Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 11 - 15 dicembre 1898

210 'RJVISTA POPOLARE DI POLI1ICA LETTERE E SCIENZESOCIALI Spedalieri non fu collocato nel Pantheon. Ma, ora, mutati i tempi, in una delle migliori Piazze di Roma, sorgerà, per volontà nazionale, un monumento vendicatore all'autore de' Diritti dell'Uomo propugnatore e martire della sovranità popolare. TOPO DI BIBLI01'ECA. Suslaggsicoandaloso deliln' terensesellceittà (Inchiesta sui mutui pegnorativii) Nel meccanismo della vita cittadina moderna il prestito è generalmente esercitato da banche di emissione o da banche private, le quali ultime, specialmente, mosse dall'interesse speculativo di realizzare profitti, si reputano perfettamente svestite di un compito sociale nel loro funzionamento esplicantesi in diversi gradi su di una gamma che assai sovence va dall'usura alla fraudolenza della b:rncarotta. Ed accade che, mentre il processo automatico dell'elisione nel profitto capitalistico si avvera per fatale andare di fatti e leggi economiche, e non più va mirandosi negli investimenti, all'altezza del saggio di profitto, ma si ha per fine di osservare il complesso di condizioni assicuratrici della persistenza di esso ; e mentre si verifica che il tasso d'interessi scema nell'investimento dei capitali financo al 2 ¼, per contro nei piccoli istituti privati, o sale per vie segrete o persiste molto alto. Nei comuni rurali piccoli di tutta Italia è assai difficile che l'interesse vada oltre il 10 010, a differenza di quanto accadeva venti anni fa, e i mutui notevoli •si contraggono ad interesse relativamente mite con garenzia ipotecaria. Solo può riscontrarsi un'altezza di saggi d'interesse maggiore, là dove v'è anticipo di sementi o prestiti di derrate. Ben diversamente però accade nelle città dove l'usura r3 ggiunge e, assai sovente, passa lo spaventoso interesse del 500 010 nei piccoli mutui non garentiti, ed egualmente raggiunge e passa tal saggio in quelli garentiti da pegno. . , I 1·. . . . . Portiamo un po a nostra ana 1s1su ceru 1smut1 commerciali, le Ageuzie di Peg11orazio11e, che esplicano la funzione del credito, e che essendo per loro natura più vicini e quasi organi delle classi meno abbienti cittadine, compiono su queste un'azione terribilmente spoliatrice : del che abbiamo prove dolorose inconfutabili in tutte le città ove gl'istituti funzionano. ~ .... Poco fa un autorevole giornale di Milano, il Cori-iere della Sera. pubblicava il risultato d'un inchiesta sui Montini di Roma e svelava l'enormità dell'usura che faceva fruttare il 236 OJO a favore dell'istituto. Poco prima però del Corriere aveva portato, sullo stesso fenomeno, la voce l'...Avanti, ma noi sveliamo ben altro e presentando più gravi risultati domanàiamo: 1° Se può l'organo, che esaminiamo, rimanere immutato; 2° Se può perdurare la sua funzione immutata; 3 ° Se può il pubblico restare indifeso. • * * Non ci occupiamo dei Monti di Pietà: sorti essi per temperare la piccola antica diffusa usura, entrano ancora nel campo della beneficenza, mentre adempiono a un'altissima funzione di credito, e par che, col loro nome, concedano tuttora per elemosina quel che è obbligo legale di dare. Intorno ad essi s'è recentemente formulato un progetto di legge ne' possiamo in questo momento affermare: se esso puo' garentire, col patrimonio residuo, l'interesse del pubblico che ad esso farà capo. E notiamo incidentalmente che, mutata l' indole dei tempi, anche il pegno ba mutata natura nel mondo privato speculativo del commercio e ciò, sia per l'enorme sviluppo del credito, sia per l'accentramento della produzione, sia, infine, per il parallelo impiego di titoli rappresentativi che offrono mezzi di trar profitto da merci depositate o lontane. Se non che quel pegno che si esplica nelle agenzie di prestito è restato tuttavia indizio di poco floride condizioni economiche e spiega la sua vita presso il popolo più bisognoso e meno capace a valersi di tutele giuridiche o con trattuali, se quelle, esistendo, si osservassero e in queste seconde: ~i ave~se libertà completa per cercarne e stabilirne. La tutela giuridica a favore del pubblico in rapporto alle Agenzie di pegno, è stabilita nella legge di Pubblica sicurezza vigente, e le agenzie, che sono istituti commerciali, dipendono dall'organo della Questura: organo incapace a d,fondere speciali interessi economici, e che, infondendo più paura che rispetto nell'osservanza delle_ leggi, si manifesta tale qual'è, inadatto a certe nuo,e funzioni, cui di tratto tratto è assunto per incoscienza e visione non chiara nelle verità 'effettuali ·delle cose del mondo legislativo. Di qui la conseguenza sconfortante che le affermazioni di diritto 11uovo mal si tramutano in misure di polizia; d1 qui la triste constatazione dell'incapacità dell'organo legislativo a cercare e disciplinare con organi nuovi novelle garanzie richieste. * * * Le camere di commercio, in ordine alle agenzie fissano generalmente un tasso d'interessi che va dal 2 al , 010 mensile: cioc dal 24 al 36 pPr cento annuale. In Napoli è rico11osciuto legale il 2, in Roma il 3 per cento, nei montin,, specie di agenzie di prestiti su pegno di cartelle. Ma questi istituti, detti agenzie erroneamente, non si contentano del 2 o 3 010 mensile. Essi percepiscono in più una tassa fissa che varia da 0,50 a Lire 2 ; riscuotono il prezzo della cartella stampata in una piccola somma che va assai di là del costo effettivo; pretendono ed ottengono uno speciale diritto pei pegni voluminosi che varia da 0,05 a 0,50 e un diritto di commissione mensile che va da I a 2 lire. A ciò si devono aggiungere diritti di deposito, di provvigione, o premio di vendita, e via via. A questo va anc0ra aggiunto un diritto di rinfresco in caso di rinnovazione dd pegno. Così a calcolo fatto un pegno per 5 lire paga d'interesse il I 50 010, e se quattro volte si rinnova nel\' anno il pegno sul medesimo oggetto, allora l'interesse sale fino a quasi il 600 010. Il calcolo su tali dati di fatto è semplicissimo, e ciascuno a suo talento può farlo su somma inferiore o superiore alle 5 lire, tenuta presente da noi. E quando si O3serva che per la natura medesima del pegno il tasso è più alto nei piccoli mutui di quel che non sia nei grandi e che può fissarsi il principio che il tasso sale in ragion contraria del valore del pegno, deriva la conseguenza che l'istitmo apparentemente bemfico si tramuta, iu realtà, quale istituto pernicioso alle classi che vi accedono, cioè alle meno abbienti. * * Ma non basta. Tutte le condizioni di stile stampate nelle polizze o cartelle e che formano il contenuto contrattuale, cadono a danno del debitore pignorante. Fatta un'analisi su di esse deriva che non esiste garenzia per la stima dell'oggetto; non freno per la fissazione del magazzinaggio; non guarentigia per diminuzione d'interessi se si ritira il pegno al principio del mese; non termine fisso pel ritiro ·del deposito dopo smarrita la cartella; non tutele per far perdurar la primitiva stima in caso di rinnovazione del pegno : che anzi assai di frequente avviene che se nel chiedere la rinnovazione non si paghi la metà o quasi del debito, si procede alla vendita assumendosi, a giustifica, la diminuzione del valore. Aggiungete che, se l'oggetto va disperso qualche

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