Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 9 - 15 novembre 1896

174 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA L E'ITERE E SCJENZE SOCIALI è stato reticente: ma le sue vere aspieazioni si desumono d 1lla vagheggiata conciliazione tra lo Stato e la Chiesa. 3°. Avvenire della civiltà di fronte alla democrazia sociale. Secondo il nostro Mosca, che in ciò segue tanti altri, idee socialiste e tentativi socialisti si trovano nell'antichità; ma le odierne scuole socialiste ed anarchiche, colla base puramente naturalista e razionale sono un pasto spontaneo delle condizioni intellettuali e morali del secolo 18°; il Rousseau colla giustizia assoluta è il vero padre della democrazia sociale; il socialismo è conseguenza necessaria, quantunque non immediata della democrazia pura. I tedeschi e Marx non hanno che sviluppato l'opera dei francesi aiutati dal completamento delle unità nazionali, che ha concentrato le aspirazioni nelle riforme economiche e sociali. Ammesso che il colletiivismo si realizzi, domanda il Mosca: la giustizia, la verità, l'amore, il compatimento reciproco fra gli uomini saranno maggiori? I forti che staranno sempre in alto saranno meno soverchiatori e i deboli, che rimarPanno sempre in basso, saranno meno soverchiati? No! Non può dirsi ciò che sarà una socieià futura; può stabilirsi però ciò che non sarit. I pii1 logici sono gli aoarchici; ma il loro trionfo finirebbe coll'assicurare il predominio dei pii1 forti - che noo sempre sono i più morali. Gli anarchici Yogliono la distruzione di tutto, perchè in tutte lè organizzazioni trovano del male e faono « come colui « che avendo scoperto che nessun morigerato teno- « re di vita può assicurare una salute perfetta, ri- « corre, come a rim•~dio sicuro contro ogni pos- « sibilità di malattia, al suicidio. » pag. 330. In quanto alla lotta di classe quesia muove dall'errore storico che a tutte le lotte attribuisce un esclusivo movente economico; errOl'e esagerato dal · Loria. È ingiusto~ considerare come parassitaria l'intera classe dirigente composta di proprietari, capitalisti, industriali, impiegati, proffessionisti; epperò la più antica ed opportuna lezione di rnciologia è quella contenuta nell'apologo di Menenio Agrippa. « Debolezza innegabile di tutto « il movimento socialista è la soverchia materia- « lizzazion(del concetto delle felicità umane, e quin- « di della giustizia sociale » (pag. 36G). Le cause che favoriscono lo sviluppo del socialismo sono: il suffragio politico, la tradizione rivoluzionaria, vivissima nei paesi latini. (:,ia la Germania?) ; le improYVisate ricchezze di disonesti speculatori; lo squilibrio nei godimenti; le imposte gravose, i vizii del parlamentaeismo, la guerra al sentimento religioso. Avremo un tentativo di realizzazione del socialismo? Difficile il presagio, perchè sono grandi le forze contrarie e favorernli. La civiltà europea se sarà costretta a stare lungamente e diuturnamente sulle difese contro la democrazia sociale sarà costretta a decadere. Molte riforme economiche e politiche gioverebbeeo e gioverebbe sopratutto il fare risorgere il sentimento di solidarietà; non bisogna però fare del socialismo di stato perchè ci6 farebbe comodo ai socialisti senza disarmarli. Se si vuole combattere radicalmente il male si deve ricordare che la base della democrazia sociale è _nella malattia del secolo; perciò ad un inte1;0 sistema metafisico, si deve opporre un intero sistema positivo. Abbiamo riassunto largamente e fedelmente le · idee del Mosca sulla quistione sociale non tenteremo una critica, che del resto in queste colonne sarebbe superflua. Concluderemo osservando, che pur essendo convinti dei difetti e delle esagerazioni del marxismo, troviamo errori ed esagerazioni maggiori nel nostro A. É esagerata la influenza attribuita a Rousseau; è monca la genesi del so. cialismo contemporaneo - le manca la parte esenziale l'economica-; è superficiale l'esame della lotta cli classe; non è esatto che il mutamento nelle condizioni sociali non possa concludere ad un mutamento nelle condizioni economiche. Accettiamo un Yoto del Mosca; che alla metafisica del socialismo si conirapponga per combatterlo un sistema intero positirn; ad un patto, però, che di questo sistema positivo non facciano parte le manette e il domiciliò coatto, ch'è il sistema positivo prediletto dai governanti italiani: da Crispi a Di Rudinì. Dr N. COLAJANNI. REPUBBLICAE GUERRA ClVlLE In Italia fece fortuna il famoso apoftegma di Francesco Crispi: la monarchia ci unisce, la 1"epulblica cz dividerebbe, ch'è fondato sulla pii1 solenne falsificazione della verità storica: tale apoftegma smentito sempre e dapertutto è bene ricordarlo all'indomani della lotta che si è combattuta nella grande repubblica americana per la elezione del Presidente, che il 4 marzo 1897 deve andare a sostituire il Cleveland alla Casa Bianca. Arriverei in ritardo se volessi occuparmi dei programmi dei due candidati - il Mackinley e il Bryan ma non mi pare superrluo avvertire che c'è stata molta malizia da una parte e molta ingenuità dall'altra tra coloro, che hanno asserito che il Bryan rappresentava il programma socialista. Qualche affermazione socialista c'era nei suoi discorsi; ma serviva come specchietto per le allodole per accaparrarsi i voti delle masse; in fondo la bandiera da lui sollevata era quella dell' argentismo, che interessa vivamente i capitalisti dell'Ovest dell'unione americana, come, il monometallismo aureo interessa

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