La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 40 - 8 novembre 1925

L,\ HIVOL~ZIONF. LIUF.RALE Cnpifalismo e liberlà Milano napoleonica Nel recente saggio dell'amirn Raffaele Ciasca sùll 'E voluzion1• economica della Lombardia d<igli inizi del .rncolo XIX al 1860 (Mi1.e...,, 1924, vol. edito dalla Cassa di Rì- •J>-&rmio, per il centenario), trovo elementi decisivi per il problema dei rapporti tra <J11pit.aiismo e lihcrtà. Consideriamo il primo periodo: l'economia lombarda durante il dominio francese. Forte incrcmen!o ricevett~ro le indu!trie <ll gucrr.a: ma è da veder(". anthe qui t-C l'inw cremento non venisse a turbare per l'appun• le, il normale equilibrio della produzione, alterando le iniziarivP naturali con diversivi incoraggiati dnllo Stato. Da tutti questi fattori di instabilità derivano infatti I.a dc:-nrePsione dei <'ommerci e i frequenti fallime;11i che caratterizzano gli ultimi anni del regno. Se si vuol continuare !'aW1logia accennata si pensi alla crisi di depre•eione del 1921 succeduta all'audacia produttiva del 1915-1920. •La t;o]a agricoltura risentì i risultati eta• bi]i, vant.a~l!"iosi, cli questa enorme trasformazione di ricchezza. E anche questo fenomeno ·possiamo intendere meglio &e lo guar• <liamo alla luce delle esperienze rurali della guerra e del dopo ..guerra, cui ci trovan1mo a<l ae~istere. Una parte dei nuovi ricchi si dedicò a dissodare le terre di recente ac,JUiPto, con energia singolare. Canali, risaie, pratt"rie, sostituirono la deficiente agricoltura tic! feudalismo ecclesiastico. Ris.ale a questi :1nni i1 primo tentativo di inclustrializzazione in vasta misura della pianura padan.a. Si pensa a migliorare il sistema delle acque; la grande proprietà s'impone nelle risaie, i piccoli cont.Rdini occupano i pascoli comunali e li sottopongono a cultura con teuacissima nuclacia. Il risultato di que,to hr~v~ ~erimento liberale è formidabile: dal 1762 al ]814 si trova ,;n aumento reale dell'esportazione agricola lornh.ard.a del 50 %. • L'opera di due lavoratori indipendenti vale in sede economfr.a c-ome il lavoro di tre eervi. p: g. Illuminismo ifa/iana Nella Lombardia <lell.a fine del '700, tutte 1~ rifonn~ che pote,·o.no essere compatibi1i cnn un Governo ]>a.terna.lista di tipo illuminlszn antirftad.nle cr.ano state attuate. Liherazicne ,l::dta tirennì.a. delle corporazioni d'arti t~ mci:1ticri, abolizione delJe manomorte ecio- ~liB1cnto dei fede <'on1rncssi, ecco le ~randi riforme dcli.a politic.a giuoeppina. Ne risultè un 'atmosfera legale favorevole alla proJJrÌelìt frazionata e mobile. I nuovi capitali della n.ascente borghesia si impie!(arono nelle terre: le statistiche danno un notevole afllueso dalla città alla c.ampagna, specialmente verso la pianor" del Po. L' econoITiista Solera Ne])e città invece, a Bergamo e a Milano. abolita l'oppressione del rcl'ime feud.ale si a88Ìsle a uno sviluppo industri.aie, notevole specialmente nella manifattura della seta. Ma questo sviluppo è artificiale, dovuto in gran part.e alle esenzioni lise.ali. Sotto il regime austriaco che coincideva •·olle feste ~ col lasso deB'.aristocrazia, uno RViluppo tndnstria]e serio non era concepibile per n1anranza di capitali. m.ae!