della Triplice, si dovrebbe ri,orJare anzitutto che essi ledono ben poco le nostre irdustrie, e nuocciono soltanto, o princi• palmente, alle industrie della Germania e cicli' Inghilterr~. che dopo il 1887 presero il posto delh1 importazione francese. Gli italiani mentre nulla vi perderanno come produttori, vi guadagneranno molto come consumatori. L'insieme di queste ragioni e quelle d'indole finanziaria e politica che si traducono sempre in fattori economici di maggiore prosperità pel nostro paese - indussero l'on. Pantano a dichiararsi ~oddisfatto dell' accordo franco-italiano nella intervisti col redattore dd Secolo. (Numero del 6 decembre). E citiamo l'opinione dell' on. rappresentante pe1 Terni, non gia perchè egli sia un nostro correligionar:o politiw, ma perchè nell:i Camera e fuori gli viene riconosciuta una eccezionale competenz.: nelle quistioai doganali. Fu lui, in una all'on. Diligenti, che in Parlamento per parecchi anni lev<'> la YOce eloquente per stigmatizzare la cecità, pe1 non dire la malignità, degli autori c!elle tariffe do-

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