\tr.anze e <'ommerci mondiali. L'Austria era o~tinata !lei protezionismo do~anale, necessario pe1· l'equilibrio artificiale e il paternalismo intervenzìonista oon <'Ui lC'ne-va in piedi l'Impero già scosso, La nn0,·n hor~hesi-!I mdanese doveva e&- serc per reazione democratica e dov~wa tendere a un rior<l.inamento politico del1a peniaola d1e le aprisse i mercati della intera pianura padana. Questi interessi nuovi affiorano infatti nel tempo della Repubblica Cisalpina: ,i complir...ano p·erò con un altro fenomeno: l'instabilità <legli "1Tari, l'atmosfera di avventura del dopo-guerra. È nell'ambiente di libertà e di spregiudicatezza portata dai francesi che si forma, con i caratteristici fiistemi che si sono esperimentati in pjù alto rilievo nell'Europa del 1919, il primo cap;.. tali.sino italiano. Capitalismo fi,z]io di libertà. Milano <-onosce inlorno al )800 ~]i arricchiti di guerra, i fornitori militari. µli sp~culatori, j dissipalori <ii for1nne troppo presto raggiunte. Lusso, strepitoso rialzo dei consumi, gioco de~di inflazionii:tti, spr-cul.ttzioni ,ml cambio tra Milano e lr provirn·ir. Erano i n1irat·oH ignoti <lelraument.at.a ,·rlo<'Ìtà di cirr.otazionc del capita.le. Il Go, crno fra11oe5.-, riscnot~va lici Regno d'Italia 180 miJioni di lirr an1111c d'impoate e ne spendeva 145 in lt.alia per le forniture militari e per la burocraz1.a. 11 re;,rno dei pe!i!cicani e degli irnpieAati; plnfo<'r.azia e dassi medie! In questo periodo trionfano uomini nUO\'i, a(lili, intrapr~ndf'nti; la Bonea acquista una ~rande i11Hncnz.a sulla ~it~ so<;ial.e; la borhhesia s.baiza ili 8eggio l anstocraua delle feRle e dell,· motlc r$olirhe, impour. lr nuovt>; modc:> ò.ella Parigi imp<!riale, si fa maestra di elegan1-'I .u rnuc le c!Jls•i s,wiali, ,•onquista i poteri muni<·Ìp.ali, compra terre e pala~z1 daHe famiglie nobili, ta~liate fuori dalla v1t.a uuova, dai loro pre~iudizi e dalla loro educazione. Osti, catft=:ttieri, pasticcirri, pizzicagnoli, ei arrif'hiscono fi111 tra~co ~ncessanl~ portato dai milit.ari, le- mod1ster1e guadagnano sul guew per il lusso este•o • tutte_ l_e dasèi soci.ali. Notevole f' l'incremento edilizio si.a della città eh" de li,·· c.af!,{"vrivatc: e .anche di qui derivano nuovi la\'ori, nuove impreite, nuove fonti di an·icchimf'nto per i piì1 audaci e per i pii1 pronti. ,lnPRfo r!!-pt>rimento lnft'Trutlc rli n.;1.F~:r-1~h' cspit.a1ismo fu turh.ato da 11n ~ruppo d~ ~lT· oostanze counesiw <·on I.a E>itu.azionr-poht1ca. )I nuovo clima di lihertà cr.a. fittizio ·e un capitalismo vigoroso P ('Of'truttivo non può svolgersi &e la libertà t' ct~ntinuanH'l11f' alla mercè dell'intervento 8tran1ero. L~industria milanese si trovò sotto J.a concorrenza minacciosa delle manifatture francesi: era un ar1tomcnto decisivo per il iui~ glioramento della produzione; ma 1;1r_csap• peua questa vi.a si ehbc la nuova poht_1ca cconcmic,e, cli Napoleon<'. Il hlocco conunentak del 1805 portò due con•e~uenz., d1sastro_se. D~t un.a parte alterò l't•quilihrio erono:rpico genc--rale, determinando un .artificiale e P!·ov: visorio intere!'se di df'di<'arsi ,a produzionl improprie al nostro ~-~i~1u Cf'ono!ui<'o, moincntanc.amente red<ht1z1e per J allontanamento dell'offerta in!(le&<'. Costosissimo diversivo! D'altra parte diede alla Francia nna posizione di assoluto privilegio. I !~vori ,l'i ferro e di acciaio non s1 poterono ptu espot·- tare nell'Italia france.e (Piemonte, Toscana, Rom.agoa, Parma). L'industria della sctn fu duramente colpita dalla concorrenza dr, sistemi di vendita francesi. Il Piemonte fu il primo con le Costituzioni del 1729: l') ad abolire quasi intera• ment.e la potestà feud,,le, non lasciando che alcuni diritti nominali e rii mero onore, abo~ lendosi i servigi personali, come le corvate; 2') Jl restringere i fidecommessi e le primogeniture, rendendo molto più.libera di prima ìa circolazione dei beni; 3°) a diminuire la potestà ecclesiastica, e specialmente la fa. co1tà di ereditare <> di succedere nelle mani• morte. Queste costituzioni vennero di nuovo rivedute e pubblicate con poche variazioni nel 1770. Si badi bene a non lasciarsi ing~nnarc da questo nome di costituzioni. Esse non sono che un.a compilazione di molte leggi civili e criminali che prima formavano un confuso ed indigesto ammasao. Rifusione 11tile, tanto desiderata in Francia in quei tempi, ed encomiata forse troµpo dn certi scrittori francesi (ccme il signor D'Argen• svn), perchè forse invano desiderata iu Franf"i.n. M.a con tutto ciò, i] Piemonte non aveva un.a forza e una rich<>zza corispondente alla va,:;titi',e fertilità delle provincie, per mancan ~ di nn 'amministrazione illuminata e liberaJe. Le buone leggi e le buone istituzioni arricchis<'ono, popolano, corroborano uno Stato, molto più che le conquiste. L'Abate Vasco <'o' suoi optl.S<'oli tentò 1'Vehliare l1attenzione del Governo sui molti cambia.menti che Fi dchiedevano. M.a il Gu,·eroo fu sempre sordo ad ulteriori riforme; si arrestò nell'intrapreso cammino, e si mantenne immobile ed inalterabile, mentre in altre provincie d'Italia si .eseguivano utili cambian1enti. Non è ]a guerra che avesse impedito il Governo di pensare al rifiorimrnto ci{C') paese, perchè nel 1784 quan<lo Maurizio Solera scrisse il suo cpuscolo, già da 36 anni il Piemonte godeva d'una profonda pacr. f\on è neppure l.1 situazione ,z:eografic.a, e condizione politica. Alcuni hanno supposto che una monarchi.a esenzialmente mili..1are, come la piemontese,. non possa, senza indebolirsi, alterare i suoi ordini politici, o le antiche massime di amministrazione. Gravissimo errore. L ci:tempio della monarchia prus::-1.anaavrebbe dovuto loro apprendere, che uno Stato an- ~sto può essere militare cd industrioso allo stesso tempo; che la spada e 1n spola ponno suee~tere insieme. Il padrr di Federico il Grande credeva che la potenr.a della su.a mond.rchi.a consiste!!se ncll'altezz..a de' granatieri, e nella crudele pcdantes('.a disciplina del bastone. Co' suoi l:tranatieri di C\eipiedi, 12' colla su.a barbarie militare, non fu che un principotto di Gernum~. Suo figlio di vasto gt:nio mostrò invece che !-i può avere 1111 cscr- <·ito disciplinato e valoroAo, e a<l un ten1po animar l'agricoltura, le manifatture ed istrui• n, il suo popolo. Questo grand'uomo mentre conquistava ]o Sassonia, caricava delle h.ar- <'he di terrn. per alimentare per n1ezzo seculo t~, s;1a numifattora di porcellana di Bcrlinoj tentav.a d'introdurre nelle pi.anurf' riel Bran<leburgo )a coltivazione dei gelsi, ~ istituiva scuole elementari in tutti i villaggi. Così questa monarchi.e rhe non era che una ,z1 an caserma, divenne la <·nlla dell'industria, t: I,, patria del pensiero. Il Piemonte era posto tra due p;randi minacciot-c mae-se_,tra l'Austria e la Francia, come la Prussia lo era tra la Francia, l'Austria e la Russia. Nello stesso modo che là Prussia si rinforzò (·DJl 'industria e co.1 commercio, si sarebbe rinforzato anche il Pie-monte e.cnza punto menomare la 8U.a virtù militare. li voler conservare la ruggine feudale, mentre gli a~- tri sono divenuti opt:lcnti colle arti della Cl· vilizzazione, è lo !ltes~o che voler con.tinu~,rc a far la guerra coll'arma bianca, collo scctdo e coll'elmo di Don Chisciotte, mentre tutti di altri hanno adottato le armi da fuoco. • Nel 1784 quando il Solcra iruma!(inò il suo Lanco d'agricoltura, il Piemonte a,·cva poche ,· cattive strade, la 1-u.aa~riroltura lan~uiva, i a sua industria era limitato a poche rozze 1;wnif.attnre, non v'era abbondanza che di vn~ahondi. {l Dans un p.ays oÌl le gouver• JJemt,nl n ·a ja,n.ais (clice il Solera) anrune bibl1otecaginobianco de ces vues grandes qui embrassent l'avantage génér.al rle 1a nation, qui ne s'est jam.ais occupé de l'établiHement de scs manifactnres, dans lequelles le• mains les plus inexpertes peuvent facilment s'eruployer à de gros ouvrages, dont l.a nation tirer.ait cependant un grand profit; dane un tel paye,. quc dire à J1homme, qui, après avoir avoué que le vagabon<la1te est forcément son unique profession, prie son juge méme de ,·ouloir bien lui en procurer une autre? ,,. 11 Governo, non che animare le sorgenti della prosperità pubblica, giaceva inattivo sotto il peoo di centoventi milioni di debito. Tutto era etagn.ante per mancanza di lumi e d'energia nel Governo, non che per mancanza di numerario. La massa circolante non era che di 62 milioni, compresi 20 milioni di corta monetata, mentre la somma annuale dei valori, attribuendosi 200 lire per teota, doveva essere di 600 milioni. Come adunque senza l'opera del Governo, e con tanta scarsa quantità di numerario, si potevano migliorare i conduttori della ricchezza pubblica, e facilitare la circolazione mediante buone strade, ponti, incanala.menti di torrenti, di fiumi, aeeiug.amento di paludi. in una parola, infondere una nuova vita. un calore e un moto universale? Il Solera ere• dette di aver trovato La soluzione di questo problema, il talismano di queino oam.hiamento di scena. Partendo dai due principi: l' che l'abbondanza dei metalli monetati, , pur anche i segni che li rappresentano, ser• vono sempre di un potente mezzo per acoelerare i progressi del lavoro e dell'industri.a, e quindi esercita un 'influenza sopra La ricchezu delle nnz!oni; 2° eh~ i capitali a basso interesse sono un vantaggio DU1.ggiore dei bassi p,ala.ri o della sm,sistenza a buon mer• cato, propose un banco di agricoltura, per cui si aumenterebbe la quantità del numerario oon una carta di un credito aolido e sicuro, si fornirebbe al Governo un fondo per opere pubbliche, e si fornirebbero ai proprietari delle eovvenzioni a] basso interesse del due per cento che col frutto dei miglioramenti agricoli, potrebbero estinguere nello spa,:io di cinque o sei anni. Ecco il suo piano. Proponeva che tutt.e le terre dei proprietari fossero inscritte in un e.a.tasto con tutti i pesi, debiti ed ipoteche. Sopra H valore approssimativo depurato di ogni peso, i1 proprietario doveva avere il diritto di emettere dei biglietti del quinto soltanto del valore netto e nori piì1. Di questa somma egli doveva p.ag.are l'interes!e del due per cento. Il Governo doveva nominare dei direttori in ogni luogo di qualche importanza, i quali dovevano agire di concerto cogli amministra• tori locali. I biglietti dovevano portare la firma dei direttori, degli amministratori del poseidente. Essi dovev.ano essere ricevuti dal GoYerno in pa!(amcnto delle imposte, e rlovev.ano avere una scadenza fihsa. Se alla scadenza il detentore <lei biglietto non fogse pa~ato in denaro dal proprietario, riceverebbe in pagamento un equivalente in terre. Il termine del pap;amento dei biglietti do- \leva essere di 12 anni, collct divisione in tre epoche: un terzo dopo i 6 anni, un altro terzo dopo 9, e l'altro !erro ai 12 anni. Alcuni amici dell'autore gustarono talmente quegto suo progetto, che ne parlarono con elogio in Corte, come della &CO· perta dellJl pietra filooofale. Il re stesoo ne fu informato, e ne chiese all'autore una copi.a nel l 'i86. In seguito glie ne fece chiedere uu 'altra per comunicarla ai suoi ministri. 11 re n'era talmente invaghito, che ingiunse al SolerJl di prepararne l'editto per l'esecuzione, e steso che fu, gli .n!segnò un giorno di udienza, onde stabilire definitivamente Jllcuni articoli. l\fa quando appunto tntto sembrava dispo,to per l'adempimento, nacqu<' uno di quegli accidenti che nelle Corti dei re assoluti accadono sovente. L'autore fu presentato al 1:e che tSt:aV~ co!t il ~uo ministro cli finanze. « Celm-c1, d1ee I autore, a,·ec un ton de ~avité et d'importan,"e, qui à la cour, c-ome ailleun, masque souvent .la nullité, débuta par l'éloge de ce qu'il appellait me• talent•, et fini par une improhation si entière, si absolue de mon ouvrage, que Victor, incapable d'avoir une opinion à lui, se rangeant docuement à celle dc eon ministre, m 'cn òéfendit l.'évèremcnt l'impreesion ». Ecco il oolito naufragio delle opere patriottiche. Può ben essere che il progetto del1'Jlutore non fo,oe adattato per la pratica, primieramente perchè una carta monetata che non ha In morale certezza d'e•oere alla su.a scadenza convertita in oro ed argento, non potrà mai godere di un sohdo credito, e in secondo luogo, perchè l'of?getto dcll'e• missione di ~imH carta sarehbe più spesso quello della <lis•ipazione, del c.apriccio e di folli speculazioni, che d'una savia e ]ucroea intrapresa. Finora infatti ,imili banchi di agricoltura non vennero approvati nè dal voto degli scrittori, nè dall'esempio di alcun Governo, qu.antnnque, a dir vero, eia aeàucente l'idea di rendere col loro mezzo circolanti i valori immobili. Ma furono questi i motivi che indussero il ministro piemontese a disapprovarlo? Perchè poi proibirne la stampa? Non è questa piuttosto una prova dell'invidia ministeri~e, che del sapere e clella s.ag.acità? Che non fosee il rifiuto l'ef. fetto dclia s.agncità, ne sono testimoni i tanti errori r..hc in seguito commise quel Governo, " qni ballottait a.ano C.<lesele public entre 1'ordre, et le contrc-ordre, e.n le portant au mépris de l'autorité ))1 come ]o &tesso Solera osservò. Quest'opuscolo, scritto in francese, e che h.a per titolo E33ai 3UT [e.3 valcur.,, di drca ll6 pagiue in grande otLavo, rimase sepolto sino al 1798, in cui sotto gli auspici di una effimera libertà che il Piemonte aveva acquistalo per le vittorie di Bonaparte, potè comparire alla luce. Quand'anche il progetto dell'autore fosse da giudicarsi inesr.guibile. nondimeno vi si trovano qua e 13 delle lampeggianti verità, delle riflessioni acute e nuove, che non eolo la sua lettura riescirà sempre utile ed istruttiva ai piemontesi che si interea&ano al beneHere della loro patria, ma pur .anco a coloro che ~~nno che talvolta un opuscolo contiene più intrinseco valore, che un cattedratico volume in foglio. GIUSEPPE PECCHIO. Il primo"self-made-man ,, La a-ocietà medioevale con&ta di una &0nun.a di eco• no.m.!e lllf:&-ole jnd:peudeati, t-ollei,et~ per meuo ddlo ecamLio. U costume e il diritto, ma specialmente la condiriooe di nascita dell'indi"idoo economioc,, determinano ero.anta parte di ricchessa spetti ad ogni 6ìngola economia. L'elemeoto rivoluzionario nella società medioevale è il commerciante -- straniero nel paese e origina• riamentc trattato come nemico. Eali rappresenta di contro alla classe agricob del Medio Evo, una maniera di penSD;re nuova e moderna; mentre per quella le sorti della vita son fissate dal costumo e dal diritto, egli è animato d'al dl•siderio del maggior guadagno possibile; è il primo self.mad.e-rn<Jn nel senao odierno. IJ f:.<>mmercio è fonte di riccheua. Per fw.vorirto bil-Ogna fog,iare uno speciale ordinamento gjuridioo~ il qvale sia ad e.,so eoruentaneo. E mentrt: il diritto è in ogni altro campo diritto di nsr.a, pel commercio si forma Wl diritto indipeodenlc dalla penonalll.ÌI, unn jus gentiuni in conlrappoiJto allo jus dvUe, un diritto comune di (ronte ai dirilfi ~pec:iali dei S,,. soni, dei Franchi, ecc. 1 due punti ora accennati della evolurione tanfo del diritto romano quanto del gem1anico. hanno el-i• dentemente la loro ragione nello sviluppo dell'elemento rommerciaJe. Ovunque C86o giunge a dominare, crea condiaioni giuridiche oppoele a quellf' prevalenti 6n allora; crea la 1iben1 proprietà in luogo della proprietà ristretta e vincolata, crea la liberti. personale in luogo della limitazione della persona. Ma per lungo tempo l'influenza dell'elemento com• mereiale rimane scarso e riel.retto ad alcuni C"entri di traffico, mercati, città e via dicendo. La difficoltà df'lle comunicaaioni. il cattivo i.lato delle ~,rade, la poC".aRicnceu.a giuridica, i diriui di gabella e di eca• rico, ecc., limitano .il com~rc1() a poche mer.u11sic di maggior ,,.alore; per la gran nut1'ea dei ben.i eco• nomici la conoorrenza non si fa ancora per lungo tempo sentire, La produ&ione 1• i presri poggiano sul diritto ·e sul coetume, e l'Autorità detonnina in qual modo il prodotto debba andar dhi1'o tra le ein• gole persone che partecipano alla prodcuione. Ma a mano a mano t·he la conc-orreoc·, e con esn le idee commerciali penetrano nell'indu-.lria, il vecchio di ritto cede alla libertà industriale e avviene quel ri- ,·olgimeoto n,:lla produzione ,·h•· fondtu·e µoi alla macchina e alla grande intrapre~:.1. C. ~CHL'I.U G.U.'\-'F.;11:NITZ, I La ,-randf' inlrapr<·.~u #' il proJZre.,.\o f'C.Onomico f! ~ociale. Traduz. di P. Jannaccone ; Torino~ 1900~ p. 23-:!lJ. "L'ECO DELLA STAMPA,. il ben aoto u&do di rilasli da &,ioruli e riTitte f... daoo nel 1901. ha sede udu,i•...,"'• in Milano (li), CerM Perta Nuou. 24.

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